Al Sindaco
e al Vice Sindaco e Assessore alla Cultura
del Comune di San Salvatore Telesino
e, p. c.A tutti i Consiglieri comunali
OGGETTO: Nuovo Statuto Comunale (C.C. Del 30.04.2011 – deliberazione n. 22/2011).
Nonostante le nostra richiesta di rinvio, nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale, è stato approvato con il voto solo della maggioranza, e senza alcun confronto con i cittadini, il nuovo Statuto del NOSTRO Comune.
In poco più di 40 giorni, dalla presentazione del 17 marzo scorso all’approvazione il 30 aprile (passando per la pubblicazione solo nei primi giorni di aprile del testo della bozza), ci è stato imposto uno Statuto che, al di là delle questioni di merito, rischia di diventare il simbolo del fallimento politico di questa amministrazione, incapace di ascolto e coinvolgimento dei cittadini, che pure erano un dichiarato obiettivo.
Come abbiamo già scritto nella nostra nota depositata in data 28 aprile 2011 (leggi), il modo arrogante con cui si è “messo mano” in “fretta e furia” al più importante atto regolamentare del Comune, peraltro in linea con tutta una serie di altri provvedimenti di questa amministrazione, è assolutamente inaccettabile.
Infatti, le modalità con le quali si è arrivati ad approvare questo nuovo Statuto, con tutti gli errori e le carenze da noi segnalati (qualcuno ci spiega cosa sono le CIRCOSCRIZIONI nel nostro Comune?), nonostante i proclami elettorali, hanno negato proprio il diritto alla partecipazione dei cittadini alla vita amministrativa della nostra Comunità.
Anche la minoranza consiliare, senza entrare nel merito, ha chiesto un rinvio, sollevando questioni procedimentali, ed ha auspicato un confronto allargato ai cittadini; ma evidentemente è prevalsa la posizione intransigente di chi aveva una certa fretta (che oggi ci appare finanche sospetta).
Le nostre osservazioni, a parte la correzione di alcuni “errori” e di struttura del testo da noi evidenziati, e definiti “refusi tipografici” dal Dott. Bove nel corso del suo intervento in Consiglio, non sono state assolutamente prese in considerazione, e alcune nostre proposte sono state perfino derise senza alcuna possibilità di ribattere: si sa il confronto e l’ascolto costano fatica, meno l’essere auto-referenziali.
Peraltro, ad una seconda lettura del testo della bozza, abbiamo notato tutta una serie di altri “refusi tipografici”, errati rinvii ad altre parti del testo, ed altre disposizioni che meriterebbero quantomeno un approfondimento ed una verifica di conformità alle norme di riferimento, con particolare attenzione alle più recenti leggi di riforma della pubblica amministrazione.
Viene da chiedersi quanti Consiglieri comunali abbiano effettivamente letto tutto il testo prima di votarne compatti, silenti e convinti l'approvazione.
...
Anche la nostra proposta che il nuovo Statuto riconoscesse espressamente l’acqua come un bene comune senza rilevanza economica per togliere il servizio idrico dalla lista di beni privatizzabili, in coerenza con le norme dell'Unione Europea, non è stata recepita.
Anzi, nel corso del suo intervento in Consiglio Comunale, il Dott. Bove, con riferimento al nostro documento, pur dichiarandosi d'accordo, a parole, sul valore “politico” dell'acqua “bene comune”, ha sostenuto che la richiesta di inserire nello Statuto la non rilevanza economica dell'acqua non ha fondamento giuridico (!?...molti altri comuni l’hanno inserito senza alcun problema).
Non si è nemmeno accettato di sostituire il termine “disabili” con “diversamente abili”, per significare cosa veramente deve essere l’integrazione ("diversamente abili", cioè persone che hanno abilità, e competenze, diverse da quelle dei loro concittadini, ma che sono non meno apprezzabili: abilità, un valore positivo)!
