sabato 13 ottobre 2012

UN LUCCHETTO ALLA TRASPARENZA?


Negli ultimi giorni l’accesso all’albo pretorio on line sul sito del comune di San Salvatore Telesino risulta bloccato e condizionato alla preventiva registrazione che, dopo l’inserimento dei propri dati su un modulo peraltro al momento non attivo, prevedrebbe anche l’obbligo di recarsi fisicamente presso gli uffici del comune per attivare l’account.
Trasparenza vigilata?



Ci chiediamo: se non si tratta di un errore tecnico, che sarà prontamente eliminato, qual è il motivo di tale novità?
 Abbiamo più volte scritto che il concetto di trasparenza, come chiaramente espresso dalle norme in vigore, non si presta a interpretazioni da parte di chi è tenuto solo a consentire un accesso totale agli atti della pubblica amministrazione, anche senza dover dimostrare alcun interesse diretto.
Dunque quel lucchetto e il blocco all’accesso alle delibere e determine del comune dal sito internet (pubblicazione introdotta dal commissario prefettizio nel 2008) non sono borderline, ma sono semplicemente inaccettabili . Condizionare l’accesso ad una registrazione come attualmente previsto (http://servizi1.cstsannio.it:8080/sansalvatore/faces/index_log.xhtml), con la conseguenza di poter “tracciare” gli accessi, non ci sembra né utile né opportuno.

D’altra parte, leggendo quanto correttamente riportato anche nella pagina di “benvenuto al portale servizi on line”, è evidente che non può trattarsi altro che di un errore.



Confidiamo quindi nell’immediata rimozione del blocco attualmente presente, anche se per i nostri amministratori la trasparenza sembra essere come la libertà cantata da De André ne “il suonatore Jones”: “protetta” da un filo spinato. Qui è stato anche messo il cartello “vietato l’ingresso alla partecipazione”.
Pubblicare i propri atti sul sito e poi limitarne l’accesso è in linea con l’aver voluto la costituzione della consulta ambientale e l’averla regolarmente ignorata, fino a farla praticamente morire di inedia.

mercoledì 25 gennaio 2012

URBANISTICA: TRASPARENZA E PARTECIPAZIONE SONO PRESUPPOSTI IRRINUNCIABILI.


Abbiamo letto con una certa inquietudine la determinazione del 29.12.2011 dell’area tecnica/manutentiva del comune di San Salvatore Telesino, già da alcuni giorni pubblicata all’albo pretorio del sito istituzionale con protocollo n. 12086, relativa alla “rielaborazione del piano urbanistico comunale con procedura partecipativa – approvazione atto integrativo alla convenzione originaria ed affidamento incarico professionale”.

A parte il fatto che di “partecipativo” finora si è visto ben poco, al netto delle inutili ripetizioni e degli errori presenti nella determinazione a firma dell'assessore e responsabile di area tecnica Arch. Leucio Iacobelli, apprendiamo con sconcerto da questo ulteriore atto che bisognerà spendere altri 27 mila euro + IVA e cassa previdenziale per “adeguare” un Piano Urbanistico Comunale ormai in redazione dal 2006 ma di cui, dopo sei anni dall'affidamento dell'incarico, noi cittadini non abbiamo ancora visto nulla.

Intanto la convenzione per la redazione del piano è stata “modificata” cambiando il “contraente”: non più il Prof. Ferrigni, ma un'associazione temporanea di professionisti (TEC.TER.TEL. - Tecnici per il Territorio Telesino !?) di cui lo stesso Ferrigni sarebbe il capogruppo.

Inoltre, dopo soli tre mesi dall'approvazione di una variante al vigente PRG che di fatto “calpesta” le indicazioni del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (i terreni in località acqua fetente recentemente aggiudicati all'asta a scopo edificatorio ricadono in area vincolata, e quindi inedificabile, del P.T.C.P.!), si sostiene che bisogna incrementare il compenso del tecnico incaricato, oltre che per la redazione di elaborati inizialmente non previsti, anche per verificare la compatibilità del redigendo P.U.C. al P.T.C.P.!

Una motivazione davvero singolare: se il piano deve essere ancora redatto, non è ovvio che lo si debba fare in conformità agli strumenti di pianificazione di livello superiore?

O dobbiamo cominciare a pensare che il piano sia già stato redatto e consegnato, ed è attualmente oggetto di discussioni “non pubbliche” fra “addetti ai lavori”?

Spesso in Italia, negli ultimi anni, abbiamo dovuto constatare uno stretto legame fra l'assenza di fatto della politica partecipata, pubblica, programmata ed ispirata da una idea condivisa del futuro, e gli ampi “spazi” di cui hanno potuto godere gli speculatori e tutti quelli che pensano non al bene comune ma solo a farsi gli affari propri.


