domenica 24 ottobre 2010

La solita emergenza rifiuti …

Annunciata ormai da un mese, preannunciata anche dal Presidente Cimitile ( minacciava le barricate, ricordate ?) e dall’Assessore all’Ambiente, l’emergenza rifiuti in Campania è puntualmente scoppiata.

Benevento non è Terzigno. Per strada non c’è nessuno; il clima non è abbastanza amabile per fare una passeggiata tra Sant’Arcangelo Trimonte e Paduli, e nemmeno a Ponte Valentino, per ri-guardare il suolo dove” ovviamente “ sarà costruita la Luminosa. Non si protesta nel beneventano, in genere si subisce. Colasanto sarà finalmente soddisfatto: anche lui resterà famoso, a Benevento e provincia, come colui che, blaterando per anni contro il centrosinistra, ora è riuscito addirittura a fare peggio, insieme al suo partito.

Tutti, adesso, invocano le manifestazioni contro gli sversamenti da parte dei “ napoletani “. Ma i napoletani non sono stati certo salvati da questa decisione, anzi.

Nonostante le proteste di Terzigno e l’ordinanza Caldoro che obbliga a sversare nelle altre province, anche la seconda discarica nel parco naturale del Vesuvio , bocciata persino dalla commissione europea, cava Vitiello, 10 milioni di tonnellate di capienza, è autorizzata dal Consiglio dei Ministri. Ora si che stiamo tranquilli; questa si che è una discarica capiente. Basterà per un paio di campagne elettorali!

Il Codisam, il comitato civico nato contro la discarica di Sant’Arcangelo Trimonte, nell’ultimo anno, non è stato preso in considerazione da nessun politico, e solo la settimana scorsa il suo Comune gli chiedeva le credenziali per rispondere ad una nuova richiesta di documenti. Alla provincia avevano istituito una nuova commissione di cui essi facevano parte, ma era solo una presa in giro, l’ennesima strumentalizzazione del comitato. Sarebbe sempre auspicabile che i movimenti dal basso e i comitati mantenessero la loro autonomia dai politici di turno, invece di correre dietro ai loro cambiamenti di umore e…di decisioni. Da più di un anno si parla della famosa bonifica della discarica, ma proprio in questi giorni drammatici, Aceto comunica di aver ricevuto i fondi necessari. Tempestivo???

Ora, però, amministrazione comunale,provinciale, partiti grandi e piccoli, signori più o meno famosi, tutti parlano di rivolta.

Eppure l’ordinanza Caldoro è chiarissima: il 29.09.2010 erano state convocate le autorità provinciali ed era stato deciso di trasferire, con decorrenza 1° ottobre, le competenze di gestione del ciclo ordinario per lo smaltimento rifiuti urbani ai competenti uffici regionali, e, incontrati gli assessori provinciali, proprio il 1 ottobre, si decise che, a far data dal 6 ottobre 2010, le attività connesse con la gestione dei flussi sarebbero dovute essere svolte esclusivamente dai competenti uffici regionali. Compare, inoltre, nell’ordinanza di Caldoro, la citazione di quella precedente del 14.10 “ programmazione e gestione rifiuti” su “ Attività di gestione dei flussi dei rifiuti”, con il quale, per l’attività di coordinamento dei flussi interprovinciali, è istituito un apposito coordinamento.

Il 29.09! L’amministrazione provinciale ha sicuramente tentato “altre strade” in questi 20 giorni, fino a quando a Sant’Arcangelo, in uno dei soliti incontri per pochi, si è dovuto ripiegare nuovamente, in un copione stravecchio, a cercare di coinvolgere i cittadini e i comitati che, unici, hanno sempre continuato la battaglia, ma che vengono buttati via come rifiuti e ripresi a proprio piacimento per ogni eventuale strumentalizzazione politica o per nascondere la propria impotenza. Impotenza attuale, fino a ieri era presunzione, tracotanza e arroganza.

I nostri amministratori provinciali, dunque, sapevano che la “nuova” emergenza avrebbe destinato parte dei rifiuti a Sant’Arcangelo, oltre che a San Tammaro e Savignano Irpino. Il problema resta la solita antica domanda: cosa fare dei rifiuti!

