domenica 27 dicembre 2009

DATI CERTIFICATI DELLA RACCOLTA DEI RIFIUTI IN PROVINCIA DI BENEVENTO - 2008

Sono stati pubblicati i dati relativi alla raccolta dei rifiuti in provincia di Benevento .
Il nostro comune ha una percentuale di raccolta differenziata del 20,38% (fra le più basse), e una produzione pro-capite di rifiuti di 380,20 Kg/anno (anche questo un dato piuttosto negativo).
I comuni più "virtuosi" sono Caspelpoto, Cerreto Sannita, Faicchio, Molinara, San Marco dei Cavoti, San Martino Sannita e San Nazzaro, tutti con percentuali di raccolta differenziata oltre il 60%.
Ma anche Castelvenere, Guardia Sanframondi e persino Telese Terme fanno meglio di San Salvatore Telesino.
Vedremo i dati del 2009, che probabilmente saranno anche peggiori di quelli del 2008.
Speriamo tuttavia che la nuova Amministrazione si dia da fare per aumentare la percentuale di raccolta differenziata nel 2010, e ridurre inoltre significativamente il quantitativo di rifiuti conferiti.
Il graduale passaggio dalla TARSU alla TIA, promesso in campagna elettorale, potrebbe dare la spinta decisiva in questo senso.

giovedì 24 dicembre 2009

BUONISMO E REALISMO

(Dalla mail "semi-confidenziale" di Carmela Longo ai co...ncittadini in movimento)

Ragazzi, abbiate la pazienza di leggere queste poche considerazioni scaturite in me qualche giorno fa, a proposito del presunto "buonismo", di chicche e sia.
Ve tocca!
Baci comunitari!
Carmela

Più che di buonismo parlerei di realismo, con un pizzico di utopia che è il motore del mondo.
La situazione attuale del nostro paese ci dice che le divisioni sono tante, i rancori e i risentimenti accumulatisi negli anni, le incomprensioni, i fraintendimenti, talvolta le chiare volontà di arrecare danno o discredito a qualcuno, sono sotto gli occhi di tutti.
E’ d’altro canto storia dell’umanità, dividere è più facile che unire, rimanere nella propria rabbia è più facile che sforzarsi a trovare un terreno di condivisione comune.
Allora la sfida non è sul terreno del “buonismo”.
Il buonismo ideologico, secondo me, porta a voler subito bypassare il conflitto.
Il buonista tout court non si può permettere di ospitare in sé la rabbia del sentirsi incompreso, attaccato, umiliato o quant’altro.
Al buonista la rabbia sua spaventa più della rabbia dell’altro.
Anzi, la rabbia dell’altro è ben accetta, quasi accolta come dato a favore della superiorità (mai ammessa) del buonista sull’altro, che si è lasciato andare a bassi istinti.
Il buonista non crede mai effettivamente nella possibilità di un mondo diverso, a lui basta attestare la sua superiorità.
Paradossalmente, non ospitando in sé la rabbia e la voglia di vendetta che spesso accompagnano chi si sente ferito nella propria autostima, ha bisogno di un mondo dispari, altrimenti non potrebbe più esistere.
No. Il buonista non serve a questa società.
Ci servono uomini e donne interi.
Che sanno cos’è la rabbia.
Che l’accettano anzi l’accolgano come dato vitale, come emozione adattiva, come sentire che ci dà lo spessore della nostra appartenenza a un mondo istintuale che non possiamo e non dobbiamo rinnegare.
Che la sanno riconoscere, e sanno dire: sto incazzato perché mi sento schernito, oppure perché mi sento incompreso, oppure perché mi sento allontanato, ecc.
Andando in fondo vedremo che il succo di tutto è spesso: sto incazzato perché non mi sento amato, perché non mi sento accettato, perché mi sento rifiutato.
Dicevo uomini e donne interi.
Che sanno farsi attraversare anche dalla rabbia, e che vigilano e si impegnano perché non diventi rancore. Il rancore si che è distruttivo, è una reiterazione che consuma dal di dentro chi lo cova, e non permette l’aprirsi di uno spazio altro, in cui nella relazione è possibile recuperare impulsi di umanità.
Uomini e donne interi, che sanno che in alcune situazioni, dove è doveroso impegnarsi in un progetto ambizioso, qual è il nostro (una comunità che diventi sempre più competente delle proprie risorse, delle proprie responsabilità, dei propri bisogni e dei propri limiti), non si può abbandonare il campo e dire “tanto fanno tutti schifo”, oppure “non faccio più niente perché non mi voglio far strumentalizzare”. Questa è l’anteprima dell’ignavia.
Quindi, dicevo, realismo e utopia. Questo ci serve.
Sono inconciliabili? Assolutamente no. Sono complementari.
Il realismo ci deve servire per considerare la natura dell’essere umano. Dall’essere umano può uscire tutto il bene e tutto il male. E’ sempre stato così. E allora? La nostra scelta è: quale contributo pensiamo di dare in un senso o in un altro? E può non esserci assolutamente altruismo in questo. Io cerco di seguire il bene, per esempio, perché fa stare bene a me, alla mia autostima, perché mi piace vedermi come una persona che si impegna per il bene. Ma tante volte, per seguire il mio impegno nel bene, semino male. Le mie figlie mi dicono che sono troppo impegnata, che sto poco con loro. Bene e male alla fin fine sembrano più i poli di una calamita, si ricostituiscono sempre. Pensate che ad es. il figlio di Gandhi era un fannullone perdigiorno e sembra abbia avuto anche un ruolo nell’assassinio del padre.
E allora? Che vita possiamo vivere? E qui ci viene incontro l’utopia. Ci dà la spinta.
Trovare nella comunità i fattori comuni, ciò che interessa a tutti, i mezzi condivisibili dal maggior numero di persone, diffondere nella comunità i valori della cooperazione e del dono (communis evoca l’esperienza del munus, del dono), accettando anche i momenti di conflitto e di divergenza, come possibilità di accrescere le risposte ai problemi.

ACCETTARE LA DIMENSIONE COMUNE COME LUOGO DOVE SI PUO’ REALIZZARE UN’INTESA SEMPRE POSSIBILE E MAI SCONTATA.

Costruire la capacità di HOLDING (letter.”tenere in braccio”).
E’ un termine che in psicologia indica la capacità della mamma di “tenere” il suo bambino tra le braccia, ma non solo e non tanto letteralmente, quanto nella capacità di mantenere la situazione in mano, dare un contenitore solido, quando il bambino è disperato, o è arrabbiatissimo, o urla, o piange. Tenerlo tra le braccia, non lasciarlo cadere, avendo fiducia che quel momento passerà.
Ci vuole forza enorme nel fare ciò, anche perché è chiaro che la mamma potrebbe a sua volta essere arrabbiata, disperata, sconnessa. Ma lei è la mamma, e da lei ci si aspetta maggiore tenuta. E’ lei che deve nutrire.
Noi non siamo la mamma di questa comunità, ma siamo però persone che non si arrendono a dire semplicemente che fa tutto schifo, perché questo sarebbe di uno sconforto spaventoso, e non sarebbe neanche veritiero. Certo, c’è da farsi un culo così. Ma noi ci siamo.

sabato 19 dicembre 2009

Ricorso ABM-Vocem: rinvio al Tar di Napoli

La discussione al tribunale amministrativo di Salerno relativa al ricorso della ABM Vocem e della provincia di Bergamo è stata rinviata a nuova data.
L’assessore all’ambiente del comune di San Salvatore Telesino ci ha comunicato che intanto il ricorso sarà discusso al TAR di Napoli e non in quello di Salerno.
Inoltre, come tutti ricorderete, a dicembre 2008 il comune di San Salvatore Telesino, il comune di Amorosi e la provincia di Benevento avevano deciso di ricorrere al Tar contro la Regione Campania che aveva concesso , per la seconda volta, la Valutazione di Impatto Ambientale alla Vocem.
A San Salvatore Telesino in quei giorni si era commissariati, pertanto fu il commissario prefettizio, dottor Scognamiglio a prendere la giusta decisione e il Tar non si è ancora espresso in materia.
Questa discrepanza è stata evidenziata al tribunale di Salerno ed è stato deciso che il ricorso bergamasco deve aspettare la decisione del tribunale amministrativo sulla precedente questione.
Sembra che la data stabilita sia il 25 marzo 2010.
Non è ancora finita, la battaglia continua ma preferiamo essere fiduciosi.

giovedì 17 dicembre 2009

Piano Urbanistico Comunale: RICOMINCIARE dal 19 febbraio 2008

Recentemente abbiamo ricevuto dall’amministrazione comunale di San Salvatore, a seguito di regolare richiesta ai sensi della ex legge 241/90, le bozze delle norme di attuazione e del Regolamento Edilizio del prossimo P.U.C., già predisposte a novembre 2008 dal progettista incaricato (scarica qui le Norme di Attuazione).
Tutti ci avevano sempre assicurato che la procedura era ferma, e che sarebbe ripresa lì dove si era fermata, con altri incontri con la cittadinanza e riunioni tematiche con tutte le categorie professionali e le associazioni interessate.
Nulla di tutto ciò!
I tecnici, evidentemente, hanno continuato a “lavorare”, by-passando completamente l’ascolto dei cittadini, e sono arrivati ad un livello di definizione praticamente definitivo almeno dei regolamenti, ovvero, come sostenuto dallo stesso Ferrigni, il corpo delle “regole” e la definizione delle procedure, che dovrebbero decidere il destino del nostro territorio per i prossimi 20-30 anni (ma i documenti presentati non sono nemmeno aggiornati con le norme più recenti in materia edilizia).
Noi cittadini avevamo già espresso le nostre richieste e le nostre convinzioni in occasione dell’incontro del 19 febbraio 2008, e avevamo pubblicizzato vari documenti, e non ci risulta che siano pervenute al comune e a i tecnici altre richieste e proposte altrettanto trasparenti, ma si è fatto il contrario di quello che i cittadini hanno chiesto.
In ogni caso le nostre richieste non sono state tenute in nessun conto e non hanno avuto nemmeno nessuna risposta.
Dunque, da dove nasce la proposta tecnica del Prof. Ferrigni?
Qualcuno gli ha chiesto di fare un PUC uguale al PRG di Telese Terme?
Non è dato saperlo! Fatto sta che, appena iniziata la lettura delle Norme di Attuazione, ci siamo resi conto che la proposta del Prof. Ferrigni è basata sostanzialmente sugli stessi principi ispiratori proprio del PRG di Telese Terme, ancora vigente, redatto dallo stesso tecnico alla fine degli anni 80 su “input” del sindaco D’Occhio, e che tanto scempio ha già provocato nella cittadina termale.
E il Prof. Ferrigni, agli studenti del suo corso di urbanistica alla facoltà di ingegneria di Napoli, spiega che i piani urbanistici comunali si redigono, pur nei limiti imposti dalle norme, in funzione di quelle che sono le istanze e le richieste dei politici locali.
Tuttavia, Norme di Attuazione e Regolamento Edilizio avrebbero dovuto essere redatti solo a valle di un percorso di vera partecipazione, dopo aver fissato insieme ai cittadini, gli obiettivi e le linee di indirizzo del piano.
Per la verità, la bozza del Regolamento Urbanistico Edilizio Comunale (RUEC) sembra più aggiornato e condivisibile nei criteri applicati, e pertanto può essere considerato un punto di partenza per le future discussioni. In particolare, gli articoli dal 138 al 145 dettano importanti disposizioni per il risparmio energetico e l’uso di fonti rinnovabili.
Tuttavia non è coerente con le Norme di Attuazione che, a nostro avviso, devono essere completamente riscritte, se non vogliamo ricadere negli stessi errori già commessi a Telese Terme.
Già nella premessa, infatti, l’intenzione del progettista (che, come abbiamo detto, avrà operato sulla base di precisi “input” politici), è chiara: in poco più di una pagina, che vi invitiamo a leggere con attenzione, vi è la sintesi di tutte le negatività che il prossimo PUC potrebbe portare con sé.
Ferrigni espone subito l’impostazione del piano: non sono gli indici (il “quanto”) e l’ubicazione delle aree di espansione (il “dove”) le cose più importanti da decidere, ma “come potranno essere sfruttati i lotti”.
Poi, citando anche inesistenti procedure partecipate e riunioni pubbliche di cui non si ha alcuna notizia, il Prof. Ferrigni passa ad illustrare lo strumento che, secondo lui, dovrebbe consentire di “governare” le trasformazioni del territorio: l’autoregolazione, grazie alla quale “l’azione dei singoli, sempre orientata a conseguire interessi particolari, produca risultati di interesse generale”.
Secondo il progettista le norme da Lui proposte “apparentemente vaghe e permissive” (!) sarebbero “in realtà strutturate in modo da neutralizzare gli effetti perversi che derivano dalla ricerca del massimo profitto che sempre anima gli utenti del piano”.
Esattamente ciò che non è avvenuto a Telese!

