domenica 19 dicembre 2010

CAROVANA PER L'AMBIENTE A BENEVENTO.

Benevento - Libreria Masone
domenica, 19 dicembre 2010, ore 20.00



La Rete Arcobaleno - Benevento Eco-solidale (rete delle assiciazioni ambientaliste della provincia di Benevento) e il Coordinamento Regionale Rifiuti della Campania hanno organizzato anche a Benevento il passaggio della CAROVANA per l'AMBIENTE.
Si tratta di un confronto con i cittadini per rappresentare il grave stato dell'ambiente e della democrazia nella nostra regione, e per illustrare le alternative a discariche, inceneritori e militarizzazione del territorio per contrastare le giuste proteste dei cittadini.
Il programma prevede anche la proiezione de “La selva di Chiaiano. Il parco delle sorprese”


Nell'ambito delle Carovane per l'Ambiente, il Co.Re.Ri (Coordinamento Regionale Rifiuti), in collaborazione con le associazioni della Rete Arcobaleno, organizza, presso la libreria Masone di Benevento, la proiezione de “La selva di Chiaiano. Il parco delle sorprese”, documentario di inchiesta ambientale di Cecilia Anesi e Giulio Rubino e prodotto da Waste Emergency.

Il programma della serata è introdotto da Nicola Capone (Co.Re.Ri) e la proiezione è preceduta da un intervento di Cecilia Anesi, autrice del documentario e giornalista di Waste Emergency.

Marilina Mucci e Francesco Pascale (Rete Arcobaleno Benevento) intervengono con la relazione “Non esistono discariche necessarie: le nostre alternative”. Nicola Colangelo (Codisam di Sant´Arcangelo Trimonte) interviene con la disanima "Da Chiaiano a Sant'Arcangelo Trimonte".

Segue dibattito
con interventi di integrazione sulle alternative, anche regionali, degli altri esponenti della Rete Acobaleno e del Co.Re.Ri.

Il documentario “La selva di Chiaiano. Il parco delle sorprese” è stato prodotto in modo completamente indipendente dal team di giornalisti e videomakers di Waste Emergency che chiede il sostegno dei cittadini (tramite la prenotazione di quote) per postprodurre e distribuire il documentario dal basso, in maniera indipendente, tramite la piattaforma www.produzionidalbasso.com

Waste Emergency sta realizzando anche un altro documentario che, relativo alle discariche campane, interviene sul caso di Sant’Arcangelo Trimonte.

www.rifiuticampania.org

www.wasteemergency.com

www.beneventoecosolidale.wordpress.com

mercoledì 15 dicembre 2010

Provincia: Vigilanza sui rifiuti o … sui cittadini ?

In seguito al nostro ultimo articolo in cui esprimevamo perplessità sulla annunciata provincializzazione della gestione rifiuti nella provincia di Benevento abbiamo ricevuto dall’Assessore Aceto, in qualità di presidente della Commisione Vigilanza della discarica di S.Arcangelo Trimonte, una convocazione “urgente”, al tavolo istituzionale di tale ente, mediante telegramma la cui copia è scaricabile da questo link.

Non facendo parte, i comitati di San Salvatore Telesino e Guardia Sanframondi, del tavolo tecnico alla cui impellente riunione ispettiva eravamo stati invitati, abbiamo inviato ai partecipanti la nostra risposta che è disponibile a questo link.

Ovviamente, in quanto parte della Commissione di Vigilanza, il comitato di Sant’Arcangelo Trimonte ha risposto, partecipando, alla convocazione.

Qualche considerazione va fatta relativamente allo strano invio del nostro comunicato anche alla Procura della Repubblica e al Prefetto di Benevento e, soprattutto, non abbiamo capito come mai, con un fare intimidatorio alquanto fuori luogo, ci si chiedeva di giustificare il contenuto del nostro articolo.

Articolo pubblicato da quasi tutti i giornali on-line, ma l’Assessore faceva riferimento a quello riportato dal Sannio. In ogni caso, l’originale del nostro comunicato era precedentemente stato inviato al Presidente Cimitile ed all’assessore Aceto per e-mail.

Siamo certi che in tutta la provincia di Benevento i cittadini e la maggior parte degli amministratori locali si trovano nello stesso stato di incertezza e preoccupazione da noi denunciato nell’articolo, e a cui si continua a non dare alcuna risposta né si prevede alcun incontro pubblico in cui poter discutere democraticamente e cercare di dissipare ogni perplessità, come da noi ormai ripetutamente richiesto.

Il 14 dicembre la signora Poli torna a Benevento per un aggiornamento sull’intesa con la provincia per la costruzione di un impianto modello Vedelago. Noi riteniamo che dovrebbe essere un incontro pubblico a cui cittadini e amministratori dovrebbero necessariamente partecipare.

Il che è ciò che chiedevamo anche nel nostro ultimo comunicato.

Invece, siamo stati solo “convocati”, con uno strano doppio senso intimidatorio, ad una riunione “ispettiva” di un tavolo tecnico istituito dall’Assessore all’ambiente della Provincia da circa 6 mesi e che non ha ancora prodotto alcunché né pubblicato nessuno studio derivante dal monitoraggio dell’area coinvolta, dell’inquinamento o dei possibili rischi geologici temuti per il crollo delle palizzate.

Il comitato di Sant’Arcangelo invia continuamente richieste di accesso agli atti relativi alla discarica ma a tutt’oggi non ha mai ricevuto risposta e non sono pubblicati né i quantitativi dei conferimenti quotidiani, anche da fuori regione(?), né i dati Arpac e ASL.

La Provincia di Benevento partecipa ai tavoli istituzionali regionali e approva linee guida inaccettabili per risolvere l’emergenza rifiuti della regione: inceneritori e discariche; accetta in silenzio l’ultimo antidemocratico decreto rifiuti che, tra l’altro, continua a “perdonare” i comuni che non mettono in pratica la raccolta differenziata ma l’Assessore “ ambientalista “, che dovrebbe criticare politiche inutili e devastanti che non risolvono l’emergenza, anzi la aggravano, sembra individuare come unici nemici i comitati civici che tentano di sapere come si pensa di affrontare i problemi dei nostri territori, e che pare siano colpevoli di “procurato allarme”.

