mercoledì 11 novembre 2015

Roghi tossici del 9 agosto scorso in Loc. S. Mennitto: nessun seguito ?







CITTADINI IN MOVIMENTO

Laboratorio di Cittadinanza Attiva
 
Al Sindaco di San Salvatore Telesino
All'Assessore all'Ambiente
 


Oggetto: Roghi tossici del 09-08-2015 in località S. Mennitto - Richiesta di accesso agli atti (ai sensi della legge 241/1990 e s.m.i.), con particolare riferimento a informazioni sulle iniziative eventualmente adottate a fronte dell’inottemperanza alle disposizioni di rimozione rifiuti e messa in sicurezza dei luoghi.
 
Con riferimento alla problematica in oggetto, facendo seguito anche alle precedenti comunicazioni,
vista la diffida prot. n.7261 del 14-08-2015, avente oggetto la “messa in sicurezza dell’area di pertinenza Plasted - Loc. San Mennitto, sollecito esecuzione ordinanza di rimozione rifiuti n.10/2014” con cui si richiede, tra l'altro:
  1. La messa in sicurezza ed installazione di transennamento lungo tutta l’area che interessa il capannone ex Plasted;
  2. L’“Adozione ad horas” di  specifiche misure antincendio e di protezione” sino al completamento della rimozione dei rifiuti;
e in cui si avverte che “in caso di inottemperanza, fatte salve ulteriori conseguenze di legge, si provvederà a farne comunicazione all’autorità giudiziaria”;

vista l’ordinanza sindacale n.7502 27-08-2015 avente oggetto “ordinanza per la caratterizzazione, rimozione e smaltimento dei rifiuti di varia natura combusti e semi combusti depositati in modo incontrollato in località San Mennitto su appezzamento di proprietà Agriges S.r.l.” con la quale si “ordina” a Tancredi Giovanni, Legale Rappresentante della società Agriges S.r.l ed a Palombi Antonio, Custode Giudiziario, a “procedere alla immediata rimozione dei rifiuti dell’area interessata, ed al ripristino dello stato dei luoghi” e con la quale si “dispone che, nel caso di inottemperanza a quanto previsto dalla presente ordinanza, si procederà all’esecuzione d’ufficio in danno ai soggetti obbligati [...] nonché a presentare denuncia alla competente Autorità Giudiziaria”;

rilevato che ad oggi, 29-10-2015, non è stata adottata alcuna misura di sicurezza nell’area di pertinenza ex Plasted (non sono visibili transennamenti, né sono stati ad oggi rimossi i rifiuti sul piazzale);

rilevato che ad oggi, 29-10-2015, non sono stati rimossi i rifiuti nel terreno contiguo al capannone ex Plasted;

considerato che le condizioni del capannone e dei terreni contigui sono, dunque, tuttora le stesse che hanno permesso i roghi tossici che si sono verificati il 9 agosto u.s.;

tenuto conto che sono trascorsi più di sessanta giorni dalle due disposizioni summenzionate;

considerato l’alto rischio per la salute, per i terreni coltivati circostanti e per l’ambiente nel suo complesso, nel caso di reiterazione di un incendio che potrebbe nuovamente coinvolgere grandi quantità di materiali plastici abbandonati, pneumatici fuori uso ed altri rifiuti speciali;
 
CHIEDIAMO

di poter accedere agli atti dei relativi procedimenti, e che ci vengano notificate le iniziative che sono state intraprese o saranno intraprese nell’immediato da codesta amministrazione per scongiurare i rischi di salute e di danni  permanenti al territorio, data l’evidente inottemperanza delle disposizioni da parte dei soggetti interessati dalle summenzionate ordinanze.
Con la presente si chiede inoltre di comunicare il nominativo del Responsabile dei Procedimenti.
 
09/11/2015, San Salvatore Telesino
 
Per Cittadini in Movimento - SST
                                                            Francesco Pascale


venerdì 18 settembre 2015

Degrado zona agricola a vocazione artigianale: aree fuori controllo ?

