Emilio Bove
Accolgo l’invito rivoltomi dall’ing. Romano (a nome di Cittadini in
Movimento Laboratorio di Cittadinanza attiva) come la volontà di
conoscere la mia personale opinione circa le recenti vicende
amministrative sfociate nella crisi del 29 gennaio scorso e, più in
generale, sull’azione amministrativa fin qui esercitata dall’attuale
maggioranza.
E’ evidente che problemi di tale portata non possono risolversi con un semplice interrogatorio del tipo: “a domanda… risponde”.
Sono disponibilissimo ad un incontro dove accanto alle tante risposte
che sono obbligato a dare in virtù del ruolo politico esercitato in
questi anni, spero mi venga concessa anche la possibilità di fare alcune
domande a cui, sono convinto, l’ing. Romano e i suoi sodali non
vorranno sottrarsi.
Ritengo questo metodo meno inquisitorio e certamente più rispettoso
delle scelte politiche di ciascuno. Resto in fiduciosa attesa.
Rocco Minicozzi
Replico per Cittadini in Movimento – Laboratorio di Cittadinanza Attiva
Il nostro vicesindaco finge di dimenticare che noi i dibattiti
aperti, gli incontri pubblici e i confronti “alla pari” li abbiamo
sempre chiesti ai nostri amministratori; senza mai averli!
È utile ricordare a tutti la “miseria partecipativa” della procedura
preliminare all’approvazione del nuovo statuto comunale: abbiamo dovuto
protocollare le nostre osservazioni senza poter avere un minimo di
confronto pubblico pur avendo chiesto un consiglio comunale aperto
dedicato all’intervento dei cittadini e si sarebbe potuta costituire una
commissione mista di amministratori e cittadini, … niente!
Emilio Bove si limitò a dare atto in consiglio comunale della correzione
di alcuni degli errori di grammatica o di logica, da noi segnalati,
presenti in gran numero nella bozza che la maggioranza aveva portato
all’approvazione del consiglio comunale, deridendoci su tutto il resto
delle nostre osservazioni, senza che potessimo replicare (ai consigli
comunali cosiddetti aperti i cittadini possono assistere e ascoltare – a
volte anche delle colossali stupidaggini – senza avere la possibilità
di profferire parola!).
Del resto questa sembrerebbe la situazione che gli è più congeniale: in
occasione dell’incontro pubblico organizzato dall’Amministrazione per la
costituzione della Consulta ambientale infatti, manifestando le sue
perplessità in merito, ebbe a dichiarare pubblicamente di credere nella
“democrazia delegata” lasciando intendere che i “delegati” possono
parlare mentre i cittadini devono solo ascoltare.
All’incontro pubblico in piazza da noi organizzato sulla faccenda della
vendita dei terreni di proprietà comunale in località Acqua Fetente (e
in generale sulla gestione del territorio, la necessità di tutelare il
paesaggio e i suoli agricoli e il rapporto fra amministratori e
amministrati), Emilio Bove si limitò ad assistere, seduto al tavolino
del bar (insieme ai suoi “sodali”) e ad ascoltare il suo collega di
giunta Leucio Iacobelli che tentava di “squalificare” pubblicamente la
nostra iniziativa e le nostre opinioni nell’unico intervento che
l’amministrazione ritenne di far fare in quell’occasione per difendere
la propria scelta. Scelta alquanto discussa, adesso, dato che lo stesso
ex assessore Iacobelli ha dichiarato di aver lavorato a quella vendita
solo per il mantenimento delle poltrone.
Non è quindi dipeso da noi se l’unico modo con il quale abbiamo potuto
comunicare con la nostra (si fa per dire) amministrazione è stato
tramite comunicati e manifesti!
In ogni caso, siamo ovviamente disponibili a confrontarci con il
vicesindaco e tutta l’amministrazione uscente quando vuole, purché si
tratti di un dibattito aperto e pubblico e a rispondere a tutte le sue
domande, sempre che ne siamo capaci, perché altrimenti non avremo
difficoltà a dire di non saper rispondere o a rappresentare la nostra
“incompetenza”.
Restiamo quindi in fiduciosa attesa che lui organizzi questo
dibattito pubblico e aperto a tutti, auspicando che ciò avvenga in tempi
brevi, possibilmente prima che scadano i 20 giorni che il sindaco
avrebbe per ritirare le sue dimissioni.