Non riusciamo a capire la logica di tanta ostinata reticenza ad un confronto su questioni fondamentali per l’ambiente e la salute dei nostri territori e che dovrebbero essere democraticamente discusse e condivise, e le richieste in tal senso accettate e non di certo accusate di creare allarmismo per poter così eluderle. Intanto, incontri per noi importanti e che ci piacerebbe fossero realmente portatori di pratiche alternative nella nostra provincia, vengono tenuti all’oscuro dei cittadini a cui si nega il diritto alla informazione e partecipazione. E’ questa l’emergenza democratica che ci preoccupa e che denunciavamo nell’ultimo comunicato, e le reazioni dell’Assessore continuano a non chiarire e a preoccuparci. Anche stavolta saremo minacciati senza che nessuna risposta sia data?

Comitati Civici di S.Salvatore T. e Guardia Sanframondi

Comunicato stampa, 13-12-2010

giovedì 9 dicembre 2010

San Salvatore Telesino: e la partecipazione ?

Il giorno 3 dicembre 2010, alle ore 18.00, presso la Sala Consiliare del Comune di S. Salvatore Telesino, si è tenuto un Consiglio Comunale per la trattazione del seguente ordine del giorno:

1. Lettura ed approvazione verbali seduta del 18 novembre 2010.

2. Osservazioni al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale.

3. Indirizzi Programmatici Piano Urbanistico Comunale.

4. Approvazione Regolamento per l'installazione e l’esercizio di impianti di telefonia e radio-telecomunicazioni.

5. Approvazione Regolamento interventi di assistenza economica per contrasto alle povertà estreme.

Per tutti i punti all'ordine del giorno sarebbe stato necessario il massimo coinvolgimento della popolazione, se non la convocazione di un consiglio comunale aperto. Invece, sul sito istituzionale del comune l’avviso è stato pubblicato solo due giorni prima del consiglio comunale e, sempre solo due giorni prima, sono stati affissi pochi manifestini A4 sulle bacheche del paese e qualche avviso nei bar.

In particolare, la procedura riguardante il nuovo PUC, avviata dalla precedente Amministrazione Comunale, dopo più di un anno di assoluto silenzio, viene improvvisamente ripresa convocando un consiglio comunale per approvare i (nuovi?) indirizzi programmatici. Nel frattempo, di incontri con i cittadini e con le associazioni di categoria, nonostante le promesse e le rassicurazioni, neanche l’ombra.

Persino la consulta ambientale, voluta dalla stessa amministrazione, e costituita da cittadini particolarmente interessati alle tematiche ambientali e ad uno sviluppo eco-compatibile del nostro territorio, non è stata informata del consiglio comunale, mentre invece, secondo noi, doveva essere coinvolta direttamente anche per la definizione degli indirizzi programmatici.

La consulta per la tutela dell’Ambiente è infatti nata proprio con lo scopo di “ampliare ed arricchire l’informazione sullo stato dell’ambiente nel territorio comunale, migliorare l’utilizzo del territorio, salvaguardare l’ambiente e le risorse naturali, promuovere la sostenibilità e favorire il benessere della comunità”, e dovrebbe quindi rappresentare un’importante sede di confronto e scambio di informazioni tra soggetti aventi scopi di tutela dell’Ambiente e della natura e l'amministrazione comunale, supportandola fra l'altro, nella tutela e valorizzazione delle risorse naturali, nella salvaguardia della biodiversità, nella mobilità sostenibile, nella difesa del territorio, per il miglioramento della qualità dell’aria e dell'acqua e per il risparmio idrico, per il controllo dell’inquinamento acustico ed elettromagnetico e la valorizzazione delle fonti alternative e il risparmio energetico: tutte questioni che certamente vedono nel P.U.C. lo strumento principale per poter essere affrontate.

Allora perché la consulta non è stata coinvolta nella fase, importantissima, di definizione degli indirizzi programmatici del PUC, e nemmeno è stata avvisata dell’imminente consiglio comunale?

E perché non si è pensato a chiedere un supporto neanche per la redazione del “Regolamento per le installazione e l’esercizio di impianti di telefonia e radio telecomunicazione?

Allora questa consulta a che serve?

La consulta, nella visione dei nostri amministratori è nata per dare un effettivo contributo o per altri scopi?

Avevamo criticato la precedente amministrazione per la modalità con cui era stato organizzato il primo incontro pubblico sul nuovo PUC: l’ing. Ferrigni, dopo una breve presentazione delle linee guida del PUC, chiese ai presenti se erano d’accordo con ciò che aveva esposto e se vi erano delle osservazioni. Logicamente in quell’occasione non si pote' dire molto, in quanto occorreva prima documentarsi.

Ma non è stato possibile iniziare ad esaminare qualche documento se non dopo oltre un anno quando, del tutto casualmente, abbiamo saputo che presso gli uffici comunali “giacevano” da tempo le bozze delle nuove Norme di Attuazione e del nuovo Regolamento Edilizio.

E una volta esaminate quelle Norme di Attuazione restammo sconvolti: erano la brutta copia di quelle di Telese Terme, dove, proprio a causa di quelle norme, la speculazione edilizia ha devastato irreparabilmente un intero territorio!

Comunque ci tranquillizzarono dicendo che, Loro, le avrebbero completamente riviste, e solo dopo un'ampia partecipazione.

