venerdì 9 settembre 2011

SENZA ASCOLTARE RAGIONI!

Il 12 agosto scorso si è svolta un’importante seduta del Consiglio Comunale di San Salvatore Telesino, nel corso della quale, fra l’altro, le osservazioni di Cittadini in Movimento, della Consulta Ambientale e della LIPU di Benevento sulla variante al Piano Regolatore generale relativa ai terreni di proprietà comunale nei pressi delle sorgenti del “Grassano” (già approvata con delibera di C.C. n. 14/2011), sono state “bocciate” senza alcuna discussione, dalla sola maggioranza, e con un “numero legale” striminzito, data l’assenza di molti Consiglieri e la presenza, fra le file della minoranza, del solo Giuseppe Creta, che peraltro si è allontanato prima della discussione sul “regolamento antenne” (10° pt. all'o.d.g.).

D'altra parte, l'aver convocato un Consiglio Comunale di questa importanza per il 12 agosto, classico periodo festivo, è semplicemente assurdo (anche due consiglieri di maggioranza erano assenti: il vicesindaco Bove e Gaetano), e le modalità di svolgimento e l'esito di questo consiglio comunale “ferragostano”, vista anche la rilevanza degli altri punti in discussione, sono state a dir poco sconcertanti. L'ordine del giorno prevedeva ben 13 argomenti, quasi tutti di notevole importanza.

Solo sulle questioni relative al bilancio (2° e 3° pt. all'o.d.g. - interpellanze del consigliere Creta avente ad oggetto l'utilizzo di risorse a destinazione vincolata per la spesa corrente e …) c'è stata la solita netta e “chiassosa” contrapposizione fra la posizione della maggioranza e quella dell'ex sindaco, che riescono ancora ad accusarsi reciprocamente per le responsabilità degli ormai famigerati “conti in rosso” del Comune senza che ai cittadini venga dato modo di capire come realmente stanno le cose.

Certo il Ragioniere Giuseppe Creta, forte della sua esperienza professionale ed amministrativa, e grazie all'energia e al tempo che sta dedicando a questa storia (ma solo a questa), stavolta sembra aver segnato un punto a suo vantaggio attaccando la maggioranza, guarda un po', sulla mancanza di trasparenza (la accusa infatti di non pubblicare atti contabili essenziali per la comprensione da parte di tutti i cittadini della reale situazione economica del comune e per valutare l'efficacia dell'azione degli attuali amministratori e quando sfrutta al meglio la mancata risposta sulla sua seconda interpellanza in discussione).

In due successivi comunicati del 14 e del 20 agosto scorsi, lo stesso Giuseppe Creta ha ribadito le sue richieste: pubblicazione del conto consuntivo 2009, del bilancio di previsione 2011 e dell'elenco dei residui attivi e passivi al 2010) e le sue accuse (la maggioranza rifiuta il confronto sull’utilizzo di risorse economiche a destinazione vincolata per la spesa corrente per non ammettere pubblicamente le bugie elettorali e i propri errori gestionali. Ovviamente, data l’importanza oggettiva delle questioni poste da Creta, condividiamo la sua richiesta di pubblicazione degli atti e, inoltre, ci permettiamo di chiedere anche che il Piano Esecutivo di Gestione 2011, approvato con delibera di Giunta Comunale n. 110 del 31.05.2011 venga integrato con l’indicazione delle risorse economiche assegnate ai vari responsabili per ogni obiettivo o programma.

Per il resto l'azione della minoranza continua ad essere, a nostro avviso, assai poco incisiva e povera di proposte alternative rispetto all’azione amministrativa della maggioranza.

Peraltro, almeno per quanto riguarda l’esame delle osservazioni e le relative controdeduzioni al progetto di “sistemazione e riqualificazione aree comunali in località acqua fetente ai sensi dell’art. 19 DPR 327/2001 in variante PRG” (punto 5 dell’o.d.g.) e sull’adesione al progetto di unione con i comuni di Amorosi, Castelvenere e Telese Terme (punto 12 dell’o.d.g.) sarebbe stato necessario dare la possibilità anche ai cittadini di partecipare attivamente al consiglio, di rispondere alle controdeduzioni del Comune, di precisare le proprie posizioni, di chiedere chiarimenti, … convocando un consiglio comunale aperto ai sensi del comma 3 dell’articolo 30 del Regolamento.