Non avendo avuto riscontro alle segnalazioni inoltrate agli enti competenti abbiamo depositato una richiesta di accesso agli atti (scaricabile da questo link) presso l'ufficio protocollo del comune di San Salvatore Telesino, relativa ad immissioni in atmosfera di sostanze maleodoranti, di origine ignota, provenienti da un capannone privo di indicazioni relative alla titolarità dell'attività, ricadente nell'area a "vocazione artigianale" in Loc. San Mennitto (nei pressi del capannone ex Plasted interessato dall'incendio di cui al precedente post).

Con una replica mediante lettera a firma del Sindaco (scaricabile da questo link) abbiamo appreso che il capannone è ora di proprietà della Agriges s.r.l. e che risulta presentata una S.C.I.A. per ristrutturazioni del capannone e dell'annessa palazzina degli uffici. D'altra parte, (cit.) "non sono in corso attività produttive".
In realtà a noi risulta, come da foto allegata alla nostra richiesta di accesso agli atti, la costruzione di una vera e propria serra che sembra tutt'altro che provvisoria e più volte abbiamo riscontrato attività di movimentazione di un materiale in polvere di colore giallo, non certo da ascrivere a lavori di ristrutturazione, e che sembra essere la causa degli odori nauseanti.
Si intensificano quindi gli impatti negativi dello stato di diffuso degrado imposto alle campagne del territorio di S. Salvatore Telesino da una disposizione del vecchio Piano Regolatore che, nonostante le critiche generalizzate e gli impegni assunti dalle ultime amministrazioni, non è stata ancora eliminata.
Peraltro è ormai imminente la scadenza, già prorogata varie volte, per l'approvazione del nuovo Piano Urbanistico Comunale (PUC) e, ad oggi, ancora non è disponibile nemmeno una proposta definita nè tantomeno condivisa coi cittadini.

Abbiamo più volte richiesto - insieme al censimento dei capannoni che risultano inattivi,  inadempienti verso il Comune, o caratterizzati dalla presenza di rifiuti e materiali in stato di abbandono  - di sospendere l'efficacia della disposizione dell'art. 25 delle norme di attuazione del PRG vigente, nelle more dell'approvazione del PUC, in modo da impedire la realizzazione di nuovi capannoni destinati al degrado e di favorire il riuso degli esistenti per attività realmente attinenti all'artigianato. Ad oggi nessuna iniziativa concreta è stata assunta, si continuano a costruire nuovi capannoni e nessuno controlla quanto avviene ed è avvenuto nei tantissimi costruiti negli anni scorsi, senza alcuna regola né infrastruttura.
Si è cavalcata l'illusione che portassero posti di lavoro e benessere, in realtà i fabbricati hanno portato benefici solo ai loro costruttori e sono stati progressivamente abbandonati, ma non prima di consumare suolo e paesaggio nonchè risorse pubbliche che certamente potevano essere impiegate meglio.

lunedì 31 agosto 2015

Degrado zona agricola a vocazione artigianale : Esposto

Di seguito l'esposto depositato presso la Procura della Repubblica di Benevento con lo scopo di verificare eventuali violazioni, omissioni e responsabilità nella gestione dei rifiuti speciali/sottoprodotti della lavorazione della plastica presenti sul piazzale del capannone ex Plasted e nei terreni contigui.
Una copia dell'esposto, per conoscenza, verrà consegnata al Sindaco Romano ed all'assessore all'ambiente Vitale.




