sabato 23 febbraio 2013

Nessuna limitazione alla pubblicazione degli atti sul sito internet delle pubbliche amministrazioni.



Eravamo in “debito” con Pasquale Iatomasi di una replica a proposito degli obblighi di pubblicazione degli atti sul sito internet da parte delle pubbliche Amministrazioni.
Ci riferiamo alla conclusione del nostro precedente post del 5 febbraio scorso -  continuiamo a mantenere aperto il dibattito (si fa per dire) - e ricordiamo in proposito ai lettori di Vivitelese che avevamo segnalato a ottobre scorso come “improvvisamente” l’albo pretorio on line del comune di San Salvatore Telesino, sul quale sin dal 2009 tutti (o quasi) gli atti emessi dall’amministrazione venivano pubblicati (grazie ad una decisione del commissario prefettizio nel 2009), non era più accessibile ai cittadini senza autenticazione.
Ad una nostra mail inviata alla casella di posta elettronica del comune rispondeva il consigliere Gaetano, che riferiva essersi trattato solo di un problema … di natura tecnica e non legato alla volontà dell’amministrazione di ostacolare o negare l’accesso agli atti da parte dei cittadini, … e che l’area riservata, ancora in fase di implementazione, consentirà ai cittadini di accedere ai servizi dell’area anagrafica e stato civile per la consultazione dei propri dati, previa registrazione trattandosi di dati riservati e sensibili; Gaetano concludeva la sua mail con una assicurazione: l’accesso alla consultazione dell’albo pretorio online è libero e non richiede alcuna autenticazione.
Al momento però nell’apposita sezione del sito non è stato ancora inserito il “tasto REGISTRATI”!
Successivamente, dopo la nostra segnalazione, fu effettivamente ripristinata la possibilità di accedere direttamente agli atti pubblicati all’albo pretorio, ma per soli 15 giorni, decisione ora rivendicata da Iatomasi, ma senza che sia stato mai pubblicato un regolamento o un atto amministrativo che disponesse questa restrizione del diritto di accesso.
Iatomasi, con le sue “risposte” del 1° febbraio scorso, riferisce che la decisione (di ottobre 2012) dell’amministrazione di limitare  a soli 15 giorni la pubblicazione degli atti all’albo pretorio on line (ma con quale atto?), era stata presa per rispettare le indicazioni del Garante della Privacy contenute  nelle linee guida pubblicate con la G.U. n.64 del 19.03.2011!
Ribadiamo che era necessario approvare un regolamento prima di modificare le “regole” di pubblicazione introdotte a suo tempo dal commissario prefettizio e fin lì applicate anche da questa amministrazione, e ci permettiamo di segnalare che al contrario, con il recente “decreto sviluppo” dell’attuale Governo (D.L. 83/2012 convertito con la legge 134/2012), già dal precedente mese di agosto, era stato invece ulteriormente rafforzato l’obbligo di pubblicazione degli atti (articolo 18: Amministrazione aperta - 1. La concessione delle sovvenzioni, contributi, sussidi ed ausili finanziari alle imprese e l’attribuzione dei corrispettivi e dei compensi a persone, professionisti, imprese ed enti privati e comunque di vantaggi economici di qualunque genere di cui all’articolo 12 della legge 7 agosto 1990, n. 241 ad enti pubblici e privati, sono soggetti alla pubblicità sulla rete internet, ai sensi del presente articolo e secondo il principio di accessibilità totale di cui all’articolo 11 del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150. …).
Abbiamo riportato per brevità solo il primo comma, ma ovviamente l’articolo va letto tutto con molta attenzione, senza tralasciare le altre norme citate, a cominciare dall’articolo 11 del D. Lgs. 150/2009 che più volte abbiamo richiamato nei nostri interventi e nel quale trovavano fondamento le precedenti disposizioni del commissario prefettizio.
Peraltro, per la prima volta, sono state introdotte sanzioni per i responsabili della mancata pubblicazione degli atti e profili chiari di nullità degli atti stessi in mancanza della pubblicazione.
Fermo restando la giusta preoccupazione di tutelare la privacy delle persone eventualmente citate negli atti (nei modi e termini che potrebbero essere decisi con il regolamento comunale, e limitatamente ai dati sensibili e giudiziari), ci sembra che debba essere superata ogni perplessità in merito all'obbligo delle pubbliche amministrazioni di pubblicare e tenere pubblici i loro atti sul sito.

