venerdì 9 settembre 2011

SENZA ASCOLTARE RAGIONI!

Il 12 agosto scorso si è svolta un’importante seduta del Consiglio Comunale di San Salvatore Telesino, nel corso della quale, fra l’altro, le osservazioni di Cittadini in Movimento, della Consulta Ambientale e della LIPU di Benevento sulla variante al Piano Regolatore generale relativa ai terreni di proprietà comunale nei pressi delle sorgenti del “Grassano” (già approvata con delibera di C.C. n. 14/2011), sono state “bocciate” senza alcuna discussione, dalla sola maggioranza, e con un “numero legale” striminzito, data l’assenza di molti Consiglieri e la presenza, fra le file della minoranza, del solo Giuseppe Creta, che peraltro si è allontanato prima della discussione sul “regolamento antenne” (10° pt. all'o.d.g.).

D'altra parte, l'aver convocato un Consiglio Comunale di questa importanza per il 12 agosto, classico periodo festivo, è semplicemente assurdo (anche due consiglieri di maggioranza erano assenti: il vicesindaco Bove e Gaetano), e le modalità di svolgimento e l'esito di questo consiglio comunale “ferragostano”, vista anche la rilevanza degli altri punti in discussione, sono state a dir poco sconcertanti. L'ordine del giorno prevedeva ben 13 argomenti, quasi tutti di notevole importanza.

Solo sulle questioni relative al bilancio (2° e 3° pt. all'o.d.g. - interpellanze del consigliere Creta avente ad oggetto l'utilizzo di risorse a destinazione vincolata per la spesa corrente e …) c'è stata la solita netta e “chiassosa” contrapposizione fra la posizione della maggioranza e quella dell'ex sindaco, che riescono ancora ad accusarsi reciprocamente per le responsabilità degli ormai famigerati “conti in rosso” del Comune senza che ai cittadini venga dato modo di capire come realmente stanno le cose.

Certo il Ragioniere Giuseppe Creta, forte della sua esperienza professionale ed amministrativa, e grazie all'energia e al tempo che sta dedicando a questa storia (ma solo a questa), stavolta sembra aver segnato un punto a suo vantaggio attaccando la maggioranza, guarda un po', sulla mancanza di trasparenza (la accusa infatti di non pubblicare atti contabili essenziali per la comprensione da parte di tutti i cittadini della reale situazione economica del comune e per valutare l'efficacia dell'azione degli attuali amministratori e quando sfrutta al meglio la mancata risposta sulla sua seconda interpellanza in discussione).

In due successivi comunicati del 14 e del 20 agosto scorsi, lo stesso Giuseppe Creta ha ribadito le sue richieste: pubblicazione del conto consuntivo 2009, del bilancio di previsione 2011 e dell'elenco dei residui attivi e passivi al 2010) e le sue accuse (la maggioranza rifiuta il confronto sull’utilizzo di risorse economiche a destinazione vincolata per la spesa corrente per non ammettere pubblicamente le bugie elettorali e i propri errori gestionali. Ovviamente, data l’importanza oggettiva delle questioni poste da Creta, condividiamo la sua richiesta di pubblicazione degli atti e, inoltre, ci permettiamo di chiedere anche che il Piano Esecutivo di Gestione 2011, approvato con delibera di Giunta Comunale n. 110 del 31.05.2011 venga integrato con l’indicazione delle risorse economiche assegnate ai vari responsabili per ogni obiettivo o programma.

Per il resto l'azione della minoranza continua ad essere, a nostro avviso, assai poco incisiva e povera di proposte alternative rispetto all’azione amministrativa della maggioranza.

Peraltro, almeno per quanto riguarda l’esame delle osservazioni e le relative controdeduzioni al progetto di “sistemazione e riqualificazione aree comunali in località acqua fetente ai sensi dell’art. 19 DPR 327/2001 in variante PRG” (punto 5 dell’o.d.g.) e sull’adesione al progetto di unione con i comuni di Amorosi, Castelvenere e Telese Terme (punto 12 dell’o.d.g.) sarebbe stato necessario dare la possibilità anche ai cittadini di partecipare attivamente al consiglio, di rispondere alle controdeduzioni del Comune, di precisare le proprie posizioni, di chiedere chiarimenti, … convocando un consiglio comunale aperto ai sensi del comma 3 dell’articolo 30 del Regolamento.

Insomma, sarebbe stato il caso, sul serio, di “aprire il palazzo”, di avviare un percorso di partecipazione reale, e di confrontarsi con i cittadini che non sono più disposti a concedere credito cieco ed illimitato agli amministratori e a subire passivamente decisioni calate dall’alto (lo diciamo in generale, guardando all’intera situazione politica nazionale e mondiale, confortati dall’esito dei recenti referendum e nella certezza che l’attuale crisi economica non potrà che costringere ad un completo ripensamento dei modelli di sviluppo degli ultimi decenni).

Anche i 3 regolamenti approvati nel corso della seduta, con l’eccezione parziale di quello relativo all’insediamento ed esercizio di impianti fissi di telecomunicazione e stazioni radio-base di telefonia mobile (per il quale almeno c’è stato un confronto preliminare fra la Consulta Ambientale e l’assessore La Fazia, il quale ha riferito al Consiglio di aver recepito alcune proposte avute proprio dalla Consulta che ha ringraziato per la collaborazione), non sono stati condivisi prima con i cittadini e sono stati pubblicati solo dopo l'approvazione.

Sul Regolamento del Forum dei Giovani si doveva cercare il coinvolgimento preliminare dei … giovani (cosa evidentemente non ovvia per la nostra amministrazione; d’altra parte, l’unico oppositore ufficiale presente non ha avuto alcunché da obiettare, ed anzi ha votato a favore).

Per il Regolamento fotovoltaico (?) lo stesso Assessore La Fazia si è rammaricato per non aver potuto coinvolgere la consulta ambientale (sembra che vi siano numerose richieste di installazione di impianti a terra nel nostro comune che, a giudizio dell’Assessore, potrebbero mettere a rischio la vocazione agricola del territorio ed era quindi urgente una regolamentazione di tali impianti), ed ha auspicato una collaborazione ex-post (?!). Resta il fatto (contrario alle intenzioni dichiarate) che il regolamento è stato già approvato formalmente senza alcun confronto e i cittadini non ne hanno potuto conoscere il contenuto fino all'approvazione e alla pubblicazione sul sito, salvo le due-tre disposizioni rettificate nel corso della stessa seduta dal Consiglio Comunale rispetto alla versione proposta dall’Assessore La Fazia.

Quello che ci ha colpito assistendo a questo consiglio comunale è stato proprio il contrasto, sempre più evidente ed inaccettabile, fra le, pur condivisibili, dichiarazioni di principio e gli atti concreti di questa amministrazione:

  • approvazione dei criteri generali per l’ordinamento degli uffici e dei servizi in recepimento delle disposizioni del D.Lgs. 150/2009 (la cosiddetta riforma Brunetta: trasparenza, accessibilità totale, valutazione performance, obbligo di rendicontazione ai cittadini, …) e il persistere di inopportune commistioni fra ruoli dirigenziali e attività di assessore incongruenti anche rispetto a quanto stabilito dal P.E.G. (piano esecutivo di gestione) approvato dalla stessa Amministrazione (in più occasioni siamo stati anche accusati di aver definito illegittime quelle nomine, ma in realtà noi abbiamo sempre e solo detto che le troviamo del tutto inopportune);

  • insistenza a parole sulla dichiarata apertura alla partecipazione democratica della nuova amministrazione e approvazione del regolamento del forum giovani, senza averli, per quello che ci risulta, nemmeno sentiti, e, dopo la brutta figura dello Statuto, approvazione di altri regolamenti e atti di indirizzo fondamentali per il futuro di tutti i cittadini, come l’unione dei comuni, senza alcun confronto, nemmeno con la minoranza consiliare, completamente assente;

  • condivisione e sottoscrizione della “Carta di Matera” (tutela dei suoli agricoli e del paesaggio) e conferma, a dispetto delle osservazioni ricevute, della volontà di modificare il PRG vigente e di alienare a scopo edificatorio un’area già destinata a verde pubblico in prossimità del torrente Grassano.