Ad avvalorare questa seconda, inaccettabile ipotesi, nella delibera di Iacobelli vediamo citate le norme di attuazione del Piano “già consegnate nel 2007” (prima dunque che ci fosse quello che è a tutt'oggi l'unico incontro pubblico, organizzato ad inizio 2008 dall'allora sindaco Creta?): se si tratta di quelle che abbiamo avuto modo di vedere tempo fa insieme al regolamento edilizio, datate però novembre 2008, e di cui abbiamo già riferito (leggi), allora non ci siamo proprio. L'assessore Pucino, che ci aveva fornito quei documenti, evidentemente d'accordo con il nostro giudizio del tutto negativo, aveva assicurato che sarebbero stati completamente rivisti. Ora scopriamo invece che, almeno secondo Iacobelli, essi devono solo essere adeguati al PTCP!

Nel nostro documento di dicembre 2009 avevamo già denunciato che quelle norme erano completamente appiattite sul modello urbanistico della vicina Telese Terme, dove tanto scempio è stato fatto del territorio, favorendo speculazioni edilizie alienanti e favorendo un'architettura veramente di pessima qualità, altamente impattante e di scarsa presa anche sul mercato.

D'altra parte anche l'arch. Iacobelli avrà lavorato come progettista a Telese nel recente passato applicando quel piano, redatto dallo stesso Ferrigni. Non è che, come amministratore, condivide quel modello di “sviluppo”, quel tipo di “gestione del territorio” e di “politica edilizia”?

E tutti gli altri consiglieri, di maggioranza e di minoranza, che ne pensano? Perché non si sono mai espressi pubblicamente in merito? Possiamo sapere qual'é il futuro del nostro territorio che ognuno di loro immagina?

Noi siamo per un P.U.C. che si ispiri a quello di Cassinetta di Lugagnano e lo abbiamo sempre detto (siamo cioè per fermare, o quanto meno limitare, il consumo di suolo), ma vorremmo discuterne apertamente e pubblicamente, dati alla mano (evoluzione demografica del nostro comune, analisi dell'edilizia esistente, …), insieme a tutti i cittadini di San Salvatore interessati al loro futuro, con i tecnici, con le associazioni di categoria e, naturalmente, con l'ing. Ferrigni e con i nostri amministratori.

Cominciamo invece a temere che da un momento all'altro ci presenteranno (leggi imporranno) un piano bello (si fa per dire) e fatto, concedendo i rituali 30 – 60 giorni per le osservazioni, di cui, come al solito, si infischieranno altamente.

L'unica cosa che ci conforta è l'aver visto, il 19 gennaio scorso, il Prof. Ferruccio Ferrigni vicino a Serge Latouche, forse un po' “fuori contesto”, ma comunque ascoltatore attento, mentre l'economista e filosofo francese, illustrava le sue teorie, conosciute in tutta Europa, e in qualche caso egregiamente applicate, come per esempio nelle città di transizione inglesi, sulla insostenibilità degli attuali modelli di sviluppo, sull'inganno e pericolosità della crescita illimitata, e sulla necessità di un completo ripensamento dei modelli economici occidentali.

Lo stesso Ferrigni, nel suo intervento nella tavola rotonda alla quale ha partecipato insieme a Latouche, ha dovuto riconoscere l'incompatibilità dei piani urbanistici pensati unicamente per regolamentare lo sviluppo, quindi la crescita delle città, con la situazione attuale dell'ambiente e dell'economia.

Speriamo quindi che Ferrigni, ispirato dalle parole illuminate di Latouche, possa convincere i nostri amministratori ad avviare immediatamente un serio confronto con i cittadini per individuare ex ante, e con trasparenza, gli obiettivi che il P.U.C. dovrà porsi, prima di definire le scelte operative.

Non possiamo che insistere, quindi, affinché venga immediatamente ripreso dove si era interrotto nel 2008, il confronto pubblico fra amministrazione, tecnici e cittadini, per avviare un vero percorso partecipato, che porti alla redazione di un piano urbanistico comunale veramente appropriato alla nostra realtà, che orienti l'economia e l'edilizia sul recupero urbanistico ed architettonico e l'efficientamento energetico delle strutture già esistenti, su nuovi edifici per residenza e attività economiche a piccola scala, sulla tutela del suolo e la salvaguardia del paesaggio, rifiutando un modello inumano, e disumanizzante, come quello sperimentato a Telese Terme.

venerdì 6 gennaio 2012

PRESTO DUE NUOVE COSTRUZIONI PRIVATE SULLE SPONDE DEL GRASSANO

Più volte abbiamo ricordato che la responsabilità delle decisioni dei politici è anche dell'indifferenza dei cittadini che rinunziano al loro diritto alla partecipazione.

