domenica 19 dicembre 2010

CAROVANA PER L'AMBIENTE A BENEVENTO.

Benevento - Libreria Masone
domenica, 19 dicembre 2010, ore 20.00



La Rete Arcobaleno - Benevento Eco-solidale (rete delle assiciazioni ambientaliste della provincia di Benevento) e il Coordinamento Regionale Rifiuti della Campania hanno organizzato anche a Benevento il passaggio della CAROVANA per l'AMBIENTE.
Si tratta di un confronto con i cittadini per rappresentare il grave stato dell'ambiente e della democrazia nella nostra regione, e per illustrare le alternative a discariche, inceneritori e militarizzazione del territorio per contrastare le giuste proteste dei cittadini.
Il programma prevede anche la proiezione de “La selva di Chiaiano. Il parco delle sorprese”


Nell'ambito delle Carovane per l'Ambiente, il Co.Re.Ri (Coordinamento Regionale Rifiuti), in collaborazione con le associazioni della Rete Arcobaleno, organizza, presso la libreria Masone di Benevento, la proiezione de “La selva di Chiaiano. Il parco delle sorprese”, documentario di inchiesta ambientale di Cecilia Anesi e Giulio Rubino e prodotto da Waste Emergency.

Il programma della serata è introdotto da Nicola Capone (Co.Re.Ri) e la proiezione è preceduta da un intervento di Cecilia Anesi, autrice del documentario e giornalista di Waste Emergency.

Marilina Mucci e Francesco Pascale (Rete Arcobaleno Benevento) intervengono con la relazione “Non esistono discariche necessarie: le nostre alternative”. Nicola Colangelo (Codisam di Sant´Arcangelo Trimonte) interviene con la disanima "Da Chiaiano a Sant'Arcangelo Trimonte".

Segue dibattito
con interventi di integrazione sulle alternative, anche regionali, degli altri esponenti della Rete Acobaleno e del Co.Re.Ri.

Il documentario “La selva di Chiaiano. Il parco delle sorprese” è stato prodotto in modo completamente indipendente dal team di giornalisti e videomakers di Waste Emergency che chiede il sostegno dei cittadini (tramite la prenotazione di quote) per postprodurre e distribuire il documentario dal basso, in maniera indipendente, tramite la piattaforma www.produzionidalbasso.com

Waste Emergency sta realizzando anche un altro documentario che, relativo alle discariche campane, interviene sul caso di Sant’Arcangelo Trimonte.

www.rifiuticampania.org

www.wasteemergency.com

www.beneventoecosolidale.wordpress.com

mercoledì 15 dicembre 2010

Provincia: Vigilanza sui rifiuti o … sui cittadini ?

In seguito al nostro ultimo articolo in cui esprimevamo perplessità sulla annunciata provincializzazione della gestione rifiuti nella provincia di Benevento abbiamo ricevuto dall’Assessore Aceto, in qualità di presidente della Commisione Vigilanza della discarica di S.Arcangelo Trimonte, una convocazione “urgente”, al tavolo istituzionale di tale ente, mediante telegramma la cui copia è scaricabile da questo link.

Non facendo parte, i comitati di San Salvatore Telesino e Guardia Sanframondi, del tavolo tecnico alla cui impellente riunione ispettiva eravamo stati invitati, abbiamo inviato ai partecipanti la nostra risposta che è disponibile a questo link.

Ovviamente, in quanto parte della Commissione di Vigilanza, il comitato di Sant’Arcangelo Trimonte ha risposto, partecipando, alla convocazione.

Qualche considerazione va fatta relativamente allo strano invio del nostro comunicato anche alla Procura della Repubblica e al Prefetto di Benevento e, soprattutto, non abbiamo capito come mai, con un fare intimidatorio alquanto fuori luogo, ci si chiedeva di giustificare il contenuto del nostro articolo.

Articolo pubblicato da quasi tutti i giornali on-line, ma l’Assessore faceva riferimento a quello riportato dal Sannio. In ogni caso, l’originale del nostro comunicato era precedentemente stato inviato al Presidente Cimitile ed all’assessore Aceto per e-mail.