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martedì 15 dicembre 2009

INCENERITORE – DISCUSSIONE AL T.A.R.: AMICI FATTI, AMICI PERSI !

Comitati Civici di San Salvatore Telesino e Guardia Sanframondi contro la costruzione di un inceneritore a San Salvatore Telesino
Cittadini in Movimento


Giovedì 17 dicembre, presso il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania – sede di Salerno - è fissata la discussione la discussione in Camera di Consiglio del ricorso presentato dalla Vocem e dalla Provincia di Bergamo, contro il diniego dell’autorizzazione per la costruzione di un inceneritore nel territorio di San Salvatore Telesino maturato nella Conferenza dei Servizi del 23 luglio 2009 (vedi nostro comunicato del 22.11.2009).
Purtroppo dobbiamo registrare la mancata costituzione in giudizio di diversi comuni (fra questi Faicchio, Castelvenere, San Lorenzello e Solopaca), i cui amministratori, in rappresentanza dei cittadini, parteciparono alla C.d.S. portando unitariamente il loro parere contrario al progetto.

In questa occasione così importante non sono stati coerenti con quella decisione e con quell’impegno e non hanno nemmeno spiegato chiaramente le ragioni di tale “diserzione”, ad eccezione del sindaco di Faicchio, Borrelli, il quale ha dichiarato ai giornali di non voler “pagare” per gli errori di Creta e Nardone.

Non possiamo condividere questa posizione e crediamo che i cittadini di Faicchio che, esattamente come quelli di San Salvatore Telesino sono minacciati dal progetto Vocem, a tempo debito sapranno far “pesare” nel loro giudizio politico sul loro attuale sindaco questa decisione incomprensibile anche e soprattutto per la motivazione addotta.

Per quanto ci riguarda riteniamo che questi amministratori si siano assunta una grave responsabilità nel non essere stati consequenziali rispetto alla opposizione alla realizzazione di questo impianto a suo tempo deliberata dai loro Consigli Comunali.

Cosa ha determinato questo “cambiamento di rotta”? Dov’è la “regia” delle numerose defezioni?
Sono questi gli amministratori che chiosano inutilmente sulla “città telesina”?

Comunque siamo fiduciosi del fatto che anche il Giudice Amministrativo dovrà tenere conto soprattutto del peso decisivo dei pareri negativi resi dall’ASL e dall’ARPAC in C.d.S., che sono prevalenti in quanto attinenti la salute pubblica e la protezione dell’ambiente.

venerdì 11 dicembre 2009

VIVITELESE – STRUMENTO DI DEMOCRAZIA

I cambiamenti intervenuti nella gestione di VIVITELESE e l’auto-ridimensionamento del ruolo di Giovanni Forgione ci hanno portato in questi giorni a riflettere su quello che ha rappresentato quest’esperienza negli ultimi anni ma, anche, più in generale, sulla situazione politica di Telese Terme.
Insieme a tanti altri abbiamo invitato Giovanni a rivedere la sua decisione, ed oggi che la situazione sembra ormai definita, ringraziamo comunque Lui e gli altri “artefici” di vivitelese per il contributo che hanno dato, e continueranno a dare, alla crescita civile e politica delle nostre comunità.
Per quanto riguarda Telese, i recenti avvenimenti, ed in particolare le disavventure dell’ormai ex sindaco D’Occhio, devono essere visti come una occasione di cambiamento, forse irripetibile.
I cittadini estranei a quel sistema politico-affaristico che sembra emergere dalle indagini, devono ora ri-occupare, finalmente, quegli spazi che comunque si sono liberati sulla scena politica telesina.
In tale contesto chi, come Giovanni Forgione, in questi anni, si è distinto per impegno civile e saggezza nella gestione di quello straordinario strumento di partecipazione che è stato ed è VIVITELESE, fortemente radicato sul nostro territorio, ma anche capace di valicare i confini di Telese e della Valle Telesina, non può far mancare il suo contributo non solo nella gestione del sito ma, speriamo, anche con altre forme.
Gli interventi “politici” che in questi anni abbiamo letto su VIVITELESE hanno portato all’attenzione dell’opinione pubblica problemi e richieste dei cittadini, proposte, idee che mai avrebbero trovato spazio sui media tradizionali.
Nei prossimi mesi sarà ancora più importante che tutti abbiano la possibilità di esprimere la propria opinione, di fare proposte, di esprimere valutazioni sulle liste e, perché no, anche giudizi sui futuri candidati.
Inoltre tutti i cittadini, anche quelli che non vanno ai comizi, e che non partecipano agli incontri politici e alle riunioni più o meno ristrette che caratterizzano le fasi pre-elettorali, hanno il diritto di essere informati di quali saranno i programmi, delle proposte dei vari candidati, di sapere se e come essi intenderanno, per esempio, arginare le speculazioni edilizie che negli ultimi 15 anni hanno devastato il territorio ed il paesaggio di Telese Terme.
E siccome, purtroppo, i danni ambientali e i problemi sociali, non rispettano i confini amministrativi, noi di cittadini in movimento, consci che il futuro di Telese è decisivo anche per i destini dei cittadini dei comuni vicini, oltre ad offrire a Giovanni e agli altri gestori di VIVITELESE la nostra collaborazione, auspichiamo che sempre più persone si attivino per la crescita della comunità, per il miglioramento dei servizi pubblici e per la tutela dell’ambiente e del territorio.
La situazione urbanistica di Telese costituisce oggi un pessimo esempio che, purtroppo, anche nei comuni vicini, alcuni hanno la tentazione di imitare. Infatti, i profitti che si ritiene possa garantire quel tipo di “de-regolamentazione”, sono assai allettanti, sia per i proprietari che per i tecnici e i costruttori.
Abbiamo iniziato a leggere, a San Salvatore, la bozza delle norme di attuazione del nostro prossimo PUC: hanno la stessa impostazione che ha portato Telese alla situazione di oggi, peraltro ancora purtroppo in evoluzione in termini di nuove volumetrie che non servono ai Telesini.
E’ necessario ora che proprio da Telese parta un movimento di decisa critica a questo “modello” urbanistico ed economico, sia per recuperare lì quegli spazi che ancora possono essere salvati, sia perché altrove non si commettano gli stessi errori.
VIVITELESE, e l’impegno civico dei cittadini che l’hanno animata in questi anni, costituiscono una ricchezza immateriale delle nostre comunità ed uno strumento di relazione fra i cittadini e, a volte, fra i cittadini e le istituzioni (anche in assenza di risposte). Si tratta di un’esperienza che può e deve proseguire con lo stesso “metodo” che gli ha dato Giovanni il quale, con saggezza, ha saputo dar voce ai cittadini senza sovrapporgli la sua e senza mai strumentalizzare.
Questo approccio nel rispetto dell’opinione altrui è stata la forza di VIVITELESE e ha consentito a tutti quelli che hanno usato questa “vetrina” di sentirla come propria.
Allo stesso modo Telese Terme è di tutti i suoi abitanti, è dei cittadini che vi vivono, e che hanno il diritto/dovere di farsi carico delle scelte politiche che ne decideranno il futuro.
I cittadini, gli elettori che, dopo il commissariamento, dovranno scegliere i loro futuri rappresentanti, dovranno chiedere ai candidati di ascoltare e discutere, di organizzare assemblee pubbliche, di illustrare con chiarezza e semplicità le proprie idee confrontandole con quelle degli altri, e magari di scegliere i candidati e formare una lista con un processo partecipato e trasparente, anche con le primarie di lista, aperte a tutti i cittadini.
Non si può più continuare a ragionare come individui, ma dobbiamo tornare a sentirci comunità. E chi va ad assumere la responsabilità del governo di una comunità e del territorio in cui essa vive, non può prescindere dalla conoscenza delle reali esigenze della comunità, non può non operare con trasparenza e non può esimersi dall’attivare reali ed efficaci processi di partecipazione.

domenica 6 dicembre 2009

I ruoli della politica e dell’associazionismo: Parliamone.

I ruoli della politica e dell’associazionismo: Parliamone.
di Alessio Masone

La crisi delle ideologie e della democrazia rappresentativa, in corso nel XXI secolo, agevolerà, nella gestione dei beni comuni, un coinvolgimento dei cittadini, ormai attori politici, in qualità di consumatori critici, di associazioni per uno sviluppo sostenibile, di movimenti per la difesa del territorio e degli esclusi sociali. Stante la crisi dei sistemi di scala, in ambito economico, politico, sociale e ambientale, il modello verticistico, tipico dei partiti e delle grandi aziende, dovrà lasciare il passo a un modello orizzontale che, grazie a un cambiamento dal basso, potrà dare risposte alle emergenze sociali, occupazionali e di salubrità pubblica.

Ne consegue che alcuni uomini politici, quelli più capaci di contaminazione, vogliano intercettare le energie generate da una trasformazione sociale, sempre più incalzante: Nardone, con Futuridea, Orlando, con Parliamone, e Medici, con Palazzo di città, ne sono, solo, alcuni esempi.

Di per sé, il gesto, degli esponenti politici che familiarizzano con l’associazionismo, sembra avallare, velocizzandola, l’evoluzione sociale prevista. Ma, al di là della buona fede, in concreto, questo gesto tende a inficiare la portata rivoluzionaria del cambiamento dal basso.
Nell’attendere un processo di democratizzazione estrema della gestione pubblica, ci ritroveremmo esponenti politici capaci di controllare anche il mondo dell’associazionismo, come se, in parlamento, il presidente del partito di maggioranza, fosse anche il leader del partito di opposizione.
Come se la Coldiretti, ente nazionale a vocazione verticistica, volesse agevolare le attività di filiera corta tra produttore e consumatore: ne otterrebbe un risultato solo formale, disarmando, di fatto, un processo che spontaneamente sta spingendo i consumatori a relazionarsi ai piccoli produttori locali, in una, coesa e territoriale, “comunità del cibo”, perché la filiera corta non è solo un passaggio in meno, è, soprattutto, una forma mentis che non può essere calata dall’alto.
Come se le associazioni, culturali o ambientaliste, di carattere nazionale o internazionale, volessero, tramite i loro delegati sul territorio, essere protagoniste del cambiamento dal basso e della diffusione di una filiera corta: di fatto, avallano, con la loro ingombrante visibilità sovraterritoriale, un verticismo nei processi culturali e sociali.
Come se gli esponenti dell’associazionismo, una volta accettato gli incarichi presso gli enti territoriali, poi volessero continuare a essere parte del dibattito interno alle associazioni, senza avere più la garanzia di un’autonomia.