Per quanto riguarda la le linee guida citate da Iatomasi (tempi proporzionati di mantenimento della diffusione dei dati), esse effettivamente suggeriscono che: “le esigenze di trasparenza, pubblicità e consultabilità degli atti … devono comunque tenere anche conto della necessità di individuare un congruo periodo di tempo entro il quale devono rimanere disponibili (in una forma che consenta l'identificazione dell'interessato) che non può essere superiore al periodo ritenuto, caso per caso, necessario al raggiungimento degli scopi per i quali i dati stessi sono resi pubblici.
Tuttavia ci sembra di immediata comprensione che anche in queste indicazioni del garante della privacy la questione si pone solo per quegli atti la cui pubblicazione può comportare conseguenze pregiudizievoli per le persone interessate, specie se si tratta di informazioni non più aggiornate o relative ad avvenimenti risalenti nel tempo…, e non hanno niente a che fare con le precedenti indicazioni sul periodo minimo (15 giorni) di esibizione degli atti nel vecchio albo pretorio on-line dei comuni che, per ovvi e ragioni di spazio fisico, non potevano certo prevedere tempi di pubblicazione troppo lunghi.
In ogni caso, tornando alle linee guida del Garante della Privacy: “in relazione alla finalità di trasparenza potrebbe risultare necessario individuare periodi di tempo ragionevoli di permanenza dei dati in rete… Trascorsi i predetti periodi di tempo specificatamente individuati, determinate notizie, documenti o sezioni del sito devono essere rimossi dal web o privati degli elementi identificativi degli interessati ovvero, in alternativa, laddove l'ulteriore diffusione dei dati sia volta a soddisfare esigenze di carattere storico-cronologico, gli stessi vanno sottratti all'azione dei comuni motori di ricerca, ad esempio, inserendoli in un'area di archivio consultabile solo a partire dal sito stesso o in un'area ad accesso riservato.
In altri termini, è possibile semplicemente adottare “misure di anonimizzazione, limitazioni di specifici dati o parti di documento, mascheramenti o altri accorgimenti idonei a dare soddisfazione alle eventuali esigenze di segreto e di tutela dei dati personali”.
Dunque, se Iatomasi si preoccupava di tutelare i dati personali eventualmente contenuti negli atti comunali sottoposti a pubblicazione, dopo un congruo periodo di tempo stabilito da un apposito regolamento (non semplicisticamente o necessariamente i 15 giorni, comunque), si poteva semplicemente “anonimizzarli” o non renderli visibili ai motori di ricerca in modo diretto o rendere accessibili le informazioni complete con una procedura di autenticazione.
In ogni caso, con uno dei decreti attuativi della legge 190 del 2012 (“Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione”, disegno di legge già approvato dal Consiglio dei Ministri), l’articolo 18 della legge 134/2012 sarà ulteriormente “declinato” a favore della trasparenza, stabilendo il principio della massima pubblicità dei dati rispettando le esigenze di tutela della privacy, ma limitatamente ai dati sensibili e ai dati giudiziari. Tutti gli altri dati personali potranno essere diffusi attraverso i siti istituzionali e potranno essere trattati in modo da consentirne l’indicizzazione e la tracciabilità con i motori di ricerca.
In ogni caso saranno individuate con precisione le aree in cui, per ragioni di tutela della riservatezza, non sarà possibile accedere alle informazioni.
Sarà inoltre introdotto un nuovo istituto: il diritto di accesso civico, nuova forma di accesso che avrà l’obiettivo di alimentare il rapporto di fiducia tra cittadini e PA e di promuovere il principio di legalità (e prevenzione della corruzione): tutti i cittadini hanno diritto di chiedere e ottenere che le PA pubblichino atti, documenti e informazioni che detengono e che non hanno ancora divulgato.
Tutti i dati formati o trattati da una PA devono essere integri, e cioè pubblicati in modalità tali da garantire che il documento venga conservato senza manipolazioni o contraffazioni; devono inoltre essere aggiornati e completi, di semplice consultazione, devono indicare la provenienza ed essere riutilizzabili (senza limiti di copyright o brevetto).
Infine si confermerà che la durata dell’obbligo di pubblicazione è di almeno 5 anni che decorrono dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui decorre l’obbligo di pubblicazione e comunque fino a che gli atti abbiano prodotto i loro effetti (fatti salvi i casi in cui la legge dispone diversamente).
Chiediamo quindi nuovamente che venga ritirata immediatamente la disposizione (peraltro ignota) che ha stabilito che la pubblicazione degli atti viene fatta per soli 15 giorni, e che inoltre gli atti vengano pubblicati integralmente, senza omettere gli allegati, come troppo spesso avviene.