Alla PROCURA DELLA REPUBBLICA         
presso il TRIBUNALE DI BENEVENTO
OGGETTO: Esposto incendio deposito materiali e rogo rifiuti.
Il sottoscritto Pierluigi Santillo nato a Rho (MI), il 09/02/1966, residente a S. Salvatore Telesino (BN), in Via Cerreto, n.134, in qualità di PORTAVOCE P.T. del comitato civico CITTADINI IN MOVIMENTO di San Salvatore Telesino,
ESPONE QUANTO SEGUE
  • Il giorno 9 agosto scorso si è verificato un incendio da collocarsi in loc. San Mennitto presso la via Cese Nove a S. Salvatore Telesino (BN).
  • L’incendio, oltre ai 2 campi adiacenti ricoperti di sterpaglie secche, ha interessato un capannone industriale che è da tempo in palese stato di abbandono, coinvolgendo in particolare numerosi grandi sacchi industriali (big bags) contenenti materiali vari, presumibilmente sottoprodotti o rifiuti di attività di lavorazione della plastica. I sacchi erano e sono tuttora collocati sul piazzale in cemento retrostante la struttura e ad accesso completamente libero.
  • L’incendio sul campo alla destra del capannone stesso (guardando dall’ingresso principale), che inizialmente aveva coinvolto solo l'erba secca presente sul terreno,  si poi è esteso a un grosso cumulo di rifiuti ricoperti da un sottile strato di terra con delle sterpaglie e collocato ai confini con il piazzale del capannone summenzionato.
  • Dopo 2 ore circa l’incendio sul piazzale è stato spento dai VV.F., mentre l’incendio sul campo contenente rifiuti vari, collocato alla destra del capannone, è stato “soffocato” con del terreno prelevato in sito e posto  con un mezzo meccanico di un’impresa locale fatto intervenire dall’Amministrazione comunale, ma con fumi maleodoranti che hanno continuato a fuoriuscire dal terreno fino al giorno successivo nonostante la pioggia. Si sono resi necessari ripetuti interventi dei VV.F., a seguito di altrettante segnalazioni dei cittadini, per bloccare definitivamente la fuoriuscita di fumo.
  • Il capannone e le relative aree esterne pertinenziali sono tuttora facilmente accessibili, senza alcun tipo di impedimento fisico o cartello che ne vieti l’accesso.
  • In precedenza erano state fatte, dal suddetto comitato, in sede di Consulta Ambientale, segnalazioni ripetute nei confronti dell’amm.ne comunale per sollecitare la rimozione dei sacchi dato il palese stato di abbandono in cui versa il capannone e la palese assenza di ogni attività da vari anni.
  • In data 20.05.2014 era stata emessa dal comune di San Salvatore Telesino l’ordinanza di rimozione rifiuti allegata in copia (all. 1).
  • La suddetta ordinanza era stata impugnata al TAR Campania dal curatore fallimentare della ditta Plasted, proprietaria del capannone, ma il ricorso era stato respinto con ordinanza del 26.09.2014 (all. 2).
  • Due ordinanze sindacali relative al terreno adiacente il capannone sono state emesse in data 12.08.2015 e 27.08.2015, e sono anch’esse utilmente allegate al presente esposto (all.ti 3 e 5).
  • Una nuova ordinanza sindacale per la messa in sicurezza del capannone ex Plasted è stata emessa in data 14.08.2014 (allegato 4).
  • Il capannone si colloca in una area in palese stato di degrado ambientale dovuto anche alla presenza di numerosi altri capannoni in stato di abbandono (in una zona agricola definita dal PRG “a vocazione artigianale”). Peraltro date le condizioni dello stesso capannone (assenza di recinzioni, assenza di segnaletica e di ogni forma di controllo o di custodia) persistono tuttora il rischio di reiterazione di eventi di combustione (siano essi di natura dolosa che colposa) sul piazzale retrostante il capannone oltre al rischio di dispersione del materiale nei terreni circostanti.
  • I terreni circostanti, a loro volta, sono oggetto, ormai da anni, di continue segnalazioni per incendi incontrollati di sterpaglie e per abbandono di rifiuti con annesso rischio di roghi tossici.
  • Il giorno 16 agosto scorso è stata effettuata una nuova segnalazione, da parte di alcuni cittadini residenti nelle immediate vicinanze, per la presenza di fumi fuoriuscenti dal cumulo di rifiuti nel terreno alla destra del capannone.
  • Oltre il capannone e i terreni oggetto del presente esposto, in tutta l’area “a vocazione artigianale” in territorio del comune di San Salvatore Telesino persistono analoghe situazioni di pericolo connesse a rifiuti abbandonati e altro materiale combustibile nei piazzali e, presumibilmente, all’interno dei capannoni, senza alcun controllo e/o vigilanza.