Ma il sospetto, e ormai è più di un sospetto, è che pur dovendo adempiere ad una procedura dettata dalle norme che impongono la partecipazione e la condivisione con la cittadinanza, almeno per il PUC, in realtà la partecipazione e il coinvolgimento, per i nostri amministratori, al di là delle dichiarazioni di circostanza, buone per i programmi elettorali, sono in realtà da evitare o limitare al massimo, perché, oggi come ieri, soprattutto su certi argomenti, non ci si vuole confrontare apertamente e si ritiene che si debba e si possa continuare a decidere ben chiusi nel “palazzo”, complice la minoranza che, in questa circostanza, chissà perchè, non ha ritenuto di informare i cittadini di un’evidente contraddizione della maggioranza consiliare.

domenica 5 dicembre 2010

Combustione zero e riciclo totale della materia: Provincia di Benevento ‘virtuosa’ ?

Da quando è stato presentato il piano provinciale dei rifiuti, alcuni mesi fa, nessuna risposta è stata data alle osservazioni inviate da comitati ed associazioni e nessun incontro è stato concesso. La conferenza stampa del 12 novembre, in cui non era prevista, come solitamente accade, nessuna partecipazione dei cittadini, non ha chiarito nessuno dei dubbi e delle incongruenze riscontrate nel piano. Se possibile, li ha aumentati.

Intanto, entro e fuori provincia, si pubblicizza questo piano come esempio di “un altro piano possibile“, anti-inceneritorista e sostenibile, finalmente in grado di concretizzare una gestione virtuosa dei rifiuti, prendendo come riferimento il modello Vedelago.

Purtroppo la nostra provincia, non è immune dall’emergenza, né è gestita in modo più democratico e trasparente. Nonostante le rassicuranti dichiarazioni di virtuosità, e i toni trionfalistici sulla nostra situazione rispetto a Napoli, i nostri amministratori non sanno o non dicono cosa accadrà a partire dal prossimo 1 gennaio 2011. L’ultimo decreto firmato da Napolitano non è stato nemmeno commentato dai nostri amministratori. Le uniche notizie che trapelano dalla Provincia riguardano solo gli incontri del Presidente con i lavoratori degli ex-consorzi che premono per essere riassorbiti.

Chiediamo ancora una volta alla Provincia (anche se ormai con scetticismo) un incontro urgente perché possa fornirci gli opportuni chiarimenti in merito alla reale fattibilità del piano (l’unico piano rifiuti disponibile ai cittadini è poco più di una dichiarazione di intenti), sia per quanto riguarda le risorse finanziarie che per l’organizzazione del servizio di raccolta da parte della SAMTE dal 1° gennaio 2011.

Ci appare evidente l’incongruenza tra l’amministrazione provinciale, che intende ostinatamente ottenere la gestione dei rifiuti, senza peraltro mostrare di essere concretamente pronta, e il grande silenzio degli amministratori locali che spesso, ma timidamente, hanno manifestato il loro disaccordo ad essere a loro volta “gestiti”, e che preferiscono aspettare l’evolversi degli eventi e nascondersi dietro tale imposizione dall’alto.

Vorremmo in particolare che ci fosse spiegato come mai la Daneco continuerà a gestire lo STIR di Casalduni se la Provincia ha presentato come suo fiore all’occhiello il modello Vedelago.

Lo STIR di Casalduni, a dire del responsabile impianti Daneco, riceverà sì modifiche migliorative, ma continuerà pur sempre a produrre eco-balle o FOS, e sicuramente “valorizzerà“ i rifiuti organici (con biodigestore, insufflaggio, … ) o li invierà ad incenerimento, mandando in discarica “quantitativi minori “.

Poiché però il sistema Vedelago è alternativo a queste tecniche e tende al riciclo ed al recupero totale dei materiali, che senso ha prevedere una gestione dello STIR che continua invece ad essere incardinato sulla vecchia insostenibile gestione del ciclo integrato?

La programmazione proposta dalla Daneco è allineata al vecchio sistema, e continua a perpetrare lo stesso approccio, basato su discariche ed inceneritori, che ci ha portato alla disastrosa situazione attuale. In questa programmazione, un impianto tipo Vedelago non avrebbe rifiuti da trattare per estrusione (che è uno degli aspetti chiave che rende appetibile dal punto di vista imprenditoriale questi impianti ), pertanto continuare a citarlo ci sembra un mero spot pubblicitario.

Se effettivamente la provincia volesse realizzare un impianto sul modello Vedelago, dovrebbe da subito partire con azioni tendenti alla riduzione dei rifiuti, specie quelli difficilmente trattabili, requisito necessario per un agevole recupero dei materiali da inviare all’impianto. Queste azioni, peraltro, sarebbero immediatamente possibili a costo zero, e sono state ampiamente annunciate nel Piano Rifiuti, anche se mai concretizzate. Un altro aspetto complementare al modello Vedelago è la presenza di impianti di compostaggio e di trattamento della frazione organica da destinare a compost per l’agricoltura ed il giardinaggio. Ma niente di tutto questo è presente in agenda.

La stessa Daneco, inoltre, gestisce la discarica di Sant’Arcangelo, con gli esiti disastrosi che tutti riconoscono. Discarica che si deve chiudere e bonificare sia per la situazione di dissesto idrogeologico dei luoghi in cui è stata realizzata, sia per il pericoloso continuo inquinamento che produce.

Non si può certo tacere su questo ed incitare populisticamente alla rivolta contro i rifiuti “napoletani“ per difendere il territorio e l’economia agricola del Sannio , annunciando vittorie fasulle contro gli sversamenti, e i virtuali 10 milioni di euro che arriveranno per la stabilizzazione, continuando, nel contempo, a ribadire la necessità di quella discarica per accogliere i rifiuti dei prossimi anni, come ribadito nel Piano provinciale .

Il disastro ambientale di una discarica dipende forse dalla provenienza dei rifiuti sversati?

Come si giustificano i ripetuti e costosi interventi di risanamento, già rivelatisi inutili in precedenza, in assenza di adeguati monitoraggio e bonifica? Anche se la discarica riceverà solo i rifiuti del Sannio continuerà a costituire una bomba ecologica disastrosa per l’ambiente e l’economia della nostra provincia.