Avevamo chiesto che lo Statuto obbligasse il Consiglio comunale a promuovere l'elezione del Consiglio comunale dei ragazzi e a sostenerne le attività e che fossero introdotte concrete misure per garantire le pari opportunità: niente da fare!
Avevamo evidenziato la necessità di rendere più chiara e rigida la distinzione di competenza fra l'organo politico (indirizzo e controllo) e i responsabili dei servizi, peraltro richiamata dall'articolo 82 dello Statuto (organizzazione degli uffici e del personale): nessuna risposta!
Per quanto ci riguarda, insistiamo ancora nel dire che non è assolutamente condivisibile che nel nostro Comune possano essere assegnati incarichi di responsabilità di servizi e uffici a componenti della Giunta in deroga al D.Lgs. 267/2000, essendo peraltro non pertinente il rinvio all'art. 110 – comma 1, e a tutte le norme sul pubblico impiego, dal D.Lgs. 29/1993 al D.Lgs 165/2001, fino al D.Lgs. 150/2009, che tendono ad escludere tale possibilità, soprattutto in mancanza dei requisiti richiesti. Vero è che la legge 388/2000 consente in linea teorica tale deroga, ma a nostro avviso le condizioni imposte da tale norma per giustificare tale deroga non sono assolutamente sussistenti nel nostro caso.
E qui ci viene un dubbio: non è che è proprio la necessità di fare questa modifica allo Statuto, onde rendere possibili “a posteriori” le decisioni di cui alla delibera di Giunta n. 10 del 27.01.2011 e dei successivi decreti sindacali del successivo 1° febbraio (attribuzione di incarichi gestionali a quattro assessori, “spezzettando” l'incarico precedentemente attribuito all'Ing. Maturo), ad aver “costretto” a tutta questa fretta nell'approvazione del nuovo Statuto?
Ancora, a nostro avviso dovevano essere ancora più incisive le modifiche tese a favorire le iniziative popolari di partecipazione, a cominciare dall'istituto del referendum (approvato il numero di firme necessarie al 30% del “corpo elettorale”, più di mille persone, riducendolo in misura insufficiente il 50% previsto nel precedente Statuto): evidentemente hanno ritenuto di aver concesso già troppo!
Avevamo chiesto espressamente l'introduzione nello Statuto del “bilancio partecipativo”: ebbene, dopo che l'aveva auspicato anche il Capogruppo di minoranza Romano, il Consigliere delegato, Rag. Iatomasi, ha addirittura dichiarato, usando toni di derisione, di non sapere proprio di cosa si tratti. Magari scegliendo una procedura partecipata per la definizione del nuovo Statuto, ci sarebbe stata l’occasione per confrontarsi anche su questo.
Siamo stati invece “rimproverati” con aria di sufficienza per non essere a conoscenza che la figura del difensore civico comunale è stata abolita da una recente norma: ma noi avevamo fatto una semplice domanda rispetto ad una questione peraltro ancora controversa, e nello Statuto si poteva pure fare riferimento al “difensore civico territoriale” citato dallo stesso Bove; magari anche su questo aspetto, in una civile sede di confronto, sarebbero venute fuori altre informazioni utili a riguardo.
Ancora si è sorpreso della nostra ignoranza rispetto alla richiesta di abolire le sedute segrete del Consiglio comunale: a suo dire sono obbligatorie quando si tratti di argomenti che riguardano “l'onorabilità delle persone”, ma non abbiamo trovato la norma di legge che lo imponga (scusate se la nostra ignoranza non arriva alla Vostra!) , e comunque era opportuno limitare a questo solo caso la possibilità di decidere sedute segrete del Consiglio comunale.
Per quanto riguarda le materie escluse dalla possibilità di ricorrere all'istituto referendario, anche qui non ci è chiaro quali norme impediscano di prevederlo per modifiche allo Statuto, sul PRG e per singole e specifiche scelte di bilancio preventivo, così come riferito dal Dott. Bove (il testo unico degli enti locali - D.Lgs. 267/2000 - certamente no!).