P.S.: questo il testo del comunicato che avevamo preparato in risposta al citato intervento di Pasquale Iatomasi del 1° febbraio scorso, e che abbiamo “congelato” dopo le dimissioni del Sindaco Izzo.
Visti anche i due successivi interventi dell’ormai ex assessore Iatomasi: l’insoddisfacente “stato finanziario del comune di San Salvatore” (era stato promessa la pubblicazione dell’elenco analitico delle spese sostenute dal nostro comune nel 2012, ma invece sono stati forniti solo inutili dati riassuntivi) e la più recente “risposta a Creta”, non ci prendiamo altro tempo e onoriamo il nostro “debito”.
Auspichiamo ora che altri passi avanti in trasparenza, a iniziare dal sito internet, possano essere fatti grazie al nuovo commissario, al quale chiediamo di eliminare subito le restrizioni recentemente operate dall’amministrazione Izzo.
Alla verifica con l’apposita procedura del Ministero per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione il sito internet del nostro comune risulta rispettare solo 3 (di cui uno parzialmente) dei 42 indicatori previsti dalle linee guida 2011: c’è parecchio da fare quindi! E poi c’è da applicare l’articolo 18 della legge 134/2012 (altro che “privacy dei creditori”).

Collegialità, trasparenza e partecipazione: siamo in trepidante attesa

Mancano poche ore allo scadere del termine di 20 giorni che il sindaco Izzo aveva a disposizione prima che le sue dimissioni irrevocabili diventino definitive. Tuttavia, secondo alcuni “tweet”,  sarebbe stato trovato in extremis un accordo con i 4 dissidenti, o una parte di essi, che farebbe rientrare la crisi ed evitare le elezioni anticipate.
La trepidante attesa di tutta la cittadinanza di San Salvatore (e non solo), dunque, sembra destinata a sciogliersi in un finale insipido, senza che nessuno abbia potuto capire cosa realmente sia accaduto, e il senso stesso dei fatti ai quali abbiamo assistito.
Come se non bastasse, in paese si parla con insistenza di accertamenti in corso da parte della Magistratura che interessano il nostro comune e della inquietante presenza della Guardia di Finanza.
Non mancano i motivi per essere preoccupati.
E’ quindi ancor più necessario che chi di dovere dia delle spiegazioni.
Se questo non avvenisse, o se le spiegazioni non fossero convincenti, tutti sarebbero autorizzati a immaginare qualsiasi scenario e a fare qualsiasi ipotesi sulle reali motivazioni di chi ha voluto questa crisi, e sul perché alla fine tutto sia finito come se nulla fosse successo, con buona pace della “collegialità, trasparenza e partecipazione”.

P.A.: privata amministrazione?