I cittadini, oltretutto, vengono tutt’ora tenuti all’oscuro dei quantitativi degli sversamenti, della tipologia del rifiuto conferito e della provenienza.

Innumerevoli accessi agli atti non hanno sortito alcun effetto; il sindaco di S. Arcangelo si rifiuta persino di ricevere i componenti del comitato locale e la Provincia, malgrado abbia organizzato un ridicolo tavolo tecnico, si comporta nello stesso modo.

Come si può ragionare ed agire così e, nello stesso tempo, presentarsi in convegni e dibattiti come politici virtuosi, attenti al territorio e perfino rispettosi della democrazia?

Noi associazioni e comitati vogliamo la chiusura della discarica e poco ci interessano le aspettative economiche della Provincia per la messa in sicurezza, con ulteriori “palificazioni”, onde evitare nuove frane.

Ribadiamo che se effettivamente la signora Poli realizzasse l’impianto sul modello Vedelago, non si avrebbe più bisogno di una discarica, figuriamoci cosi capiente.

In sostanza, la provincia di Benevento non ci appare poi tanto dissimile dalle altre province campane, e a nulla serve l’accorato populismo con cui si tenta ipocritamente di difendere la discarica dagli inevitabili sversamenti regionali.

L’emergenza rifiuti si ripresenta, come sempre, come emergenza democratica.

Comitati civici di San Salvatore T. e Guardia S. - Coreri – Codisam


mercoledì 1 dicembre 2010

TAR CAMPANIA: RICORSO VOCEM RESPINTO

Il 26 novembre scorso è stata depositata la sentenza con la quale il TAR Campania ha deciso i 3 ricorsi pendenti sulla vicenda del progetto della Società VOCEM per la realizzazione di un impianto a biomasse/inceneritore nel comune di San Salvatore Telesino.
I primi due ricorsi (ovvero quelli dei comuni di Amorosi e San Salvatore telesino e della provincia di Benevento contro il rilascio della VIA positiva da parte della regione Campania e quello della VOCEM contro il Comune di San Salvatore Telesino) sono stati dichiarati inammissibili, mentre il ricorso di VOCEM e Provincia di Bergamo contro la decisione negativa della Conferenza dei Servizi è stato respinto perché infondato.
Interessanti le motivazioni della sentenza. Fondamentalmente il ricorso è stato respinto perchè il progetto VOCEM non era compatibile dal punto di vista urbanistico ( ... "Risulta, quindi, decisiva nel caso in esame la circostanza che l’Amministrazione regionale - sulla scorta della «posizione prevalentemente negativa circa la realizzazione dell’impianto» emersa in seno alla conferenza di servizi e in conformità alla disposizione dell’art. 196, comma 3, del decreto legislativo n.152/2006 - abbia deciso di far proprio non solo il parere negativo del Comune di San Salvatore Telesino sulla conformità urbanistica del progetto, ma anche l’ulteriore parere negativo del medesimo Comune sulla sussistenza dei presupposti per apportare una variante allo strumento urbanistico generale" ...).
Non sono state quindi nemmeno valutate dai Giudici Amministrativi le ulteriori censure dei legali della VOCEM rispetto alla decisione negativa della Conferenza dei Servizi che ha negato l'autorizzazione.
Avverso la decisione del TAR la VOCEM potrebbe proporre un ulteriore ricorso al Consiglio di Stato.
Ricordiamo inoltre la VOCEM fece riserva di ripresentare il progetto ai sensi del DPR 387/2003.
Le spese sono state compensate.

mercoledì 24 novembre 2010

Il CO.RE.ri. Incontra la Commissione UE

Pubblichiamo dal sito del CO.RE.ri


Riciclo totale, partendo dalla realizzazione degli impianti di compostaggio e dal recupero degli impianti di selezione e ripristino di un quadro normativo regionale coerente con le leggi italiane e comunitarie sono l'unico modo per uscire dalla crisi.

Ieri 23 novembre 2010 alle ore 14.00, presso gli uffici del Consiglioregionale, edificio F13, la delegazione della commissine europea, guidata dalla dott.ssa Pia Bucella, Director Legal and Civil Protection, ha convocato in audizioni il Coordinamento Regionale Rifiuti - Campania(CO.RE.ri), Legambiente Campania e il WWF Campania.La delegazione ha voluto ascoltare il parere delle associazioni sulle linee programmatiche inerenti la gestione dei rifiuti elaborate dalla giunta regionale.La delegazione del CO.RE.ri, formata da Nicola Capone, Lorenzo Tessitore edElena Vellusi ha evidenziato che la raccolta differenziata è stata di fatto impedita dai costi esorbitanti per lo smaltimento, fuori regione, della frazione organica e che nessuna filiera dei materiali è stata in questi anni organizzata per il reale recupero della materia selezionata.Si è quindi insistito sulla necessità di realizzare gli impianti di compostaggio già finanziati dalla Commissione europea e il recupero degliimpianti STIR per trasformarli in impianti di selezione meccanica dei materiali.

Si è denunciato, inoltre, il sistema normativo derogatorio vigente inCampania. che impedisce una pianificazione rispettosa delle direttive europee vigenti in materia. A tal proposito è stata sottolineata la necessità che il governo italiano ripristini con urgenza, sull'intero territorio regionale, un quadro normativo ordinario coerente con le leggi italiane e comunitarie, che dia per di più finalmente attuazione in maniera concreta alla Convenzione di Arhus, consentendo l'effettiva partecipazione dei cittadini alle decisioni amministrative sia in materia di pianificazioneche di realizzazione degli impianti.

Si è, poi, avvertita la delegazione della Commissione europea delle ultime modifiche apportate dal governo italiano all'articolo 205 del decreto legislativo 152 del 2006, che consentono ai Comuni di derogare all'obbligo di raggiungere le percentuali di raccolta differenziata previste dalla normativa vigente in materia, permettendo loro di compensare i bassi livelli di raccolta differenziata con gli obiettivi raggiunti dai comuni cosiddetti virtuosi, assicurando contestualmente il recupero energetico della quota dei rifiuti indifferenziati.