Emilio Bove
Forse non ci siamo capiti. Mi era stato richiesto di rispondere ad
alcune domande, per meglio chiarire il mio pensiero, ed ho dato la mia
disponibilità.
Adesso mi si chiede addirittura di organizzare un incontro pubblico. Non si capisce a che titolo.
Ma, dalla replica al mio intervento, ho il sospetto che ai miei
interlocutori non interessa tanto ottenere delle risposte. Si
accontentano delle loro convinzioni.
Tuttavia, siccome tutte le volte che sono stato invitato ad una
riunione, ad un convegno, ad un’assemblea o a una tavola rotonda ho
sempre cercato di partecipare, qualora ce ne fosse l’occasione, cercherò
di non sottrarmi.
Dopodiché mi sia consentita qualche precisazione.
Non mi sono mai permesso di deridere nessuno. Non fa parte del mio
carattere. Non appartiene al mio temperamento. Né ho mai finto di
dimenticare un bel niente.
Ricordo perfettamente le proposte suggerite in occasione del dibattito sullo Statuto comunale.
Molte di esse confliggevano con la normativa in vigore. Qualcuna anche con il buon senso.
Ho ricordi nitidi dell’incontro sulla vendita del terreno all’Acqua
fetente e concordo che, in tale circostanza, il promotore
dell’iniziativa venne abbandonato da solo a “squalificarsi” (per
ripetere l’espressione usata) in una piazza semi-deserta dove il punto
di vista dell’amministrazione venne illustrato dall’assessore Iacobelli
con tale chiarezza che non necessitava alcun ulteriore intervento. Non
mi risulta nemmeno che l’assessore Iacobelli abbia dichiarato di aver
lavorato a quella vendita solo per il mantenimento della poltrona.
Nell’occasione rimasi educatamente seduto al tavolino fino alla fine
dell’incontro mentre altri abbandonavano sommessamente l’adunanza forse
per dissimulare la delusione.
Non c’entra nulla né la democrazia delegata né quella assembleare:
l’importante è il rispetto delle regole. Ed io ritengo di averle sempre
rispettate, quando ero all’opposizione e in questi anni in cui ho
assunto l’onore di rappresentare il mio paese.
Mi sono confrontato con chiunque lo abbia richiesto, ho promosso ed
incoraggiato le attività associative, ho aderito alle loro proposte, ho
ascoltato le loro richieste. Tutte le volte che qualcuno me le ha
sottoposte. I “Cittadini in movimento” non lo hanno mai fatto.
Ho sempre auspicato il confronto, ma ho sempre diffidato di chi ritiene
di parlare a nome dei cittadini e di avere la pretesa di rappresentarli.
In certe occasioni mi viene il dubbio che qualcuno, piuttosto che
ragionare sulla soluzione dei problemi, voglia solo ottemperare al
fatidico comando che una falsa storiografia attribuisce ingiustamente
alla marina borbonica: «Facite ammuina!».
Maria Pia Cutillo
Emilio ma non sarebbe più semplice rispondere?…nient’altro.
Tu dici:”Ho ricordi nitidi dell’incontro sulla vendita del terreno
all’Acqua fetente e concordo che, in tale circostanza, il promotore
dell’iniziativa venne abbandonato da solo a “squalificarsi” (per
ripetere l’espressione usata) in una piazza semi-deserta dove il punto
di vista dell’amministrazione venne illustrato dall’assessore Iacobelli
con tale chiarezza che non necessitava alcun ulteriore intervento. Non
mi risulta nemmeno che l’assessore Iacobelli abbia dichiarato di aver
lavorato a quella vendita solo per il mantenimento della poltrona.”
e Iacobelli dice testualmente nell’allegato alla delibera:” vi ricordo
che chi vi parla è quello che a marzo ha consentito a questa
amministrazione di alienare il terreno dell’acqua fetente facendo in
tempi rapidissimi una miracolosa variante al PRG e facendo incassare
tanti soldi alle casse comunali ben 800 mila euro, che ci ha consentito
di evitare tracolli finanziari e di non perdere per molti di voi le
tanto amate poltrone.”
Emilio Bove
Daccordo. A questo punto credo che i lettori si siano fatti un’idea
sufficientemente chiara delle rispettive posizioni. Un saluto.