giovedì 26 agosto 2021

Crisi ecologiche: "la tecnologia risolve"

I seguenti indicatori di stato della salute della biosfera mostrano una crisi ecologica congiunta, vale a dire che mostrano, presi tutti insieme, che siamo già adesso in uno stato situato oltre i confini planetari, in un territorio, cioè, sconosciuto rispetto agli ultimi 10-12 millenni in cui si è mossa la civiltà umana:

- Tasso di alterazione dei suoli
- Tasso di emissioni di climalteranti
- Tasso di estinzioni di specie
- Tasso di alterazione dei cicli chimici naturali (carbonio, azoto, fosforo)

Ed in più, per quanto non ci siano soglie concordate vista la complessità e l'enorme varietà delle composizioni chimiche delle sostanze in circolazione, va considerato il tasso di dispersione di inquinanti in ambiente a cui contribuiscono rifiuti, emissioni in atmosfera, nelle falde e nei suoli in vari settori delle attività umane che di certo appaiono tutt'altro che entro i limiti della sostenibilità, visti i tanti report scientifici pubblicati in merito.
(cfr. Studi dello Stockholm Resilience Center per gli indicatori ecologici summenzionati)

In questo stato ha molto poco senso parlare di un solo aspetto ecologico alla volta (tipo "meglio solo questo che niente"): oggi ad esempio nei media prevalgono, relativamente, le emissioni dei climalteranti causate principalmente dai sistemi di produzione energetica,  ma garantire lo stesso (se non di più) ammontare di energia anche per il futuro, per quanto "verde" possa essere, vuol dire continuare a garantire l'aggravarsi del carico complessivo sul pianeta con ciò che tale quantità di energia alimenta (obsolescenze tecnologiche sempre più frequenti, nuovi scavi e miniere, produzione di merci e di rifiuti, nuove emissioni da chimica sintetica, occupazione di nuovo suolo, ecc) con buona pace degli altri indicatori in crisi, che significa continuare ad avvcinarsi alle condizioni che innescheranno comunque un collasso ecologico legato a condizioni climatiche già complesse, unite all'accelerazione delle estinzioni di specie e delle quantità di ecosistemi compromessi.
Tutto quanto sopra, o non è sufficientemente chiaro perché presi da altre priorità, o è chiaro e si è in malafede per interessi, o ci troviamo nel girone infernale del "wishful thinking" (si crede ciò che si desidera, senza basarsi sulla realtà, "non potrà mai accadere") che contribuisce a tenere bassa l'attenzione e la classificazione di priorità.

Presi insieme, ad ogni modo, quegli indicatori dicono che si deve necessariamente ed urgentemente ridurre i consumi totali di materia e di energia per provare a rientrare nei confini, non si può provare a controllarne uno trascurando o addirittura degradando gli altri: il risultato che gli studiosi delle dinamiche ecologiche prevedono resta sempre il collasso.
Ma non esiste tecnologia che permetta una diminuzione di consumi di materia ed energia in un sistema votato alla crescita (economica). Lo confermano sia molti studi indipendenti che i report di agenzie istituzionali europee.
Al limite le tecnologie possono intervenire sull'efficienza relativa e sul disaccoppiamento relativo nei consumi (agevolare risparmi unitari), il resto lo dobbiamo fare noi nella ricerca e nella scelta, sia individuale che a vari livelli di comunità, della sufficienza e del limite con le conseguenti implicazioni politiche, in modo da evitare che i risparmi unitari non vengano vanificati da crescite globali, dovute ad obsolescenze sempre più frequenti e da proliferazioni di massa con demografie crescenti.
Ad ogni modo è una questione di cosa fare e come, non di se decrescere.

Passare a nuove tecnologie di massa (5G, IoT, DVB-T2, Auto elettriche, TAV, blockchain, per indicarne alcune), per vere o presunte nuove comodità, passare a tecnologie vero- o presunto-verdi per assecondare i fabbisogni energetici e di materia senza porsi limiti e senza tenere presenti gli indicatori di cui sopra insieme a ciò che rappresentano è catastrofico.
Facciamoci caso: in ogni piano di transizione aggettivata come "ecologica" che prova a dispiegare queste soluzioni non sono presenti valutazioni e monitoraggi di indicatori ecologici, ma indicatori economici e stato di avanzamento del dispiegamento di opere, tecnologie ed infrastrutture.
Credere che le soluzioni risiedano in economia circolare, riciclo, rinnovabili che rimpiazzano tout court le fossili, tecnologie che dematerializzano, senza relazionarle e ricondurle ad una diminuzione del volume complessivo delle attività umane è catastrofico.
Sperare od essere indifferenti alla crescita dei consumi pro-capite in alcune aree del mondo ed in alcune fasce sociali è catastrofico.
Sperare od essere indifferenti alla crescita demografica in molte aree del mondo, è catastrofico.
Dire "il capitalismo, il mercato ed il liberismo non lo permetteranno" è catastrofico.
Bisogna essere consapevoli dell'urgenza e del tipo di urgenza, prima di dire chi permetterà cosa.

Francesco P.