Tutto ciò premesso, il sottoscritto, quale portavoce p.t. del Comitato Civico “Cittadini in movimento”,
CHIEDE
che l’intestata Procura della Repubblica di Benevento voglia accertare e valutare se nei fatti, atti e comportamenti sopra riportati siano rinvenibili fattispecie penalmente rilevanti procedendo, in caso affermativo, nei confronti dei soggetti responsabili, riservandosi la facoltà di costituirsi parte civile nel procedimento penale.
Chiede inoltre, ai sensi dell’art. 406, comma 3 c.p.p., di essere informato dell’eventuale richiesta di proroga delle indagini preliminari, nonché, ai sensi dell’art. 408, comma 2 c.p.p., circa l’eventuale richiesta di archiviazione.
Chiede infine, ai sensi dell’art. 335 c.p.p., che le vengano comunicate le iscrizioni previste dai primi due commi del medesimo articolo.
Nomina proprio legale di fiducia l’Avvocato Emiliano Vaccarella, del Foro di Benevento, con studio in San Salvatore Telesino, via Cave, 2.
Recapiti per eventuali comunicazioni:
            e-mail: transizionesst@gmail.com
Telefoni:
Pierluigi Santillo:                   3205694475
            Francesco Pascale:                 3396575011
            Angelo Romano:                    3883293571
            Marilina Mucci:                     3386942340
            Maria Pia Cutillo:                  3332923228
            Concetta Lavorgna:               3333553660
            Carmela Longo:                     3408648989   
            Rocco Minicozzi:                   3883045601
            Maria Teresa Pigna:               3388744930

sabato 9 maggio 2015

Diserbo chimico nel nostro territorio: un rischio per la nostra salute e per la biodiversità.


Se, viaggiando per le strade appena fuori dai centri abitati di San Salvatore Telesino ed Amorosi (ma ci sono tante segnalazioni analoghe provenienti da molti altri comuni della nostra Provincia), o dando uno sguardo più attento alle campagne, vi capita di vedere lungo i fossi, nei vigneti, negli uliveti, o ai cigli delle strade, l’erba di colore giallastro in un periodo dell’anno in cui si suppone di vedere i colori verde-vivido tipici della stagione primaverile, con ogni probabilità vi siete imbattuti negli effetti, quelli visibili, dell’utilizzo dei diserbanti chimici (di origine industriale).

Tra i diserbanti chimici, Il glifosato (o glifosate) è l’ “ingrediente” piu’ diffuso e utilizzato, in Italia (secondo ISPRA) e nel mondo, per tentare di “eliminare” le erbe cosiddette “infestanti” ed è spesso considerato fra le soluzioni meno tossiche del suo genere presenti sul mercato. Si tratta di un erbicida non selettivo, sistemico e agisce per assorbimento da parte delle parti verdi e non delle radici (per questo sempre più usato nel nostro territorio nei vigneti e negli uliveti). In ogni caso è oggetto di un numero crescente di studi medici e scientifici proprio a causa della sua diffusione e dei sempre più frequenti riscontri nella catena alimentare dell’uomo e degli animali.
Fra gli organismi che si sono espressi di recente in materia troviamo la IARC (International Agency for Research on Cancer) organo medico-scientifico facente parte dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanita’). La IARC, nel suo ultimo comunicato di marzo 2015 (che potete trovare seguendo questo link), in breve ribadisce che ci sono sufficienti evidenze per poter “promuovere” il glifosato (insieme ad altri 4 pesticidi, tetrachlorvinphos, parathion, malathion, diazinon, i primi 2 gia’ vietati in UE) a probabile cancerogeno per gli esseri umani (il glifosato e’ stato inserito nel gruppo 2A, subito al di sotto della certezza), nonchè causa di danni certi, da prove di laboratorio, al DNA e ai cromosomi. Secondo lo stesso comunicato ci sono sufficienti evidenze per definire il glifosato cancerogeno per gli animali.
Inoltre alcune associazioni di medici internazionali (fra queste: ISDE, ASSIS) riportano i risultati di studi che collegano il glifosato alla crescita delle malattie autoimmuni e di disturbi ormonali.
In veterinaria ci sono studi che dimostrano l’alterazione della flora intestinale da parte di animali d’allevamento alimentati con foraggi contenenti glifosato, mostrando una riduzione dei lactobacilli e l’aumento della probabilità della presenza di clostridi, con conseguenti malattie.