A proposito di questa decisione, abbiamo anche dovuto subire, e senza poter replicare o almeno chiarire, le offese, le provocazioni e i tentativi di ridicolizzazione da parte dell’Assessore e Tecnico Leucio Iacobelli (ma presumibilmente i suoi colleghi di maggioranza ne condividono lo spirito e l’azione), con l’unico risultato di dimostrare che le esternazioni “poco opportune” in occasione del dibattito pubblico da noi organizzato su questo progetto di vendita dei terreni in località “acqua fetente” il giorno 3 agosto sono una meditata posizione politica di esibito, oltre che sentito, fastidio per la libera espressione della propria opinione da parte dei cittadini e non, come speravamo, un’infelice reazione del momento nel mezzo di un concitato confronto. Per chi non ha assistito né al dibattito in piazza (un nostro ulteriore tentativo di informare e coinvolgere i cittadini) né al consiglio comunale riportiamo le “critiche” più dure ricevute da Iacobelli: la piazza che avete convocato è vuota, i cittadini non si appassionano ai vostri temi e sono con noi che lavoriamo per la comunità e cerchiamo soluzioni ai loro problemi, non ci fate perdere altro tempo, vi arrogate il ruolo di ambientalisti, avete una posizione ideologica, si tratta di un intervento parziale e fazioso che non ha colto la totalità del progetto e che non fornisce alcun contributo, non sapete fare proposte alternative, …).

Insomma saremmo colpevoli di difendere dalla speculazione edilizia un'area degradata, abbandonata e infestata da rovi e sterpaglie che, secondo quanto riferito dall'Assessore, anche la Soprintendenza, dando parere favorevole al progetto dell'Amministrazione, ritiene possa essere sacrificata a vantaggio della pineta antistante il Centro Relax; ma non abbiamo mai detto che la pineta invece non debba essere anch'essa tutelata, e l'incuria in cui è stata lasciata quell'area per anni non è certo una responsabilità dei cittadini o dei comitati.

Quella di Iacobelli è stata una reazione a dir poco ingenerosa, nei confronti di quelle stesse persone, cioè i componenti della Consulta Ambientale, voluta e votata all’unanimità da questa amministrazione, che, paradossalmente, un altro Assessore, subito dopo, ringrazia per la collaborazione prestata (gratuitamente, dedicando a questa attività il proprio tempo libero) nella fase di redazione del “regolamento antenne”, persone che da anni stanno facendo proposte (come quelle sui rifiuti, almeno parzialmente recepite dalla stessa Amministrazione “in carica”), lotte (per esempio quella contro l’inceneritore) e segnalazioni di criticità ambientali sulle quali intervenire (discariche e cave abusive, pericolosità dello stoccaggio di pneumatici in località Selva di Sotto, vecchia discarica comunale, ...), senza secondi fini e solo per amore della propria terra.

Una posizione quest’ultima probabilmente di difficile comprensione per i nostri Amministratori, visto che l’Assessore e Tecnico Iacobelli nel suo intervento in Consiglio Comunale ha anche ironizzato sulle critiche alle modifiche dell’organizzazione del lavoro e dell’esautorazione del responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale. Ha rilevato infatti che le osservazioni fatte in proposito erano analoghe a quelle della minoranza consiliare e utilizzavano gli stessi termini dei consiglieri di minoranza (responsabile esautorato), considerazione condivisa ed enfatizzata dal Presidente del Consiglio Comunale. Con ciò, a nostro avviso, l’Assessore ha voluto fare pretestuosamente improbabili parallelismi, pretendendo di intravedere inesistenti accostamenti. Ciò denota ancora una volta la mentalità dei nostri Amministratori che, refrattari a qualsiasi forma di partecipazione e confronto, vedono in chiunque “osservi” un oppositore.

Nel merito delle controdeduzioni dell’Arch. Iacobelli rispetto alle nostre osservazioni, riservandoci ulteriori approfondimenti della materia, dobbiamo almeno contestare la sua affermazione che il progetto di variante non dovesse essere oggetto di verifica di assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica presso il competente ufficio della Regione Campania, dato che i volumi di cui si autorizza la edificazione ricadrebbero nella fascia di rispetto di 150 metri da un corso d’acqua. Questa ed altre questioni tecniche potevano essere discusse se ci fosse stata la possibilità di una consultazione, invece di andare avanti sempre sulla propria strada senza accettare confronti, ed anzi controdeducendo alle osservazioni in una sede in cui chi le ha proposte non può interloquire, ma solo subire passivamente.

D’altra parte anche nella precedente seduta del Consiglio Comunale, in occasione della definitiva approvazione del nuovo Statuto, vi furono giudizi ingenerosi verso le osservazioni che erano state presentate da Cittadini in Movimento, che pure avevano segnalato, consentendone la correzione, alcuni degli errori presenti nel testo precedentemente pubblicato. Ma altri ne sono rimasti anche nella versione ormai definitiva, errori che potevano essere evitati se solo si fosse accettato un breve rinvio dell'approvazione per rivedere il testo e, magari, un confronto pubblico, come noi avevamo richiesto, per migliorarne alcune parti.

Non si comprende che il considerarci come fastidiosi oppositori, invece che come liberi cittadini che esprimono le loro opinioni e cercano di dare un contributo è deleterio per la stessa azione dell’amministrazione, la quale da un ascolto attento e critico dei cittadini dovrebbe trarre solo stimoli positivi e collaborazione fattiva su obiettivi condivisi.

Tornando alla variante al PRG, la maggioranza consiliare si è fatta comunque forte dell’avvenuta acquisizione, come è stato riferito di tutti i pareri previsti da parte degli enti competenti (ad eccezione di quello della Provincia di Benevento, ma incluso quello della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Culturali di Caserta), richiesti peraltro senza nemmeno attendere le osservazioni e proposte dei cittadini sollecitate con l’avviso pubblico del 6 giugno scorso, con ciò dimostrando che non v’era nessuna intenzione di valutarle nel merito per modificare eventualmente le proprie scelte o almeno il progetto. L’obbligo di pubblicazione è stato visto, evidentemente, come un mero adempimento cui dare corso per la regolarità formale del procedimento.

Sarà necessario quindi andare a verificare la correttezza del procedimento anche relativamente all'ottenimento dei suddetti pareri e, a tal fine, chiediamo la pubblicazione sul sito di tutti gli atti senza la necessità di dover presentare altre istanze di accesso.

Comunque sia, Iacobelli ha insistito nel presentare la variante come un intervento finalizzato al recupero ambientale di un”area “abbandonata e dimenticata” e non anche come procedura finalizzata alla vendita dei terreni, a scopo edificatorio, come invece successivamente ammesso dal Consigliere Iatomasi.

Noi invece continuiamo a pensare che il doveroso recupero delle aree degradate del nostro territorio (e ce ne sono tante, come abbiamo più volte segnalato) non necessariamente debba tradursi in cementificazione e alienazioni a privati, che debba essere rispettata la Convenzione Europea del Paesaggio (sottoscritta anche dall’Italia) e tutte le norme vigenti sia in materia di tutela dell’ambiente e sicurezza che di partecipazione dei cittadini, che le amministrazioni locali debbano tutelare l'ambiente, la biodiversità, il paesaggio, e debbano incentivare non più l’edilizia speculativa (o attività produttive prive di radicamento e a volte contrarie alla “vocazione” del nostro territorio) ma, per quanto possibile, un'economia sostenibile e solidale (agricoltura biologica, turismo di qualità, produzioni e commercializzazione a Km zero, …).

Come abbiamo ribadito con le nostre osservazioni, quelle politiche che continuino a vedere il territorio come un “salvadanaio” da quale “estrarre liquidità” …, stravolgono la nostra identità rurale e sociale, dilapidando un patrimonio che costituisce, per il prossimo futuro, l’unico elemento certo di crescita e di benessere.

Ricordiamo che il “progetto” dell’Arch. Iacobelli prevede la realizzazione di due fabbricati di oltre 6.000 metri cubi e alti più di dieci metri all'interno di quella che dovrebbe essere una fascia di “rispetto” intoccabile di 150 metri dal torrente Grassano, con un impatto a nostro avviso inconciliabile con il contesto in cui si vanno ad inserire, e che certamente non si può risolvere con una fascia “alberata” larga 20 metri piantumata a canne e salici) per rendere conveniente economicamente l'acquisto dei beni e quindi incentivare i potenziali acquirenti privati.

Nel corso del suo intervento in Consiglio Comunale, ci ha accusati di non aver fatto proposte alternative: nelle osservazioni presentate (che lui stesso ha comunque riferito potranno essere utili per la redazione del nuovo P.U.C.), al contrario, avevamo proposto di bandire un concorso di idee o di avviare una consultazione dal basso. Inoltre avevamo sostenuto con chiarezza che per la riqualificazione ambientale dei terreni in zona “acqua fetente”, ogni eventuale intervento avrebbe dovuto rispettare il vincolo di inedificabilità nella fascia di 150 dal bordo del torrente Grassano, avrebbe dovuto tener conto della situazione idrogeologica dei terreni, avrebbe dovuto rispettare le indicazioni del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, ancorché ancora in fase di adozione, e avrebbe dovuto tenere prioritariamente in conto le esigenze di tutela ambientale e paesaggistica dell'area.