Negli ultimi giorni dell'anno appena finito, i due lotti dell'asta voluta dal Comune di San Salvatore Telesino per alienare un appezzamento di terreno al confine con il Comune di Telese Terme, lungo il corso del torrente Grassano (“recuperato” da una lunga “occupazione” e, solo fino al prossimo 30.01.2011, concesso in uso al comune di Telese come parcheggio per il mercato), sono stati aggiudicati a due professionisti/commercianti (uno con attività a San Salvatore Telesino e l'altro a Telese Terme), per un importo complessivo di 807.920,00 euro.

Questi soldi dovrebbero presto entrare nelle casse del Comune e consentire la sistemazione del bilancio, sofferente per pregressi debiti risalenti ormai ad almeno tre anni fa, come hanno riferito i nostri attuali amministratori comunali di maggioranza. L'ex Sindaco Creta ha però sempre contestato questa versione e accusa anzi la nuova amministrativa di cattiva gestione.

Ma né gli uni né gli altri sono stati mai capaci di farci capire come stanno veramente le cose.

Fatto sta che le sofferenze delle casse comunali sono state il pretesto per vendere quei terreni e consentire su di essi una “speculazione” privata a danno, secondo noi, del pubblico interesse (alla conservazione di aree di interesse naturalistico e alla tutela del paesaggio, …), come abbiamo ampiamente spiegato nei nostri precedenti interventi. E questo per responsabilità anche dei cittadini di San Salvatore Telesino e di Telese Terme, che si sono in gran parte disinteressati della questione, o che hanno ritenuto non valesse la pena di esprimere la propria opinione in proposito o che non hanno avuto la forza, o la voglia, o la libertà, di farlo.

Infatti, grazie anche a questo silenzio, i nostri amministratori, così come hanno chiaramente detto in più occasioni, hanno potuto convincersi che questa operazione, al di là della “pregiudiziale” opposizione di pochissimi cittadini, non potesse assolutamente nuocere al loro consenso e sono andati avanti.

In questo senso, come già detto, la responsabilità delle scelte delle nostre amministrazioni comunali, almeno quelle di cui se ne ha cognizione grazie alle vigenti norme sulla trasparenza dell'azione amministrativa degli enti pubblici, è non solo dei politici e dei dirigenti che le approvano nelle sedi competenti (consigli comunali, giunte, commissioni, …) ma anche dei cittadini che rinunziano al loro diritto alla partecipazione.

In una recente pubblicazione di Bollati Boringhieri (DEMOCRAZIA), Gherardo Colombo, ex magistrato della Procura della Repubblica di Milano, nel capitolo dedicato alla “sostanza” della democrazia, sostiene che non ci può essere libertà senza responsabilità e, quindi, che la qualità delle leggi (e anche, aggiungo io, dell'azione di un Governo, o di un ente locale), dipende anche dalla capacità degli elettori di esercitare un'efficace controllo ed indirizzo della “condotta” degli eletti.

L'attuale amministrazione ha davanti a sé ancora quasi due anni e mezzo di mandato, con un nuovo strumento urbanistico da approvare, l'unione dei comuni da concretizzare, tre bilanci da gestire, …

Insomma le scelte di questi amministratori, che fino ad ora poco hanno rispettato, a nostro avviso, gli impegni di programma, avranno conseguenze ancora per molti anni sulle condizioni di vita della nostra Comunità. Per questo noi continueremo, per quanto ci è possibile, a esprimere il nostro dissenso rispetto alle decisioni che non possiamo condividere (come per esempio le spese per gli ulteriori recenti incarichi fiduciari affidati a tecnici esterni), e a fare le nostre proposte alternative.

E quindi continueremo a seguire l'azione di questa amministrazione e a fare informazione critica.

A seguire riportiamo quindi una breve sintesi di quanto abbiamo appreso nel corso del consiglio comunale del 29 dicembre scorso, insolitamente seguito da numerosi cittadini.

I lavori sono iniziati con un’accesa discussione sull'approvazione del verbale del consiglio del 30.09.2011 in merito ad una tabella che non sarebbe stata “sul tavolo della precedente seduta”, e poi sarebbe stata allegata alla versione definitiva della delibera con un elenco di beneficiari di contributi del terremoto: abbiamo sentito reciproche accuse di “falso in atto pubblico” e di “calunnia”.

All'ordine del giorno, come anticipato dal consigliere di minoranza Creta in un comunicato su “Vivitelese”, c'erano poi un'interrogazione e due interpellanze della minoranza.