Due assessori del Comune di S.Salvatore (Iaquinto e Iacobelli) più un consigliere (Gateano) aprono una crisi nella maggioranza in consiglio comunale: cogliendo l’occasione di un’ennesima variazione di bilancio di questa amministrazione, manifestano il proprio dissenso e votano contro o si astenengono.
Il loro dissenso e le loro contestazioni sono illustrate e motivate nel corso del consiglio comunale del 28 dicembre, ma risalgono ad almeno un mese addietro.
In seguito a questo consiglio comunale il sindaco nomina, con 2 ordinanze, 2 nuovi assessori senza tuttavia esplicitamente pubblicare le precedenti ordinanze di revoca dei 2 assessori uscenti (Iaquinto e Iacobelli).
Nel successivo consiglio comunale del 29 gennaio, dopo la lettura delle due ordinanze di revoca da parte del sindaco, e il successivo caparbio rifiuto del Presidente del consiglio comunale, Pucino, di far parlare i due assessori uscenti e la minoranza, la maggioranza va “sotto” per i voti contrari dei 2 ex assessori dissidenti e per quelli dei consiglieri Gaetano e Vaccarella sul “regolamento sul sistema dei controlli interni”, con conseguenti scene da melodramma e con, questa sì, un’”ammuina” apparentemente senza un filo conduttore.
Dopo un paio di giorni di ulteriore riflessione, il Sindaco Izzo dà le proprie dimissioni e la comunicazione della decisione viene affidata a poche righe che riusciamo a leggere su qualche organo di informazione, ma nulla più.
Abbiamo cercato di aprire un dibattito pubblico per provare a capire cosa c’era dietro le scelte, apparentemente improvvise, ed a ben 4 anni dall’insediamento, da parte prima dei “2 e 1/2” (Gateano si era astenuto e Vaccarella era assente) poi dei 4 dissidenti, ma non vi è stata replica.
Abbiamo provato a chiedere al Sindaco di spiegare i motivi delle sue dimissioni e di replicare pubblicamente alle accuse dei dissidenti in merito alla mancanza di trasparenza e di collegialità nelle decisioni.
Anche qui senza esito.
Abbiamo cercato di stimolare il vicesindaco, che aveva avuto un profilo basso nella vicenda, ponendo a lui le stesse domande rivolte al sindaco, chiedendogli di rispondere dal sito di Vivitelese o in un incontro pubblico da lui organizzato ma la sua replica, nulla nel merito, si limita:
a) alla richiesta di incontrare noi in separata sede (?) per farci, tra l’altro, rispondere a delle sue domande rivolte a noi;
b) all’accusa di non rappresentare i cittadini (?) per cui non abbiamo titolo di ricevere risposte pubbliche.
Bove dimentica che, noi, non abbiamo mai detto di voler rappresentare qualcuno, e che tuttavia noi stessi SIAMO DEI CITTADINI che, come tali, hanno posto delle domande legittime ai propri rappresentanti e a cui comunque sarebbero dovute delle spiegazioni!
Ci viene il dubbio che il “facimm ammuina” di cui ci si accusa  per aver posto delle domande (probabilmente ad arte per evitare il merito delle questioni), l’abbia ben in mente questa amministrazione, nei tanti comportamenti tenuti in questi anni, non ultima nella gestione di questa crisi da parte di dissidenti e lealisti.
Concludiamo con una, ahinoi, nuova domanda: conoscere le scelte dei nostri consiglieri comunali, e le motivazioni che le hanno determinate, sono una esigenza privata o pubblica? La rivolgiamo di sicuro agli amministratori ma, vista l’assenza di partecipazione e di dibattito su questa vicenda, anche ai nostri concittadini.

Commenti al post precedente: Continuiamo a mantenere aperto il dibattito (si fa per dire!)

Emilio Bove
Accolgo l’invito rivoltomi dall’ing. Romano (a nome di Cittadini in Movimento Laboratorio di Cittadinanza attiva) come la volontà di conoscere la mia personale opinione circa le recenti vicende amministrative sfociate nella crisi del 29 gennaio scorso e, più in generale, sull’azione amministrativa fin qui esercitata dall’attuale maggioranza.
E’ evidente che problemi di tale portata non possono risolversi con un semplice interrogatorio del tipo: “a domanda… risponde”.
Sono disponibilissimo ad un incontro dove accanto alle tante risposte che sono obbligato a dare in virtù del ruolo politico esercitato in questi anni, spero mi venga concessa anche la possibilità di fare alcune domande a cui, sono convinto, l’ing. Romano e i suoi sodali non vorranno sottrarsi.
Ritengo questo metodo meno inquisitorio e certamente più rispettoso delle scelte politiche di ciascuno. Resto in fiduciosa attesa.