Nella provincia di Benevento non abbiamo un sito di compostaggio funzionante; non abbiamo uno STIR che funzioni davvero come impianto di selezione e sforna quotidianamente le solite eco balle; ricordiamo che lo stesso presidente Cimitile è coinvolto nell’inchiesta sugli Stir, dato che è uno degli ingegneri collaudatori. La discarica , come ammette lo stesso Assessore provinciale, nel “ luccicante Piano rifiuti Samte “, se non riceve la necessaria bonifica, ha una capacità residua di sole 87.000 tonnellate ( quindi, come noi sosteniamo, non potrà sopperire neanche alle esigenze provinciali per più di 6 mesi, essendo, al momento, l’unico impianto disponibile per i nostri flussi di rifiuti).

A meno che, dalla presentazione del Piano Rifiuti, siano successe cose che non sappiamo, e che il 1 gennaio, wow!, riapra Molinara, per ora ancora sotto sequestro, e Sant’Arcangelo Trimonte, senza esplodere sotto tutti i rifiuti provinciali e regionali, riceva l’ormai famosa bonifica e abbia pubblicamente i risultati del monitoraggio, promessa dell’Assessore sin dal suo insediamento, quando affermò che avrebbe “ vigilato” per sempre su di essa.

Invece di perdere tempo a rispondere alle vuote accuse dei “ Capezzone” di turno, l’Amministrazione provinciale, nostro diretto interlocutore, dovrebbe chiedere ai cittadini aiuto e supporto nell’azione di governo quotidiano dando, in cambio, trasparenza e informazioni, che riempirebbero il vuoto sito dell’Assessorato all’ambiente, e permetterebbero agli abitanti dei territori, continuamente violentati , di potersi fidare di coloro che, per disavventura, sono stati delegati a proteggerli .

I comitati non sono il popolo del no. Noi sappiamo che la strada per uscire del vicolo cieco dell’emergenza rifiuti c’è, ed è facilmente realizzabile. Gli amministratori ed i politici devono sostenere e realizzare le nostre proposte, prendendo finalmente una posizione forte contro il governo centrale e gli amministratori regionali. I cittadini pagano una Tarsu esosa e ingiusta, ma l’ hanno accettata solo perché per ora è l’unico mezzo per realizzare un ciclo virtuoso dei rifiuti ( e, per favore, mai più integrato!).

Come cittadini abbiamo subito, per decreto, discariche e l’ inceneritore di Acerra in nome dell’emergenza. Adesso, però, sono necessari gli impianti di compostaggio e gli impianti TMM, trattamento meccanico manuale, in sostituzione degli STIR regionali (e senza digestore anaerobico, che vanifica la corretta raccolta differenziata) e, soprattutto ( senza badare al consenso degli industriali: la salute viene prima e l’economia si deve riadattare a noi e non viceversa ) le necessarie ordinanze per la riduzione degli imballaggi e di tutti gli oggetti usa e getta non necessari. Delle proposte che abbiamo fatto alla provincia, prima che l’Assessore scrivesse il Piano rifiuti, quella a cui più teniamo è la realizzazione di un impianto di selezione e riciclo come quello di Vedelago. Ci auguriamo che la Provincia porti avanti il progetto che ostenta in ogni occasione, pretendendone la fattibilità tecnica ed economica in sede regionale. Il segreto di tutto il ciclo virtuoso dei rifiuti sta nella semplicità degli impianti e nella trasparenza della politica.

L’emergenza va combattuta con proposte serie e credibili e con atti coerenti: solo cosi noi cittadini potremo riacquistare fiducia in coloro che, in questi giorni, e come sempre, solo mediaticamente si oppongono all’ennesimo sversamento nella nostra provincia.

Comitato civico di Guardia Sanframondi

Comitato civico di San Salvatore Telesino

CoReRi – Coordinamento Regionale Rifiuti della Campania

venerdì 15 ottobre 2010

Shoppers - Un passo in più, di consapevolezza

Riportiamo qui un articolo tratto da "Il cambiamento". La legge nazionale va nella direzione che aspettavamo da tempo. La consapevolezza che i nostri consumi non possono essere più dettati solo dalla pubblicità, dalla fretta o dalla bramosia dell'accumulo di merci con cui siamo infernalmente programmati non deve arrestarsi qui. Molte persone, addirittura intere comunità o comuni, già agiscono per conto proprio anticipando questo tipo di iniziative nazionali. Noi nel nostro paesino ancora non ci riusciamo e siamo sempre all'inseguimento, è per questo che ci rallegriamo quelle rare volte in cui i politici nazionali, più o meno volutamente, ricordano di fare gli interessi di noi cittadini e ci costringono ad adeguarci.