Possiamo aggiungere, visti anche i progetti in corso di unione, fra gli altri, con il Comune di Telese Terme, che l’area che si intende alienare si prestava come naturale secondo ingresso al Parco del Grassano, in modo da valorizzarlo ulteriormente, magari anche accettando la realizzazione di manufatti per attività commerciali e servizi, al di fuori della fascia di rispetto di 150 metri dal torrente, e di altezza non superiore ad un piano fuori terra, previa rigorosa valutazione dell’impatto ambientale, magari prevedendo anche la continuazione in territorio di San Salvatore Telesino, della pista ciclabile già in funzione nel territorio di Telese Terme.

D’altra parte, dobbiamo anche ricordare che questa Amministrazione, dopo oltre due anni, non ha ancora fatto alcun incontro pubblico sulla procedura di redazione del nuovo P.U.C. che oramai va avanti, si fa per dire, sin dal 2005 senza che ancora i cittadini abbiano avuto modo di capire quale modello di sviluppo del territorio i nostri amministratori (tanto gli attuali quanto quelli precedenti) vogliano proporre.

Questo “silenzio” ci preoccupa non poco, soprattutto quando ci riferiscono che invece, nel chiuso degli uffici comunali, e magari anche altrove, in realtà si sta lavorando attivamente proprio per la redazione del PUC, senza che i cittadini “normali” ne sappiano nulla.

Le sollecitazioni della Consulta Ambientale nei confronti dell’Assessore Iacobelli affinché fossero ripresi i confronti con i cittadini prima di arrivare a definire un progetto di piano non hanno avuto, fino ad ora, alcun riscontro e l’unica iniziativa sul tema rimane l’incontro con l’amministrazione ed il progettista incaricato (al quale l’attuale amministrazione ha confermato ed ampliato l’incarico) del 19 febbraio 2008. Evidentemente si pensa, anche in questo caso, di decidere prima e di pubblicare il piano solo formalmente ancora in bozza per la ricezione delle osservazioni, senza alcuna reale volontà di ascolto e confronto con i cittadini.

Speriamo di essere smentiti al più presto, con i fatti, e non a chiacchiere.

Se poi l'Assessore Iacobelli si riferisce a proposte alternative per risolvere i problemi di bilancio, avrebbe dovuto essere più corretto e ricordare le tante proposte e sollecitazioni fatte da Cittadini in Movimento in questi anni sui rifiuti, sul risparmio energetico e la produzione di energia da fonti rinnovabili, sulla corretta gestione e sul controllo del territorio, sull’utilizzo degli strumenti informatici, sul ruolo degli enti locali di supporto alle attività economiche (con i conseguenti maggiori introiti fiscali) e di incentivazione e “sfruttamento” del contributo partecipativo dei cittadini e delle associazioni.

Con i “rimedi” di questa amministrazione, invece, con gli ulteriori tagli ai trasferimenti agli enti locali decisi con le ultime manovre finanziarie, appena ceduto questo terreno, bisognerà subito iniziare a pensare a cos'altro vendere!

Come già fatto per rispondere all’insofferenza degli amministratori intervenuti al dibattito organizzato il 3 agosto dalla Consulta Ambientale, vogliamo sottolineare ancora una volta, con determinazione, che è sempre un bene quando è possibile incontrarsi tra cittadini, per discutere dei problemi e fare delle proposte. Anche quando si chiedono le piazze e non si è capaci di riempirle, anche allora, è un bene, perché il vuoto non parla dei presenti ma degli assenti, parla di una capacità di cittadinanza attiva evidentemente ancora poco sentita, e dunque tutta da pensare, da volere, da costruire e da realizzare insieme agli altri.

Piazze vuote vuol dire che bisogna imparare a desiderare la partecipazione, a svegliarsi dal sonno preconfezionato di soluzioni pre-masticate e offerte talvolta con un atteggiamento di presunta superiorità, spesso con l’assenso acritico dei cittadini stessi.

Fare parte di un comitato, di un’associazione ambientalista, o di un altro gruppo che in qualche modo sia impegnato nel seguire le faccende inerenti la gestione amministrativa di un Comune, è volontariato civico, né più né meno di altre forme di volontariato, tradizionalmente più rinforzate socialmente e accolte con maggiore favore, specialmente nelle nostre piccole comunità, dove non ci si vuole sbilanciare, si pensa che questo possa garantire l’apparire “amici con tutti”, senza rimetterci la faccia. Tutti sanno, tutti dicono in piazza, ma nessuno si vuole assumere la paternità di un pensiero. Come ha sottolineato anche Luca Zolli nel suo intervento, in questo modo rischiamo di essere tutte monadi, singole persone, non c’è una comunità.

Il volontariato civico è un volontariato scomodo, spesso si denunciano le criticità, si propongono nuove visioni e valutazioni di un problema, si crea “disordine” là dove doveva rimanere tutto immobile. Sempre, comunque, si dedica tanto tempo a sciorinare i problemi, discuterne, e cercare di coinvolgere le persone, convinti che la partecipazione sia il metodo e sia un valore in sé, sempre.

Il volontariato civico, pertanto, non persegue fini partitici ma persegue certamente fini politici, inerenti cioè la gestione della cosa pubblica, nell’ottica del ricercare e favorire il bene comune.

*****

Chiudiamo con due citazioni utili a far comprendere ai lettori che le nostre osservazioni non sono frutto di visioni immaginifiche e le nostre rivendicazioni non sono isolate.

Il paesaggio, in particolare in Italia, è il prodotto dell’incontro fra natura e cultura. I segni dell’uomo lo plasmano secondo modalità e ritmi che corrispondono ad un orizzonte culturale sempre mutevole e diverso di luogo in luogo. Perciò il paesaggio è un bene comune: perché corrisponde all’accumulo secolare di gesti, di scelte di gusto, di tradizione ed innovazione. Anche la devastazione del paesaggio italiano, a cui assistiamo oggi, è un prodotto culturale ed appartiene all’orizzonte che ci circonda. Chiediamoci perché. Chiediamoci se il paesaggio può tornare ad essere un “bene comune” e come questo può dipendere da noi” (Salvatore Settis - direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, professore di Storia dell’arte e dell’archeologia classica, direttore del Laboratorio di Analisi, Ricerca, Tutela, Tecnologie ed Economia per il patrimonio culturale).

In Italia, di fronte ai gravissimi problemi ambientali, sociali e politici del nostro tempo che riguardano l'intero Paese ma anche il resto del pianeta, la gente fa spallucce …, i nostri governanti – tutti – dormono della grossa. Se la cavano – irresponsabilmente – con il vile argomento che l'ecologia non interessa. Certo, anche l'acqua non interessa finché c'è; anche l'aria non interessa finché è respirabile; e anche le carestie non interessano finché non ci ammazzano” - G. Sartori citato da Antonio Polichetti in “Quo vadis Italia?” - Scuola Pitagorica Editrice 2011.


Cittadini in movimento – Laboratorio di cittadinanza attiva

Data 12.09.2011

San Salvatore Telesino

domenica 31 luglio 2011

Caso Grassano: la bozza con le nostre osservazioni

OGGETTO: Opposizione/osservazioni all’ipotesi di variante al Piano Regolatore generale relativa ai terreni di proprietà comunale nei pressi delle sorgenti del “Grassano” (delibera di Consiglio Comunale n. 14 dell’11.04.2011).

Il Comitato Civico “CITTADINI IN MOVIMENTO” ha già rappresentato in passato le proprie perplessità e il proprio motivato dissenso rispetto alla decisione di questa Amministrazione comunale (in continuità peraltro con analoghi tentativi delle precedenti) di vendere i terreni di proprietà comunale in località “Acqua fetente” (in Catasto: attuali particelle 424, 544, 548, 549, 692,702 e 703 del foglio 26), al confine con il territorio di Telese Terme, e adiacenti il torrente Grassano.

Letto l’avviso in data 6 giugno 2011 (prot. n. 5413) del Comune di San Salvatore Telesino, con il quale, in attuazione di quanto deciso nel consiglio comunale dell’11 aprile scorso, si comunica di voler procedere all’adozione di una variante al vigente PRG, necessaria per trasformare in suolo edificabile i suddetti terreni, e quindi consentirne la dismissione finalizzata a ripianare il bilancio comunale, esprimiamo il nostro totale dissenso.

