sabato 25 maggio 2013

ELEZIONI A SAN SALVATORE, CITTA’ TELESINA, BIODIGESTORE, …

 La campagna elettorale a San Salvatore Telesino è ormai archiviata e nessuna delle due liste ha ritenuto di dover chiarire pubblicamente le proprie intenzioni rispetto alla Città Telesina; anzi, candidati di entrambe le liste hanno fatto proposte o promesse (impianto di compostaggio comunale, riduzione della tassa sui rifiuti, conferimento direttamente al CONAI dei rifiuti differenziati, …), solo in parte contenute nei rispettivi programmi e comunque in contraddizione con l’avvenuta approvazione, da parte del commissario prefettizio, dello statuto dell’unione dei comuni (approvazione precedentemente bloccata dalla crisi dell’amministrazione uscente) visto che essa dovrebbe occuparsi, fra l’altro, proprio della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti.
Tuttavia, nemmeno rispetto a quest’iniziativa del Commissario Prefettizio, peraltro “stimolata” dai sindaci degli altri comuni coinvolti, si sono sentite critiche da parte dei candidati sindaci alle ormai imminenti elezioni. Forse perché, chiunque vinca, il Commissario ha, come si dice, “tolto le castagne dal fuoco” alla prossima Amministrazione ed evitato “imbarazzi”.
Solo “Cittadini in Movimento”, per quello che ci risulta, ha presentato delle osservazioni al Commissario Prefettizio sullo statuto, dopo la sua pubblicazione, osservazioni inviate peraltro anche al Prefetto di Benevento, lamentando di non aver nemmeno ricevuto una risposta alla nostra precedente richiesta di non dare riscontro alle “pressioni” degli altri sindaci e lasciare alla futura amministrazione di San Salvatore la possibilità e la responsabilità di procedere, eventualmente, all’approvazione dello statuto, o di chiederne piuttosto la modifica.
Per quanto ci riguarda ribadiamo la nostra richiesta di sospendere tutto e avviare un percorso condiviso con i cittadini per la revisione dello Statuto, sia per introdurre concreti strumenti di partecipazione, sia per ripristinare le norme sulla rappresentatività stravolte dalle disposizioni transitorie.
Anche l’apparentemente “scollegata” iniziativa (rispetto all’avvio delle attività dell’unione dei comuni) del Comune di Telese Terme, di comunicare formalmente la disponibilità alla provincia di Benevento per la realizzazione sul proprio territorio di un impianto di digestione anaerobica per il trattamento della Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani (F.O.R.S.U.), dimensionato per un bacino di utenza coincidente con il numero di abitanti della Città Telesina, vista l’impossibilità, ammessa dagli stessi sindaco e assessore all’ambiente del comune di Telese, di realizzare l’impianto nel sito indicato, forse prevedeva sin dall'inizio l'opzione di “spostare” l’impianto sul territorio di uno degli altri 4 comuni.
A questo proposito invitiamo i cittadini e gli amministratori dei comuni coinvolti nella Città Telesina ad esprimersi su un progetto che, apparentemente, ci coinvolge tutti ma che di fatto non è stato mai discusso e portato ad alcuna decisione comune.
Auspichiamo inoltre che i cittadini di San Salvatore T. si esprimano pubblicamente, e non solo su queste tematiche, dando il loro contributo affinché i futuri amministratori possano indirizzare il loro operato verso iniziative più utili e adeguate al bene comune di quanto non siano quelle espresse in questa campagna elettorale, principalmente basata su questioni personali, accuse ed allusioni che certo non favoriscono la crescita del paese.
Il nostro silenzio, quello dei cittadini, ne è corresponsabile.

lunedì 20 maggio 2013

Biodigestore: contro-proposta all’assessore Aceto e a tutti gli Amministratori dei comuni che partecipano alla “Citta’ telesina”.

Nel corso dell’incontro pubblico organizzato dall’Amministrazione di Telese Terme il 16 maggio scorso, il Sindaco Carofano e l’Assessore Aceto hanno riferito dell’intenzione di formare un gruppo di lavoro costituito anche da cittadini ed esperti indicati dagli stessi cittadini.

Il compito da affidare a questo gruppo di lavoro sarebbe quello di analizzare vantaggi e svantaggi del trattamento della frazione organica dei rifiuti solidi urbani in uno degli impianti di biodigestione che la provincia di Benevento avrebbe deciso di realizzare a Telese Terme, su proposta dello stesso Aceto nel suo ruolo di Assessore all’ambiente provinciale e comunale, grazie alla disponibilità a riceverlo comunicata nel novembre scorso dal comune di Telese.