Il governo conferma: da gennaio 2011 addio ai sacchetti di plastica

di Legambiente - 15 Ottobre 2010

busta plastica terra
Il governo rispetterà la scadenza del 1 gennaio 2011 per l’entrata in vigore del divieto di commercializzazione dei sacchetti di plastica non biodegradabili

Legambiente è molto soddisfatta della dichiarazione rilasciata ieri alla Camera daRoberto Menia. Il sottosegretario all’Ambiente ha comunicato l’intenzione del governo di rispettare la scadenza del primo gennaio 2011 per l’entrata in vigore del divieto di commercializzazione dei sacchetti di plastica non biodegradabili.

"Una vittoria dell’ambientalismo - commenta il vice direttore di Legambiente Andrea Poggio- e dei 100mila cittadini che in occasione delle giornate diPuliamo il Mondo hanno firmato la nostra petizione contro la proroga dello stop ai sacchetti non biodegradabili, che inquinano e consumano petrolio. Da tempo chiediamo di vietare a livello nazionale la loro produzione e distribuzione. Con la sua decisione, l’Italia si pone all’avanguardia, su questo fronte, tra i paesi industrializzati. E il provvedimento è di grande importanza anche per far progredire la raccolta differenziata dei rifiuti organici, per la quale la biodegradabilità dei sacchetti è indispensabile".

"Siamo certi - aggiunge Poggio - che il ministero dell’Ambiente stia lavorando per definire le norme transitorie per l’esaurimento delle scorte residue di sacchetti e ci mettiamo a sua disposizione per contribuire alla loro definizione".

sabato 2 ottobre 2010

ACCESSIBILITA' TOTALE

Una recente direttiva della CIVIT (Commissione Indipendente per la Valutazione, l’Integrità e la Trasparenza delle Amministrazioni pubbliche), la n.105 del 23 settembre, ha dettato le Linee guida per la predisposizione del Programma triennale per la trasparenza e l’integrità, un documento che presenta un modello della sezione del sito internet dedicata all’operazione trasparenza, e che dovrà essere predisposto ed adottato entro la fine dell’anno da tutte le amministrazioni.

Il concetto di trasparenza che viene fuori dalla direttiva è fortemente avanzato rispetto a quello dettato dalla legge 241 del 1990 e si rifà al moderno concetto di open government: la trasparenza “è intesa come accessibilità totale, anche attraverso lo strumento della pubblicazione sui siti istituzionali delle amministrazioni pubbliche, delle informazioni concernenti ogni aspetto dell'organizzazione, degli indicatori relativi agli andamenti gestionali e all'utilizzo delle risorse per il perseguimento delle funzioni istituzionali, dei risultati dell'attività di misurazione e valutazione svolta dagli organi competenti, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo del rispetto dei principi di buon andamento e imparzialità. Essa costituisce livello essenziale delle prestazioni erogate dalle amministrazioni pubbliche ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione” (articolo 11, comma 1 del decreto).

Si tratta di un concetto decisamente più ampio di quello introdotto dalla legge n.241/1990, dove la trasparenza era considerata nei più ristretti termini di diritto di accesso ai documenti amministrativi, qualificato dalla titolarità di un interesse e sottoposto a specifici requisiti e limiti. L’accessibilità totale presuppone, invece, l’accesso da parte dell’intera collettività a tutte le “informazioni pubbliche”. E' stata cioé introdotta nel nostro ordinamento una posizione qualificata e diffusa in capo a ciascun cittadino, rispetto all’azione delle pubbliche amministrazioni, con il principale “scopo di favorire forme diffuse di controllo del rispetto dei principi di buon andamento e imparzialità”.

Tutti i cittadini, dunque, per il solo fatto di essere tali, e quindi di pagare le tasse (elemento chiave per qualsiasi democrazia), hanno diritto di avere dati chiari, leggibili, aperti su come viene amministrata la cosa pubblica e di come vengono spesi i loro soldi.

L'accesso a qualunque atto della P.A. è dunque ora possibile a tutti, e non solo a chi ha un interesse diretto come prima prevedeva la L.241/90 che addirittura impediva per principio un accesso generalizzato, precisando che “non sono ammissibili istanze di accesso preordinate ad un controllo generalizzato dell’operato delle pubbliche amministrazioni”. Con il D.Lgs. 150/2009, invece, “la trasparenza è finalizzata proprio a forme diffuse di controllo sociale dell’operato delle pubbliche amministrazioni e delinea, quindi, un diverso regime di accessibilità alle informazioni”.