Secondo i dati del dipartimento per l’Agricoltura USA (USDA) sono stati già trovati 14 tipi di erbe infestanti che hanno sviluppato negli anni la resistenza al glifosato (secondo dinamiche gia’ note in agricoltura per i pesticidi) su un campione di terreni trattati e sottoposti a monitoraggio. Quindi è stato dato incarico all’EPA (Agenzia per la Protezione dell’ambiente USA) di presentare un piano di monitoraggio e di formazione agli agricoltori per una gestione più sostenibile delle erbe infestanti, includendo restrizioni nell’uso dei diserbanti chimici (link al sito governativo).

Il glifosato, nelle aree in cui i diserbanti sono stati già impiegati diffusamente in agricoltura, si trova ormai in concentrazioni elevate nelle acque superficiali (secondo l’ISPRA è il “pesticida”, insieme ai suoi metaboliti, con più alta percentuale di presenza nelle acque in Lombardia, Lazio e Piemonte - ma nella maggior parte delle altre regioni non si conducono ancora analisi simili); inoltre, secondo studi commissionati da associazioni di cittadini USA, Paese con utilizzo più longevo del glifosato, si accumula nel latte materno (trovate concentrazioni di gran lunga superiori a quelle ammesse per l’acqua potabile) e ne è accertata la presenza nelle urine.
Uno studio condotto dall’Università di Boston ha rilevato la presenza di glifosato nel miele ed in altri alimenti (qui i risultati). Studi ISPRA riportano impatti negativi sulla rizosfera consistenti nella riduzione delle funzioni di assorbimento dei nutrienti delle piante, nonche’ sugli insetti, come le api, che ne vengono a contatto.
E’ evidente, dunque, da questi e da altri report, anche la contaminazione a largo spettro nei confronti dei terreni che subiscono i trattamenti con diserbanti chimici, nonchè della biodiversità che questi ospitano. .
E’ chiaro come non abbiano senso, a questo punto, nemmeno le rassicurazioni delle aziende produttrici circa la degradabilità e la non bio-cumulatività dei prodotti a base di glifosato. D’altra parte, nel 2009, la Cassazione francese aveva gia’ condannato l’azienda multinazionale che ha brevettato la molecola (Monsanto) proprio per pubblicità ingannevole in merito alla sua dichiarata degradabilità e per il suo presunto rispetto per l’ambiente, facendo seguito ad una analoga sentenza del 1996 del procuratore generale dello Stato di New York (link alla sentenza) .

Intanto, un numero crescente di comuni italiani sta approvando - in osservanza al principio di precauzione ed essendo i sindaci responsabili della salute dei cittadini nel proprio territorio - delibere e ordinanze di restrizione per l’uso dei diserbanti nel territorio di propria competenza, sempre più spesso accompagnate da iniziative portate avanti dai cittadini volte a favorire un’agricoltura diffusa, organica e naturale.

D’altra parte la pratica del diserbo chimico, se consideriamo il territorio della Provincia di Benevento, è tutto sommato ancora adottata in maniera ridotta ed è subentrata relativamente di recente nelle coltivazioni di piante con fusto (vigneti, uliveti, meleti, ecc), per cui c’è la possibilità di bloccarla senza dover combattere contro inerzie che non hanno avuto ancora il tempo di formarsi.

Per quanto sopra esposto, al fine di tutelare la nostra salute e la biodiversità del nostro territorio, già oggetto di coltivazioni intensive spesso gestite con pesticidi tossici, chiediamo che sia effettuata una campagna di informazione capillare (mediante manifesti cartacei e sul sito web istituzionale dei comuni, nonchè organizzando degli incontri con i cittadini, i produttori e le cantine locali ed esperti) sui rischi imputati ai diserbanti chimici e sulle alternative sostenibili esistenti. Chiediamo inoltre che sia, a seguire, gradualmente assunto il divieto del loro utilizzo nei comuni della provincia di Benevento (in ambito pubblico e privato), in agricoltura e non (ai margini delle strade, giardini pubblici, ecc), partendo proprio dai vigneti, dagli uliveti e dai frutteti da piante con fusto che sono le colture tra le più estese del territorio sannita e di più facile gestione con metodi alternativi.
A questo nostro comunicato faranno seguito le formali richieste inviate singolarmente al Presidente della Provincia di Benevento (per l’estensione delle nostre richieste a tutti i comuni della provincia) ed alle amministrazioni comunali della Valle Telesina.