Siamo certi che in tutta la provincia di Benevento i cittadini e la maggior parte degli amministratori locali si trovano nello stesso stato di incertezza e preoccupazione da noi denunciato nell’articolo, e a cui si continua a non dare alcuna risposta né si prevede alcun incontro pubblico in cui poter discutere democraticamente e cercare di dissipare ogni perplessità, come da noi ormai ripetutamente richiesto.

Il 14 dicembre la signora Poli torna a Benevento per un aggiornamento sull’intesa con la provincia per la costruzione di un impianto modello Vedelago. Noi riteniamo che dovrebbe essere un incontro pubblico a cui cittadini e amministratori dovrebbero necessariamente partecipare.

Il che è ciò che chiedevamo anche nel nostro ultimo comunicato.

Invece, siamo stati solo “convocati”, con uno strano doppio senso intimidatorio, ad una riunione “ispettiva” di un tavolo tecnico istituito dall’Assessore all’ambiente della Provincia da circa 6 mesi e che non ha ancora prodotto alcunché né pubblicato nessuno studio derivante dal monitoraggio dell’area coinvolta, dell’inquinamento o dei possibili rischi geologici temuti per il crollo delle palizzate.

Il comitato di Sant’Arcangelo invia continuamente richieste di accesso agli atti relativi alla discarica ma a tutt’oggi non ha mai ricevuto risposta e non sono pubblicati né i quantitativi dei conferimenti quotidiani, anche da fuori regione(?), né i dati Arpac e ASL.

La Provincia di Benevento partecipa ai tavoli istituzionali regionali e approva linee guida inaccettabili per risolvere l’emergenza rifiuti della regione: inceneritori e discariche; accetta in silenzio l’ultimo antidemocratico decreto rifiuti che, tra l’altro, continua a “perdonare” i comuni che non mettono in pratica la raccolta differenziata ma l’Assessore “ ambientalista “, che dovrebbe criticare politiche inutili e devastanti che non risolvono l’emergenza, anzi la aggravano, sembra individuare come unici nemici i comitati civici che tentano di sapere come si pensa di affrontare i problemi dei nostri territori, e che pare siano colpevoli di “procurato allarme”.

Non riusciamo a capire la logica di tanta ostinata reticenza ad un confronto su questioni fondamentali per l’ambiente e la salute dei nostri territori e che dovrebbero essere democraticamente discusse e condivise, e le richieste in tal senso accettate e non di certo accusate di creare allarmismo per poter così eluderle. Intanto, incontri per noi importanti e che ci piacerebbe fossero realmente portatori di pratiche alternative nella nostra provincia, vengono tenuti all’oscuro dei cittadini a cui si nega il diritto alla informazione e partecipazione. E’ questa l’emergenza democratica che ci preoccupa e che denunciavamo nell’ultimo comunicato, e le reazioni dell’Assessore continuano a non chiarire e a preoccuparci. Anche stavolta saremo minacciati senza che nessuna risposta sia data?

Comitati Civici di S.Salvatore T. e Guardia Sanframondi

Comunicato stampa, 13-12-2010

giovedì 9 dicembre 2010

San Salvatore Telesino: e la partecipazione ?

Il giorno 3 dicembre 2010, alle ore 18.00, presso la Sala Consiliare del Comune di S. Salvatore Telesino, si è tenuto un Consiglio Comunale per la trattazione del seguente ordine del giorno:

1. Lettura ed approvazione verbali seduta del 18 novembre 2010.

2. Osservazioni al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale.

3. Indirizzi Programmatici Piano Urbanistico Comunale.

4. Approvazione Regolamento per l'installazione e l’esercizio di impianti di telefonia e radio-telecomunicazioni.

5. Approvazione Regolamento interventi di assistenza economica per contrasto alle povertà estreme.

Per tutti i punti all'ordine del giorno sarebbe stato necessario il massimo coinvolgimento della popolazione, se non la convocazione di un consiglio comunale aperto. Invece, sul sito istituzionale del comune l’avviso è stato pubblicato solo due giorni prima del consiglio comunale e, sempre solo due giorni prima, sono stati affissi pochi manifestini A4 sulle bacheche del paese e qualche avviso nei bar.

In particolare, la procedura riguardante il nuovo PUC, avviata dalla precedente Amministrazione Comunale, dopo più di un anno di assoluto silenzio, viene improvvisamente ripresa convocando un consiglio comunale per approvare i (nuovi?) indirizzi programmatici. Nel frattempo, di incontri con i cittadini e con le associazioni di categoria, nonostante le promesse e le rassicurazioni, neanche l’ombra.