Quindi, nessuno è contro l’associazione Parliamone, di cui stimiamo, senza dubbio, i promotori. Si teme solo il duplice ruolo di Nazzareno Orlando: sebbene egli sia un’ottima persona, un politico colto e valente, la democrazia ha bisogno del pluralismo di quei ruoli che devono restare, garantisticamente, opposti, l’uno all’altro.
Anche per questo, è comprensibile il disagio di quelle associazioni che hanno difficoltà a radunare una manciata di partecipanti alle loro iniziative, mentre una specifica associazione, essendo promossa da un esponente politico, già assessore e, in futuro, probabile sindaco o deputato, riesce a coinvolgere frotte di simpatizzanti o, comunque, a riscuotere risonanza sul territorio.

Qualcuno ha scritto che Orlando, tramite l’associazione Parliamone, ha promosso iniziative a favore di temi, senza colore politico, come quella contro la povertà e i cambiamenti climatici o quella a favore dell’intitolazione di uno spazio pubblico a Giancarlo Siani, il giornalista trucidato dalla camorra.
Orlando è parte della società civile che, con coerenza, concretamente, è a favore della legalità, della giustizia sociale e della tutela ambientale? O, in quanto esponente di rilievo di un partito verticistico per antonomasia, è parte di quel sistema partitico che, di destra e di sinistra, per sopravvivere, alla ricerca di consensi e finanziamenti, dialoga con le grandi aziende (opere pubbliche, project financing e edilizia residenziale), di fatto, agevolando il braccio imprenditoriale della camorra, distruggendo la qualità ambientale del territorio e aumentando la disparità tra ricchi e poveri. Il vero Orlando è quello che dice o quello che fa?

Orlando, con la sua buona fede, rischia di consentire alla politica di mettere il cappello sulla società civile e di legittimare la classe politica nel suo agire sconsiderato.

Le associazioni, con la loro metodologia e con le loro idee, hanno il compito di condizionare i politici più illuminati, come Orlando: se un esponente politico del XXI secolo crede nella portata innovativa dell’associazionismo, dovrebbe mettersi in ascolto delle associazioni già esistenti sul territorio e non farsene una, personalizzata e su misura, per non farsi contaminare, neanche, ora, dal mondo in cambiamento.

Il cambiamento dal basso non è una moda: è una risposta fisiologica del sistema all’incapacità della democrazia rappresentativa di tutelare il bene comune. Cambiamento dal basso non significa che le leggi siano decise dalla popolazione, senza il filtro dei suoi rappresentanti: più realisticamente, significa che, in un’economia sovranazionale e, quindi, anche sovraterritoriale, il solo legiferare non sia più sufficiente per affrontare le emergenze in corso. Cambiamento dal basso, quindi, significa sostituire l’approccio del delegare con l’approccio del risolvere in prima persona le problematiche comuni: mettere in discussione i propri stili di vita, lasciare che la filiera corta, la cittadinanza attiva e il consumo critico portino nel quotidiano, dei processi sociali ed economici, le istanze di solidarietà e di tutela ambientale che, nel XX secolo, erano considerati, dalla politica e dalla popolazione, argomenti da trattare a parte.

Solo una classe dirigente che utilizza una pratica quotidiana responsabile, approcciando esperienzialmente alla sostenibilità, potrà padroneggiare le istanze di quello sviluppo sostenibile che, necessario a una società in trasformazione, considera, in un approccio integrato, sviluppo economico, tutela ambientale, giustizia sociale.

Non deve essere più tollerato, nella nostra era, il paradosso che avvocati, giudici e notai, nelle ore di lavoro, uomini di legge, e, nel quotidiano, conducenti di SUV, condividano gli stessi gusti di criminali e truffatori. Non è più sostenibile che la classe dirigente e intellettuale, fuori dal lavoro, abbia gli stessi approcci dei qualunquisti che non fanno un uso consapevole del tempo libero, condividendo, con questi, gli stessi viaggi, gli stessi gusti nell’abbigliamento e nei consumi alimentari. Non è possibile che nei luoghi istituzionali, mentre si discute di legalità o di rifiuti, si utilizzino gli stessi bicchieri e bottiglie di plastica presenti nel corso di una riunione di criminali.

I buoni propositi, nelle parole di un ogni uomo politico, suonano vuoti come quelli di chi, su facebook, condivide, con un virtuale e gratuito clic, “sono contrario alla fame nel mondo”.
Dirsi contrari a una ingiustizia, a parole, è una cosa, esserlo, nella pratica esperienziale, è un’altra: gli uomini politici, interessati al cambiamento, aprendosi a un nuova forma mentis, frequentino le attività promosse, orizzontalmente, dalla società civile e dall’associazionismo ecosolidale.

Gli uomini politici, se vogliono dare risposte al XXI, sappiano di essere, prima di ogni cosa, cittadini e consumatori che, con le loro scelte quotidiane e i loro stili di vita, sono già attori politici.

giovedì 3 dicembre 2009

SST: iniziativa "Dona un libro alla tua biblioteca"

DOMENICA 13 dicembre 2009, ore 10
E' il primo evento creato dall'Associazione per promuovere la Biblioteca

Nella biblioteca sarà allestito un albero di Natale fatto di rami e tronchi raccolti nel bosco. Tutti i Bambini sono invitati a venire in Biblioteca per portare un libro in dono e per completare l'albero. Essi, insieme ai CLOWN andranno per le strade del paese a raccogliere i libri che vorrete donare e per invitare anche gli adulti a festeggiare con noi.

PERCORSO
Raduno davanti alle scuole elementari,
andremo a via Roma,
gireremo in Via Telese vetere verso la Cappellina
poi lungo il Corso e in Piazza,
da lì verso la Chiesa
e ci fermeremo in biblioteca dove i bambini giocheranno con i clown e allestiranno l’albero di Natale con libri, pensieri e versi creati da loro.

Associazione "Amici della biblioteca di S.Salvatore Telesino"

giovedì 26 novembre 2009

Emergenze sul territorio ed aggressione ai beni comuni

Cittadini in Movimento – Laboratorio di cittadinanza attiva
Comitati civici di San Salvatore Telesino e Guardia S. contro l'inceneritore
Altrabenevento - Associazione per la città sostenibile contro il malaffare
Benevento EcoSolidale – Comunità delle associazioni ambientaliste e solidali sannite
Rete Arcobaleno – Associazioni per un’economia ecosolidale
Coordinamento delle associazioni/comitati
contro la centrale elettrica di Ponte Valentino
Lerka Minerka – Naturalismo ed escursionismo
Città di Eufemia – Nodo di economia solidale

invitano a partecipare,

Sabato 28 novembre 2009
ore 18.00
,

al dibattito pubblico

Emergenze sul territorio ed aggressione ai beni comuni

Controllo dei cittadini sul governo degli Enti Locali, sull’uso delle risorse pubbliche e sulla gestione dei beni comuni


• Inceneritore di San Salvatore Telesino;
• Centrale a turbogas “La Luminosa” a Ponte Valentino;
• Rifiuti: discariche, raccolta differenziata e smaltimento;
• Consumo di territorio e degrado del paesaggio;
• Ecovicinanza, un paradigma contro il verticismo culturale, politico ed economico;
• Privatizzazione dei servizi pubblici: il caso dell'acqua;
• Presìdi sanitari e tutela della salute.

Modera Jusy Iuliano, giornalista di Media TV

Telese Terme
Biblioteca Comunale - Piazza M.Teresa di Calcutta

Come potete acquistare o vendere il cielo, il calore della terra? L'idea ci sembra strana. Se noi non possediamo la freschezza dell'aria,lo scintillio dell'acqua, come potete voi acquistarli? Ogni parte di questa terra è sacra per il mio popolo...
Lettera del Gran Capo Seattle, Tribù Suwamish, a Franklin Pierce, Presidente degli Stati Uniti (1855)

Cittadini ed amministratori sono invitati a partecipare

domenica 22 novembre 2009

RICORSO AL T.A.R. PROMOSSO DALLA PROVINCIA DI BERGAMO

La VOCEM Srl e la Provincia di Bergamo hanno notificato a tutti gli enti coinvolti i rispettivi ricorsi (scarica qui) avverso la decisione, assunta nella conferenza dei servizi del 23 luglio scorso, di denegare l’autorizzazione per la costruzione di un inceneritore nel comune di San Salvatore Telesino.
Al di là della fondatezza del ricorso nel merito, e delle eventuali eccezioni che certamente i legali degli Enti che si costituiranno in giudizio potranno proporre, una prima considerazione è quella sulla portata politica dell’iniziativa: una Amministrazione provinciale che intendeva realizzare un investimento “speculativo” che agisce in giudizio contro un’altra Amministrazione provinciale, oltre che contro la Regione che, anche sulla spinta dei cittadini con migliaia di firme e tante iniziative di sensibilizzazione, hanno voluto difendere il territorio da un’opera pericolosa per l’ambiente e per la salute delle popolazioni coinvolte.
La decisione opposta con il ricorso al tribunale Amministrativo Regionale era stata una vittoria politica della partecipazione dei cittadini della Valle Telesina che si erano fermamente opposti all’impianto, ma è stata determinata soprattutto dai pareri del Genio Civile di Benevento, della ASL e dell’ARPAC.
Tre cose, soprattutto, emergono da una prima lettura del ricorso.
Innanzitutto la convinzione che la Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.) rilasciata nel 2006 e nel 2008 dalla Regione Campania a seguito di parere positivo della Commissione dovesse essere sufficiente a garantire l’autorizzazione; per Noi questo assunto è assolutamente sbagliato, visto che una V.I.A. era semplicemente un presupposto necessario al proseguimento del procedimento. Ricordiamo anche che in entrambi i procedimenti di V.I.A. i cittadini non hanno avuto alcuna possibilità di partecipare, del resto l'esito della commissione fu solo pubblicato su Il Sole 24 ore, quotidiano non certo tra i più diffusi fra i non addetti.
Poi il fatto che il parere dei comuni interessati, finanche quelli di San Salvatore Telesino, Amorosi e Puglianello, non dovessero essere considerati nel determinare la decisione della C.d.S. del 23 luglio 2009.
Insomma, secondo la provincia di Bergamo e la VOCEM, i cittadini di questi tre comuni, per il tramite dei loro rappresentanti, non avevano voce in capitolo rispetto ad una decisione che così gravemente impattava sul loro futuro.
Questo è francamente inaccettabile.
Ci appare infine grossolana la contestazione secondo la quale si sia dato meno peso ad enti quali aeronautica milit., vv.ff. (favorevoli) rispetto ad ASL, ARPAC, (contrari) quando la normativa che regolamenta la procedura della Conferenza dei Servizi ( Legge n. 15 del 2005 ) dice che, addirittura, è sufficiente che dissenta un solo ente preposto alla tutela della salute, della incolumità o dell'ambiente, che la procedura si DEVE interrompere e passare la mano ad altri organismi decisionali (insomma, prevale il dissenso di un tale ente rispetto alla maggioranza nel caso di maggioranza favorevole). Questo giusto per sottolineare il diverso peso conferito, per fortuna e ancora, a tali enti (e soprattutto all'oggetto della loro tutela) a prescindere dai numeri.
Per il resto il ricorso punta a dimostrare soprattutto le presunte carenze tecniche del parere presentato in conferenza dalla provincia di Benevento, a fronte della asserita completezza dello Studio di impatto Ambientale presentato dalla VOCEM.
Non crediamo che il Tribunale Amministrativo sia la sede adatta a entrare nel merito di queste argomentazioni tecniche, mentre le obiezioni sulla procedura attuata dalla Regione ci sembrano piuttosto deboli.
Facciamo notare, ancora, che nel ricorso, oltre gli interessi della provincia di Bergamo e di due società a capitale pubblico (ABM e VOCEM), si richiama ancora l’emergenza rifiuti in Campania, per giustificare la richiesta di annullamento, previa sospensiva, del decreto dirigenziale della Regione Campania che ha denegato l’autorizzazione per la realizzazione dell’impianto.
In attesa che tutti gli Enti si costituiscano in giudizio contro la provincia di Bergamo e la VOCEM, ribadiamo che bisogna continuare ad opporsi alla realizzazione di un’opera sbagliata, inutile, dannosa per la salute, pericolosa, pessimo esempio di sfruttamento del nostro territorio da parte di amministratori che vogliono tutelare gli interessi dei loro amministrati a scapito di quelli dei cittadini di un altro territorio e di imprenditori senza scrupoli e sensibilità, che vogliono solo lucrare su incentivi pubblici, come hanno sempre fatto.

sabato 21 novembre 2009

CI HANNO RUBATO ANCHE L'ACQUA!