Insomma, sarebbe stato il caso, sul serio, di “aprire il palazzo”, di avviare un percorso di partecipazione reale, e di confrontarsi con i cittadini che non sono più disposti a concedere credito cieco ed illimitato agli amministratori e a subire passivamente decisioni calate dall’alto (lo diciamo in generale, guardando all’intera situazione politica nazionale e mondiale, confortati dall’esito dei recenti referendum e nella certezza che l’attuale crisi economica non potrà che costringere ad un completo ripensamento dei modelli di sviluppo degli ultimi decenni).

Anche i 3 regolamenti approvati nel corso della seduta, con l’eccezione parziale di quello relativo all’insediamento ed esercizio di impianti fissi di telecomunicazione e stazioni radio-base di telefonia mobile (per il quale almeno c’è stato un confronto preliminare fra la Consulta Ambientale e l’assessore La Fazia, il quale ha riferito al Consiglio di aver recepito alcune proposte avute proprio dalla Consulta che ha ringraziato per la collaborazione), non sono stati condivisi prima con i cittadini e sono stati pubblicati solo dopo l'approvazione.

Sul Regolamento del Forum dei Giovani si doveva cercare il coinvolgimento preliminare dei … giovani (cosa evidentemente non ovvia per la nostra amministrazione; d’altra parte, l’unico oppositore ufficiale presente non ha avuto alcunché da obiettare, ed anzi ha votato a favore).

Per il Regolamento fotovoltaico (?) lo stesso Assessore La Fazia si è rammaricato per non aver potuto coinvolgere la consulta ambientale (sembra che vi siano numerose richieste di installazione di impianti a terra nel nostro comune che, a giudizio dell’Assessore, potrebbero mettere a rischio la vocazione agricola del territorio ed era quindi urgente una regolamentazione di tali impianti), ed ha auspicato una collaborazione ex-post (?!). Resta il fatto (contrario alle intenzioni dichiarate) che il regolamento è stato già approvato formalmente senza alcun confronto e i cittadini non ne hanno potuto conoscere il contenuto fino all'approvazione e alla pubblicazione sul sito, salvo le due-tre disposizioni rettificate nel corso della stessa seduta dal Consiglio Comunale rispetto alla versione proposta dall’Assessore La Fazia.

Quello che ci ha colpito assistendo a questo consiglio comunale è stato proprio il contrasto, sempre più evidente ed inaccettabile, fra le, pur condivisibili, dichiarazioni di principio e gli atti concreti di questa amministrazione:

  • approvazione dei criteri generali per l’ordinamento degli uffici e dei servizi in recepimento delle disposizioni del D.Lgs. 150/2009 (la cosiddetta riforma Brunetta: trasparenza, accessibilità totale, valutazione performance, obbligo di rendicontazione ai cittadini, …) e il persistere di inopportune commistioni fra ruoli dirigenziali e attività di assessore incongruenti anche rispetto a quanto stabilito dal P.E.G. (piano esecutivo di gestione) approvato dalla stessa Amministrazione (in più occasioni siamo stati anche accusati di aver definito illegittime quelle nomine, ma in realtà noi abbiamo sempre e solo detto che le troviamo del tutto inopportune);

  • insistenza a parole sulla dichiarata apertura alla partecipazione democratica della nuova amministrazione e approvazione del regolamento del forum giovani, senza averli, per quello che ci risulta, nemmeno sentiti, e, dopo la brutta figura dello Statuto, approvazione di altri regolamenti e atti di indirizzo fondamentali per il futuro di tutti i cittadini, come l’unione dei comuni, senza alcun confronto, nemmeno con la minoranza consiliare, completamente assente;

  • condivisione e sottoscrizione della “Carta di Matera” (tutela dei suoli agricoli e del paesaggio) e conferma, a dispetto delle osservazioni ricevute, della volontà di modificare il PRG vigente e di alienare a scopo edificatorio un’area già destinata a verde pubblico in prossimità del torrente Grassano.