Invitiamo i nostri concittadini ad unirsi a noi, ed i cittadini degli altri comuni della provincia a formalizzare, a loro volta, richieste simili da inviare ai comuni di propria appartenenza.

Cittadini in Movimento - Laboratorio di cittadinanza attiva, San Salvatore Telesino e Guardia Sanframondi
e-mail: transizionesst@gmail.com

martedì 24 marzo 2015

RICHIESTA CHIARIMENTI A COMUNE DI AMOROSI SU LAVORI AREA PIP

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Cittadini in  Movimento
Laboratorio di Cittadinanza Attiva


Al Sindaco del comune di Amorosi

e, p.c.
Alla Provincia di Benevento
Alla ASL BN1
All’ARPAC di Benevento

Ai sindaci dei comuni di Puglianello e San Salvatore Telesino

OGGETTO: Progetti e interventi di realizzazione di infrastrutture per insediamenti produttivi in territorio di Amorosi, nella zona di confine con i comuni di Puglianello e San Salvatore Telesino.

Dall’esame della documentazione pubblicata sul sito del comune di Amorosi relativa alla procedura partecipata di redazione del nuovo PUC, e da verifiche in loco e ricerche sul sito internet dell’ASI di Benevento, abbiamo appreso alcune notizie in relazione alle quali, con la presente, come associazione di cittadini interessati al proprio territorio, ci preme chiedere alcuni chiarimenti all’amministrazione comunale di Amorosi.

Intendiamo inoltre sottoporre all’attenzione degli altri enti in indirizzo, ai quali la presente è inviata per conoscenza e per le eventuali iniziative di loro competenza, la valutazione sulla necessità di effettuare i dovuti accertamenti a tutela degli abitanti dei territori interessati.

Abbiamo potuto verificare, infatti, che sono in corso dei lavori nell’area PIP di Amorosi, situata nella zona di intersezione della strada provinciale Amorosi - San Salvatore con la “fondo valle Isclero”, al confine con i comuni di San Salvatore T. e Puglianello. Secondo quanto letto in articoli e comunicati disponibili sul web, potrebbe trattarsi, in particolare, di un’area da utilizzare come “piattaforma logistica”, anche se non abbiamo trovato alcuna pubblicazione recente e/o informazione sul relativo bando di gara, né sulle reali intenzioni politiche per questa zona.
Ad ogni modo, le uniche attività riscontrate, a parte la presenza di alcuni metri di precaria recinzione e di un monoblocco prefabbricato da cantiere con indicazione del soggetto presumibilmente affidatario dei lavori (ditta “Fuschini”), consistono nei movimenti di terra e nell’accumulo di decine di mucchi di rifiuti provenienti da altri cantieri (materiali di risulta da demolizione di infrastrutture urbane ed edifici, inclusi rifiuti speciali, e che forse si intende utilizzare nell’ambito del cantiere), scaricati in loco, negli ultimi giorni, a ridosso della strada vicinale Ricci.

Tuttavia non è possibile avere conferma della ditta a cui è stato consegnato il cantiere, né conoscere i nominativi dei tecnici incaricati per progettazione, direzione lavori, coordinamento per la sicurezza in fase di esecuzione, collaudato, ecc. né, infine, è possibile conoscere le date di inizio e fine lavori, a causa della mancanza della prescritta tabella descrittiva dei lavori.
E’ doveroso però segnalare che il cantiere non è recintato in modo conforme  alle norme di prevenzione infortuni (è, ad oggi, ribadiamo, praticamente sprovvisto di opere idonee a impedire l’accesso ai non addetti ai lavori) e costituisce quindi un pericolo per le persone.