 Rocco Minicozzi
Replico per Cittadini in Movimento – Laboratorio di Cittadinanza Attiva
Il nostro vicesindaco finge di dimenticare che noi i dibattiti aperti, gli incontri pubblici e i confronti “alla pari” li abbiamo sempre chiesti ai nostri amministratori; senza mai averli!
È utile ricordare a tutti la “miseria partecipativa” della procedura preliminare all’approvazione del nuovo statuto comunale: abbiamo dovuto protocollare le nostre osservazioni senza poter avere un minimo di confronto pubblico pur avendo chiesto un consiglio comunale aperto dedicato all’intervento dei cittadini e si sarebbe potuta costituire una commissione mista di amministratori e cittadini, … niente!
Emilio Bove si limitò a dare atto in consiglio comunale della correzione di alcuni degli errori di grammatica o di logica, da noi segnalati, presenti in gran numero nella bozza che la maggioranza aveva portato all’approvazione del consiglio comunale, deridendoci su tutto il resto delle nostre osservazioni, senza che potessimo replicare (ai consigli comunali cosiddetti aperti i cittadini possono assistere e ascoltare – a volte anche delle colossali stupidaggini – senza avere la possibilità di profferire parola!).
Del resto questa sembrerebbe la situazione che gli è più congeniale: in occasione dell’incontro pubblico organizzato dall’Amministrazione per la costituzione della Consulta ambientale infatti, manifestando le sue perplessità in merito, ebbe a dichiarare pubblicamente di credere nella “democrazia delegata” lasciando intendere che i “delegati” possono parlare mentre i cittadini devono solo ascoltare.
All’incontro pubblico in piazza da noi organizzato sulla faccenda della vendita dei terreni di proprietà comunale in località Acqua Fetente (e in generale sulla gestione del territorio, la necessità di tutelare il paesaggio e i suoli agricoli e il rapporto fra amministratori e amministrati), Emilio Bove si limitò ad assistere, seduto al tavolino del bar (insieme ai suoi “sodali”) e ad ascoltare il suo collega di giunta Leucio Iacobelli che tentava di “squalificare” pubblicamente la nostra iniziativa e le nostre opinioni nell’unico intervento che l’amministrazione ritenne di far fare in quell’occasione per difendere la propria scelta. Scelta alquanto discussa, adesso, dato che lo stesso ex assessore Iacobelli ha dichiarato di aver lavorato a quella vendita solo per il mantenimento delle poltrone.
Non è quindi dipeso da noi se l’unico modo con il quale abbiamo potuto comunicare con la nostra (si fa per dire) amministrazione è stato tramite comunicati e manifesti!
In ogni caso, siamo ovviamente disponibili a confrontarci con il vicesindaco e tutta l’amministrazione uscente quando vuole, purché si tratti di un dibattito aperto e pubblico e a rispondere a tutte le sue domande, sempre che ne siamo capaci, perché altrimenti non avremo difficoltà a dire di non saper rispondere o a rappresentare la nostra “incompetenza”.
Restiamo quindi in fiduciosa attesa che lui organizzi questo dibattito pubblico e aperto a tutti, auspicando che ciò avvenga in tempi brevi, possibilmente prima che scadano i 20 giorni che il sindaco avrebbe per ritirare le sue dimissioni.

 Emilio Bove
Forse non ci siamo capiti. Mi era stato richiesto di rispondere ad alcune domande, per meglio chiarire il mio pensiero, ed ho dato la mia disponibilità.
Adesso mi si chiede addirittura di organizzare un incontro pubblico. Non si capisce a che titolo.
Ma, dalla replica al mio intervento, ho il sospetto che ai miei interlocutori non interessa tanto ottenere delle risposte. Si accontentano delle loro convinzioni.
Tuttavia, siccome tutte le volte che sono stato invitato ad una riunione, ad un convegno, ad un’assemblea o a una tavola rotonda ho sempre cercato di partecipare, qualora ce ne fosse l’occasione, cercherò di non sottrarmi.
Dopodiché mi sia consentita qualche precisazione.
Non mi sono mai permesso di deridere nessuno. Non fa parte del mio carattere. Non appartiene al mio temperamento. Né ho mai finto di dimenticare un bel niente.
Ricordo perfettamente le proposte suggerite in occasione del dibattito sullo Statuto comunale.
Molte di esse confliggevano con la normativa in vigore. Qualcuna anche con il buon senso.
Ho ricordi nitidi dell’incontro sulla vendita del terreno all’Acqua fetente e concordo che, in tale circostanza, il promotore dell’iniziativa venne abbandonato da solo a “squalificarsi” (per ripetere l’espressione usata) in una piazza semi-deserta dove il punto di vista dell’amministrazione venne illustrato dall’assessore Iacobelli con tale chiarezza che non necessitava alcun ulteriore intervento. Non mi risulta nemmeno che l’assessore Iacobelli abbia dichiarato di aver lavorato a quella vendita solo per il mantenimento della poltrona.
Nell’occasione rimasi educatamente seduto al tavolino fino alla fine dell’incontro mentre altri abbandonavano sommessamente l’adunanza forse per dissimulare la delusione.
Non c’entra nulla né la democrazia delegata né quella assembleare: l’importante è il rispetto delle regole. Ed io ritengo di averle sempre rispettate, quando ero all’opposizione e in questi anni in cui ho assunto l’onore di rappresentare il mio paese.
Mi sono confrontato con chiunque lo abbia richiesto, ho promosso ed incoraggiato le attività associative, ho aderito alle loro proposte, ho ascoltato le loro richieste. Tutte le volte che qualcuno me le ha sottoposte. I “Cittadini in movimento” non lo hanno mai fatto.
Ho sempre auspicato il confronto, ma ho sempre diffidato di chi ritiene di parlare a nome dei cittadini e di avere la pretesa di rappresentarli.
In certe occasioni mi viene il dubbio che qualcuno, piuttosto che ragionare sulla soluzione dei problemi, voglia solo ottemperare al fatidico comando che una falsa storiografia attribuisce ingiustamente alla marina borbonica: «Facite ammuina!».