A proposito di questa decisione, abbiamo anche dovuto subire, e senza poter replicare o almeno chiarire, le offese, le provocazioni e i tentativi di ridicolizzazione da parte dell’Assessore e Tecnico Leucio Iacobelli (ma presumibilmente i suoi colleghi di maggioranza ne condividono lo spirito e l’azione), con l’unico risultato di dimostrare che le esternazioni “poco opportune” in occasione del dibattito pubblico da noi organizzato su questo progetto di vendita dei terreni in località “acqua fetente” il giorno 3 agosto sono una meditata posizione politica di esibito, oltre che sentito, fastidio per la libera espressione della propria opinione da parte dei cittadini e non, come speravamo, un’infelice reazione del momento nel mezzo di un concitato confronto. Per chi non ha assistito né al dibattito in piazza (un nostro ulteriore tentativo di informare e coinvolgere i cittadini) né al consiglio comunale riportiamo le “critiche” più dure ricevute da Iacobelli: la piazza che avete convocato è vuota, i cittadini non si appassionano ai vostri temi e sono con noi che lavoriamo per la comunità e cerchiamo soluzioni ai loro problemi, non ci fate perdere altro tempo, vi arrogate il ruolo di ambientalisti, avete una posizione ideologica, si tratta di un intervento parziale e fazioso che non ha colto la totalità del progetto e che non fornisce alcun contributo, non sapete fare proposte alternative, …).

Insomma saremmo colpevoli di difendere dalla speculazione edilizia un'area degradata, abbandonata e infestata da rovi e sterpaglie che, secondo quanto riferito dall'Assessore, anche la Soprintendenza, dando parere favorevole al progetto dell'Amministrazione, ritiene possa essere sacrificata a vantaggio della pineta antistante il Centro Relax; ma non abbiamo mai detto che la pineta invece non debba essere anch'essa tutelata, e l'incuria in cui è stata lasciata quell'area per anni non è certo una responsabilità dei cittadini o dei comitati.

Quella di Iacobelli è stata una reazione a dir poco ingenerosa, nei confronti di quelle stesse persone, cioè i componenti della Consulta Ambientale, voluta e votata all’unanimità da questa amministrazione, che, paradossalmente, un altro Assessore, subito dopo, ringrazia per la collaborazione prestata (gratuitamente, dedicando a questa attività il proprio tempo libero) nella fase di redazione del “regolamento antenne”, persone che da anni stanno facendo proposte (come quelle sui rifiuti, almeno parzialmente recepite dalla stessa Amministrazione “in carica”), lotte (per esempio quella contro l’inceneritore) e segnalazioni di criticità ambientali sulle quali intervenire (discariche e cave abusive, pericolosità dello stoccaggio di pneumatici in località Selva di Sotto, vecchia discarica comunale, ...), senza secondi fini e solo per amore della propria terra.

Una posizione quest’ultima probabilmente di difficile comprensione per i nostri Amministratori, visto che l’Assessore e Tecnico Iacobelli nel suo intervento in Consiglio Comunale ha anche ironizzato sulle critiche alle modifiche dell’organizzazione del lavoro e dell’esautorazione del responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale. Ha rilevato infatti che le osservazioni fatte in proposito erano analoghe a quelle della minoranza consiliare e utilizzavano gli stessi termini dei consiglieri di minoranza (responsabile esautorato), considerazione condivisa ed enfatizzata dal Presidente del Consiglio Comunale. Con ciò, a nostro avviso, l’Assessore ha voluto fare pretestuosamente improbabili parallelismi, pretendendo di intravedere inesistenti accostamenti. Ciò denota ancora una volta la mentalità dei nostri Amministratori che, refrattari a qualsiasi forma di partecipazione e confronto, vedono in chiunque “osservi” un oppositore.