Avendo ascoltato l’Assessore Aceto dire che l’impianto sarebbe alimentato dalla F.O.R.S.U. conferita da tutti i comuni della Città Telesina, e avendo invece nei giorni precedenti sentito che a San Salvatore i candidati alle prossime amministrative promettono di incentivare il compostaggio domestico (come peraltro dichiarato anche dallo stesso Carofano per Telese) e comunque pensano di realizzare un impianto di compostaggio comunale, a nostro avviso, la questione andrebbe affrontata più correttamente come Città Telesina.

L’obiettivo del gruppo di lavoro, inoltre, dovrebbe essere non quello di dire sì o no al biodigestore, ma semmai quello di individuare, con una procedura realmente partecipata, la migliore soluzione per lo smaltimento ed il riciclo della frazione organica dei rifiuti solidi urbani, e quindi di confrontare, con le altre possibili, anche la soluzione da noi più volte, e in diverse sedi, proposta, dell’impianto di compostaggio comunale.

In tutti i comuni che partecipano alla Città Telesina, il ricorso al compostaggio domestico, già piuttosto diffuso (data la presenza di una percentuale importante di case sparse e con giardino), aumenterebbe ancora di più con gli incentivi (riduzione della TARSU-TARES per chi lo utilizza), condizione di per sè auspicabile e virtuosa, ma in conflitto con le necessità di rendimento e di profitto dell’impianto proposto.

Un impianto di compostaggio comunale, invece, nel limite massimo per il quale sarebbe dimensionato, funzionerebbe a prescindere dal quantitativo di rifiuti conferito, produrrebbe compost di qualità senza alcun tipo di svantaggio, e soprattutto senza “sottoprodotti” pericolosi e senza tentazioni di alimentarlo con “altri materiali” per aumentare la produzione di energia; non avrebbe necessità di manodopera specializzata, e sarebbe sicuramente più sostenibile economicamente.

Infatti, con un “investimento” iniziale di circa 300 mila euro + un costo di gestione di circa 40 €/t (nettamente inferiore ai 120 – 160 €/t che sono l’attuale costo di smaltimento dell’umido sostenuto dai nostri comuni), si potrebbe realizzare un impianto dimensionato per il fabbisogno di tutti i 5 comuni della “Città Telesina”. Non possiamo che interrogarci sull’ostinazione a non considerare le soluzioni meno costose ma più efficaci e sicuramente più orientate a un approccio mirato alla riduzione della produzione di rifiuti e al riciclo totale della materia (in agricoltura soffriamo di un deficit di sostanze pregiate come il compost per i terreni), senza recupero energetico, che tante distorsioni ha contribuito a creare e alimentare.

Auspichiamo, perciò, che si istituisca un gruppo di lavoro aperto al contributo di amministratori e cittadini di tutti i comuni coinvolti e che si dia la possibilità di una reale discussione sulle migliori pratiche da adottare in tema di rifiuti e di un vero percorso partecipato.

E’ troppo semplice?