Le "corporations" sono riuscite nel loro vergognoso intento.
Ci provavano da tempo, e, ora, purtroppo, hanno trovato la "sponda politica" che le ha accontetate.
L'acqua è diventata una merce!
Una merce preziosa, che ora sarà venduta, e non più garantita come diritto di ognuno, e non potremo fare a meno di comprarla, qualunque sia il prezzo che ci imporranno: una vera "pacchia" per chi potrà venderla.
Ci uniamo al grido di Alex Zanotelli, e chiediamo a tutti i nostri Amministratori locali di fare quanto in loro potere per contrastare questa scellerata azione contro i diritti dei cittadini ed il bene comune.
Cittadini in Movimento

Napoli, 19 novembre 2009
Acqua privatizzata

“MALEDETTI VOI….!”
Non posso usare altra espressione per coloro che hanno votato per la privatizzazione dell’acqua , che quella usata da Gesù nel Vangelo di Luca, nei confronti dei ricchi :” Maledetti voi ricchi….!”
Maledetti coloro che hanno votato per la mercificazione dell’acqua .
Noi continueremo a gridare che l’acqua è vita, l’acqua è sacra, l’acqua è diritto fondamentale umano.
E’ la più clamorosa sconfitta della politica. E’ la stravittoria dei potentati economico-finanziari, delle lobby internazionali. E’ la vittoria della politica delle privatizzazioni, degli affari, del business.
A farne le spese è ‘sorella acqua’, oggi il bene più prezioso dell’umanità, che andrà sempre più scarseggiando, sia per i cambiamenti climatici, sia per l’aumento demografico. Quella della privatizzazione dell’acqua è una scelta che sarà pagata a caro prezzo dalle classi deboli di questo paese( bollette del 30-40% in più, come minimo),ma soprattutto dagli impoveriti del mondo. Se oggi 50 milioni all’anno muoiono per fame e malattie connesse, domani 100 milioni moriranno di sete. Chi dei tre miliardi che vivono oggi con meno di due dollari al giorno, potrà pagarsi l’acqua? “
Noi siamo per la vita, per l’acqua che è vita, fonte di vita. E siamo sicuri che la loro è solo una vittoria di Pirro. Per questo chiediamo a tutti di trasformare questa ‘sconfitta’ in un rinnovato impegno per l’acqua, per la vita , per la democrazia. Siamo sicuri che questo voto parlamentare sarà un “boomerang” per chi l’ha votato.
Il nostro è un appello prima di tutto ai cittadini, a ogni uomo e donna di buona volontà .Dobbiamo ripartire dal basso, dalla gente comune, dai Comuni.
Per questo chiediamo:
AI CITTADINI di
-protestare contro il decreto Ronchi , inviando e -mail ai propri parlamentari;
-creare gruppi in difesa dell’acqua localmente come a livello regionale;
-costituirsi in cooperative per la gestione della propria acqua.
AI COMUNI di
-indire consigli comunali monotematici in difesa dell’acqua;
-dichiarare l’acqua bene comune,’ privo di rilevanza economica’;
-fare la scelta dell’AZIENDA PUBBLICA SPECIALE.
LA NUOVA LEGGE NON IMPEDISCE CHE I COMUNI SCELGANO LA VIA DEL TOTALMENTE PUBBLICO, DELL’AZIENDA SPECIALE, DELLE COSIDETTE MUNICIPALIZZATE .
AGLI ATO
-ai 64 ATO( Ambiti territoriali ottimali), oggi affidati a Spa a totale capitale pubblico, di trasformarsi in Aziende Speciali, gestite con la partecipazione dei cittadini.
ALLE REGIONI di
-impugnare la costituzionalità della nuova legge come ha fatto la Regione Puglia;
-varare leggi regionali sulla gestione pubblica dell’acqua.
AI SINDACATI di
-pronunciarsi sulla privatizzazione dell’acqua;
-mobilitarsi e mobilitare i cittadini contro la mercificazione dell’acqua.
AI VESCOVI ITALIANI di
-proclamare l’acqua un diritto fondamentale umano sulla scia della recente enciclica di Benedetto XVI, dove si parla dell’”accesso all’acqua come diritto universale di tutti gli esseri umani, senza distinzioni o discriminazioni”(27);
-protestare come CEI (Conferenza Episcopale Italiana) contro il decreto Ronchi .
ALLE COMUNITA’ CRISTIANE di
-informare i propri fedeli sulla questione acqua;
- organizzarsi in difesa dell’acqua.
AI Partiti di
- esprimere a chiare lettere la propria posizione sulla gestione dell’ acqua;
-farsi promotori di una discussione parlamentare sulla Legge di iniziativa popolare contro la privatizzazione dell’acqua, firmata da oltre 400.000 cittadini.
L’acqua è l’oro blu del XXI secolo. Insieme all’aria , l’acqua è il bene più prezioso dell’umanità. Vogliamo gridare oggi più che mai quello che abbiamo urlato in tante piazze e teatri di questo paese : “L’aria e l’acqua sono in assoluto i beni fondamentali ed indispensabili per la vita di tutti gli esseri viventi e ne diventano fin dalla nascita diritti naturali intoccabili- sono parole dell’arcivescovo emerito di Messina, G. Marra. L’acqua appartiene a tutti e a nessuno può essere concesso di appropriarsene per trarne illecito profitto,e pertanto si chiede che rimanga gestita esclusivamente dai Comuni organizzati in società pubbliche , che hanno da sempre il dovere di garantirne la distribuzione al costo più basso possibile.”

Alex Zanotelli

martedì 10 novembre 2009

Diatribe in consiglio, rivalse personali e manifesti per i prossimi cinque anni?

Nelle ultime settimane l’unica comunicazione ai cittadini da parte degli amministratori, sia di maggioranza che di opposizione, è consistita in uno scambio di manifesti/comunicati assai poco edificante sia per gli uni che per gli altri, ma ancora di meno per i cittadini.
I consigli comunali si sono ridotti a discussioni sterili, sovente con toni inutilmente accesi, su tematiche spesso di scarsa rilevanza amministrativa.
Il sito istituzionale, nonostante la pubblicazione di alcuni atti (grazie solo all’iniziativa del Commissario), è poco fruibile e manchevole degli allegati rendendo complicato seguire l’azione politica, sia di maggioranza che di minoranza, già di per sé poco comprensibile.
Molto si è scritto sull’approvazione all’unanimità del bilancio consuntivo 2008, ma i cittadini, non avendo tutti gli atti a disposizione, ancora non hanno la possibilità di capire se ha ragione Creta o piuttosto l’attuale maggioranza che dichiara di averlo approvato solo per “senso di responsabilità” (!?); né il battibecco tuttora in corso contribuisce alla chiarezza.
Quello che traspare pubblicamente dell’attività amministrativa fin qui svolta, sia dalla maggioranza che dall’opposizione, sono solo polemiche e reciproci attacchi politici - con la “p” minuscola - dettati soprattutto da risentimenti personali.
Ma la sostanza della gestione della cosa pubblica dov’è finita?
Da cinque mesi a questa parte o manca del tutto e si occupa il tempo (loro e nostro) con insulti vicendevoli e dibattiti fumosi o la si attua a nostra completa insaputa (non sapremmo scegliere fra le due ipotesi…).
Riteniamo, non ci stancheremo mai di ripeterlo, sia doveroso informare i cittadini di quanto i loro amministratori stiano facendo, se stanno facendo, in particolare per quanto riguarda:
- Il PUC (Piano Urbanistico Comunale) e la relativa procedura partecipata;
- Il problema rifiuti in vista della provincializzazione;
- I problemi di bilancio e le possibili azioni di intervento:
- Recupero dell’evasione (ICI, servizio idrico, TARSU, ecc.);
- verifica situazione contabile relativa ai contratti per la gestione delle concessioni comunali (Parco Rio Grassano, Casa di riposo per anziani, Terme);
- Razionalizzazioni della spesa corrente;
- Rendere effettiva, e non solo dichiarata, la trasparenza sulle attività in corso, gli incarichi assegnati, ecc.;
- La salvaguardia di salute, ambiente e territorio da attuali e future aggressioni (deposito pneumatici, cave, impianti pericolosi, ecc.).
Da una ri-lettura del programma elettorale della lista “PDL-Berlusconi (!) per Romano” (ancora disponibile sull’archivio 2009 di vivitelese.it) non sfugge che molti impegni programmatici di entrambe le liste siano comuni anche rispetto alle tematiche sopra richiamate; quindi, non capiamo perché i consiglieri di minoranza non si facciano carico di incalzare la maggioranza rispetto a tali impegni: sarebbe molto più efficace ed utile per i cittadini invece delle sterili e poco credibili polemiche-facezie in cui l’opposizione si diletta da quando qualche sedia è stata scambiata in sala consiliare.
Romano, per esempio, sul PUC aveva promesso “l’immediata convocazione di una seduta pubblica per suggerimenti ed osservazioni della cittadinanza, degli imprenditori, degli artigiani e delle associazioni”: può organizzarla anche dall’opposizione.
Il buon operato di un'Amministrazione, contrariamente a quanto, a prima vista, si possa pensare, è fortemente influenzato dall'efficacia della vigilanza e dal livello di stimolo e controllo operato dall'opposizione o minoranza consiliare sull'attività amministrativa della maggioranza.
Non ci sono evidenze che l’opposizione stia svolgendo questo ruolo.
Il tempo della campagna elettorale è finito da un po’, come continuate voi stessi a rinfacciarvi a vicenda: ora bisogna amministrare, ciascuno svolgendo il proprio ruolo!