Per quanto riguarda la prima, il sindaco Izzo ha sostenuto che “è normale” che ci siano “gruppi di potere” negli uffici pubblici e che spetta all'amministrazione vigilare per evitare "degenerazioni"! Inoltre ha detto che non sempre le direttive dell'attuale maggioranza sono state rispettate, ma senza precisare chi, come e quando se ne sia “discostato”.

Sulle interpellanze, dopo le solite schermaglie dialettiche fra il consigliere di minoranza ragionier Creta e il capogruppo di maggioranza ragionier Iatomasi (platealmente accusato dallo stesso Creta di essere un incompetente, nel senso di non competente, in materia di contabilità pubblica), s'è capito che mancherebbero le determinazioni dei responsabili (effettivamente necessarie per legge) relative all'annullamento di vecchi residui passivi, ma non è stato detto a quali “debiti” erano riferiti i residui che sono stati eliminati in quanto mancherebbero gli atti giustificativi.

Il Presidente del Consiglio, nonché Assessore all'Ambiente, nonché responsabile di area tecnica Dott. Raffaele Pucino, in risposta alla seconda interpellanza, ha poi riferito di aver effettivamente sbagliato un'imputazione per competenza in una determinazione per la liquidazione di fatture relative al “servizio raccolta rifiuti” e che aveva fatto una determina correttiva in data 29.12.2011. A proposito, questa anomalia degli assessori/responsabili dovrebbe finire a breve con l'assunzione a tempo determinato di un dirigente tecnico, ma non possiamo condividere la procedura decisa per la scelta di questo funzionario.

Un'ulteriore variazione del bilancio 2011 e l'approvazione del “territorio omogeneo” nell'ambito della procedura che porterà all'unione dei comuni di Amorosi, San Salvatore, Telese e Castelvenere sono “passati” la prima a maggioranza e la seconda all'unanimità, senza nessuna discussione, e senza che si sia capito cosa è stato approvato. Per quanto riguarda le variazioni di bilancio, dalla lettura della relativa delibera di Giunta, si scopre che fra le “uscite” sono stati “inseriti” 8.800,00 euro per spese riscossione tributi (a chi deve essere affidato questo “servizio”?), mentre sull'unione dei comuni si continua ad andare avanti senza una vera informazione ai cittadini interessati. Si tratta comunque di due argomenti “interessanti”, sicuramente da approfondire appena sarà disponibile sul sito del comune il testo della delibera.

Dopo l'approvazione definitiva degli “emblemi araldici” del Comune, il Consiglio Comunale ha quindi affrontato un argomento insolito: la variante in sanatoria relativa ai lavori di costruzione del “fabbricato urbano adibito a sede della Farmacia ed attività annesse”.

Il relatore, l'Assessore e Responsabile di area tecnica, Arch. Leucio Iacobelli (era assente Leucio La Fazia, assessore e responsabile di area tecnica competente) ha riferito brevemente che si trattava di confermare l'interesse pubblico dell'opera già decisa dal C.C. nel 2006 (all'epoca era sindaco Creta) per consentire l'edificazione dell'edificio in deroga al PRG e prendere atto del parere favorevole alla sanatoria già comunicato circa un anno e mezzo fa dall'ufficio tecnico! Era emerso infatti che nel corso della costruzione erano stati commessi dei “lievi” abusi. Però è emerso anche che all'epoca era stata sottoscritta una convenzione che obbligava il richiedente la concessione in deroga a realizzare delle opere di arredo urbano (aiuole, panchine, ...) e che alcuni punti della convenzione sarebbero stati violati (articolo 5 della convenzione e punto 2 lettera d della delibera di C.C. del 2006, che forse sarebbe il caso di rendere pubbliche).

I consiglieri di minoranza sostenevano in particolare che gli "allargamenti" della farmacia rispetto al progetto creano disagi al traffico veicolare ed hanno impedito di chiudere, come previsto originariamente, la strada che passa a ridosso dell'ippocastano secolare vicino all'Abbazia, che sarebbe in sofferenza a causa della pressione sulle radici delle ruote dei mezzi pesanti.

In sostanza la minoranza, pur non smentendo l'interesse pubblico delle opere, chiedeva solo delle piccole modifiche migliorative ai lavori realizzati ed oggetto di richiesta di concessione in sanatoria.

Dopo una lunga sospensione dei lavori, alla fine la proposta della maggioranza è stata approvata con il voto contrario dei consiglieri di minoranza (Natillo, Creta e Romano, visto che il Dott. Di Virgilio era assente e Vincenzo Di Palma si era allontanato subito dopo la discussione più accesa fra Creta e Iatomasi).

Infine, per l'ultimo pt. all'o.d.g. (nuovo regolamento economato), nessuna discussione e veloce approvazione (erano ormai le 22.30).