Nel merito delle controdeduzioni dell’Arch. Iacobelli rispetto alle nostre osservazioni, riservandoci ulteriori approfondimenti della materia, dobbiamo almeno contestare la sua affermazione che il progetto di variante non dovesse essere oggetto di verifica di assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica presso il competente ufficio della Regione Campania, dato che i volumi di cui si autorizza la edificazione ricadrebbero nella fascia di rispetto di 150 metri da un corso d’acqua. Questa ed altre questioni tecniche potevano essere discusse se ci fosse stata la possibilità di una consultazione, invece di andare avanti sempre sulla propria strada senza accettare confronti, ed anzi controdeducendo alle osservazioni in una sede in cui chi le ha proposte non può interloquire, ma solo subire passivamente.

D’altra parte anche nella precedente seduta del Consiglio Comunale, in occasione della definitiva approvazione del nuovo Statuto, vi furono giudizi ingenerosi verso le osservazioni che erano state presentate da Cittadini in Movimento, che pure avevano segnalato, consentendone la correzione, alcuni degli errori presenti nel testo precedentemente pubblicato. Ma altri ne sono rimasti anche nella versione ormai definitiva, errori che potevano essere evitati se solo si fosse accettato un breve rinvio dell'approvazione per rivedere il testo e, magari, un confronto pubblico, come noi avevamo richiesto, per migliorarne alcune parti.

Non si comprende che il considerarci come fastidiosi oppositori, invece che come liberi cittadini che esprimono le loro opinioni e cercano di dare un contributo è deleterio per la stessa azione dell’amministrazione, la quale da un ascolto attento e critico dei cittadini dovrebbe trarre solo stimoli positivi e collaborazione fattiva su obiettivi condivisi.

Tornando alla variante al PRG, la maggioranza consiliare si è fatta comunque forte dell’avvenuta acquisizione, come è stato riferito di tutti i pareri previsti da parte degli enti competenti (ad eccezione di quello della Provincia di Benevento, ma incluso quello della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Culturali di Caserta), richiesti peraltro senza nemmeno attendere le osservazioni e proposte dei cittadini sollecitate con l’avviso pubblico del 6 giugno scorso, con ciò dimostrando che non v’era nessuna intenzione di valutarle nel merito per modificare eventualmente le proprie scelte o almeno il progetto. L’obbligo di pubblicazione è stato visto, evidentemente, come un mero adempimento cui dare corso per la regolarità formale del procedimento.

Sarà necessario quindi andare a verificare la correttezza del procedimento anche relativamente all'ottenimento dei suddetti pareri e, a tal fine, chiediamo la pubblicazione sul sito di tutti gli atti senza la necessità di dover presentare altre istanze di accesso.

Comunque sia, Iacobelli ha insistito nel presentare la variante come un intervento finalizzato al recupero ambientale di un”area “abbandonata e dimenticata” e non anche come procedura finalizzata alla vendita dei terreni, a scopo edificatorio, come invece successivamente ammesso dal Consigliere Iatomasi.

Noi invece continuiamo a pensare che il doveroso recupero delle aree degradate del nostro territorio (e ce ne sono tante, come abbiamo più volte segnalato) non necessariamente debba tradursi in cementificazione e alienazioni a privati, che debba essere rispettata la Convenzione Europea del Paesaggio (sottoscritta anche dall’Italia) e tutte le norme vigenti sia in materia di tutela dell’ambiente e sicurezza che di partecipazione dei cittadini, che le amministrazioni locali debbano tutelare l'ambiente, la biodiversità, il paesaggio, e debbano incentivare non più l’edilizia speculativa (o attività produttive prive di radicamento e a volte contrarie alla “vocazione” del nostro territorio) ma, per quanto possibile, un'economia sostenibile e solidale (agricoltura biologica, turismo di qualità, produzioni e commercializzazione a Km zero, …).

Come abbiamo ribadito con le nostre osservazioni, quelle politiche che continuino a vedere il territorio come un “salvadanaio” da quale “estrarre liquidità” …, stravolgono la nostra identità rurale e sociale, dilapidando un patrimonio che costituisce, per il prossimo futuro, l’unico elemento certo di crescita e di benessere.

Ricordiamo che il “progetto” dell’Arch. Iacobelli prevede la realizzazione di due fabbricati di oltre 6.000 metri cubi e alti più di dieci metri all'interno di quella che dovrebbe essere una fascia di “rispetto” intoccabile di 150 metri dal torrente Grassano, con un impatto a nostro avviso inconciliabile con il contesto in cui si vanno ad inserire, e che certamente non si può risolvere con una fascia “alberata” larga 20 metri piantumata a canne e salici) per rendere conveniente economicamente l'acquisto dei beni e quindi incentivare i potenziali acquirenti privati.