Cittadini in movimento – Laboratorio di cittadinanza attiva
transizionesst@gmail.com

venerdì 30 ottobre 2009

Comunicato Stampa ai giornali: Richiesta di incontro pubblico sul Piano Provinciale Rifiuti e relativa Provincializzazione

Una lettera- richiesta- documento è stata protocollata oggi, 29 ottobre 2009 alla Provincia di Benevento.
Indirizzata all’assessore Aceto , e per conoscenza al presidente Cimitile, firmata dalle associazioni ambientaliste e dai comitati civici , uniti in coordinamenti , della provincia e della città di Benevento.
I suddetti coordinamenti sono allarmati dal fatto che, nonostante da più parti si affermi che la drammatica emergenza rifiuti sia ormai terminata, ancora oggi, in Campania, non esista un ciclo di gestione dei rifiuti capace di coniugare un efficace trattamento dei rifiuti (secondo i criteri di priorità stabiliti dalla normativa europea) con il rispetto della legalità, con la tutela dell’ambiente e con il diritto alla salute dei cittadini campani. Alla richiesta di incontro pubblico sono stati allegati i documenti contenenti lo studio delle criticità e le nostre proposte relative agli impianti CDR e ai siti di compostaggio.
Il governo del nostro paese sta concentrando enormi risorse per realizzare, con grosse difficoltà, e con aggravio dell’inquinamento ambientale, l’ultimo anello dell’impiantistica al servizio della filiera di gestione dei rifiuti (quello dell’incenerimento e del conferimento in discarica), laddove manca, invece, il primo fondamentale anello di tale impiantistica, necessario al recupero e alla valorizzazione, anche a fini agronomici, della frazione organica (il cosiddetto “umido”, che può e deve essere trasformato in fertilizzante).
Vanno, inoltre, attivati tutti gli strumenti a disposizione (normative, incentivi, graduale passaggio da TARSU ( aumentata, anche, di recente) a TIA, con annesse campagne di “sensibilizzazione e informazione”) per la riduzione dei rifiuti, a monte della produzione, tramite il disincentivo degli imballaggi in plastica (bottiglie e contenitori) e dei prodotti monouso non biodegradabili (stoviglie in plastica), attraverso il bando degli shoppers monouso in polietilene ed agevolando l’economia del riuso e il compostaggio domestico, laddove possibile.
Di tutto questo si è già discusso ma purtroppo non ancora messo in pratica.
Sembra a tutti noi alquanto strano che di queste problematiche non si discuta con esaustività anche nelle singole amministrazioni , anzi gli assessori all’ambiente dei singoli comuni si nascondono e si rifiutano, paradossalmente, di richiedere un confronto, sicuramente chiarificatore, proprio con l’Assessore all’Ambiente provinciale preposto a guidare la provincia in questo nuovo percorso.
Per quanto riguarda la Provincia di Benevento, infatti, si è appreso dai comunicati stampa che l’assessore all’ambiente della Provincia di Benevento, è stato designato commissario ad acta per la strutturazione della società provinciale di gestione dei rifiuti, che è impegnata a riscrivere il Piano Provinciale Rifiuti e che riveste il ruolo di responsabile dell’impiantistica, dei siti di compostaggio, dei lavoratori attualmente occupati nei tre Consorzi provinciali.
Per questo motivo, i suddetti coordinamenti CHIEDONO all’assessore all’ambiente della Provincia di Benevento che, tramite un dibattito pubblico e un’assemblea del Forum Ambientale FABENE, siano rese note, ai soggetti del territorio interessati, le linee programmatiche che il commissario ad acta, nei prossimi mesi, intende dare seguito relativamente:
- alle linee guida della gestione rifiuti, già approvate dalla giunta provinciale nel 2008, ma mai presentate pubblicamente;
- al Piano Provinciale Rifiuti (non essendo ancora stato definito, né presentato sul territorio, suggeriamo che l’assessore recepisca preventivamente le proposte e le osservazioni della società civile);
- alle linee programmatiche della costituenda società provinciale, oltre che ad eventuali richieste di chiarimenti sullo statuto della stessa;
- alla discarica di Sant’Arcangelo Trimonte;
- al destino dei lavoratori dei Consorzi della Provincia, notoriamente in esubero e, quindi, con un futuro alquanto incerto.

Se l’assessore volesse andare incontro alle richieste dei suddetti coordinamenti, con un percorso largamente partecipato, il Suo impegno di commissario ad acta ne uscirebbe sicuramente arricchito e, al contrario delle programmazioni imposte, e non condivise, sarebbe accolto con maggiore favore e impegno.


(coordinamenti di movimenti)
- Co.Re.Ri. - Coordinamento Regionale Rifiuti della Campania;
- Benevento EcoSolidale - Coordinamento provinciale delle associazioni
ambientaliste e solidali;
- Rete Arcobaleno di associazioni per un'economia ecosolidale.

(singoli movimenti)
- A Guardia dell'Ambiente - Comitato civico di Guardia Sanframondi;
- Comitato contro la costruzione di un inceneritore a San Salvatore Telesino;
- Cittadini in movimento - San Salvatore Telesino;
- Città di Eufemia - Nodo di economia solidale - San Lorenzello;
- LIPU - Sezione di Benevento - Marcello Stefanucci;
- Lerka Minerka - Associazione di escursionismo naturalistico - San Giorgio del Sannio - Roberto Pellino;
- Associazione Rete Arcobaleno Benevento - Maria Masone;
- Club Alpino Italiano - Sezione di Benevento - Enzo Ascione;
- GAS Arcobaleno Benevento - Gruppo d'Acquisto Solidale - Enzo Auletta;
- Tandem21 - Consumo Critico e Commercio Equo e Solidale - Benevento - Fabio Santucci;
- WWF Associazione Sannio - Benevento - Francesco Bevilacqua;
- FIAB Sannio - Ambiente e biciclette - Benevento - Massimo Mazzone;
- Slow Food Benevento - Erasmo Timoteo;
- E' più bello insieme - Benevento - Angelo Moretti;
- La Cinta Onlus - Per il recupero della relazione uomo-animale - Benevento - Tullio Zullo.

lunedì 26 ottobre 2009

"Porta la sporta", sensibilizzazione (?), e poi ?

Ho sentito parlare a S.Salvatore dell'iniziativa "porta la sporta" che io ed alcuni miei amici già pratichiamo volontariamente senza sforzo anche nella speranza di un'ampia diffusione della pratica. Rammento che si tratta di un'iniziativa che mira all'eliminazione dei sacchetti di plastica per la spesa sostituendoli con borse (sporte) riusabili.
L'iniziativa, dicevo, è lodevole di per sè, ma resterà ai blocchi di partenza, ed un pò demagogica, se non sarà accompagnata da un'ordinanza del Comune che bandisce i sacchetti di plastica nel giro di qualche mese, e se non si risolve, nel contempo, il problema della periodica mancanza dei sacchetti di plastica per l'immondizia (anch'essi peraltro inquinanti quanto gli shoppers...).
Insomma, se guerra ai sacchetti di plastica deve essere, che sia fatta con un piano completo che coinvolga tutti gli attori:
1) i cittadini, con la sensibilizzazione (sembra si stia facendo, almeno nelle scuole, poi ?)
2) l'amministrazione, con messa al bando ed incentivi: nessuna evidenza in merito da parte degli assessori preposti, immagino includendo quelli al "commercio" ed all' "ambiente" dal quale non abbiamo ricevuto risposte in tal senso
3) commercianti: sono disposti e preparati all'iniziativa ? Perchè dovrebbero farlo ?
Rammento che a livello nazionale c'è stata una proroga al 01/01/2011 della messa al bando dei sacchetti, sfruttiamo questa fase per prepararci al meglio slegandoci dalla politica nazionale (anticipandola) che ha tempi ed interessi non sempre comprensibili, .
Ovviamente l'eliminazione dei sacchetti di plastica, se conseguita, è un ottimo primo passo. Tuttavia invito ad incastonare questa iniziativa in un piano rifiuti complessivo, coerente ed efficace: non limitiamoci alle sole campagne, magari gratificanti perchè vistose, lasciando le politiche di più ampio respiro alle sole mani del neo-commissario provinciale ai rifiuti, mettiamoci nelle condizioni in cui, come cittadini e come Comune, possiamo partecipare, scegliere ed agire con responsabilità su questi temi.

Francesco Pascale - Cittadini in movimento


PS: è un peccato che non ci sia stato alcun coinvolgimento pubblico della cittadinanza di S.Salvatore per l'organizzazione e la promozione dell'iniziativa: anche in questo caso noi, come "cittadini in movimento", insieme ad altre associazioni con cui siamo in contatto e ad altri singoli sensibili al tema avremmo potuto dare il nostro contributo portando di persona queste proposte o critiche che avrebbero quantomeno reso l'iniziativa più robusta, consistente e portato il protagonismo di coloro che devono attuare queste pratiche quotidianamante. Chissà quando si smetterà di avere paura dei propri amministrati ?

venerdì 23 ottobre 2009

Riunione Associazione Amici della Biblioteca San Salvatore Telesino

23 ottobre 2009
S.Salvatore, associazione amici della biblioteca
Pubblicazione di Betty Colella su "vivitelese.it"


“Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro l'inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire”
Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano

E' con questo spirito che a San Salvatore Telesino sta prendendo forma l'Associazione Amici della Biblioteca, un gruppo di volontari animati dal desiderio di promuovere e diffondere la cultura del libro e della lettura in ogni fascia di età.


l’associazione Amici della Biblioteca

invita la cittadinanza

a partecipare all’incontro

che si terrà il giorno 24 ottobre 2009 alle ore 18,00 presso la Biblioteca comunale “S. Anselmo”

di S. Salvatore Telesino


O.d.G.:

- approvazione dello Statuto dell’Associazione;

- approvazione del programma delle attività dell’Associazione;

- tesseramento

Ll’incontro avrà improrogabilmente inizio alle ore 18,00 ed una durata massima di due ore.

martedì 20 ottobre 2009

Gianvito Bello: Fonti rinnovabili o biomasse inesistenti (ma persistenti 2)?

Spettabile Assessore,
siamo costretti a replicare di nuovo ad un suo comunicato nella speranza che voglia fare chiarezza una volta per tutte sulla questione biomasse nella nostra provincia.
Abbiamo riletto con attenzione la documentazione disponibile - carente e comunque poco chiara – e, malgrado i nostri sforzi, non siamo riusciti a trovare nulla di rassicurante.
L’unica fonte cui far riferimento, in questo momento, sono le Sue parole, che tuttavia ci tranquillizzano assai poco, visto che Lei si limita a dare priorità agli impianti fotovoltaici, ma nulla chiarisce rispetto alla possibilità di ottenere “in soli 90 giorni l’autorizzazione per realizzare impianti a biomasse fino a 5 MW”, (vedi comunicato ufficiale della provincia) ,
su tutto il territorio provinciale, e non solo nel Fortore, come riportato da qualche quotidiano.
Lei continua ad essere ambiguo, pertanto non comprendiamo perché non raccoglie il nostro invito a riferire sull’esatta programmazione provinciale e a discutere il nuovo PEA pubblicamente, prima che esso sia definito dall’Università del Sannio.
Ricordiamo ancora una volta che La Luminosa, con il suo impianto, è riemersa dopo ben 9 anni di latenza in assenza di ogni forma di controllo politico-democratico, e solo adesso Lei ed i suoi colleghi dichiarate di opporvi e sostenere la lotta dei movimenti.
Insomma, il fatto che i nostri amministratori si decidano a contrastare questi progetti scellerati solo quando sono sollecitati a farlo dai cittadini, non ci fa stare affatto tranquilli.
Per quanto ci riguarda, è fondamentale che non venga concessa alcuna possibilità di autorizzazione per gli impianti di incenerimento sul nostro territorio.
Questo risultato deve emergere necessariamente nella pianificazione energetica-ambientale della nostra provincia, come Lei stesso ha più volte assicurato pubblicamente.
Anche il silenzio dell’assessore provinciale all’ambiente ci lascia perplessi, dato che le problematiche ambientali ed energetiche sono strettamente connesse e siamo a pochi giorni dalla conclusione della vicenda biomasse-Vocem.
In ogni caso, non solo all’assessore Bello è indirizzata quest’ultima replica ma a tutti i nostri amministratori, nei Comuni, alla Provincia, alla Regione …
Noi siamo i cittadini che Voi avete scelto di “servire” come PUBBLICI AMMINISTRATORI.
E’ Vostro dovere ascoltarci e rispettarci. Anche a Noi dovete rendere conto delle Vostre azioni e delle Vostre dichiarazioni.
Se non ci piace, o non ci convince, quello che fate o quello che dite, abbiamo tutto il diritto/dovere di esprimerVi il Nostro disappunto.
Né vi servirà insultarci o denigrarci per ridurci al silenzio.
Noi ci aspettiamo che prendiate per stimoli costruttivi i nostri interventi, anche se qualche volta vi sembrano troppo duri e ingenerosi, e che la vostra reazione non si riduca a repliche stizzite, ma dimostri disponibilità ad approfondire le questioni sollevate dai cittadini e rispondere nel merito.