Persino la consulta ambientale, voluta dalla stessa amministrazione, e costituita da cittadini particolarmente interessati alle tematiche ambientali e ad uno sviluppo eco-compatibile del nostro territorio, non è stata informata del consiglio comunale, mentre invece, secondo noi, doveva essere coinvolta direttamente anche per la definizione degli indirizzi programmatici.

La consulta per la tutela dell’Ambiente è infatti nata proprio con lo scopo di “ampliare ed arricchire l’informazione sullo stato dell’ambiente nel territorio comunale, migliorare l’utilizzo del territorio, salvaguardare l’ambiente e le risorse naturali, promuovere la sostenibilità e favorire il benessere della comunità”, e dovrebbe quindi rappresentare un’importante sede di confronto e scambio di informazioni tra soggetti aventi scopi di tutela dell’Ambiente e della natura e l'amministrazione comunale, supportandola fra l'altro, nella tutela e valorizzazione delle risorse naturali, nella salvaguardia della biodiversità, nella mobilità sostenibile, nella difesa del territorio, per il miglioramento della qualità dell’aria e dell'acqua e per il risparmio idrico, per il controllo dell’inquinamento acustico ed elettromagnetico e la valorizzazione delle fonti alternative e il risparmio energetico: tutte questioni che certamente vedono nel P.U.C. lo strumento principale per poter essere affrontate.

Allora perché la consulta non è stata coinvolta nella fase, importantissima, di definizione degli indirizzi programmatici del PUC, e nemmeno è stata avvisata dell’imminente consiglio comunale?

E perché non si è pensato a chiedere un supporto neanche per la redazione del “Regolamento per le installazione e l’esercizio di impianti di telefonia e radio telecomunicazione?

Allora questa consulta a che serve?

La consulta, nella visione dei nostri amministratori è nata per dare un effettivo contributo o per altri scopi?

Avevamo criticato la precedente amministrazione per la modalità con cui era stato organizzato il primo incontro pubblico sul nuovo PUC: l’ing. Ferrigni, dopo una breve presentazione delle linee guida del PUC, chiese ai presenti se erano d’accordo con ciò che aveva esposto e se vi erano delle osservazioni. Logicamente in quell’occasione non si pote' dire molto, in quanto occorreva prima documentarsi.

Ma non è stato possibile iniziare ad esaminare qualche documento se non dopo oltre un anno quando, del tutto casualmente, abbiamo saputo che presso gli uffici comunali “giacevano” da tempo le bozze delle nuove Norme di Attuazione e del nuovo Regolamento Edilizio.

E una volta esaminate quelle Norme di Attuazione restammo sconvolti: erano la brutta copia di quelle di Telese Terme, dove, proprio a causa di quelle norme, la speculazione edilizia ha devastato irreparabilmente un intero territorio!

Comunque ci tranquillizzarono dicendo che, Loro, le avrebbero completamente riviste, e solo dopo un'ampia partecipazione.

Ma il sospetto, e ormai è più di un sospetto, è che pur dovendo adempiere ad una procedura dettata dalle norme che impongono la partecipazione e la condivisione con la cittadinanza, almeno per il PUC, in realtà la partecipazione e il coinvolgimento, per i nostri amministratori, al di là delle dichiarazioni di circostanza, buone per i programmi elettorali, sono in realtà da evitare o limitare al massimo, perché, oggi come ieri, soprattutto su certi argomenti, non ci si vuole confrontare apertamente e si ritiene che si debba e si possa continuare a decidere ben chiusi nel “palazzo”, complice la minoranza che, in questa circostanza, chissà perchè, non ha ritenuto di informare i cittadini di un’evidente contraddizione della maggioranza consiliare.

domenica 5 dicembre 2010

Combustione zero e riciclo totale della materia: Provincia di Benevento ‘virtuosa’ ?

Da quando è stato presentato il piano provinciale dei rifiuti, alcuni mesi fa, nessuna risposta è stata data alle osservazioni inviate da comitati ed associazioni e nessun incontro è stato concesso. La conferenza stampa del 12 novembre, in cui non era prevista, come solitamente accade, nessuna partecipazione dei cittadini, non ha chiarito nessuno dei dubbi e delle incongruenze riscontrate nel piano. Se possibile, li ha aumentati.