  Maria Pia Cutillo
Emilio ma non sarebbe più semplice rispondere?…nient’altro.
Tu dici:”Ho ricordi nitidi dell’incontro sulla vendita del terreno all’Acqua fetente e concordo che, in tale circostanza, il promotore dell’iniziativa venne abbandonato da solo a “squalificarsi” (per ripetere l’espressione usata) in una piazza semi-deserta dove il punto di vista dell’amministrazione venne illustrato dall’assessore Iacobelli con tale chiarezza che non necessitava alcun ulteriore intervento. Non mi risulta nemmeno che l’assessore Iacobelli abbia dichiarato di aver lavorato a quella vendita solo per il mantenimento della poltrona.”
e Iacobelli dice testualmente nell’allegato alla delibera:” vi ricordo che chi vi parla è quello che a marzo ha consentito a questa amministrazione di alienare il terreno dell’acqua fetente facendo in tempi rapidissimi una miracolosa variante al PRG e facendo incassare tanti soldi alle casse comunali ben 800 mila euro, che ci ha consentito di evitare tracolli finanziari e di non perdere per molti di voi le tanto amate poltrone.”

  Emilio Bove
Daccordo. A questo punto credo che i lettori si siano fatti un’idea sufficientemente chiara delle rispettive posizioni. Un saluto.

martedì 5 febbraio 2013

Continuiamo a mantenere aperto il dibattito (si fa per dire!).