lunedì 12 ottobre 2009

Gianvito Bello: Fonti rinnovabili o biomasse inesistenti (ma persistenti)?

articolo in risposta a :
1 ottobre 2009 - Provincia BN, lettera aperta a "Luminosa" (?) Antonio De Lucia Comunicato Stampa n. 1036 del 30 settembre 2009
http://www.vivitelese.it/_%20archivio%202009/vita%20sociale%202009/00%20provincia%20BN%20e%20v.Telesina/Provincia%20154.htm

Sono passati solo due mesi dalla CDS decisoria sull’impianto di incenerimento previsto per San Salvatore Telesino, che ha bocciato il progetto Vocem, ma sono già ricomparse le biomasse in Provincia di Benevento.
Roboanti proclami e innumerevoli comunicati stampa su una programmazione provinciale progressista e lungimirante e una diversa politica energetica vengono spazzati via in un sol colpo dall’Assessore Gianvito Bello.
Cancellata l’affermazione, sempre confermata dal presidente Cimitile che “la politica energetica provinciale era improntata esclusivamente sulle fonti rinnovabili (fotovoltaico)”.
Dal titolo del comunicato stampa: “Provincia via libera agli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili” del 30 settembre 2009, http://www.ilquaderno.it/provincia-via-libera-agli-impianti-produzione-energia-fonti-rinnovabili-39360.html, ci saremmo aspettati che, finalmente, si desse vita al “Tempio del sole”centrale tecnologicamente avanzata da 20 MW” o alla installazione sugli edifici pubblici, come scuole e uffici, di impianti fotovoltaici finanziabili, e quindi altamente convenienti sia per il pubblico che per il privato.
Invece l’Assessore Bello coglie l’occasione per proporre impianti di “fotovoltaico, eolico, idroelettrico fino ad 1 MW di potenza; nonché quelli alimentati a biomasse e/o biogas fino a 5MW”

La nuova stagione di “politiche energetiche e alternative” basata su “un progetto completo di filiera”, contrariamente a ciò che ci aspettavamo, e che l’assessore comunicava essere stato approvato anche in sede regionale, non è che la stessa vecchia strategia osteggiata da tanti cittadini. L’assessore propone, infatti, ASSURDAMENTE, agli enti locali e ai privati di presentare progetti, autorizzabili in 90 giorni, per impianti che utilizzano come materia prima biomasse “inesistenti” nella nostra provincia, e quindi rifiuti, per una quantità di 55.000 tonnellate annue per ottenere una potenza ‘pari’ alla metà della centrale progettata dalla Vocem per San Salvatore Telesino.
Ecco cancellate in un baleno tutte le chiacchiere “coraggiose” fatte fin’ora, salvo poi sostenere il primo comitato locale che ovviamente si costituirà nel primo sfortunato paese della Provincia in cui sarà presentato un progetto di biomasse da 5 MW.

Tutte le parole spese contro la Vocem sono sfumate in modo indegno nella desolazione di un ritorno al “nardoniano“ ardore di bruciare la mitica paglia, e magari anche qualche copertone abbandonato.

Ma l’assessore Bello non aveva promesso di cambiare e migliorare il PEA proprio per il macroscopico errore, commesso precedentemente, di prevedere due centrali nella nostra provincia?

Solo qualche mese fa l’assessore Bello litigava con Izzo, consigliere PDL alla Provincia, e affermava, riferendosi alla Luminosa:

“«La Provincia di Benevento si è dotata del Piano Energetico Ambientale Provinciale (PEA) con una delibera del Consiglio Provinciale del 2004. La Provincia sannita è stata, dunque, la prima in Campania a dotarsi di un Piano e lo ha fatto ben cinque anni prima dell’adozione da parte della stessa Regione di uno strumento analogo. Attualmente, la Provincia ha in corso l’aggiornamento del documento di pianificazione, con il supporto dell’Università del Sannio.

In ogni caso, nella sua versione vigente, il PEA non prevede alcun impianto di produzione di energia utilizzando il biogas, essendo anzi l’intera pianificazione delle politiche energetiche provinciali improntata esclusivamente sulle fonti rinnovabili (fotovoltaico).

La Provincia ha sottoscritto nel 2007 un Accordo Quadro con la Regione e l’Università del Sannio per un polo di eccellenza per una filiera energetica da fonte rinnovabile (fotovoltaico), sia per quanto concerne la produzione in sé della stessa, catturando la luce del sole, sia per quanto riguarda tutta la linea di manufatti occorrenti per tale necessità. Già oggi il Sannio produce circa 400 MW di energia da fonte rinnovabile immettendola nella rete: siamo in condizione di poter immettere in rete, entro il 31.12.2010, altri 100 MW di energia da fonte rinnovabile.”

http://www.tvsette.net/modules.php?name=News&file=article&sid=12243
L’assessore sa bene che per biomassa si intende anche la parte biodegradabile dei rifiuti e che nella provincia di Benevento non sarà mai possibile reperire 55.000 tonnellate annue ( per ogni impianto) di biomassa vergine intesa come sfalci ed altri scarti dell’agricoltura, pertanto non riusciamo davvero a comprendere come mai ha inteso proporre ad enti e privati di attivarsi per presentare progetti simili, se non stravolgendo la vocazione del territorio e… le sue stesse parole.

“Nel Sannio verranno realizzati le macchine, gli impianti e gli strumenti che consentono di ricavare l’energia dalla luce del sole. Si rafforza la sensibilità collettiva circa una produzione eco-compatibile e da fonti non inquinanti e riproducibili. Dal canto suo la Provincia di Benevento ha interessato da mesi tutti i Comuni per la sottoscrizione di singoli Accordi di programma, come quello già siglato con il capoluogo. L’assessore Bello sottolinea che l’ente provincia conta di giungere entro l’estate, come obiettivo di fondamentale rilevanza strategica a varare programmi per la produzione di energia per 100 Megawatt.” http://www.rinnovabili.it/contratti-di-programmalassessore-bello-la-provincia-in-prima-linea-per-lenergia-alternativa
La programmazione energetica e ambientale va necessariamente fatta con un ampio confronto democratico e in un contesto di rigorosa tutela ambientale dei territori, e secondo le specificità e le potenzialità degli stessi. Non si può individuare il futuro di questo territorio nell’agricoltura sostenibile e di qualità, nel turismo rurale archeologico, nei prodotti “ locali ” e continuare a parlare di grandi centrali a biomasse per produrre energia da mettere in rete o per scopi speculativi.
Le politiche energetiche vanno indirizzate all’autonomia ed al supporto delle aziende locali che si consegue con l’azione combinata del risparmio e dell’autoproduzione ricorrendo al fotovoltaico, al solare termico, alla geotermia ed al micro-eolico. Solo così si può perseguire la possibilità di soddisfare le esigenze energetiche dei singoli, ottenere risparmio economico in bolletta e, nel contempo, non aggiungere un Kw in più di quanto necessita, nell’interesse della salvaguardia del territorio.
Saremo mai in grado di mettere in piedi finalmente un piano provinciale che sia coerente in tutte le sue parti, dall’energia all’economia, dall’ambiente alla qualità della vita, dal “dichiarato” alla realtà? Ogni deroga alla coerenza e’, come sempre, un cattivo indice, specialmente in assenza di confronto pubblico.
L’assessore, prima di annunciare investimenti in campo energetico non condivisi, o suggeriti dai soliti noti, dovrebbe ricordare le dichiarazioni rilasciate in precedenza, per non farle rimanere vuote parole pronunciate solo per arginare proteste o cavalcare movimenti diffusi nati in difesa di politiche sostenibili e rispettose della volontà dei territori.
All’epoca sosteneva anche la necessità che si attivassero “le procedure per la pianificazione territoriale. Decisivo sarà il coinvolgimento del territorio a cominciare dai comuni ma anche dalle associazioni.In tale attività è assolutamente centrale il ruolo del Consiglio Provinciale, in quanto occorre regolamentare, con un attento studio di pianificazione, in linea con il Piano Territoriale di Coordinamento, le tante iniziative che da più parti provengono. Dovrà, infine, essere avviata un’attività di informazione dei cittadini e di coinvolgimento delle comunità. L’obiettivo è quello di agevolare gli investimenti in un settore strategico quale quello energetico, in un contesto di organizzazione e programmazione degli interventi, compatibile con le caratteristiche e peculiarità dei territori interessati”. http://www.ilquaderno.it/polo-energie-alternative-bello-sara-coinvolto-territorio-25934.html

Pertanto, chiediamo all’assessore Bello di rivedere le sue proposte di impianti, ed al Presidente Cimitile di esercitare un maggiore controllo su come gli assessori della Provincia realizzano i piani originari espressi sin dal momento del Suo insediamento e riconfermati, almeno a parole, in innumerevoli comunicati stampa.

domenica 11 ottobre 2009

MANIFESTO: I PRIMI CENTO GIORNI DELLA NUOVA AMMINISTRAZIONE

(tratto dal post del 1 ottobre 2009).

A quasi 4 mesi di distanza dalle elezioni amministrative, siamo andati a rileggere le promesse contenute nel programma della lista “Uniti per San Salvatore”, confermate con la relazione programmatica letta dal Sindaco Izzo nel corso del primo consiglio comunale.

Il recupero di trasparenza, efficienza e funzionalità degli uffici comunali erano dei punti fondanti del programma politico di Izzo, ed è possibile ed opportuno, già adesso, fare un primo bilancio.

Gli ultimi due consigli Comunali sono stati una farsa.
Si è parlato quasi esclusivamente di Bilancio ma in realtà è stato solo un pretesto per ricoprirsi di accuse e ingiurie che non contribuiscono alla chiarezza.
Il sindaco ha dichiarato che “il nostro Comune sta vivendo una crisi finanziaria drammatica” mentre la minoranza sostiene esattamente il contrario.
Il Bilancio, però, non è mai stato pubblicato on-line e i cittadini non sono stati, di fatto, messi in condizione di capire qual è lo stato dei conti del Comune.
L’impressione che se ne ricava è che il Consiglio Comunale sia solo un rituale e non il “luogo” in cui discutere e confrontare le proposte su cui assumere delle decisioni.

Intanto, la trasparenza e la partecipazione continuano ad essere enunciate a parole e negate nei fatti.
Ci saremmo aspettati quantomeno la pubblicazione sul sito del bilancio approvato dal consiglio comunale, nonché di tutte le delibere con i relativi allegati, di tutti gli atti emessi, incluse le determinazioni dei dirigenti, regolamenti, ordinanze, contratti vigenti, incarichi a soggetti esterni, graduatorie dei bandi, ecc. (ci sarebbero anche gli obblighi di cui all’art. 21 comma 1 della legge 69/2009 da rispettare).

Vogliamo ricordare che Il programma elettorale della maggioranza conteneva, fra l’altro, due specifici impegni elettorali in merito alla trasparenza e di immediata applicazione:
istituzione dello sportello URP (Ufficio Relazioni con il Pubblico);
miglioramento e costante aggiornamento del sito internet.

Ad oggi non c’ è alcuna evidenza di iniziative in tal senso: quando finiranno gli strascichi della campagna elettorale e si inizierà finalmente ad amministrare?

Oltre il bilancio e la partecipazione, sono molte altre le questioni da affrontare con urgenza:
Rifiuti: revisione contratto consorzio BN2, coinvolgimento della cittadinanza, isola ecologica, gestione degli ingombranti, passaggio da tarsu a tia. A che punto siamo?
Evasione: nel consiglio comunale del 9 settembre scorso è emerso che la percentuale di cittadini evasori di S. Salvatore è pari al 45%. Cosa si sta facendo per recuperare i crediti “accertati” dell’ICI? E dell’acqua?
Controllo del territorio, abusivismo, cava, deposito pneumatici: quali iniziative sono state assunte?
PUC: quando verranno messi a disposizione i documenti già elaborati, e quando ripartirà la procedura partecipata?