Si è fatto notare, ancora, che nel nostro paese il principio secondo il quale si può recuperare energia dalla materia - contraddizione insita nelle stesse direttive europee - diviene il presupposto per una legislazione deviata che incentiva con fondi pubblici gli impianti industriali, quali inceneritori, discariche, biodigestori, cementifici, etc., a discapito degli impianti volti al recupero e riciclo della materia.

Date queste premesse la delegazione del CO.RE.ri ha espresso parere negativo sulla validità del futuro piano regionale per la gestione dei rifiuti.

La delegazione della Commissione europea ha espresso il suo favore per leanalisi e le proposte dei rappresentanti del CO.RE.ri, accogliendo sia i rilievi da questa mossi sulla questione del trattamento dell'umido, sia la proposta di trasformazione degli impianti STIR in impianti di selezione meccanica per l'avvio dei materiali ad una filiera per il recupero e il*riciclo totale della materia*.

Ha specificato che pur non essendo suo compito intervenire nello specifico delle strategie proposte dalla regione, può tuttavia agire nel caso in cui il piano proposto sovverta la gerarchia delle operazioni indicate dalla recente direttiva europea che vede al primo posto la raccolta differenziata e il recupero e riciclo della materia. Non mancherà dunque di verificare con attenzione se le recenti modifiche, apportate dal governo al decreto legislativo 152 del 2006, abbiano correttamente recepito l'ultima normativa comunitaria in materia di rifiuti sottolineando che se così non fosse si potrebbe prospettare l'eventualità un ulteriore procedura di infrazione comunitaria.

CO.RE.Ri - Coordinamento Regionale Rifiuti della Campania

Sito: www.rifiuticampania.org

Email: contatti@rifiuticampania.org

Tel: 3346224313

sabato 20 novembre 2010

Viene da deriderlo ?

Non è tanto interessante il merito di questo post, quanto l'idea di porsi delle domande, come fatto dall'autore - Stefano Vignaroli - in ogni ambito della propria vita e misurarsi con la sostenibilità dei gesti che compiamo e dei progetti che immaginiamo dai più semplici a più complessi: sono questi i mattoni dell'intelligenza ecologica (titolo di per sè illuminante del libro di D. Goleman) che devono caratterizzare il nostro progresso ed il nostro futuro, se ne vogliamo uno...

rifiuti_domestici_zero.jpg

Tu sei il cambiamento che vuoi vedere nel mondo. Gandhi.
"Con poche pratiche e sperimentate in poco tempo ho ridotto drasticamente i miei rifiuti, l'elenco è solo parziale e non pretende di risolvere tutti i problemi. Un singolo cittadino non può cambiare il mondo... ma può provarci e l'unione fa la forza!
A - Gasatore dell'acqua del rubinetto casalingo. Mai piu' bottiglie da incollarsi al supermercato.www.sodastream.it
B - Detersivi alla spina. Sia totalmente biodegradabili che meno, sono prodotti efficaci ed economici (una media di 1 euro al litro).www.autoricambispaziani.it/
C - Autoproduzione detersivi. Se si ha tempo e voglia ancor più economico e salutare farsi i detersivi da soli con sostanze naturali. I miei piatti sono puliti senza residui chimici sui piatti e negli scarichi.biodetersivi.altervista.org
D - Sapone solido di Aleppo. 100% biodegradabile fatto solo di olio d'oliva e di alloro.www.saponedialeppo.it
E - Sporte e buste riutilizzabili. Curiosa l'espressione di alcuni commessi al mio rifiuto della loro busta. Qualche volta mi è stato detto: ''Guarda che non te la faccio pagare''. La nostra cultura è ancora arretrata? www.magazzinirossi.it
F - Compostatore. Preferisco tenermi gli scarti alimentari in casa utilizzando una compostiera domestica autocostruita e vi assicuro che produco un terriccio ricco e naturale per le mie piante.www.meetup.com/beppegrillo-263
G -Bibite naturali. Oltre l'acqua amo il tè e i succhi frutta. Perche' comprarne costosi , artificiali e imbottigliati in plastica?
H -Alimenti alla spina. Il mercato offre ancora poche opportunità , si può scegliere di limitare i danni con un minimo di scelta e attenzione.
I - Spazzolino intercambiabile. Mi son sempre sentito uno stupido a pagare un manico di plastica )in teoria eterno) per poi buttarlo e ricomprarlo dopo un paio di mesi.
L - Bicchiere tascabile e riutilizzabile. Questo semplice oggetto evita tanti rifiuti.www.dmail.it
M - Autoproduzione alimentare. Con poco più di 1 euro mi faccio yogurt per una settimana semplicemente versando il latte nel macchinario.
N - Tovaglioli di stoffa. In casa era diventato un oggetto da museo. L'ho riscoperto evitando di consumare rotoli e rotoli di tovaglioli di carta usa e getta.
O - Lametta intercambiabile. Evito tante lamette usa e getta essendo la rastura un ''rito'' pressochè quotidiano." Stefano Vignaroli - Roma

lunedì 15 novembre 2010

Benevento cambia, quasi, strategia

Di seguito una nota scritta dalla nostra amica Paola Nugnes, del Co.Re.ri, riguardo alla conferenza stampa tenuta dalla Provincia di Benevento, il giorno 12 novembre 2010, sul piano rifiuti provinciale e sul progetto di revamping dello STIR di Casalduni. A quanto pare nella migliore delle ipotesi prevarrà il Nimby: trattamento a freddo a casa nostra, incenerimento ad Acerra...



" Benevento cambia, quasi, strategia


Oggi c'è stata a Benevento la conferenza stampa di presentazione del piano rifiuti della provincia di Benevento, o meglio la conferenza stampa del progetto di revamping dell'ex impianto CDR, oggi Stir di Casalduni.