Nel corso del suo intervento in Consiglio Comunale, ci ha accusati di non aver fatto proposte alternative: nelle osservazioni presentate (che lui stesso ha comunque riferito potranno essere utili per la redazione del nuovo P.U.C.), al contrario, avevamo proposto di bandire un concorso di idee o di avviare una consultazione dal basso. Inoltre avevamo sostenuto con chiarezza che per la riqualificazione ambientale dei terreni in zona “acqua fetente”, ogni eventuale intervento avrebbe dovuto rispettare il vincolo di inedificabilità nella fascia di 150 dal bordo del torrente Grassano, avrebbe dovuto tener conto della situazione idrogeologica dei terreni, avrebbe dovuto rispettare le indicazioni del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, ancorché ancora in fase di adozione, e avrebbe dovuto tenere prioritariamente in conto le esigenze di tutela ambientale e paesaggistica dell'area.

Possiamo aggiungere, visti anche i progetti in corso di unione, fra gli altri, con il Comune di Telese Terme, che l’area che si intende alienare si prestava come naturale secondo ingresso al Parco del Grassano, in modo da valorizzarlo ulteriormente, magari anche accettando la realizzazione di manufatti per attività commerciali e servizi, al di fuori della fascia di rispetto di 150 metri dal torrente, e di altezza non superiore ad un piano fuori terra, previa rigorosa valutazione dell’impatto ambientale, magari prevedendo anche la continuazione in territorio di San Salvatore Telesino, della pista ciclabile già in funzione nel territorio di Telese Terme.

D’altra parte, dobbiamo anche ricordare che questa Amministrazione, dopo oltre due anni, non ha ancora fatto alcun incontro pubblico sulla procedura di redazione del nuovo P.U.C. che oramai va avanti, si fa per dire, sin dal 2005 senza che ancora i cittadini abbiano avuto modo di capire quale modello di sviluppo del territorio i nostri amministratori (tanto gli attuali quanto quelli precedenti) vogliano proporre.

Questo “silenzio” ci preoccupa non poco, soprattutto quando ci riferiscono che invece, nel chiuso degli uffici comunali, e magari anche altrove, in realtà si sta lavorando attivamente proprio per la redazione del PUC, senza che i cittadini “normali” ne sappiano nulla.

Le sollecitazioni della Consulta Ambientale nei confronti dell’Assessore Iacobelli affinché fossero ripresi i confronti con i cittadini prima di arrivare a definire un progetto di piano non hanno avuto, fino ad ora, alcun riscontro e l’unica iniziativa sul tema rimane l’incontro con l’amministrazione ed il progettista incaricato (al quale l’attuale amministrazione ha confermato ed ampliato l’incarico) del 19 febbraio 2008. Evidentemente si pensa, anche in questo caso, di decidere prima e di pubblicare il piano solo formalmente ancora in bozza per la ricezione delle osservazioni, senza alcuna reale volontà di ascolto e confronto con i cittadini.

Speriamo di essere smentiti al più presto, con i fatti, e non a chiacchiere.

Se poi l'Assessore Iacobelli si riferisce a proposte alternative per risolvere i problemi di bilancio, avrebbe dovuto essere più corretto e ricordare le tante proposte e sollecitazioni fatte da Cittadini in Movimento in questi anni sui rifiuti, sul risparmio energetico e la produzione di energia da fonti rinnovabili, sulla corretta gestione e sul controllo del territorio, sull’utilizzo degli strumenti informatici, sul ruolo degli enti locali di supporto alle attività economiche (con i conseguenti maggiori introiti fiscali) e di incentivazione e “sfruttamento” del contributo partecipativo dei cittadini e delle associazioni.

Con i “rimedi” di questa amministrazione, invece, con gli ulteriori tagli ai trasferimenti agli enti locali decisi con le ultime manovre finanziarie, appena ceduto questo terreno, bisognerà subito iniziare a pensare a cos'altro vendere!