Stigmatizziamo inoltre il tentativo di far passare questa ipotesi di variante come un intervento utile alla “sistemazione e riqualificazione di aree comunali”, senza dare comunicazione, nell’avviso, che l’intera proceduta è finalizzata, come risulta dalla deliberazione n. 14/2011 del C.C. e da precedenti atti, alla vendita dei terreni, a scopo edificatorio, con l’obiettivo, per il Comune, di “fare cassa”.

Il “progetto”, per rendere conveniente economicamente l'acquisto dei beni e quindi incentivare i potenziali acquirenti privati, prevede infatti la realizzazione di oltre 6.000 metri cubi in un’area di indubbio pregio, per la quale il P.T.C.P. in corso di adozione da parte dell’Amministrazione provinciale, prevede un vincolo ambientale e paesaggistico (area naturale strategica per la rete ecologica provinciale), che interessa peraltro anche la pineta antistante il centro Relax che ora si vuol utilizzare come “moneta di scambio” per far passare la trasformazione dei terreni in oggetto da verde pubblico a zona C4 (destinata ad attività turistico ricettive).

Dall’esame degli atti formalizzati dall’amministrazione comunale e dagli uffici comunali negli ultimi mesi, pur senza voler andare ad approfondire le pregresse vicende che sin dal 1997 hanno avuto per oggetto le aree di proprietà comunale in zona “Acqua fetente”, emergono peraltro una serie di criticità sulla procedura adottata. Ricordiamo infatti che i terreni oggi oggetto di procedimento per la variante urbanistica furono già inseriti nel piano di dismissione nel 2010 sulla base del falso presupposto che l’area fosse già classificata come “C4 – turistico ricettiva”, mentre invece è ormai chiaro che il PRG vigente li classifica, giustamente, come rientranti in zona “P3 - verde pubblico”.

E' quindi presumibile che anche la successiva richiesta di nulla osta ambientale alla Soprintendenza ai Beni Ambientali e Culturali di Caserta attestava erroneamente l’edificabilità delle aree per strutture turistico ricettive.

Dobbiamo peraltro ricordare che l'ufficio tecnico comunale è stato esautorato da questo procedimento proprio a seguito della opportuna segnalazione del Responsabile che, prima di alienare i terreni, fosse necessaria una variante al vigente PRG.

Successivamente, a seguito dell'attribuzione a ben quattro componenti della Giunta Comunale di responsabilità tecnico-gestionali in deroga al principio di distinzione dalle responsabilità politiche (deliberazione di G.C. n. 10 del 27.01.2011 e successive attribuzioni di incarichi da parte del Sindaco), il progetto posto a base dell'ipotesi di variante oggetto delle nostre osservazioni è ora firmato da uno degli Assessori dell'attuale Amministrazione, che prima si assume in Giunta e in Consiglio comunale la responsabilità politica di vendere dei terreni di proprietà comunale per esigenze di bilancio, e poi, “cambia casacca”, e predispone e sottoscrive gli atti tecnici propedeutici a tale dismissione.

Dunque la procedura risulta viziata a monte da errori prima e pseudo-soluzioni poi, che sarebbe opportuno, se non inevitabile, un totale ripensamento rispetto alla decisione di vendere questi terreni di proprietà comunale e di tenere conto dei vincoli e delle indicazioni derivanti dal P.T.C.P. in via di adozione, considerato anche che le osservazioni del Comune di San Salvatore Telesino (si veda la delibera di C.C. n. 52 del 3 dicembre 2010) finalizzate, fra l’altro, a limitare i vincoli ambientali e paesaggistici nella zona, non risulta siano state recepite dalla Provincia di Benevento.

Riteniamo anche inopportuno intervenire sul vigente PRG mentre invece ormai da sei anni è in corso (si fa per dire, visto che i cittadini non sono stati più coinvolti dopo l’assemblea iniziale del febbraio 2008) la procedura di redazione del nuovo P.U.C. e in difformità rispetto al P.T.C.P., con il rischio di vedersi di nuovo bloccare tutto una volta che, con l’adozione del Piano provinciale interverranno le norme di salvaguardia.

Peraltro, la situazione di assoluto “regresso” del mercato immobiliare negli ultimi anni e la crisi economica generale, che appare ormai come assolutamente irreversibile, rendono a nostro avviso irrealizzabile il progetto dell’amministrazione di “risanare” il bilancio comunale con la vendita di questi terreni (con grave ed irreparabile danno ambientale e paesaggistico), almeno non nella “misura” ipotizzata” (oltre 700 mila euro), e, in ogni caso, la vendita certamente non potrà essere convenientemente effettuata entro il corrente esercizio finanziario.

Segnaliamo inoltre che il progetto non sembra considerare la circostanza che il terreno da rendere edificabile è attraversato da due elettrodotti.

Il proposito dell’amministrazione in carica non tiene in alcun conto, in modo affatto illegale, dei problemi di natura geologica, geotecnica ed idrogeologica che i terreni che compongono il sottosuolo dell’area, nella loro particolare struttura e storia geologica, pongono per una edificazione del tipo immaginato, già evidenziati dagli studi condotti negli anni passati nell’area per le edificazioni presenti. Edifici delle dimensioni proposte avrebbero necessità (ed obbligo legislativo) di studi approfonditi e puntuali, non solo per la tenuta delle strutture, ma, anche e soprattutto, per gli effetti che procedimenti costruttivi e strutture di fondazione potrebbero avere sull’intorno, in particolare sulle altre costruzioni, sull’idrodinamica dei flussi profondi, con effetti di difficile previsione.

Dal punto di vista commerciale, proporre la vendita di aree di questo tipo come edificabile, con il rischio che poi le successive indagini geologiche e geotecniche prescritte dal DM 11.3.1988 e dalle NCT08 dimostrino l'impossibilità di realizzare le volumetrie dichiarate, esporrebbe il nostro Comune ad un rischioso contenzioso.

Come si evince dallo studio della relazione geologica, i terreni in prossimità del torrente Grassano non sarebbero in grado, se non con costi strutturali enormi, ed assolutamente incompatibili, di sostenere il carico che sarebbe indotto da fabbricati con quattro impalcati in cemento armato su un “impronta” di circa 700 mq e quindi con profondità di “influenza” dei carichi fino a 50 mt, interessando “strati” di terreno di pessima qualità (sedimenti fluvio lacustri costituiti prevalentemente da limi argillosi e torbosi).

In ogni caso, gli interventi sugli strumenti di pianificazione, a nostro avviso, non devono essere effettuati per risolvere problemi particolari come la “riqualificazione” di una specifica area o, peggio, con la finalità di recuperare risorse economiche, così come è sbagliato continuare ad utilizzare gli oneri di urbanizzazione per la spesa corrente e non per gli scopi per i quali erano stati imposti dalla legge (cioè per finanziare le infrastrutture necessarie nelle aree destinate all'edificazione: strade, acquedotti, fognature, ...).

Tenendo conto anche degli “input” che sempre più incisivamente vengono dalle direttive della Comunità Europea (ricordiamo fra l'altro la Convenzione Europea del Paesaggio, sottoscritta anche dall’Italia), le amministrazioni locali dovrebbero operare, soprattutto negli interventi di pianificazione, per la tutela dell'ambiente, della biodiversità, del paesaggio, e dell'economia basata sull'agricoltura e sul turismo di qualità, soprattutto quando, come nel caso del nostro paese, esistono già volumetrie in eccesso rispetto alle esigenze degli abitanti, sia per residenza che per attività produttive ed i servizi.

Peraltro, fra gli obiettivi di tutela più importanti di cui dovrebbe preoccuparsi prioritariamente un'amministrazione comunale, c’è la tutela attiva degli ecosistemi fluviali e lacustri (acque, fasce boscate, terreni agricoli, corridoi ecologici, …), da perseguire con strategie gestionali che prevedano il coinvolgimento delle associazioni ambientaliste.

E invece, con questa variante, si va in direzione esattamente contraria: dopo gli scempi urbanistici posti in essere negli anni scorsi dall’amministrazione di Telese Terme, si va a pregiudicare ulteriormente la continuità di un importante corridoio ecologico, mentre i cittadini di San Salvatore ormai da anni stanno chiedendo di tutelare i terreni agricoli e di limitare il consumo di suolo per nuove costruzioni e per nuove zone di espansione.