Questi punti non esauriscono né gli impegni da onorare né le ulteriori esigenze della nostra comunità, rispetto alle quali, ancora una volta, chiediamo un confronto pubblico ed una reale disponibilità a concretizzare insieme ai cittadini le promesse fatte.
Democrazia partecipata: purtroppo, per ora, tutti la evocano e la invocano, nessuno la pratica.
Cittadini in Movimento-Laboratorio di cittadinanza attiva

martedì 6 ottobre 2009

AMORE & DEMOCRAZIA.

Contributo di Enzo Maddaloni (clown Nanosecondo).

La mia vita da Clown mi ha posto ai limiti, ai confini e mi ha fatto intraprendere un viaggio per ricostruire il senso del mio essere oggi: uomo intero. Uomo intero con tutte le sue contraddizioni, paure, dolori ed amori.

La mia crisi è nata sei anni fa dopo un’esperienza ventennale come dirigente provinciale di un organizzazione sindacale di Salerno, che non condivideva più il concetto di delega. In una società come la nostra in crisi, c’era bisogno solo di testimoniare, in maniera personale, autobiografica, il senso del proprio “se” nel senso dell’andare verso.. non “sé” (con l’accento) come affermazione…di uno status, ma come appunto un ritrovarsi un “rimettersi in gioco”.

All’interno di queste mie riflessioni su diversi argomenti, che se volete potete approfondire sia su www.girodivite.it , che sul blog de Il Cerchio, Comunità Libertaria per Sognatori Pratici http://sognatoripratici.blogspot.com/ o sull’attività di promozione della comico terapia attraverso il comitato di promozione sociale www.radunonazionaleclowndottori.org ce ne uno, anzi forse è meglio dire due anche se non li vedo separati che mi crucciano da un po’ di tempo: “AMORE & DEMOCRAZIA”.

Premetto che sono alcuni anni che non considero più democratiche la modalità elettive dei nostri rappresentati politici, personalmente sarei orientato per il sorteggio ogni tre anni tra tutti i cittadini, (qui qualcuno mi potrebbe obbiettare: tra tutti? Si! Tra tutti! Sembra ombra di dubbio, anche mafiosi e delinquenti. Altrimenti, dovremmo realizzare una soluzione che potrebbe essere quella di imprigionare, nel frattempo tutti quelli che si dichiarano ed hanno le prove di essere onesti e che possono provare tale status per cercare di salvarli dai cattivi.

Queste elezioni sono pericolose per la democrazia perché sono senza amore.

Molte democrazie nel mondo sono in "ristrutturazione". La stessa crisi che stiamo attraversando, però va considerata positiva. D’altronde se chiediamo ad un africano che il mondo da qualche anno è in crisi lui ci risponderà io lo sono da una vita. Quindi il concetto di crisi è sempre relativo ed andrebbe parametrato alla capacità di sopravvivenza (sussistenza) di una persona. Il problema però prima di chiedersi se oggi in Italia c’è democrazia ci dovremmo chiedere se c’è una vera “cultura della democrazia” e dell’amore.

Tempo fa ho scritto su girodivite.it questa (altra) riflessione sull’argomento “elezioni”, che le dava anche il titolo: http://www.girodivite.it/NON-SONO-ANDATO-A-VOTARE.html

Alcuni giorni fa parlavo con il mio carissimo Angelo Mercurio (Mauro Orlando e sì, Mercurzio il mio angelo si chiama Mauro Orlando, anche se, sempre più spesso, mi lascia incustodito), di questo argomento e lui mi ricordava che nella vecchia Atene (lui è filosofo o’vero) era praticata la "democrazia degli individui partecipata" (non rappresentativa).

In pratica - mi spiegava - che quando bisognava decidere qualcosa, tutti i cittadini erano convocati in assemblea e potevano prendere la parola, esprimere opinioni, e votare. Addirittura i Cittadini venivano pagati per questa funzione civica (prendevano un gettone di presenza) e, ciò, per evitare discriminazioni tra chi ricco poteva permettersi quel giorno di non lavorare, a differenza di chi povero non avrebbe potuto scegliere di partecipare.

Ci sono due bellissimi libri che vi consiglio di leggere in proposito: "Individualismo democratico, Emerson, Dewey e la cultura politica americana" e "Lo scettro senza potere" di Nadia Urbinati.


Entrambi questi libri ci ricordano di come al principio del nuovo millennio si assiste, per fortuna dico, ad un energico ritorno dell’individualismo democratico, al concetto di non delega, di partecipazione diretta. Per costruire Comunità di Transito.

Qui qualcuno mi potrebbe evidenziare l’eccezione negativa ma, nella sostanza dobbiamo pensare in maniera diversa all’individuo e all’esercizio dei diritti di cittadinanza o meglio, per il semplice fatto che esiste come essere umano, e quindi detentore di diritti inalienabili ed uno di questi è certamente il diritto di partecipazione. Per questo, testimoniare, rendersi partecipi e protagonisti del cambiamento, è possibile senza nessuna più critica a questo o quel partito, ma semplicemente attuando i diritti individuali di esistere e di essere cittadino del mondo. Il problema diventa quindi non del fare ma del come fare.

Cresciuta nell’America dell’Ottocento grazie a personalità come Emerson, Whitman e Thoreau, quando la democrazia non era ancora una realtà acquisita, questa idea vecchia quando il mondo pare si impose ben presto come alternativa al razionalismo e all’utilitarismo e diede i suoi frutti con il pragmatismo di Dewey. Per la sua forte tensione etica si distinse dalla tradizione liberale, dalla quale ebbe origine.

Per la sua attenzione al valore della dimensione privata della vita individuale si distaccò dalla tradizione repubblicana, della quale la nuova nazione americana era imbevuta. La sua idea fondamentale è che lo stato costituzionale sia il punto di partenza grazie al quale il sistema politico e la società civile possono svolgere un opera positiva di stimolo dell’individualità. Lo stesso fenomeno della partecipazione al voto che si manifestata negli Stati Uniti con l’elezione di Obama ha risvegliato questo sentire di partecipazione da parte di molte persone che fino a quel momento non sono andate mai a votare, perché? Il sogno americano. L’immaginare la possibilità di un cambiamento essere partecipi.

In questo senso, possiamo comprendere anche come sia vero che l’immaginazione è molto più forte della volontà e la stessa democrazia superato l’atteggiamento negativo verso la politica propria del liberalismo, rende partecipi di un processo: propone a ciascuno di prendere parte, a suo modo e con responsabilità, alla costruzione di una prospettiva di miglioramento per se e per gli altri, attraverso le leggi, la cultura, la partecipazione politica e il giudizio pubblico.

Oggi la fragilità della democrazia, che è anche il suo fascino e la sua forza recondita, sta in questa dimensione più che politica, nell’avere non altro fondamento se non la credenza e la pratica di vita di ciascuno. Il concetto di non delega, amorevole. Oggi gli stessi generali e capi di stato che partecipano in Afghanistan o in Iraq alla forza ONU non dichiarano più di “esportiamo democrazia” come arrogamene dicevano una volta , ma semplicemente “tuteliamo i nostri interessi economici in uno scacchiere strategico mondiale” : oggi ci si pone il problema della pace nel mondo più che esportare democrazia. Almeno una verità è venuta fuori della democrazia non interessa più un fico secco a nessuno!

Per questo credo che oggi può valere più la testimonianza personale, individuale del essere "se" (scrivo "se" senza accento perché non la considero una affermazione ma è.. un "se”.. nell’andare verso" ) e quindi, come singoli individui, nella consapevolezza dell’essere soli, ma insieme agli altri, e che per modificare questa situazione dovremmo porci un problema molto semplice c’è amore in tutto questo?

Lo stesso amore per la democrazia come l’amore è messo in discussione ogni giorno. I governi ci dicono: "Va’ e uccidi per amore del tuo paese". È amore questo? La religione dice: "Dimentica il sesso per amore di Dio". E’ amore questo? L’amore è desiderio? Il corpo è vuoto-vuoto, come la materia è solo lo spirito l’essenza stessa dell’amore lo può riempire.

L’amore per la maggior parte di noi è - desiderio e piacere - il piacere che è derivato dai sensi, dalla attrazione sessuale e dalla soddisfazione. Sia ben chiaro, non sono certamente contrario al sesso, al contrario, spero di fare sesso selvaggio tutti i giorni...ed amore infinito, ma il sesso in se non è amore. Come la democrazia non è democrazia senza amore vero.

E, qui faccio il mio parallelismo tra "Amore & Democrazia" perché credo che abbiano molte cose in comune.

Quello che il sesso ci dà momentaneamente in amore è il totale abbandono di noi stessi, poi finiamo per ritornate alla nostra confusione e così ripetiamo e ripetiamo quegli stati di ansia e preoccupazioni per passare poi a quello stato in cui ci abbandoniamo e non c’è preoccupazione, problema.

L’appartenere a un altro, l’essere psicologicamente nutrito da un altro, dipendere da un altro - rischia in tutto ciò che deve esserci sempre ansietà, paura, gelosia, colpa e finché c’è paura non c’è amore. Una mente oppressa dal dolore non saprà mai cos’è l’amore; il sentimentalismo e l’emotività non hanno assolutamente niente a che fare con l’amore. E, così l’amore non ha niente a che fare con il piacere e il desiderio. La stessa democrazia si comporta come l’amore.

Non sappiamo come raggiungere l’amore è così, non sappiamo come raggiungere e realizzare la democrazia oggi. Fateci caso dove manca l’amore manca anche la democrazia. Questa straordinarie dimensione di relazione umana sempre più spesso non riusciamo a metterla in pratica ed a realizzarla. E, allora cosa facciamo? Se non sappiamo che fare, non facciamo niente, non è vero? Assolutamente niente? Allora intimamente siamo nel più completo silenzio.

Vuol dire che non cerchiamo non vogliamo, non andiamo a caccia più di niente o di qualcosa; non c’è assolutamente un centro un luogo dove realizzare una relazione. Allora c’è amore!

La stessa democrazia è un atto d’amore verso noi stessi e gli altri e quindi rischia né di essere amata né di essere tollerata, né di essere più desiderata. Diventa sospetto di critica e di sorveglianza. Non possiede nessuna più certezza, da diventare indispensabile agli altri ed a noi stessi. Allora che facciamo? La tradiamo, non andiamo neppure a votare (come me). Nella sostanza rischiamo di diventare tutti dei piccoli dittatori. Critichiamo tutto e tutti e..... dobbiamo riuscire a costruire un’alternativa credibile.

Non ci possiamo adattare così a chi ha fallito in amore, utilizzando il tradimento. Ci continueremo a chiedere ma, questo non è amore ma questa non è democrazia?

Anche qui la solitudine viene in aiuto!

Non viviamo più in assenza dell’altro ma in presenza di noi stessi del "se". Di noi come testimoni assoluti del possibile cambiamento, con distacco, di un’andare verso l’altro con la propria presenza e testimonianza umana. E, cosi come possiamo ritrovare l’amore, possiamo ritrovare la vera democrazia, quella degli individui liberati, che tutti immaginiamo possiamo essere, "se"...e solo andando verso "se” stessi ..possiamo andare verso l’altro. Ricominciare dal proprio “se” è il vero cambio di mente che ci impone il cambio di paradigma.

La terra è incinta sta nascendo un nuovo uomo. Molti già sono tra di noi sono i “Guerrieri dell’Arcobaleno” sono guerrieri di pace e di amore sono clown: uomini interi.

Potete immaginare anche voi di esserlo. Come? Mi direte: basta solo immaginavi? E, come nei sogni, la vostra realtà cambia, perché vi svelo una piccola “magia gentile” l’immaginazione è più potente della volontà.