Erano presenti Carla Poli del Centro di riciclo di Vedelago, l'assessore Aceto, il presidente della Provincia Cimitile, l'impresa che si occuperà della riconversione dell'impianto, ed in sala come consulente, ma che non è intervenuto, Tommaso Sodano.

Dalle parole di Cimitile e di Aceto siamo di fronte ad una svolta storica all'interno del panorama regionale, in grande opposizione ed isolamento rispetto alla linea intrapresa nel resto della regione, e questo probabilmente è vero.

Oggi si è parlato di recupero della materia e di ricostruire una delle due linee di Casalduni sul modello del centro Vedelago. Una svolta storica in Campania che va sicuramente sostenuta e spinta con tutte le nostre energie ed entusiasmi. Qui oggi non si è detto, come si è detto altrove (Presidenza della regione) che " il problema è stato puntare sulla raccolta differenziata spinta invece che sulle discariche e sugli inceneritori". No, ma fare peggio di come si fa oggi in Campania (e di come si è fatto fino ad oggi), è praticamente impossibile.

Ci è stato presentato il progetto: una linea dell'impianto di Casalduni sarà trasformata in una linea sul modello Vedelago, (Evviva!) L' altra linea, che oggi è un tritovagliatore ed impacchettatore di rifiuti, che non funziona, diventerà. con il nuovo progetto, un tritovagliatore ed impachettatore di rifiuti che funziona, ed invia ad incenerimento ad Acerra!

La differenza sostanzialmente sarà nella ristrutturazione dell'impianto elettrico; pulitura e ristrutturazione del piano di insulflaggio, che permetterà la riduzione volumetrica del rifiuto fino ad un 18% del volume, (che è già una cosa migliore del tritorvagliato ed impacchettato percolante di ora, ma far peggio di ora è molto difficile.) Nulla nella seconda linea verrà recuperato, né vagliato, non verranno neanche intercettati, a quanto ci è stato dato di capire, rifiuti pericolosi e nocivi come pile, telefonini, batterie, medicinali scaduti. Il rifiuto verrà sostanzialmente passato in un vaglio che divide grossolanamente il secco dall'umido, il sottovaglio verrà asciugato per insulflaggio, il sopravaglio con sistemi balistici verrà "pulito" dagli elementi ferrosi, che proprio non si possono bruciare, infine si tritovaglierà ed impachetterà il tutto x la discarica o per bruciare ad Acerra.

Perché non si è pensato ad un separatore aerealico, che molto meglio avrebbe permesso la divisione del secco dall'umido, perché non si procederà alla vagliatura selezione e recupero del materiale riciclabile, su nastri trasportatori con l'ausilio imprescindibile della mano e dell'occhio dell'uomo? Perché non si è pensato ad un revamping che porti la linea alle sue originarie mansioni per poi chiudere non con CDR ma con un impianto di estrusione, per lo scarto secco non riciclabile ? (vedi n.stro progetto di revamping) "Perché la carta ed il cartone da raccolta indifferenziata è sporco e nessuno lo vuole", ci hanno risposto; ma già negli anni '80 i vecchi TMB riuscivano a recuperare oltre l'80% di materia dall'indifferenziato, possibile che oggi non si riesca a fare meglio che impacchettare rifiuti tritivagliati seppure con bassa percentuale di umidità e scarso pericolo di percolato?

Crediamo che la scelta dipenda piuttosto dal fatto che la politica istituzionale non crede di poter fare veramente proposte "fuori" dagli schemi “in grande opposizione ed isolamento” e che la quota di CDR da garantire all'incenerimento ritiene sia obbligata.

In soldoni temiamo che, se la riduzione paventata e la raccolta porta a porta che si vuole fare non partiranno su tutto il territorio, se non ci sarà una drastica divisione del secco dall'umido da subito, la linea tipo vedelago lavorerà poco e con scarsi profitti, perché non ci sarà l'implementazione del mercato che la deve sostenere.

Tra l'altro fin quanto si continuerà a produrre CDR ed a mandare ad incenerimento con gli incentivi CIP6 il recupero della materia ( bada non ho detto Raccolta Differenziata) non converrà perchè saremo in presenza di un mercato drogato; la filiera del riciclo non si formerà e l'indotto e la domanda non si genereranno. Il gatto che si mangia la coda. Solo che con l'incenerimento guadagnano, molto, pochi, e perdono, moltissimo, tanti. Con il recupero della materia guadagnerebbero tutti.

Ma come potrà veramente partire la raccolta differenziata se in questo bel disegno manca la gestione dell'umido?.

Il progetto di Casalduni propone una piattaforma che riceva tutta la raccolta dell'umido da raccolta differenziata per poter accorpare in viaggi e conferimenti unici la spesa dei comuni, nella speranza di abbassare i costi del conferimento dell'umido fuori regione ( se conferisco 1000 invece di 10 mi fai un prezzo migliore, se viaggio con un camion più grande per portare più rifiuto, car pooling dell'umido per intenderci, risparmio in emissioni e spesa) Cosa buona. Ma siamo ancora a questo?

Nel progetto si valutando, inoltre, per Casalduni un impianto, di digestione anaerobica, di cui non ci dicono né costi né dimensioni perché è ancora un ipotesi. Queste soluzioni ci lasciano molto perplessi: gli agronomi ci dicono che l'umido così sfruttato non ci dà un compost di qualità ma solo un emendante, un prodotto sfruttato praticamente inutilizzabile; a Benevento ci spiegano che il processo anaerobico è solo un acceleratore del processo naturale e che le analisi sul prodotto stanno a certificare che se ne ricava un ottimo compst.

Sta di fatto che impianti di questo tipo non convengono sotto le 25.000 t. A noi i grossi impianti non piacciono, la memoria storica e la letteratura attuale ci mettono in guardia dai grossi impianti, servono troppo spesso a "occultare" altri tipi di rifiuto, come i fanghi industriali, o i fanghi da incenerimento, ad esempio.