Ribadiamo che tanto a San Salvatore Telesino quanto a Telese Terme, esistono già vani per residenza ampiamente in eccesso rispetto alle reali esigenze della popolazione, e decine di strutture produttive e per servizi già realizzate, soprattutto nel corso degli ultimi 20 anni, e in gran parte in abbandono, per cui devono piuttosto essere privilegiati il recupero e la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente e il miglioramento energetico e, perché no, anche estetico e funzionale degli edifici.

Invece l'amministrazione comunale di San Salvatore Telesino, pur essendo in corso la procedura per l'adozione del nuovo P.U.C., interviene d'urgenza, con una variante al P.R.G. vigente, per rendere edificabili altre aree del nostro territorio!

E non si tratta di “misure compensative”, come si sostiene in progetto, perché, a fronte della trasformazione da verde primario (P3) a zona destinata a edifici per attività turistico-ricettive (C4) di quasi 6000 mq di terreno, nessuna area viene trasformata da C4 a P3.

Per conto nostro insistiamo, e, riprendendo quanto già sottoposto all’amministrazione provinciale nella procedura partecipata di redazione del P.T.C.P, continuiamo a chiedere che si dia priorità assoluta alla tutela del territorio e delle sue emergenze naturalistiche, storiche ed archeologiche, ed alla salvaguardia dell’ambiente e della qualità di vita quotidiana come attrattore di flussi turistici, e che si ponga la massima attenzione alla tutela della vocazione rurale ed ambientale del territorio cui, contrariamente dai vostri proclami nulla di concreto è stato fatto.

Il recente sviluppo del turismo nelle aree interne della Campania che, se sapremo preservare le risorse del territorio, potrà garantire nei prossimi anni il sostentamento economico delle nostre Comunità, deriva dal bisogno, sempre più diffuso, di fruire, non solo dei tanti siti di rilevanza artistico/archeologica, ma soprattutto dei luoghi diffusi che, con la loro qualità di vita quotidiana, consentono al visitatore l’opportunità di permanere per più volte e per periodi più prolungati nei territori delle zone interne, non ancora soffocati da edilizia e cementificazione selvaggia.

Di strutture ricettive ed attrezzature per il turismo, negli ultimi anni, ne sono state già realizzate molte, e non v'è motivo di ritenere che non siano sufficienti. In ogni caso vi sono centinaia di edifici già esistenti e attualmente inutilizzati che potrebbero essere recuperati e “riconvertiti”. Dubitiamo che esista l'esigenza di realizzare, sul torrente Grassano, e all'interno di quella che dovrebbe essere una fascia di “rispetto” intoccabile di 150 metri, su terreni assolutamente inidonei anche dal punto di vista idro-geologico e della stabilità sismica, due enormi fabbricati in cemento armato più le relative “pertinenze” (parcheggi, accessi pedonali e carrabili, ecc.), da destinare ad attività commerciali, residence e abitazioni, quando sia nel nostro territorio che nel comune di Telese Terme, a poche decine di metri, queste presunte esigenze possono essere soddisfatte in abbondanza.

Politiche che continuino a vedere il territorio come un “salvadanaio” da quale “estrarre liquidità “alla bisogna”, stravolgono la nostra identità rurale e sociale, dilapidando un patrimonio che costituisce, per il prossimo futuro, l’unico elemento certo di crescita e di benessere.

Ammesso che sia opportuno o necessario provvedere alla riqualificazione ambientale dei terreni in zona “acqua fetente”, ogni eventuale intervento deve rispettare il vincolo di inedificabilità nella fascia di 150 dal bordo del torrente Grassano, deve rispettare le indicazioni del PTCP, ancorché ancora in fase di adozione, e deve tenere prioritariamente in conto le esigenze di tutela ambientale e paesaggistica dell'area, oltre che le caratteristiche idro-geologiche e le criticità geotecniche e di sicurezza che interesserebbero ogni eventuale costruzione si voglia realizzare su questi terreni.

Infine ricordiamo che per varianti al PRG che comportino variazione di destinazione d'uso dei
suoli è necessario attivare la procedura di assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica presso il competente ufficio della Regione Campania (delibera di Giunta Regionale DGR n.203 2010).

In conclusione, tenuto conto che la variante al PRG predisposta dall'Amministrazione comunale, come stabilito dalla legge Regionale n.16/2004, dovrà essere comunque sottoposta ad approvazione finale della Provincia con tutti i pareri previsti (Soprintendenza, Autorità di Bacino, Genio Civile, etc), che l’area sottoposta a variante di PRG ricade nel vincolo paesaggistico di fascia di rispetto fluviale di cui al Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 art. 142 comma 1, lettera c), che i terreni interessati anche dal punto di vista idrogeologico e sismico non sono idonei ad un eventuale edificazione, riteniamo che tali pareri, effettuati i necessari accertamenti, non potranno che essere negativi, che la variante sarebbe comunque non rispettosa di precise disposizioni di Legge dello Stato Italiano e in spregio della Convenzione Europea del Paesaggio.

Pertanto, viste tutte le criticità segnalate, riteniamo che il progetto approvato dall'Amministrazione comunale, oltre che difforme rispetto agli impegni politici di programma di questa Amministrazione, non sia sostenibile né migliorabile, e chiediamo di annullare l'intero procedimento di variante del vigente P.R.G. e di dare avvio, piuttosto, alla procedura partecipata del nuovo P.U.C.

Chiediamo comunque agli Enti coinvolti, che leggono per conoscenza, di tenere adeguatamente conto di quanto da noi segnalato qualora venga richiesto il loro parere in merito.

Chiudiamo queste note con un invito: invece di pensare a soluzioni autolesioniste è opportuno pensare a soluzioni diverse per aree dotate di elementi di pregio naturale. Se gli amministratori non sono in grado di farlo, lancino un concorso di idee o se le facciano passare mediante una consultazione dal basso.

Cittadini in movimento – Laboratorio di cittadinanza attiva

Aderiscono:

Rete Arcobaleno di Benevento – Rete delle associazioni ambientaliste dal basso

Il Girasole Onlus

Codisam

Lerka Minerka

WWF

LIPU

Luca Zolli

lunedì 13 giugno 2011

sabato 28 maggio 2011

NUOVE OSSERVAZIONI SULLO STATUTO

Al Sindaco

e al Vice Sindaco e Assessore alla Cultura

del Comune di San Salvatore Telesino

e, p. c.

A tutti i Consiglieri comunali


OGGETTO: Nuovo Statuto Comunale (C.C. Del 30.04.2011 – deliberazione n. 22/2011).

Nonostante le nostra richiesta di rinvio, nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale, è stato approvato con il voto solo della maggioranza, e senza alcun confronto con i cittadini, il nuovo Statuto del NOSTRO Comune.

In poco più di 40 giorni, dalla presentazione del 17 marzo scorso all’approvazione il 30 aprile (passando per la pubblicazione solo nei primi giorni di aprile del testo della bozza), ci è stato imposto uno Statuto che, al di là delle questioni di merito, rischia di diventare il simbolo del fallimento politico di questa amministrazione, incapace di ascolto e coinvolgimento dei cittadini, che pure erano un dichiarato obiettivo.

Come abbiamo già scritto nella nostra nota depositata in data 28 aprile 2011 (leggi), il modo arrogante con cui si è “messo mano” in “fretta e furia” al più importante atto regolamentare del Comune, peraltro in linea con tutta una serie di altri provvedimenti di questa amministrazione, è assolutamente inaccettabile.

Infatti, le modalità con le quali si è arrivati ad approvare questo nuovo Statuto, con tutti gli errori e le carenze da noi segnalati (qualcuno ci spiega cosa sono le CIRCOSCRIZIONI nel nostro Comune?), nonostante i proclami elettorali, hanno negato proprio il diritto alla partecipazione dei cittadini alla vita amministrativa della nostra Comunità.

Anche la minoranza consiliare, senza entrare nel merito, ha chiesto un rinvio, sollevando questioni procedimentali, ed ha auspicato un confronto allargato ai cittadini; ma evidentemente è prevalsa la posizione intransigente di chi aveva una certa fretta (che oggi ci appare finanche sospetta).

Le nostre osservazioni, a parte la correzione di alcuni “errori” e di struttura del testo da noi evidenziati, e definiti “refusi tipografici” dal Dott. Bove nel corso del suo intervento in Consiglio, non sono state assolutamente prese in considerazione, e alcune nostre proposte sono state perfino derise senza alcuna possibilità di ribattere: si sa il confronto e l’ascolto costano fatica, meno l’essere auto-referenziali.