Come già fatto per rispondere all’insofferenza degli amministratori intervenuti al dibattito organizzato il 3 agosto dalla Consulta Ambientale, vogliamo sottolineare ancora una volta, con determinazione, che è sempre un bene quando è possibile incontrarsi tra cittadini, per discutere dei problemi e fare delle proposte. Anche quando si chiedono le piazze e non si è capaci di riempirle, anche allora, è un bene, perché il vuoto non parla dei presenti ma degli assenti, parla di una capacità di cittadinanza attiva evidentemente ancora poco sentita, e dunque tutta da pensare, da volere, da costruire e da realizzare insieme agli altri.

Piazze vuote vuol dire che bisogna imparare a desiderare la partecipazione, a svegliarsi dal sonno preconfezionato di soluzioni pre-masticate e offerte talvolta con un atteggiamento di presunta superiorità, spesso con l’assenso acritico dei cittadini stessi.

Fare parte di un comitato, di un’associazione ambientalista, o di un altro gruppo che in qualche modo sia impegnato nel seguire le faccende inerenti la gestione amministrativa di un Comune, è volontariato civico, né più né meno di altre forme di volontariato, tradizionalmente più rinforzate socialmente e accolte con maggiore favore, specialmente nelle nostre piccole comunità, dove non ci si vuole sbilanciare, si pensa che questo possa garantire l’apparire “amici con tutti”, senza rimetterci la faccia. Tutti sanno, tutti dicono in piazza, ma nessuno si vuole assumere la paternità di un pensiero. Come ha sottolineato anche Luca Zolli nel suo intervento, in questo modo rischiamo di essere tutte monadi, singole persone, non c’è una comunità.

Il volontariato civico è un volontariato scomodo, spesso si denunciano le criticità, si propongono nuove visioni e valutazioni di un problema, si crea “disordine” là dove doveva rimanere tutto immobile. Sempre, comunque, si dedica tanto tempo a sciorinare i problemi, discuterne, e cercare di coinvolgere le persone, convinti che la partecipazione sia il metodo e sia un valore in sé, sempre.

Il volontariato civico, pertanto, non persegue fini partitici ma persegue certamente fini politici, inerenti cioè la gestione della cosa pubblica, nell’ottica del ricercare e favorire il bene comune.

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Chiudiamo con due citazioni utili a far comprendere ai lettori che le nostre osservazioni non sono frutto di visioni immaginifiche e le nostre rivendicazioni non sono isolate.

Il paesaggio, in particolare in Italia, è il prodotto dell’incontro fra natura e cultura. I segni dell’uomo lo plasmano secondo modalità e ritmi che corrispondono ad un orizzonte culturale sempre mutevole e diverso di luogo in luogo. Perciò il paesaggio è un bene comune: perché corrisponde all’accumulo secolare di gesti, di scelte di gusto, di tradizione ed innovazione. Anche la devastazione del paesaggio italiano, a cui assistiamo oggi, è un prodotto culturale ed appartiene all’orizzonte che ci circonda. Chiediamoci perché. Chiediamoci se il paesaggio può tornare ad essere un “bene comune” e come questo può dipendere da noi” (Salvatore Settis - direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, professore di Storia dell’arte e dell’archeologia classica, direttore del Laboratorio di Analisi, Ricerca, Tutela, Tecnologie ed Economia per il patrimonio culturale).

In Italia, di fronte ai gravissimi problemi ambientali, sociali e politici del nostro tempo che riguardano l'intero Paese ma anche il resto del pianeta, la gente fa spallucce …, i nostri governanti – tutti – dormono della grossa. Se la cavano – irresponsabilmente – con il vile argomento che l'ecologia non interessa. Certo, anche l'acqua non interessa finché c'è; anche l'aria non interessa finché è respirabile; e anche le carestie non interessano finché non ci ammazzano” - G. Sartori citato da Antonio Polichetti in “Quo vadis Italia?” - Scuola Pitagorica Editrice 2011.


Cittadini in movimento – Laboratorio di cittadinanza attiva

Data 12.09.2011

San Salvatore Telesino

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