Per quanto attiene al buon andamento dei servizi pubblici e alla corretta gestione delle relative risorse, la pubblicazione on line dei dati consente a tutti i cittadini un’effettiva conoscenza dell’azione delle pubbliche amministrazioni, con il fine di sollecitare e agevolare modalità di partecipazione e coinvolgimento della collettività. In quest’ottica, la trasparenza costituisce una forma di garanzia del cittadino, in qualità sia di destinatario delle generali attività delle pubbliche amministrazioni, sia di utente dei servizi pubblici.

La direttiva fornisce anche un elenco finalmente chiaro e con tutti i riferimenti di legge, di cosa è obbligatorio già da ora pubblicare sui siti Internet istituzionali nella famosa sezione “Trasparenza, integrità e merito”.

  • Dati informativi relativi al personale:

a) curricula e retribuzioni dei dirigenti, con specifica evidenza sulle componenti variabili della retribuzione e sulle componenti legate alla retribuzione di risultato (articolo 11, comma 8, lettere f) e g), del d. lg. n. 150 del 2009), indirizzi di posta elettronica, numeri telefonici ad uso professionale (articolo 21 della l. n. 69 del 2009), ruolo - data di inquadramento nella fascia di appartenenza o in quella inferiore, data di primo inquadramento nell’amministrazione, decorrenza e termine degli incarichi conferiti ex articolo 19, commi 3 e 4, del d. lg. n. 165 del 2001 - (articolo 1, comma 7, del D.P.R. n. 108 del 2004);

b) curricula dei titolari di posizioni organizzative (articolo 11, comma 8, lettera f), del d. lg. n. 150 del 2009);

c) curricula, retribuzioni, compensi ed indennità di coloro che rivestono incarichi di indirizzo politico amministrativo e dei relativi uffici di supporto, ivi compresi, a titolo esemplificativo, i vertici politici delle amministrazioni, i capi di gabinetto e gli appartenenti agli uffici di staff e di diretta collaborazione nei ministeri; i titolari di altre cariche di rilievo politico nelle regioni e negli enti locali (articolo 11, comma 8, lettera h), del d. lg. n. 150 del 2009);

d) nominativi e curricula dei componenti degli OIV e del Responsabile delle funzioni di misurazione della performance di cui all’articolo 14 (articolo 11, comma 8, lettera e), del d. lg. n. 150 del 2009);

e) tassi di assenza e di maggiore presenza del personale distinti per uffici di livello dirigenziale (articolo 21 della l. n. 69 del 2009), nonché il ruolo dei dipendenti pubblici (articolo 55, comma 5, del D.P.R. n. 3 del 1957);

f) retribuzioni annuali, curricula, indirizzi di posta elettronica, numeri telefonici ad uso professionale di segretari provinciali e comunali (articolo 21 della l. n. 69 del 2009);

g) ammontare complessivo dei premi collegati alla performance stanziati e l’ammontare dei premi effettivamente distribuiti (articolo 11, comma 8, lettera c), del d. lg. n. 150 del 2009);

h) analisi dei dati relativi al grado di differenziazione nell’utilizzo della premialità, sia per i dirigenti sia per i dipendenti (articolo 11, comma 8, lettera d), del d. lg. n. 150 del 2009);

i) codici di comportamento (articolo 55, comma 2, del d. lg. n. 165 del 2001 così come modificato dall’articolo 68 del d. lg. n. 150 del 2009);

  • Dati relativi a incarichi e consulenze:

a) incarichi retribuiti e non retribuiti conferiti a dipendenti pubblici e ad altri soggetti (articolo 11, comma 8, lettera i), del d. lg. n. 150 del 2009 e articolo 53 del d. lg. n. 165 del 2001). Gli incarichi considerati sono: i) incarichi retribuiti e non retribuiti conferiti o autorizzati dalla amministrazione ai propri dipendenti in seno alla stessa amministrazione o presso altre amministrazioni o società pubbliche o private; ii) incarichi retribuiti e non retribuiti conferiti o autorizzati da una amministrazione ai dipendenti di altra amministrazione; iii) incarichi retribuiti e non retribuiti affidati, a qualsiasi titolo, da una amministrazione a soggetti esterni. In ordine a questa tipologia di informazioni è necessario indicare: soggetto incaricato, curriculum di tale soggetto, oggetto dell’incarico, durata dell’incarico, compenso lordo, soggetto conferente, modalità di selezione e di affidamento dell’incarico e tipo di rapporto, dichiarazione negativa (nel caso in cui l’amministrazione non abbia conferito o autorizzato incarichi).