Intanto, entro e fuori provincia, si pubblicizza questo piano come esempio di “un altro piano possibile“, anti-inceneritorista e sostenibile, finalmente in grado di concretizzare una gestione virtuosa dei rifiuti, prendendo come riferimento il modello Vedelago.

Purtroppo la nostra provincia, non è immune dall’emergenza, né è gestita in modo più democratico e trasparente. Nonostante le rassicuranti dichiarazioni di virtuosità, e i toni trionfalistici sulla nostra situazione rispetto a Napoli, i nostri amministratori non sanno o non dicono cosa accadrà a partire dal prossimo 1 gennaio 2011. L’ultimo decreto firmato da Napolitano non è stato nemmeno commentato dai nostri amministratori. Le uniche notizie che trapelano dalla Provincia riguardano solo gli incontri del Presidente con i lavoratori degli ex-consorzi che premono per essere riassorbiti.

Chiediamo ancora una volta alla Provincia (anche se ormai con scetticismo) un incontro urgente perché possa fornirci gli opportuni chiarimenti in merito alla reale fattibilità del piano (l’unico piano rifiuti disponibile ai cittadini è poco più di una dichiarazione di intenti), sia per quanto riguarda le risorse finanziarie che per l’organizzazione del servizio di raccolta da parte della SAMTE dal 1° gennaio 2011.

Ci appare evidente l’incongruenza tra l’amministrazione provinciale, che intende ostinatamente ottenere la gestione dei rifiuti, senza peraltro mostrare di essere concretamente pronta, e il grande silenzio degli amministratori locali che spesso, ma timidamente, hanno manifestato il loro disaccordo ad essere a loro volta “gestiti”, e che preferiscono aspettare l’evolversi degli eventi e nascondersi dietro tale imposizione dall’alto.

Vorremmo in particolare che ci fosse spiegato come mai la Daneco continuerà a gestire lo STIR di Casalduni se la Provincia ha presentato come suo fiore all’occhiello il modello Vedelago.

Lo STIR di Casalduni, a dire del responsabile impianti Daneco, riceverà sì modifiche migliorative, ma continuerà pur sempre a produrre eco-balle o FOS, e sicuramente “valorizzerà“ i rifiuti organici (con biodigestore, insufflaggio, … ) o li invierà ad incenerimento, mandando in discarica “quantitativi minori “.

Poiché però il sistema Vedelago è alternativo a queste tecniche e tende al riciclo ed al recupero totale dei materiali, che senso ha prevedere una gestione dello STIR che continua invece ad essere incardinato sulla vecchia insostenibile gestione del ciclo integrato?

La programmazione proposta dalla Daneco è allineata al vecchio sistema, e continua a perpetrare lo stesso approccio, basato su discariche ed inceneritori, che ci ha portato alla disastrosa situazione attuale. In questa programmazione, un impianto tipo Vedelago non avrebbe rifiuti da trattare per estrusione (che è uno degli aspetti chiave che rende appetibile dal punto di vista imprenditoriale questi impianti ), pertanto continuare a citarlo ci sembra un mero spot pubblicitario.

Se effettivamente la provincia volesse realizzare un impianto sul modello Vedelago, dovrebbe da subito partire con azioni tendenti alla riduzione dei rifiuti, specie quelli difficilmente trattabili, requisito necessario per un agevole recupero dei materiali da inviare all’impianto. Queste azioni, peraltro, sarebbero immediatamente possibili a costo zero, e sono state ampiamente annunciate nel Piano Rifiuti, anche se mai concretizzate. Un altro aspetto complementare al modello Vedelago è la presenza di impianti di compostaggio e di trattamento della frazione organica da destinare a compost per l’agricoltura ed il giardinaggio. Ma niente di tutto questo è presente in agenda.

La stessa Daneco, inoltre, gestisce la discarica di Sant’Arcangelo, con gli esiti disastrosi che tutti riconoscono. Discarica che si deve chiudere e bonificare sia per la situazione di dissesto idrogeologico dei luoghi in cui è stata realizzata, sia per il pericoloso continuo inquinamento che produce.