Se, effettivamente, i lavori sopra descritti sono stati affidati e consegnati alla ditta Fuschini, si chiede inoltre se sia stato verificato il possesso, da parte di tale impresa, dei requisiti prescritti dal Codice degli Appalti, visto quanto risulta dal decreto dirigenziale  n. 24 del 16/05/2013: “[...] è emerso che l’impresa FUSCHINI COSTRUZIONI [...], contrariamente a quanto dichiarato in sede di gara, non possiede i requisiti, previsti dalla lettera a), art. 90 del DPR 207/2010 (ex art. 28 del DPR 34/2000), per eseguire i “Lavori di stabilizzazione della sponda destra del Torrente Varco in corrispondenza del fabbricato ubicato sulla particella 428 del foglio 5 del Comune di Bonea [...]”.

In ogni caso, in un contesto economico e territoriale in cui non ci sono prospettive concrete di sviluppo delle attività industriali, e comunque con diffusa disponibilità di capannoni già realizzati e non operativi, il timore è che tali iniziative, oltre a costituire nuove occasioni di impiego di risorse pubbliche, con “perdita” di suolo, senza una reale ricaduta per il benessere dei cittadini, possano avere lo scopo di trovare una “soluzione” allo smaltimento di rifiuti di ogni tipologia.

Peraltro, esaminando la proposta del nuovo PUC, all’area PIP di 80.000 mq - già prevista dal vigente PRG del Comune di Amorosi e, come detto, già interessata da lavori - riscontriamo che si sommano ulteriori 800.000 mq  di terreni agricoli di pregio sacrificati al cemento (zona ASI di Puglianello-Amorosi). Quest’enorme estensione di territorio è situata a pochi metri dalla Strada Provinciale San Salvatore - Amorosi, ed è tale da renderla, in pratica, un tutt’uno con l’adiacente zona industriale di San Salvatore Telesino. L’ASI di BN ha anche già avviato sin dal 2012 le procedure per i lavori di realizzazione delle infrastrutture per l’area di 80 ettari di nuova zona industriale al confine fra i comuni di Amorosi e Puglianello, ma al momento non si hanno notizie sull’esito di tali procedure di gara.
E ciò benché il PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale), peraltro citato anche nello stesso preliminare di PUC di Amorosi, escluda espressamente la “saldatura” dei due comuni lungo l’asse viario Amorosi - SST e l’ulteriore edificazione nelle aree periferiche di questi e altri comuni (“evitare la saldatura dei centri di Amorosi, Puglianello e Telese Terme lungo la SP n.70 San Salvatore Telesino - Amorosi" ... “evitare il proliferare incontrollato di insediamenti sparsi al contorno dei centri storici di Amorosi, Guardia Sanframondi, San Salvatore Telesino e Telese Terme”).
Perfino il neo Presidente della Provincia, Ricci, appena insediato, aveva esplicitamente dichiarato che “non abbiamo bisogno di Piani di Insediamento Industriale e Produttivi in ogni comune”.
Oltre a chiedere dei chiarimenti al Sindaco di Amorosi su quanto fin qui esposto, crediamo ci si debba anche interrogare su chi dovrebbe utilizzare tutte queste strutture e sul perché non se ne parla con più chiarezza e trasparenza. Come al solito, si tenta ancora una volta di far passare dei progetti altamente impattanti sul territorio, al punto da stravolgerne la vocazione e la sua connotazione tutto sommato rurale ed ancora vivibile, senza minimamente coinvolgere, o almeno informare compiutamente, i cittadini.

San Salvatore Telesino, lì 24.03.2015

martedì 3 febbraio 2015

CI RISIAMO !

L'assessore e vicesindaco Iacobelli ha inviato il 31 gennaio scorso una nuova mail ad alcuni tecnici di San Salvatore Telesino che erano stati precedentemente chiamati a partecipare a due incontri svoltisi nei giorni 7 e 17 ottobre scorsi. Con questa comunicazione si chiedeva sostanzialmente di pubblicizzare l'invito dell’Amministrazione ai cittadini a partecipare ad un nuovo incontro pubblico propedeutico alla stesura del PUC senza che però ci sia stato nel frattempo alcun seguito alle osservazioni e richieste emerse nel corso dei due suddetti incontri.
 