  • Dati informativi sull’organizzazione, la performance e i procedimenti:

a) Informazioni concernenti ogni aspetto dell’organizzazione (organigramma, articolazione degli uffici, attribuzioni e organizzazione di ciascun ufficio anche di livello dirigenziale non generale, nomi dei dirigenti responsabili dei singoli uffici, nonché settore dell’ordinamento giuridico riferibile all’attività da essi svolta - articolo 54, comma 1, lettera a), del d. lg. n. 82 del 2005);

b) elenco completo delle caselle di posta elettronica istituzionali attive, specificando se si tratta di una casella di posta elettronica certificata (articolo 54, comma 1, lettera d), del d. lg. n. 82 del 2005);

c) Piano e Relazione sulla performance (articolo 11, comma 8, lettera b), del d. lg. n. 150 del 2009);

d) informazioni circa la dimensione della qualità dei servizi erogati (ai sensi dei principi di cui all’articolo 11 del d. lg. n. 150 del 2009 e delle indicazioni di cui alla delibera n. 88 del 24 giugno 2010);

e) Programma triennale per la trasparenza e l’integrità e relativo stato di attuazione (articolo 11, comma 8, lettera a), del d. lg. n. 150 del 2009);

f) elenco delle tipologie di procedimento svolte da ciascun ufficio di livello dirigenziale non generale, il termine per la conclusione di ciascun procedimento ed ogni altro termine procedimentale, il nome del responsabile del procedimento e l’unità organizzativa responsabile dell’istruttoria e di ogni altro adempimento procedimentale, nonché dell’adozione del provvedimento finale (articolo 54, comma 1, lettera b), del d. lg. n. 82 del 2005);

g) scadenze e modalità di adempimento dei procedimenti individuati ai sensi degli articoli 2 e 4 della l. n. 241 del 1990 (articolo 54, comma 1, lettera c), del d. lg. n. 82 del 2005).

  • Dati sulla gestione economico-finanziaria dei servizi pubblici:

a) servizi erogati agli utenti finali e intermedi (ai sensi dell’articolo 10, comma 5, del d. lg. 7 agosto 1997, n. 279), contabilizzazione dei loro costi ed evidenziazione dei costi effettivi e di quelli imputati al personale per ogni servizio erogato, nonché il monitoraggio del loro andamento (articolo 11, comma 4, del d. lg. n. 150 del 2009), da estrapolare in maniera coerente ai contenuti del Piano e della Relazione sulla performance;

b) contratti integrativi stipulati, relazione tecnico-finanziaria e illustrativa, certificata dagli organi di controllo, informazioni trasmesse ai fini dell’inoltro alla Corte dei Conti, modello adottato ed esiti della valutazione effettuata dai cittadini sugli effetti attesi dal funzionamento dei servizi pubblici in conseguenza della contrattazione integrativa (articolo 55, comma 4, del d. lg. n. 150 del 2009);

c) dati concernenti consorzi, enti e società di cui le pubbliche amministrazioni facciano parte, con indicazione, in caso di società, della relativa quota di partecipazione nonché dati concernenti l’esternalizzazione di servizi e attività anche per il tramite di convenzioni.

  • Dati sulla gestione dei pagamenti e sulle buone prassi:

a) indicatore dei tempi medi di pagamento relativi agli acquisti di beni, servizi e forniture (indicatore di tempestività dei pagamenti), nonché tempi medi di definizione dei procedimenti e di erogazione dei servizi con riferimento all’esercizio finanziario precedente (articolo 23, comma 5, della l. n. 69 del 2009);

b) buone prassi in ordine ai tempi per l’adozione dei provvedimenti e per l’erogazione dei servizi al pubblico (articolo 23, commi 1 e 2, della l. n. 69 del 2009).

c) Dati su sovvenzioni, contributi, crediti, sussidi e benefici di natura economica:

d) istituzione e accessibilità in via telematica di albi dei beneficiari di provvidenze di natura economica (articoli 1 e 2 del D.P.R. n. 118 del 2000).

  • Dati sul “public procurement”:

a) dati previsti dall’articolo 7 del d. lg. n. 163 del 2006 (Codice dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture). Si precisa che l’individuazione di tali dati, ai fini della loro pubblicazione, spetta all’Autorità per la vigilanza dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture.


P. Santillo