Non si può certo tacere su questo ed incitare populisticamente alla rivolta contro i rifiuti “napoletani“ per difendere il territorio e l’economia agricola del Sannio , annunciando vittorie fasulle contro gli sversamenti, e i virtuali 10 milioni di euro che arriveranno per la stabilizzazione, continuando, nel contempo, a ribadire la necessità di quella discarica per accogliere i rifiuti dei prossimi anni, come ribadito nel Piano provinciale .

Il disastro ambientale di una discarica dipende forse dalla provenienza dei rifiuti sversati?

Come si giustificano i ripetuti e costosi interventi di risanamento, già rivelatisi inutili in precedenza, in assenza di adeguati monitoraggio e bonifica? Anche se la discarica riceverà solo i rifiuti del Sannio continuerà a costituire una bomba ecologica disastrosa per l’ambiente e l’economia della nostra provincia.

I cittadini, oltretutto, vengono tutt’ora tenuti all’oscuro dei quantitativi degli sversamenti, della tipologia del rifiuto conferito e della provenienza.

Innumerevoli accessi agli atti non hanno sortito alcun effetto; il sindaco di S. Arcangelo si rifiuta persino di ricevere i componenti del comitato locale e la Provincia, malgrado abbia organizzato un ridicolo tavolo tecnico, si comporta nello stesso modo.

Come si può ragionare ed agire così e, nello stesso tempo, presentarsi in convegni e dibattiti come politici virtuosi, attenti al territorio e perfino rispettosi della democrazia?

Noi associazioni e comitati vogliamo la chiusura della discarica e poco ci interessano le aspettative economiche della Provincia per la messa in sicurezza, con ulteriori “palificazioni”, onde evitare nuove frane.

Ribadiamo che se effettivamente la signora Poli realizzasse l’impianto sul modello Vedelago, non si avrebbe più bisogno di una discarica, figuriamoci cosi capiente.

In sostanza, la provincia di Benevento non ci appare poi tanto dissimile dalle altre province campane, e a nulla serve l’accorato populismo con cui si tenta ipocritamente di difendere la discarica dagli inevitabili sversamenti regionali.

L’emergenza rifiuti si ripresenta, come sempre, come emergenza democratica.

Comitati civici di San Salvatore T. e Guardia S. - Coreri – Codisam


mercoledì 1 dicembre 2010

TAR CAMPANIA: RICORSO VOCEM RESPINTO

Il 26 novembre scorso è stata depositata la sentenza con la quale il TAR Campania ha deciso i 3 ricorsi pendenti sulla vicenda del progetto della Società VOCEM per la realizzazione di un impianto a biomasse/inceneritore nel comune di San Salvatore Telesino.
I primi due ricorsi (ovvero quelli dei comuni di Amorosi e San Salvatore telesino e della provincia di Benevento contro il rilascio della VIA positiva da parte della regione Campania e quello della VOCEM contro il Comune di San Salvatore Telesino) sono stati dichiarati inammissibili, mentre il ricorso di VOCEM e Provincia di Bergamo contro la decisione negativa della Conferenza dei Servizi è stato respinto perché infondato.
Interessanti le motivazioni della sentenza. Fondamentalmente il ricorso è stato respinto perchè il progetto VOCEM non era compatibile dal punto di vista urbanistico ( ... "Risulta, quindi, decisiva nel caso in esame la circostanza che l’Amministrazione regionale - sulla scorta della «posizione prevalentemente negativa circa la realizzazione dell’impianto» emersa in seno alla conferenza di servizi e in conformità alla disposizione dell’art. 196, comma 3, del decreto legislativo n.152/2006 - abbia deciso di far proprio non solo il parere negativo del Comune di San Salvatore Telesino sulla conformità urbanistica del progetto, ma anche l’ulteriore parere negativo del medesimo Comune sulla sussistenza dei presupposti per apportare una variante allo strumento urbanistico generale" ...).
Non sono state quindi nemmeno valutate dai Giudici Amministrativi le ulteriori censure dei legali della VOCEM rispetto alla decisione negativa della Conferenza dei Servizi che ha negato l'autorizzazione.
Avverso la decisione del TAR la VOCEM potrebbe proporre un ulteriore ricorso al Consiglio di Stato.
Ricordiamo inoltre la VOCEM fece riserva di ripresentare il progetto ai sensi del DPR 387/2003.
Le spese sono state compensate.