Anche l'approvazione del bilancio preventivo, infatti, può essere sottoposto a procedure partecipate che, con buona pace del Consigliere Iatomasi, sono pratica ormai diffusa in diversi enti locali italiani (si veda per esempio il comune di Parma), peraltro codificate anche da alcune leggi regionali. E su determinate scelte non vediamo proprio perché non debba decidersi di tenere quantomeno un referendum consultivo.
Quello che precede è solo un rapidissimo riepilogo delle osservazioni e proposte che abbiamo presentato con la nostra del 28.04.2011, con la quale ci eravamo anche scusati anticipatamente per l’approssimazione ed eventuali inesattezze, che invece ci sono state puntualmente rinfacciate per sminuire il nostro lavoro.
L'atteggiamento del Dott. Bove nell'ultima mezz'ora del Consiglio comunale del 30 aprile scorso dedicata all'approvazione del nuovo Statuto, ed il silenzio degli altri consiglieri, sono stati la chiara e lampante dimostrazione del modo di agire di questa amministrazione. I proclami di migliorare i rapporti con la cittadinanza e di favorirne la partecipazione rimangono confinati nei discorsi di comodo e di propaganda. Quando poi si tratta di concretizzare questi concetti, invece di aprirsi all’ascolto, si preferisce attaccare (o nel migliore dei casi ignorare) quei cittadini che vorrebbero dare un minimo contributo. L’asserita urgenza e inderogabilità dell’approvazione e il negare un qualsiasi confronto, non solo con Cittadini in Movimento, ma con tutti coloro che volevano fare osservazioni ne sono la prova evidente e tangibile. Il risultato che ne è derivato è un pasticcio: lo statuto Comunale approvato è il biglietto di presentazione del Comune, e vi sono errori anche gravi e dubbi interpretativi che tutti i cittadini possono constatare.
Ostinatamente, non si è voluto accettare di discutere le idee e le proposte migliorative da noi sottoposte all'attenzione dei nostri amministratori, i quali non hanno fatto certo una bella figura a correggere solo le “virgole” o gli errori più evidenti da noi segnalati, senza avere la prudenza di andare a rivedere tutto per eliminare i tanti altri errori che, invece, sono ancora lì (a parte, ci sembra, un altro “refuso” che è stato corretto all'articolo 1 nella versione pubblicata, rendendo il testo definitivo non conforme a quello approvato in Consiglio comunale: altro problema)!
Si dirà che si tratta di cose di poca importanza, su cui si può anche sorridere, ma in realtà in molti casi si tratta di errori che lasciano incertezza su come si deve applicare lo Statuto, o che quantomeno rendono necessario ogni volta uno sforzo di interpretazione (es.: a quale parte dello statuto voleva rinviare l'articolo 25 – comma 5 visto che all'articolo 17 non c'è alcun comma quarto? Forse si trattava dell'articolo 18?).
Naturalmente, anche in queste nostre ulteriori osservazioni potrebbero esserci delle imprecisioni, dovute alla fretta, al poco tempo che possiamo responsabilmente dedicare alla cittadinanza attiva e al fatto che siamo dei dilettanti della politica, ma continuiamo comunque a ritenere che le criticità da noi sollevate dovrebbero comunque consigliare di sospendere il procedimento di adozione del nuovo Statuto, per sottoporlo preliminarmente ad un confronto con la cittadinanza, magari approfittando della necessità di introdurre nel testo, fra l’altro, le modifiche conseguenti il recente “decreto sviluppo” (pubblicato sulla G.U. n. 110 del 13 maggio scorso), ovviamente dopo la definitiva conversione in legge, come per esempio l’attribuzione alla Giunta della competenza per l’approvazione dei piani attuativi compatibili con gli strumenti urbanistici generali.
Confidando quindi in un Vostro ripensamento, porgiamo Cordiali Saluti.
San Salvatore Telesino, lì 28.05.2011
Cittadini in Movimento
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