Peraltro, ad una seconda lettura del testo della bozza, abbiamo notato tutta una serie di altri “refusi tipografici”, errati rinvii ad altre parti del testo, ed altre disposizioni che meriterebbero quantomeno un approfondimento ed una verifica di conformità alle norme di riferimento, con particolare attenzione alle più recenti leggi di riforma della pubblica amministrazione.

Viene da chiedersi quanti Consiglieri comunali abbiano effettivamente letto tutto il testo prima di votarne compatti, silenti e convinti l'approvazione.

...

Anche la nostra proposta che il nuovo Statuto riconoscesse espressamente l’acqua come un bene comune senza rilevanza economica per togliere il servizio idrico dalla lista di beni privatizzabili, in coerenza con le norme dell'Unione Europea, non è stata recepita.

Anzi, nel corso del suo intervento in Consiglio Comunale, il Dott. Bove, con riferimento al nostro documento, pur dichiarandosi d'accordo, a parole, sul valore “politico” dell'acqua “bene comune”, ha sostenuto che la richiesta di inserire nello Statuto la non rilevanza economica dell'acqua non ha fondamento giuridico (!?...molti altri comuni l’hanno inserito senza alcun problema).

Non si è nemmeno accettato di sostituire il termine “disabili” con “diversamente abili”, per significare cosa veramente deve essere l’integrazione ("diversamente abili", cioè persone che hanno abilità, e competenze, diverse da quelle dei loro concittadini, ma che sono non meno apprezzabili: abilità, un valore positivo)!

Avevamo chiesto che lo Statuto obbligasse il Consiglio comunale a promuovere l'elezione del Consiglio comunale dei ragazzi e a sostenerne le attività e che fossero introdotte concrete misure per garantire le pari opportunità: niente da fare!

Avevamo evidenziato la necessità di rendere più chiara e rigida la distinzione di competenza fra l'organo politico (indirizzo e controllo) e i responsabili dei servizi, peraltro richiamata dall'articolo 82 dello Statuto (organizzazione degli uffici e del personale): nessuna risposta!

Per quanto ci riguarda, insistiamo ancora nel dire che non è assolutamente condivisibile che nel nostro Comune possano essere assegnati incarichi di responsabilità di servizi e uffici a componenti della Giunta in deroga al D.Lgs. 267/2000, essendo peraltro non pertinente il rinvio all'art. 110 – comma 1, e a tutte le norme sul pubblico impiego, dal D.Lgs. 29/1993 al D.Lgs 165/2001, fino al D.Lgs. 150/2009, che tendono ad escludere tale possibilità, soprattutto in mancanza dei requisiti richiesti. Vero è che la legge 388/2000 consente in linea teorica tale deroga, ma a nostro avviso le condizioni imposte da tale norma per giustificare tale deroga non sono assolutamente sussistenti nel nostro caso.

E qui ci viene un dubbio: non è che è proprio la necessità di fare questa modifica allo Statuto, onde rendere possibili “a posteriori” le decisioni di cui alla delibera di Giunta n. 10 del 27.01.2011 e dei successivi decreti sindacali del successivo 1° febbraio (attribuzione di incarichi gestionali a quattro assessori, “spezzettando” l'incarico precedentemente attribuito all'Ing. Maturo), ad aver “costretto” a tutta questa fretta nell'approvazione del nuovo Statuto?

Ancora, a nostro avviso dovevano essere ancora più incisive le modifiche tese a favorire le iniziative popolari di partecipazione, a cominciare dall'istituto del referendum (approvato il numero di firme necessarie al 30% del “corpo elettorale”, più di mille persone, riducendolo in misura insufficiente il 50% previsto nel precedente Statuto): evidentemente hanno ritenuto di aver concesso già troppo!

Avevamo chiesto espressamente l'introduzione nello Statuto del “bilancio partecipativo”: ebbene, dopo che l'aveva auspicato anche il Capogruppo di minoranza Romano, il Consigliere delegato, Rag. Iatomasi, ha addirittura dichiarato, usando toni di derisione, di non sapere proprio di cosa si tratti. Magari scegliendo una procedura partecipata per la definizione del nuovo Statuto, ci sarebbe stata l’occasione per confrontarsi anche su questo.

Siamo stati invece “rimproverati” con aria di sufficienza per non essere a conoscenza che la figura del difensore civico comunale è stata abolita da una recente norma: ma noi avevamo fatto una semplice domanda rispetto ad una questione peraltro ancora controversa, e nello Statuto si poteva pure fare riferimento al “difensore civico territoriale” citato dallo stesso Bove; magari anche su questo aspetto, in una civile sede di confronto, sarebbero venute fuori altre informazioni utili a riguardo.

Ancora si è sorpreso della nostra ignoranza rispetto alla richiesta di abolire le sedute segrete del Consiglio comunale: a suo dire sono obbligatorie quando si tratti di argomenti che riguardano “l'onorabilità delle persone”, ma non abbiamo trovato la norma di legge che lo imponga (scusate se la nostra ignoranza non arriva alla Vostra!) , e comunque era opportuno limitare a questo solo caso la possibilità di decidere sedute segrete del Consiglio comunale.

Per quanto riguarda le materie escluse dalla possibilità di ricorrere all'istituto referendario, anche qui non ci è chiaro quali norme impediscano di prevederlo per modifiche allo Statuto, sul PRG e per singole e specifiche scelte di bilancio preventivo, così come riferito dal Dott. Bove (il testo unico degli enti locali - D.Lgs. 267/2000 - certamente no!).

Anche l'approvazione del bilancio preventivo, infatti, può essere sottoposto a procedure partecipate che, con buona pace del Consigliere Iatomasi, sono pratica ormai diffusa in diversi enti locali italiani (si veda per esempio il comune di Parma), peraltro codificate anche da alcune leggi regionali. E su determinate scelte non vediamo proprio perché non debba decidersi di tenere quantomeno un referendum consultivo.

Quello che precede è solo un rapidissimo riepilogo delle osservazioni e proposte che abbiamo presentato con la nostra del 28.04.2011, con la quale ci eravamo anche scusati anticipatamente per l’approssimazione ed eventuali inesattezze, che invece ci sono state puntualmente rinfacciate per sminuire il nostro lavoro.

L'atteggiamento del Dott. Bove nell'ultima mezz'ora del Consiglio comunale del 30 aprile scorso dedicata all'approvazione del nuovo Statuto, ed il silenzio degli altri consiglieri, sono stati la chiara e lampante dimostrazione del modo di agire di questa amministrazione. I proclami di migliorare i rapporti con la cittadinanza e di favorirne la partecipazione rimangono confinati nei discorsi di comodo e di propaganda. Quando poi si tratta di concretizzare questi concetti, invece di aprirsi all’ascolto, si preferisce attaccare (o nel migliore dei casi ignorare) quei cittadini che vorrebbero dare un minimo contributo. L’asserita urgenza e inderogabilità dell’approvazione e il negare un qualsiasi confronto, non solo con Cittadini in Movimento, ma con tutti coloro che volevano fare osservazioni ne sono la prova evidente e tangibile. Il risultato che ne è derivato è un pasticcio: lo statuto Comunale approvato è il biglietto di presentazione del Comune, e vi sono errori anche gravi e dubbi interpretativi che tutti i cittadini possono constatare.

Ostinatamente, non si è voluto accettare di discutere le idee e le proposte migliorative da noi sottoposte all'attenzione dei nostri amministratori, i quali non hanno fatto certo una bella figura a correggere solo le “virgole” o gli errori più evidenti da noi segnalati, senza avere la prudenza di andare a rivedere tutto per eliminare i tanti altri errori che, invece, sono ancora lì (a parte, ci sembra, un altro “refuso” che è stato corretto all'articolo 1 nella versione pubblicata, rendendo il testo definitivo non conforme a quello approvato in Consiglio comunale: altro problema)!

Si dirà che si tratta di cose di poca importanza, su cui si può anche sorridere, ma in realtà in molti casi si tratta di errori che lasciano incertezza su come si deve applicare lo Statuto, o che quantomeno rendono necessario ogni volta uno sforzo di interpretazione (es.: a quale parte dello statuto voleva rinviare l'articolo 25 – comma 5 visto che all'articolo 17 non c'è alcun comma quarto? Forse si trattava dell'articolo 18?).