Non ci piacciono i grossi impianti. Crediamo piuttosto nella soluzione di piccoli impianti di compostaggio agricolo diffusi sul territorio, e Benevento è territorio che si presta molto bene ad una soluzione di questo tipo. A ragion del vero sembra che Aceto propenda per questo tipo di soluzione e che sia per questo che ancora non si è definito per l'impianto di gestione anaerobica. Speriamo.

Ma che le decisioni vengano prese, senza gli impianti di compostaggio avremo un finto piano, non un piano zoppo, un piano claudicante che va comunque in una, speriamo, direzione di cambiamento, ma avremo un finto piano zoppo.

Senza impianti di compostaggio avremo solo: una linea di tritovagliatura che manda ad incenerimento, una raccolta a prezzi insostenibili per i comuni, una raccolta differenziata allo stallo. Insomma nulla sarà cambiato.

Ma voglio essere ottimista e fiduciosa e dico che oggi al palazzo della provincia di Benevento si sono sentite parole nuove, un nuovo piano rifiuti è stato lanciato: è claudicante, necessita di sostegno, ma speriamo che i primi passi zoppicanti vadano nella direzione dichiarata, verso il cambiamento. Dico che forse la politica istituzionale crede di non poter fare al momento più di così(?), crede che il suo compito sia (ancora?) il mediare. Ma a noi spetta il compito di dire fuori dai denti i fatti ed i fatti con tutta la buona volontà non li abbiamo visti meglio di così


Paola Nugnes"

domenica 24 ottobre 2010

La solita emergenza rifiuti …

Annunciata ormai da un mese, preannunciata anche dal Presidente Cimitile ( minacciava le barricate, ricordate ?) e dall’Assessore all’Ambiente, l’emergenza rifiuti in Campania è puntualmente scoppiata.

Benevento non è Terzigno. Per strada non c’è nessuno; il clima non è abbastanza amabile per fare una passeggiata tra Sant’Arcangelo Trimonte e Paduli, e nemmeno a Ponte Valentino, per ri-guardare il suolo dove” ovviamente “ sarà costruita la Luminosa. Non si protesta nel beneventano, in genere si subisce. Colasanto sarà finalmente soddisfatto: anche lui resterà famoso, a Benevento e provincia, come colui che, blaterando per anni contro il centrosinistra, ora è riuscito addirittura a fare peggio, insieme al suo partito.

Tutti, adesso, invocano le manifestazioni contro gli sversamenti da parte dei “ napoletani “. Ma i napoletani non sono stati certo salvati da questa decisione, anzi.

Nonostante le proteste di Terzigno e l’ordinanza Caldoro che obbliga a sversare nelle altre province, anche la seconda discarica nel parco naturale del Vesuvio , bocciata persino dalla commissione europea, cava Vitiello, 10 milioni di tonnellate di capienza, è autorizzata dal Consiglio dei Ministri. Ora si che stiamo tranquilli; questa si che è una discarica capiente. Basterà per un paio di campagne elettorali!

Il Codisam, il comitato civico nato contro la discarica di Sant’Arcangelo Trimonte, nell’ultimo anno, non è stato preso in considerazione da nessun politico, e solo la settimana scorsa il suo Comune gli chiedeva le credenziali per rispondere ad una nuova richiesta di documenti. Alla provincia avevano istituito una nuova commissione di cui essi facevano parte, ma era solo una presa in giro, l’ennesima strumentalizzazione del comitato. Sarebbe sempre auspicabile che i movimenti dal basso e i comitati mantenessero la loro autonomia dai politici di turno, invece di correre dietro ai loro cambiamenti di umore e…di decisioni. Da più di un anno si parla della famosa bonifica della discarica, ma proprio in questi giorni drammatici, Aceto comunica di aver ricevuto i fondi necessari. Tempestivo???

Ora, però, amministrazione comunale,provinciale, partiti grandi e piccoli, signori più o meno famosi, tutti parlano di rivolta.

Eppure l’ordinanza Caldoro è chiarissima: il 29.09.2010 erano state convocate le autorità provinciali ed era stato deciso di trasferire, con decorrenza 1° ottobre, le competenze di gestione del ciclo ordinario per lo smaltimento rifiuti urbani ai competenti uffici regionali, e, incontrati gli assessori provinciali, proprio il 1 ottobre, si decise che, a far data dal 6 ottobre 2010, le attività connesse con la gestione dei flussi sarebbero dovute essere svolte esclusivamente dai competenti uffici regionali. Compare, inoltre, nell’ordinanza di Caldoro, la citazione di quella precedente del 14.10 “ programmazione e gestione rifiuti” su “ Attività di gestione dei flussi dei rifiuti”, con il quale, per l’attività di coordinamento dei flussi interprovinciali, è istituito un apposito coordinamento.

Il 29.09! L’amministrazione provinciale ha sicuramente tentato “altre strade” in questi 20 giorni, fino a quando a Sant’Arcangelo, in uno dei soliti incontri per pochi, si è dovuto ripiegare nuovamente, in un copione stravecchio, a cercare di coinvolgere i cittadini e i comitati che, unici, hanno sempre continuato la battaglia, ma che vengono buttati via come rifiuti e ripresi a proprio piacimento per ogni eventuale strumentalizzazione politica o per nascondere la propria impotenza. Impotenza attuale, fino a ieri era presunzione, tracotanza e arroganza.

I nostri amministratori provinciali, dunque, sapevano che la “nuova” emergenza avrebbe destinato parte dei rifiuti a Sant’Arcangelo, oltre che a San Tammaro e Savignano Irpino. Il problema resta la solita antica domanda: cosa fare dei rifiuti!