Di Clown “Dottore” Nanosecondo

giovedì 1 ottobre 2009

I PRIMI CENTO GIORNI DELLA NUOVA AMMINISTRAZIONE

A quasi 4 mesi di distanza dalle elezioni amministrative, siamo andati a rileggere le promesse contenute nel programma della lista “Uniti per San Salvatore”, confermate con la relazione programmatica letta dal Sindaco Izzo nel corso dl primo consiglio comunale.
Alcuni impegni assunti dalla nuova amministrazione sono fondamentali per introdurre un reale cambiamento in termini di partecipazione dei cittadini, così come da molto tempo stiamo chiedendo.
In questi mesi abbiamo potuto apprezzare la collaborazione con il comitato civico contro la costruzione dell’inceneritore in occasione delle iniziative per la conferenza dei servizi del 23 luglio 2009 e l’avvio di una collaborazione comune-cittadini per la gestione della biblioteca, ma ci aspettiamo molto altro.
D’altra parte, il progetto per la biblioteca insieme ad altre iniziative (vedi pulizia di Grassano, PuliAMO San Salvatore, la raccolta differenziata alla “festa dello strupp’l”), basate sulla partecipazione volontaria, sono la dimostrazione che quando i cittadini sono chiamati a dare il proprio contributo per il bene comune, ben volentieri si lasciano coinvolgere.
Molte sono le questioni e le problematiche sulle quali ancora aspettiamo che la nuova amministrazione dia segnali netti di discontinuità rispetto al passato, e confermi nei fatti il proprio impegno a favorire la partecipazione dei cittadini.
Il recupero di trasparenza, efficienza e funzionalità degli uffici comunali erano dei punti fondanti del programma politico di Izzo, ed è possibile ed opportuno, già adesso, fare un primo bilancio.
Infatti, per ottenere risultati immediati e tangibili in termini di trasparenza e condivisione delle scelte coi cittadini, non sono necessari impianti, programmazione, forza-lavoro, che richiedono tempo, risorse e molto impegno: la trasparenza è gratuita, immediata, volontaria e soprattutto dagli effetti visibili, concreti ed apprezzabili.
Il programma conteneva 2 specifici impegni elettorali su trasparenza e partecipazione:

· istituzione di uno sportello URP (Ufficio Relazioni con il pubblico) al fine di migliorare il servizio di comunicazione con la cittadinanza ed agevolare le richieste del cittadino; […]
· creazione di un sito Internet del Comune per consentire l’accesso a qualsiasi tipo di pubblica informazione (bilanci consuntivi e di previsione con i relativi allegati, delibere del Consiglio Comunale e della Giunta municipale aventi carattere di interesse generale); […]

Rispetto a tali impegni qual è lo stato delle iniziative che sono state già assunte?

È opportuno anche ricordare altri importanti impegni presi in campagna elettorale e durante la presentazione della relazione programmatica, chiedendo cosa si sta facendo su tali tematiche, su cui la cittadinanza ha posto grandi aspettative:
· Economia e finanza:
-qual è lo stato dei conti del Comune? Nel corso del consiglio comunale il sindaco ha riferito che “il nostro comune sta vivendo una crisi finanziaria drammatica”. Il parere dell’opposizione sembra del tutto diverso. Non è il caso che si mettano a disposizione dei cittadini i bilanci degli ultimi anni (2007 e 2008), e le relative relazioni e tabelle riepilogative?
-cosa si sta facendo per recuperare i crediti “accertati” di acqua ed ICI? Nel consiglio comunale del 9 settembre scorso si è dichiarata una percentuale di evasione del 45% dei cittadini di S. Salvatore.
· PUC: quando verranno messi a disposizione i documenti già elaborati, e quando ripartirà la procedura partecipata?
· Statuto: è necessario ed urgente l’adeguamento alla normativa vigente. Come si pensa di agire ?
· Rifiuti: revisione contratto consorzio BN2, isola ecologica, passaggio da tarsu a tia. A che punto siamo?
· Controllo del territorio - abusivismo, cave, deposito pneumatici: quali iniziative sono state assunte?
· Anziani: anche quest’anno vanno alle terme di Telese, … e poi?
· Consorzio idro-termale e Telesia: è necessario un resoconto dei recenti incontri e relative intese intercomunali (di cui si è appreso solo dalla stampa).

Nell’immediato, oltre alla implementazione e più puntuale gestione del sito internet, con pubblicazione degli indirizzi di posta elettronica di tutti gli amministratori e dei responsabili dei vari uffici, è necessaria la pubblicazione sul sito di tutte le delibere con i relativi allegati, e di tutti gli atti emessi: determine dei dirigenti, bilanci, regolamenti, ordinanze, contratti vigenti, incarichi a soggetti esterni, graduatorie dei bandi ecc.
I documenti “scaduti” non vanno rimossi periodicamente ma vanno semplicemente trasferiti nell’Archivio della pagina web in modo che anche a distanza di anni sia possibile recuperarli.
Con particolare riguardo al bilancio, ribadiamo la richiesta di avviare un percorso partecipato per la sua redazione e di introdurre strumenti che possano consentire ai cittadini un controllo periodico dei risultati delle azioni ad esso relative.
I punti citati sono quelli da affrontare con priorità, ma non esauriscono né gli impegni da onorare né le ulteriori esigenze della nostra comunità, rispetto alle quali attendiamo comunque un confronto pubblico ed una rinnovata disponibilità a concretizzare insieme ai cittadini le promesse fatte.

giovedì 24 settembre 2009

La privatizzazione dell’acqua continua ...

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il 9 settembre 2009, delle “modifiche” all’articolo 23 bis della Legge 133/2008, che accelerano la privatizzazione dei servizi pubblici locali. Una decisione presa senza informare i cittadini ecoinvolgere i Comuni, e senza nessuna forte reazione da parte di partiti di opposizione, sindacati o stampa, tranne pochissime eccezioni.
I pochi margini lasciati alle amministrazionilocali dalla legge del parlamento dell'Agosto 2008, come la possibilità di mantenere la gestione in house dei servizi fondamentali come l'acqua, vengono ulteriormente ridotti. L’ 133 art. 23 bis già rappresentava un duro colpo per la gestione pubblica, introducendo l'obbligo della gara el'ingresso dei privati, ma permetteva ancora ai comuni, anche se con difficoltà, di optare per una gestione del servizio “in house”, cioè mediante società per azioni pubbliche.
Il decreto-legge recentemente approvato fa invece saltare queste salvaguardie entro il 2011, e fa un passo in più, stabilisce che anche nell'affidamento tramite gara a società miste la quota dipartecipazione del pubblico non può superare il 40% e, nelle società quotate già esistenti, la quota di partecipazione deve scendere al di sotto del 30% entro il 2012. Le gestioni “in house” in sostanza sono SPA interamente nelle mani dei comuni consorziati, sulle quali i comuni stessi possono comunque esercitare una certa vigilanza. La gestione in house è riconosciuta dalla normativa Europea, tanto è vero che la Francia ed il Comune di Parigi, che pure devono rispettare le direttive europee, la stanno perseguendo in un ottica di vera ri-pubblicizzazione. La Spagna e la Germania la stanno applicando in alcune grandi città ed è tuttora adottata dal Belgio, dall'Olanda, dal Lussemburgo, nonché da 64 ATO italiani, 61 dei quali hanno passato il vaglio dell'authority, compresi quelli di Milano Città e Provincia. Le gestioni in house sonostate una mediazione onorevole e temporanea per il movimento dell'acqua, che con 400.000 firme di sottoscrizione e una legge di iniziativa popolare chiedeva la piena ripubblicizzazione del servizio idrico. Il decreto che porta la firma Fitto-Calderoli, invece, realizzando un nuovo accordo con la Lega, e dando una nuova immagine degli intrecci politico – affaristici tra Lega ePDL, determina la fine delle gestioni “in house”, e fa crollare l'ultimo bastione di “resistenza”eretto dai comuni e dalle province, il che comporta la totale mercificazione dell'acqua nel nostro paese. Per il 2011 sarà invece obbligatorio mettere a gara l’intero Servizio idriconazionale e già adesso si può prevedere da chi saranno vinte le gare: ACEA – Iride, Enia, Hera -A2A, dentro alle quali Suez e Veolia saranno i padroni veri dell’acqua con Caltagirone, le banche, etc.
La partecipazione dei cittadini alle decisioni sui beni comuni, la democrazia, ...resteranno le parole di chi come noi ci crede sempre ma, troppo spesso, deve cedere alle logiche speculative del mercato. Capita con sempre maggiore frequenza di essere traditi da una politica che usa le nostre battaglie solo per proprio tornaconto. La vicenda della Campania è esemplare. Una giunta di centro-sinistra che privatizza l’acqua. Privatizzazione bloccata dal movimento perl ’acqua pubblica ma mai avversata o scongiurata dagli amministratori, se non, a parole, dal solito assessore rifondino che sta al potere ma vuole l’appoggio dei movimenti come l’assessore Realfonzo, assessore esterno del comune di Napoli. Per evitare le critiche alla sua partecipazione alla nuova giunta Iervolino, aveva subito dichiarato che si sarebbe battuto per la ripubblicizzazione dell’acqua. Ed ha continuato ad affermarlo fino ad ora, quando finalmente ha trovato il coraggio di ammettere che non c’è una reale volontà politica nel Comune e nella Regione di ripubblicizzare l’acqua. Ecco perché nessuno si indigna per la decisione del Consiglio dei Ministri! Sia le amministrazioni di centro-destra che quelle di centro-sinistra, con precisi atti amministrativi, continuano nell’azione di privatizzazione dell’acqua.
L’acqua fonte di vita diventa merce, e verrà quindi consegnata a S.p.A. controllate dalle multinazionali, così come è stata loro consegnata la gestione dei rifiuti.
Decidendo secondo questa logica sull’acqua, sui rifiuti ed altri servizi pubblici, decidono dei nostri territori e delle nostre vite lasciando campo libero alle speculazioni, i cui effetti già conosciamo (vedi gestione rifiuti in Campania, caso Acqualatina, ecc.), e non certo con il fine della pubblica utilità e del controllo democratico. Come padroni - venditori della nostra acqua, queste multinazionali avranno in pugno anche il potere locale, su cui ancora, a volte, si riesce ad incidere in qualche modo.
Ma Noi non sentiamo affatto il bisogno di consegnare altre subdole armi di ricatto che possano minare il nostro diritto alla partecipazione democratica alle decisioni sul nostro territorio! E' un decreto chiaramente incostituzionale e come tale deve essere impugnato dagli enti locali. La parola, e soprattutto la protesta, tocca ai movimenti, ma i giornalisti liberi, gli uomini dicultura, i Sindacati si esprimano, una buona volta, e si oppongano a questa nuova vittoria della legge del mercato e del profitto. Oggi l’acqua è il bene supremo per antonomasia che andrà sempre più scarseggiando, sia per i cambiamenti climatici, sia per l’incremento demografico. Quella della privatizzazione dell’acqua è una scelta politica gravissima che sarà pagata a caro prezzo dalle classi deboli di questo paese e dai poveri di tutto il mondo.
E’ insopportabile che le multinazionali vogliano fare profitti su un bene comune fondamentale, ed è illegittimo ed inaccettabile che la politica rinunci al suo primato nel difendere un diritto inalienabile dell’umanità.
Chiediamo ai sindaci e alle istituzioni locali di indignarsi e di lottare insieme al movimento in difesa dell’acqua come bene comune per fermare o modificare il decreto. I comuni e le regioni si attivino immediatamente per cambiare statuti locali e leggi regionali affinché siaffermi nelle delibere che l’acqua è un bene pubblico privo di interesse economico. E’ l’unico modo per fermare un decreto vergognoso che porterà alla negazione di diritti fondamentali di tutti noi.