Naturalmente, anche in queste nostre ulteriori osservazioni potrebbero esserci delle imprecisioni, dovute alla fretta, al poco tempo che possiamo responsabilmente dedicare alla cittadinanza attiva e al fatto che siamo dei dilettanti della politica, ma continuiamo comunque a ritenere che le criticità da noi sollevate dovrebbero comunque consigliare di sospendere il procedimento di adozione del nuovo Statuto, per sottoporlo preliminarmente ad un confronto con la cittadinanza, magari approfittando della necessità di introdurre nel testo, fra l’altro, le modifiche conseguenti il recente “decreto sviluppo” (pubblicato sulla G.U. n. 110 del 13 maggio scorso), ovviamente dopo la definitiva conversione in legge, come per esempio l’attribuzione alla Giunta della competenza per l’approvazione dei piani attuativi compatibili con gli strumenti urbanistici generali.

Confidando quindi in un Vostro ripensamento, porgiamo Cordiali Saluti.

San Salvatore Telesino, lì 28.05.2011

Cittadini in Movimento

domenica 22 maggio 2011

Incidente sulle affissioni: una questione di precedenza ?

Di seguito la nostra controreplica alla risposta della segretaria comunale, a sua volta successiva ad una nostra richiesta di chiarimenti (leggi rispettivamente la nostra richiesta e la risposta), sul perchè alcuni nostri manifesti non siano stati affissi in tempo utile per informare i nostri concittadini sui temi della seduta consiliare del 30 aprile, nonostante sembra ne siano stati affissi altri che riportavano data di richiesta di affissione successiva alla nostra (come da nostre foto).
A voi le valutazioni...


Cittadini in Movimento
Laboratorio di Cittadinanza Attiva

Alla Segretaria Comunale

del Comune di

San Salvatore Telesino

OGGETTO: Richiesta di accesso.

Facendo seguito alla nostra precedente richiesta del 3 maggio scorso (prot. 4191), letto il regolamento comunale per il servizio delle pubbliche affissioni, da Lei gentilmente trasmesso in allegato alla nota prot. 4551 del 12.05.2011, con la presente si chiede copia, conforme all’originale, dello stralcio del “registro cronologico” di cui al comma 1 dell’articolo 12 del regolamento, e in particolare della/e pagina/e relativa/e alle date del 27 e 28 aprile 2011.

Precisiamo di non aver inteso, con la nostra precedente nota, lamentare “anomalie o elementi di parzialità nel comportamento del Funzionario che gestisce il servizio”, anche perché non avevamo ancora esaminato il regolamento.

Con la nostra precedente nota abbiamo semplicemente voluto segnalare che i nostri manifesti, pur consegnati regolarmente corredati di versamento della tariffa di affissione già in data 27 aprile 2011, sono stati affissi solo a decorrere dal 2 maggio, mentre manifesti presumibilmente consegnati il 28 aprile sono stati immediatamente affissi, certi che per tale circostanza sarebbe stato fornito un adeguato chiarimento.

Si chiede di acquisire quindi anche la copia conforme della “relazione del Funzionario Responsabile” del servizio delle pubbliche affissioni da Lei citata nella sua nota di riscontro.

Dato che il nostro manifesta faceva riferimento, fra l'altro, al consiglio comunale del 30 aprile, come ampiamente rappresentato in occasione della consegna (il 27 aprile, lo si ribadisce), tale ritardo ha vanificato il nostro intendimento di sensibilizzare i cittadini di San Salvatore rispetto all'importanza degli argomenti all'ordine del giorno.

Cordiali Saluti.
San Salvatore Telesino, lì 23.05.2011



giovedì 5 maggio 2011

Niente da fare!

Hanno corretto i "refusi tipografici" da noi segnalati, una o due altre "cosette", e avanti senza esitazioni: in mezz'ora si è approvato un nuovo Statuto Comunale, tentando anche di ridicolizzare le proposte di cittadini che hanno semplicemente chiesto un percorso più partecipato, un confronto aperto su un atto fondamentale per la nostra Comunità, e che comunque hanno provato a dare un loro modesto contributo per migliorare la bozza proposta (LEGGI le nostre osservazioni in versione integrale).

A parte le semplici correzioni dei "refusi", di cui troverete traccia nel verbale della delibera, e la modifica di un articolo sulla "valutazione del personale" non hanno voluto tener conto di nulla: Bella capacità di "ascolto"!

Questi nostri amministratori, al di là delle questioni di merito, stanno deludendo soprattutto sul metodo, smentendo nei fatti ciò che avevano proclamato a parole durante la campagna elettorale: più partecipazione dei cittadini e più trasparenza.

Daremo conto di quanto abbiamo dovuto ascoltare, senza poter ribattere, durante il consiglio comunale del 30 aprile scorso, soprattutto dal vicesindaco Bove e dal consigliere Iatomasi.

Come abbiamo scritto nel manifesto che state leggendo in questi giorni (lo abbiamo consegnato in Comune il 27 aprile, e speravamo che potesse essere "affisso" prima del 30 aprile per informare proprio del consiglio comunale, ma non è stato possibile):

COSI' proprio NON VA!


venerdì 29 aprile 2011

nuovo Statuto Comunale

SINTESI delle osservazioni di cittadini in movimento consegnate in Comune.

Abbiamo appreso con stupore e disappunto che, dopo la presentazione nel corso del consiglio comunale del 17 marzo scorso in occasione delle celebrazioni per il 150° anniversario dell'unità d'Italia, l'approvazione del nuovo Statuto Comunale è stata inserita nell'ordine del giorno del Consiglio Comunale del 30 aprile.

Ma il documento, ed è stato pubblicato sul sito internet del Comune appena agli inizi di aprile, e sarà presumibilmente approvato con il voto solo della maggioranza, e senza alcun confronto preventivo con i cittadini.

Ciò è assolutamente inaccettabile.

Pur condividendo la necessità di procedere ad un aggiornamento dello Statuto, intendiamo sottoporre all’Amministrazione le nostre proposte e le nostre osservazioni, e, convinti che anche altri cittadini vorranno far sentire la propria opinione, ribadiamo con forza la richiesta che l'approvazione sia rinviata, e che sia organizzato al più presto un dibattito pubblico o un Consiglio Comunale aperto con le stesse finalità.

Solo dopo questo passaggio dovrebbero essere stabiliti termini e modalità per la presentazione delle osservazioni e poi, dopo aver adeguatamente valutato i suggerimenti, le proposte e le richieste dei cittadini, si potrebbe passare alla fase di approvazione in Consiglio Comunale.

Peraltro, il documento proposto, a nostro avviso, nonostante la dichiarata intenzione di “introdurre nuovi meccanismi partecipativi”, non rappresenta alcuna vera svolta nel coinvolgimento della cittadinanza per renderla effettivamente partecipe dei processi decisionali.

Lo Statuto, infatti, dovrebbe promuovere la partecipazione effettiva, libera e democratica dei cittadini alle attività comunali per il progresso della Comunità e per assicurare nella stessa la tutela della sicurezza e della civile convivenza. Constatiamo invece che sin dal processo di approvazione dello stesso questi diritti non vengono affatto tutelati.

In ogni caso, convinti da sempre che amministrazioni pubbliche aperte e trasparenti, e concretamente orientate alla condivisione e alla ricerca di sinergie con i cittadini, siano quelle maggiormente in grado di gestire l’attuale crisi economica e del welfare, e che la revisione dello Statuto Comunale sia un passaggio fondamentale per questa svolta e modernizzazione, sottoponiamo alla vostra attenzione alcune osservazioni e richieste.

1 – innanzitutto, nel “preambolo” chiediamo di aggiungere la protezione delle risorse idriche del territorio e la tutela e difesa del suolo agricolo e forestale fra gli “obiettivi” del Comune di San Salvatore Telesino.

2 – in particolare chiediamo che il nuovo Statuto riconosca l’acqua come un bene comune senza rilevanza economica e, nell'intento di far sì che tale cultura diventi politica concreta ed esperienza consolidata, proponiamo di modificare il comma 3 – lettera b, dell’articolo 2 della bozza di nuovo Statuto Comunale con la seguente diciturariaffermazione del diritto umano all'acqua, ossia l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico”.

E inoltre chiediamo di integrare l’articolo 71 del testo dello Statuto Comunale con la modifica del comma 2 e l’inserimento del comma 3 come di seguito indicato:

2. Il Comune conferma il principio della proprietà e gestione pubblica del servizio idrico integrato e che tutte le acque, superficiali e sotterranee, anche se non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa da utilizzare secondo criteri di solidarietà e rispetto degli equilibri ecologici.