Nella provincia di Benevento non abbiamo un sito di compostaggio funzionante; non abbiamo uno STIR che funzioni davvero come impianto di selezione e sforna quotidianamente le solite eco balle; ricordiamo che lo stesso presidente Cimitile è coinvolto nell’inchiesta sugli Stir, dato che è uno degli ingegneri collaudatori. La discarica , come ammette lo stesso Assessore provinciale, nel “ luccicante Piano rifiuti Samte “, se non riceve la necessaria bonifica, ha una capacità residua di sole 87.000 tonnellate ( quindi, come noi sosteniamo, non potrà sopperire neanche alle esigenze provinciali per più di 6 mesi, essendo, al momento, l’unico impianto disponibile per i nostri flussi di rifiuti).

A meno che, dalla presentazione del Piano Rifiuti, siano successe cose che non sappiamo, e che il 1 gennaio, wow!, riapra Molinara, per ora ancora sotto sequestro, e Sant’Arcangelo Trimonte, senza esplodere sotto tutti i rifiuti provinciali e regionali, riceva l’ormai famosa bonifica e abbia pubblicamente i risultati del monitoraggio, promessa dell’Assessore sin dal suo insediamento, quando affermò che avrebbe “ vigilato” per sempre su di essa.

Invece di perdere tempo a rispondere alle vuote accuse dei “ Capezzone” di turno, l’Amministrazione provinciale, nostro diretto interlocutore, dovrebbe chiedere ai cittadini aiuto e supporto nell’azione di governo quotidiano dando, in cambio, trasparenza e informazioni, che riempirebbero il vuoto sito dell’Assessorato all’ambiente, e permetterebbero agli abitanti dei territori, continuamente violentati , di potersi fidare di coloro che, per disavventura, sono stati delegati a proteggerli .

I comitati non sono il popolo del no. Noi sappiamo che la strada per uscire del vicolo cieco dell’emergenza rifiuti c’è, ed è facilmente realizzabile. Gli amministratori ed i politici devono sostenere e realizzare le nostre proposte, prendendo finalmente una posizione forte contro il governo centrale e gli amministratori regionali. I cittadini pagano una Tarsu esosa e ingiusta, ma l’ hanno accettata solo perché per ora è l’unico mezzo per realizzare un ciclo virtuoso dei rifiuti ( e, per favore, mai più integrato!).

Come cittadini abbiamo subito, per decreto, discariche e l’ inceneritore di Acerra in nome dell’emergenza. Adesso, però, sono necessari gli impianti di compostaggio e gli impianti TMM, trattamento meccanico manuale, in sostituzione degli STIR regionali (e senza digestore anaerobico, che vanifica la corretta raccolta differenziata) e, soprattutto ( senza badare al consenso degli industriali: la salute viene prima e l’economia si deve riadattare a noi e non viceversa ) le necessarie ordinanze per la riduzione degli imballaggi e di tutti gli oggetti usa e getta non necessari. Delle proposte che abbiamo fatto alla provincia, prima che l’Assessore scrivesse il Piano rifiuti, quella a cui più teniamo è la realizzazione di un impianto di selezione e riciclo come quello di Vedelago. Ci auguriamo che la Provincia porti avanti il progetto che ostenta in ogni occasione, pretendendone la fattibilità tecnica ed economica in sede regionale. Il segreto di tutto il ciclo virtuoso dei rifiuti sta nella semplicità degli impianti e nella trasparenza della politica.

L’emergenza va combattuta con proposte serie e credibili e con atti coerenti: solo cosi noi cittadini potremo riacquistare fiducia in coloro che, in questi giorni, e come sempre, solo mediaticamente si oppongono all’ennesimo sversamento nella nostra provincia.

Comitato civico di Guardia Sanframondi

Comitato civico di San Salvatore Telesino

CoReRi – Coordinamento Regionale Rifiuti della Campania

venerdì 15 ottobre 2010

Shoppers - Un passo in più, di consapevolezza

Riportiamo qui un articolo tratto da "Il cambiamento". La legge nazionale va nella direzione che aspettavamo da tempo. La consapevolezza che i nostri consumi non possono essere più dettati solo dalla pubblicità, dalla fretta o dalla bramosia dell'accumulo di merci con cui siamo infernalmente programmati non deve arrestarsi qui. Molte persone, addirittura intere comunità o comuni, già agiscono per conto proprio anticipando questo tipo di iniziative nazionali. Noi nel nostro paesino ancora non ci riusciamo e siamo sempre all'inseguimento, è per questo che ci rallegriamo quelle rare volte in cui i politici nazionali, più o meno volutamente, ricordano di fare gli interessi di noi cittadini e ci costringono ad adeguarci.


Il governo conferma: da gennaio 2011 addio ai sacchetti di plastica

di Legambiente - 15 Ottobre 2010

busta plastica terra
Il governo rispetterà la scadenza del 1 gennaio 2011 per l’entrata in vigore del divieto di commercializzazione dei sacchetti di plastica non biodegradabili

Legambiente è molto soddisfatta della dichiarazione rilasciata ieri alla Camera daRoberto Menia. Il sottosegretario all’Ambiente ha comunicato l’intenzione del governo di rispettare la scadenza del primo gennaio 2011 per l’entrata in vigore del divieto di commercializzazione dei sacchetti di plastica non biodegradabili.

"Una vittoria dell’ambientalismo - commenta il vice direttore di Legambiente Andrea Poggio- e dei 100mila cittadini che in occasione delle giornate diPuliamo il Mondo hanno firmato la nostra petizione contro la proroga dello stop ai sacchetti non biodegradabili, che inquinano e consumano petrolio. Da tempo chiediamo di vietare a livello nazionale la loro produzione e distribuzione. Con la sua decisione, l’Italia si pone all’avanguardia, su questo fronte, tra i paesi industrializzati. E il provvedimento è di grande importanza anche per far progredire la raccolta differenziata dei rifiuti organici, per la quale la biodegradabilità dei sacchetti è indispensabile".

"Siamo certi - aggiunge Poggio - che il ministero dell’Ambiente stia lavorando per definire le norme transitorie per l’esaurimento delle scorte residue di sacchetti e ci mettiamo a sua disposizione per contribuire alla loro definizione".