Visto che tale invito non è ancora pubblicato sul sito internet del Comune, ne riportiamo di seguito integralmente il contenuto. “Coerentemente con gli impegni assunti l’Amministrazione procede nell’iter di formazione del Piano Urbanistico Comunale (PUC) con la massima trasparenza e con il contributo di tutti: cittadini, tecnici, imprenditori. Dopo aver illustrato a tecnici e consiglieri comunali la bozza delle “regole” che dovranno essere seguite nell’applicazione del PUC vogliamo avviare il dibattito sui contenuti del Piano. Prima di definire il dove (dove costruire abitazioni, dove prevedere giardini o scuole, ecc.) e il quanto (quante abitazioni, quanto verde pubblico ecc.), vogliamo definire che cosa il PUC dovrà prevedere. Il territorio è una risorsa preziosa, non va sprecata. Prevedere destinazioni d’uso che rispondano alle effettive domande della comunità è imperativo. Invece accade spesso che dopo che il PUC è entrato in vigore si scopre che vaste aree classificate edificabili sono restate inutilizzate, mentre si è dovuto rifiutare proposte di realizzare attrezzature di interesse generale, perché non previste dal piano. Per definire i contenuti del PUC – soprattutto con riferimento alle attrezzature di interesse generale - abbiamo quindi deciso di invertire il percorso. Anziché prevedere destinazioni d’uso standard (aree per sport e tempo libero, per servizi, per grande distribuzione ecc.) e attendere che vengano utilizzate, chiediamo a cittadini e imprenditori Quali progetti vorreste che il PUC permettesse di realizzare? Per conoscere aspirazioni e potenzialità della nostra comunità (e di quanti pensano di investire nel nostro territorio) è quindi indetta una riunione pubblica il giorno Venerdì 06 FEBBRAIO 2015 alle ore 18,00 nella sala Conferenze (vecchio Municipio) Le indicazioni che emergeranno saranno confrontati con gli indirizzi programmatici a suo tempo formulati, con le caratteristiche e le capacità di carico del sistema comunità-territorio e concorreranno poi a definire i contenuti del PUC, che verranno illustrati in una successiva riunione pubblica”.
 
Come Cittadini in Movimento, nei due incontri con i tecnici di cui sopra, avevamo sottoposto al progettista, ing. Ferrigni, al sindaco e al vicesindaco, una serie di osservazioni, alcune di esse condivise dagli altri tecnici presenti e, ci era sembrato, anche dal vicesindaco Iacobelli e dal sindaco Romano, che in sintesi chiedevano:
- la modifica di punti basilari della proposta di N.A. (Norme di Attuazione) dell'ing. Ferrigni (autoregolazione, distanze minime, concetto di carico urbanistico - n. di unità imm.ri/mq - al posto di indici di fabbricabilità -mc/mq-, …);
- il rispetto delle prescrizioni del PCTP della Provincia di BN (...), carente in vari punti dalle N.A. proposte dal ing. Ferrigni;
- che l'ufficio tecnico comunale si esprimesse formalmente sulla proposta di N.A. del progettista;
- la pubblicazione dei documenti (che già esistono in bozza, come implicitamente confermato dall’ing. Ferrigni) con il “dimensionamento” del piano e la suddivisione in zone omogenee del territorio.
 
Al momento non ci sono riscontri, nemmeno dopo aver sollecitato delle risposte con un successivo comunicato. A questo punto ci chiediamo:
- che senso ha fare questi incontri se chi vi partecipa non riceve poi risposte (argomentate), positive o negative che siano, rispetto alle proprie osservazioni?
- perché si va avanti senza aver prima risolto i dubbi emersi negli incontri precedenti e che sembravano condivisi anche dall’Amministrazione e almeno in parte perfino dal progettista?
- che contributo si può dare se non si ha la possibilità di esaminare i documenti già predisposti, oltre alle N.A. per le quali già sono state evidenziante tante criticità, non solo da noi di Cittadini in movimento, ma anche da altri tecnici, e che sono quasi completamente difformi rispetto alle linee di indirizzo approvate dal Consiglio Comunale?