Dopo aver assistito costernati al consiglio comunale del 29 gennaio scorso, a un mese circa di distanza da quello precedente del 28 dicembre, che già aveva riservato delle grosse “sorprese”, e preso atto delle dimissioni del Sindaco Izzo, ci permettiamo di riproporre alcune domande al vicesindaco, dott. Emilio Bove, quale rappresentante di ciò che resta della maggioranza. Peraltro, una delle cose che più ci hanno impressionato è stato il “profilo basso”  tenuto proprio dal vicesindaco fino all’irrituale “verifica di maggioranza”, da lui stesso richiesta, e consumatasi pubblicamente nel corso del consiglio comunale, quando il suo intervento è sembrato essere non altro che un’esortazione ai quattro dissidenti a tirare fuori il coraggio (in verità lui ha usato un’espressione decisamente meno elegante) e ad andare fino in fondo sfiduciando apertamente il sindaco.
E, dopo questa necessaria premessa, veniamo alle domande.
  1. Cosa (o chi) c’è davvero dietro  il fortissimo (e apparentemente insanabile) dissenso di Iaquinto, Vaccarella, Iacobelli e Gaetano verso il Sindaco Izzo e il Presidente del Consiglio  Raffaele Pucino e gli altri assessori?
  2. Considerata anche la gravità delle accuse, perché la (ormai ex) maggioranza e soprattutto il sindaco e, a questo punto, il vicesindaco non rispondono in modo esauriente e documentato alle loro contestazioni, e in particolare a quella sulla mancanza di partecipazione e collegialità nelle decisioni (fino al punto che il Sindaco Izzo è arrivato alle dimissioni senza aver mai sentito la necessità, né in consiglio comunale né fuori, di dare delle spiegazioni ai cittadini)?
  3. Cosa ne pensa dei severi giudizi e delle accuse ai due ex assessori Iacobelli e Iaquinto contenute negli atti di revoca di Izzo ma anticipate e riprese sia da Iatomasi che da Pucino e La Fazia?
  4. Non trova strano che un gruppo di persone sicuramente eterogeneo dal punto di vista politico, e che tuttavia fin qui aveva dimostrato (apparente?) solidità, così improvvisamente, si sia spaccato in due “fazioni” apertamente e duramente contrapposte?
  5. Data la carica di vicesindaco, Lei è ora il principale referente di questa maggioranza (o meglio, di quel che ne resta): proporrete insieme una nuova lista alle prossime elezioni, magari con Lei candidato sindaco?
  6. In quanto esponente del partito democratico, che recentemente sembra aver “sposato” decisamente il metodo delle primarie, non pensa che sia il caso di applicare questo strumento anche nel nostro paese per far decidere direttamente ai cittadini i candidati da inserire nella lista (i quali poi indicherebbero il capolista candidato sindaco)?
  7. E’ d’accordo con Pasquale Iatomasi che considera lo statuto della “città telesina … una scatola vuota che deve essere riempita di contenuti” e concorda ancora con lui quando afferma che il P.A.E.S. è pure questo un “atto formale, privo di qualsivoglia contenuto tecnico”?
  8. Risponde al vero l’affermazione (ascoltata nel corso dell’ultimo consiglio comunale) che alla stesura di questo statuto per il comune di San Salvatore Telesino avete partecipato solo Lei e Iacobelli?
  9. Può dirci anche a chi allude sempre Iatomasi quando parla di un progetto per l’installazione di impianti fotovoltaici per 450 kW “che giace in qualche cassetto da oltre sette mesi”?
10. Ora che San Salvatore, grazie alla crisi della maggioranza, non ha approvato l’adesione alla città telesina e il relativo statuto, si rimette tutto in discussione?
Intanto aspettiamo che entro il 2 marzo prossimo sia pubblicato un “prospetto dettagliato di tutte le spese sostenute dal nostro comune nel 2012 (analiticamente distinte)” come da impegno di Pasquale Iatomasi nel suo post su vivitelese del 1° febbraio già citato.
Sempre con riferimento al suddetto intervento di Pasquale Iatomasi, che pur giudicando “non meritevoli” di risposta molte delle nostre domande, ha comunque fatto uno sforzo di trasparenza, riteniamo che debba essere invece affrontata  immediatamente la questione dello statuto della città telesina che, immaginiamo, interessi non solo i cittadini di San Salvatore ma anche quelli di Amorosi, Castelvenere, Solopaca e Telese Terme.
Fatta salva le previsioni del successivo articolo 45 …” (sic!). Così inizia l’articolo 19, dedicato alla figura del Presidente della Giunta. Come rilevato dalla minoranza già nel corso del consiglio comunale, questa deroga (il presidente della giunta, per i primi due mandati, ovvero per i primi 5 anni, sarà “di diritto” (!?) il sindaco di Telese Terme) è scandalosa! Non si comprende davvero per quale ragione per ben cinque anni, i più importanti, quelli dell’avvio del progetto, questo ruolo debba essere attribuito per statuto al sindaco di Telese. E non si comprende come tutti abbiano accettato in silenzio assoluto questa aberrazione giuridica, questa sospensione della democrazia!
D’altra parte l’intero statuto andrebbe sottoposto al giudizio dei cittadini, sospendendo tutto e avviando un vero percorso di partecipazione, che è del tutto mancato. Ricordiamo che le “riunioni pubbliche” di cui parla Iatomasi furono solo un’inutile esibizione priva di ogni reale confronto e senza che fosse  stata mai presentata una proposta di statuto da discutere (“assemblea farsa”, l’ha definita il capogruppo di minoranza Romano in consiglio comunale, e non possiamo che essere d’accordo).
Sui tempi di pubblicazione degli atti sul sito del comune replicheremo a Iatomasi con un successivo, specifico, post.