3. Il Comune riconosce che la gestione del servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale di interesse generale per garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini, pertanto non soggetto alla disciplina della concorrenza, e quindi la cui gestione va attuata attraverso gli Artt. 31 e 114 del D.Lgs n. 267/2000 con meccanismi che garantiscano la partecipazione sociale. Il Comune assicura ai propri abitanti, attraverso strumenti compatibili con la normativa vigente, il diritto alla disponibilità di un quantitativo minimo vitale giornaliero per persona.

...

5 - Chiediamo di modificare come segue il comma 1 dell'articolo 5: “Il Comune, allo scopo di favorire la partecipazione dei ragazzi alla vita collettiva, promuove l'elezione del Consiglio comunale dei ragazzi e ne sostiene le attività”.

8 – All'articolo 11 – comma 1, chiediamo di inserire esplicitamente anche il "Codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni di cui al D.P.C.M. 28.11.2000.

9 – Art. 13 – comma 1 (i consiglieri comunali non possono essere chiamati a rispondere per i voti dati nell'esercizio delle proprie funzioni): non possiamo condividerlo.

...

13 – art. 21 – comma 1: “le linee programmatiche relative alle azioni e ai progetti da realizzare ...” dovrebbero essere coerenti con il programma elettorale della lista vincente.

14 – art. 21 – comma 3: il “documento di rendicontazione dello stato di attuazione e di realizzazione delle linee programmatiche” dovrebbe essere annuale e non di “fine mandato”. ...

15 – art. 28 – comma 2: non riteniamo corretta la previsione di “sedute segrete” del Consiglio comunale.

16 – art. 33 e successivi: va meglio delineata e resa più rigida la distinzione di competenza fra l'organo politico (indirizzo e controllo) e i responsabili dei servizi, peraltro richiamata dall'articolo 82 dello Statuto (organizzazione degli uffici e del personale).

...

18 – art. 34 – comma 2: togliere “ove possibile” e introdurre sistemi per rendere effettiva e concreta la volontà di rappresentanza di entrambi i sessi nella composizione della Giunta.

...

25 – art. 47 – comma 5: perché non stabilire che le sedute di Giunta sono sempre pubbliche? Questo sì che sarebbe segnale di trasparenza. In alternativa proponiamo che sia pubblicato l'ordine del giorno di tutte le riunioni, e che vengano sempre redatti e pubblicati i verbali.

...

30 – art. 59: chiediamo che il numero minimo di elettori che può chiedere l'indizione di un referendum sia ridotto dal 30 al 10%, che sia prevista la possibilità di esprimersi anche sullo Statuto, sul Piano Urbanistico Comunale e sugli strumenti urbanistici attuativi, nonché sul bilancio comunale.

Chiediamo inoltre di togliere il quorum (cioè la partecipazione alla consultazione della metà più uno degli aventi diritto – comma 7), e segnaliamo che i commi 8 e 9 sono incoerenti fra di loro e contrastanti con il resto dell'articolo. Il comma 9 può avere senso solo se si elimina il “quorum”, come da noi richiesto.

Proponiamo cioè che il Consiglio comunale debba comunque “prendere atto del risultato della consultazione popolare” (deliberando con adeguata motivazione in merito all'oggetto della stessa entro 30 giorni, invece di 90), e che se hanno partecipato al voto la metà più uno degli aventi diritto, non possa in nessun caso assumere decisioni in contrasto con il risultato della consultazione.

31 - articolo 55 (petizioni) - punto 4 chiediamo di ridurre da 400 a 300 il numero dei sottoscrittori, e al punto 6 di ridurlo da 600 a 400.

32 – art. 56 (proposte): chiediamo di limitare a 500 (e non 700) il numero delle sottoscrizioni.

33 - art. 57 (diritto di iniziativa): chiediamo di ridurre da 1/5 a 1/10 del numero degli elettori residenti sottoscrittori.

...

37 – art. 69: tutti gli atti del Comune devono essere pubblici salvo quelli espressamente indicati dalla legge come riservati. Non ci può essere discrezionalità! Non possono essere ”riservati” che possano essere di “pregiudizio agli interessi del Comune”. E' una locuzione che lascia troppa discrezionalità: cos'è l'interesse del Comune? Per noi non può che coincidere con l'interesse generale della collettività, e quindi non si comprende perché debba o possa esserci qualcosa di riservato. Il Comune deve garantire a tutti i cittadini l'esercizio del diritto all'informazione ed all'accesso, in

relazione ai documenti formati o stabilmente detenuti dal Comune medesimo, in conformità ai principi generali del diritto.

...

41 – gli articoli 74 e seguenti vanno comunque resi conformi alle disposizioni del D.Lgs. 150/2009: piano della performance, trasparenza, valutazione individuale, … andrebbe anche qui richiamato il codice di comportamento dei dipendenti della pubblica amministrazione. Al comma 3 dell'articolo 79 andrebbe cancellata la locuzione “quando sorga contrasto con le linee di politica amministrativa della Giunta, nonché in ogni altro caso di grave opportunità”.

42 – art. 83: non è assolutamente condivisibile che possano essere assegnati incarichi di responsabilità di servizi e uffici a componenti della Giunta ai sensi dell'art. 110 – comma 1 del D.Lgs. 267/2000, che non prevede affatto tale possibilità, soprattutto in mancanza dei requisiti richiesti, perché si viola in tal modo il principio di “separazione” di cui all'art. 82 dello stesso Statuto.

...

48 – all'articolo 99 chiediamo di inserire il “bilancio partecipato”.

...

50 – art. 107: riteniamo che se lo Statuto viene approvato o modificato con i voti della sola maggioranza debba essere sottoposto ad approvazione mediante referendum.

Abbiamo anche notato che non è prevista la figura del difensore civico: come mai questa scelta? Ancora, rispetto al vigente Statuto non sono più presenti gli articoli del capo IV – Responsabilità (artt. 68, 69 e 70): tali disposizioni sono da intendersi inserite in altre parti del nuovo Statuto?

Chiediamo invece di inserire nello Statuto strumenti per orientare concretamente le politiche di bilancio alla promozione delle pari opportunità (bilancio di genere).

Le osservazioni e proposte di cui sopra sono l'esito di un primo sommario esame della bozza di Statuto che si intenderebbe approvare nel corso del Consiglio Comunale del 30 aprile, senza alcun preventivo confronto con i cittadini. Molti punti richiederebbero ulteriori approfondimenti, e, data l'importanza di questo atto, riteniamo che esso debba seguire un percorso di illustrazione e discussione, con tempi e modalità adeguate per l'esame delle osservazioni, al fine di pervenire al massimo grado possibile di condivisione.

Nessuno può avere la presunzione di decidere in totale solitudine e senza accettare confronti su materie di tale importanza e rilevanza per tutti i cittadini, smentendo in modo netto la dichiarata volontà di introdurre meccanismi partecipativi.

Se ciò fosse vero, si discuterebbe preliminarmente alla stesura del nuovo Statuto proprio del tipo di partecipazione che si vuol disciplinare.

E' il momento di abbandonare definitivamente le vecchie logiche verticali della Pubblica Amministrazione, e adottare nuovi modelli organizzativi per la gestione partecipata di servizi pubblici, coinvolgendo la cittadinanza nell'individuazione e nel raggiungimento degli obiettivi. Solo grazie al contributo di tutti i cittadini, costruendo un rapporto di fiducia fra pari e condividendo gli obiettivi, si può pensare di aumentare l'efficacia dell'azione amministrativa degli enti locali. L'utilizzo di internet, e le possibilità di cooperazione e trasferimento di buone pratiche, modelli organizzativi e metodologie da altri enti, consentono oggi di attivare agevolmente i processi di partecipazione eliminando le distanze e gli ostacoli.

Sarebbe interessante, per esempio, dare la possibilità a tutti i cittadini di esaminare sul sito del Comune, in tempo utile, l'ordine del giorno dei consigli comunali, e i documenti che dovranno essere discussi e sottoposti a votazione, con la possibilità anche di proporre in modo trasparente delle “mozioni”, sottoscrivibili da altri cittadini, che dovrebbero essere obbligatoriamente discusse se appoggiate da un congruo numero di sottoscrittori.

Scusandoci anticipatamente per l’approssimazione ed eventuale inesattezza del nostro studio, e per qualche inevitabile “errore”, e con l'auspicio, comunque, che quanto da Noi rappresentato venga adeguatamente valutato, insistiamo nella richiesta di un rinvio dell'approvazione del nuovo Statuto e per l'avvio di un percorso di partecipazione.

Nel porgere Cordiali Saluti, restiamo in attesa di tempestivo e puntuale riscontro.

San Salvatore Telesino, lì 28.04.2011