mercoledì 15 maggio 2013

Biodigestori: spunti per il confronto pubblico

A seguito di una prima lettura della delibera della Provincia di Benevento n. 94 del 16/04/2013 e dell’allegato studio di fattibilità per un impianto di "digestione anaerobica della F.O.R.S.U. (Frazione Organica da Rifiuti Solidi Urbani) da raccolta differenziata da realizzarsi a Telese Terme" (biodigestore) e in vista dell’incontro  con i cittadini voluto dall’Assessore all’Ambiente del Comune di Telese Terme e fissato per il 16 maggio riteniamo utile anticipare alcune nostre note e considerazioni sulla base delle ricerche e proposte che abbiamo fatto anche in passato sul cosiddetto “ciclo integrato dei rifiuti” (http://transizionesst.blogspot.it/2010/05/maggio-2010-allassessore-allambiente.html).
Per quello che è possibile rilevare dagli atti sopracitati, l'impianto di Telese sarebbe alimentato da scarti biodegradabili  provenienti da mense e cucine (CER200108), ma è prevista anche la possibilità di trattare feci animali, letame, fanghi da industria agro-alimentare,  acque reflue, ecc. (cfr studio di fattibilità per Telese - UniSannio, pagg. 7-9).
Per fare un’analisi rispetto alle esigenze di smaltimento della frazione organica dei rifiuti urbani, che secondo i proponenti giustifica la realizzazione di un “impianto di biodigestione”, abbiamo fatto riferimento alla produzione di rifiuto classificato con il codice CER 200108 a San Salvatore Telesino e, come riportato nel relativo piano di igiene urbana per l’anno 2011, si tratta di 471 tonnellate. La produzione pro-capite è dunque pari a 118 kg/abitante (471 t/4000 abitanti circa).
Se l'impianto che si vorrebbe realizzare a Telese fosse alimentato da soli CER200108, per fornire 3000 t/anno di rifiuto, ammesso che la crisi economica e la recessione non producano una riduzione (peraltro virtuosa) di rifiuto organico conferito e che non ci sia inoltre un' ulteriore diffusione (auspicabile) del compostaggio domestico, ci vorrebbe un bacino di popolazione pari a 25.400 persone (che producano rifiuto organico pro capite quanto i cittadini di San Salvatore).
Per capirci meglio: la “Città Telesina” (unione dei comuni di Amorosi, Castelvenere San Salvatore Telesino, Solopaca e Telese Terme) ha una popolazione di 21.000 persone circa. Dunque il proposto “impianto di bio-digestione” a Telese dovrebbe essere alimentato anche da qualcos’altro, oltre che dai rifiuti organici da raccolta differenziata, così come d’altra parte è previsto tecnicamente, oppure dovrebbe allargare il suo “bacino di utenza” anche oltre la Città Telesina.
L’impianto prevede anche una sezione di cogenerazione da 100 Kw: l’energia elettrica prodotta sarebbe presumibilmente in gran parte immessa in rete e quindi produrrebbe un reddito, una parte dell'energia termica sarebbe utilizzata per la regolazione termica del “digestore”, del resto non è dichiarata la “destinazione”.
In attesa di ascoltare quanto sarà illustrato nell’incontro pubblico, riteniamo utile anticipare anche alcune delle domande alle quali i soggetti proponenti dovrebbero dare delle risposte.
Se non si pensa di coinvolgere la Città Telesina, con cosa e da chi sarà alimentato l'impianto?
Sarà disincentivato il compostaggio domestico, visto che sottrarrebbe "combustibile" e quindi incentivi all'impianto ?
Perché lo studio di fattibilità non riporta valutazioni di natura economica sul ritorno di un investimento che vuole accedere ad incentivi per la produzione di energia e far risparmiare sulle spese di smaltimento della F.O.R.S.U. (su questo c'è solo un cenno nel comunicato di dell’Assessore Aceto (http://www.vivitelese.it/2013/05/obiettivi-programmatici-dellamministrazione-comunale-sulla-gestione-integrata-rifiutiun-modello-razionale-e-sostenibile/): è un impianto da realizzarsi a prescindere?
Il digestato di Telese sarà trattato in modo tale da produrre ammendante compostato misto (cfr studio di fattibilità per Telese - Unisannio, pag. 1 e delibera di Giunta provinciale, pag.3 )  che secondo la definizione data dalla tabella dell'All.2 del Dlgs 75/2010 è: il prodotto ottenuto attraverso un processo controllato di trasformazione e stabilizzazione di rifiuti organici costituiti da F.O.R.S.U., rifiuti di origine  animale inclusi i liquami zootecnici, reflui e fanghi, rifiuti agroindustriali (con requisiti specifici sul rapporto C/N, sulla presenza di batteri, di materiali  plastici vetro e metallo, sull'umidità, sul pH ed altro), sempre descritti nella suddetta tabella.
Perché a Telese Terme si è optato per l'ammendante compostato misto anziché il compost di qualità (il “digestato” di Molinara dovrebbe essere trattato diversamente, e in modo tale da produrre  compost di qualità - cfr delibera di giunta, pag. 3, cfr e studio di fattibilità per Molinara - Unisannio, pag. 19)[1]?
Chi garantisce, e come, il controllo del “materiale” che entra nell’impianto?
Chi certifica l'ammendante in uscita ?
Nei documenti che sono stati resi disponibili e che abbiamo esaminato si parla solo di raccomandazioni di natura generale per le contromisure rispetto alle emissioni in atmosfera (secondo  norma...),il trattamento degli scarti (derivati sia dal pre-trattamento iniziale della F.O.R.S.U. che dal trattamento del digestato), lo smaltimento dei liquidi e del percolato da F.O.R.S.U., ma non si riesce a dedurre nulla nello specifico.
Delle emissioni olfattive non vi è cenno nel capitolo del “Quadro Ambientale”  (pag. 28, fattibilità impainto Telese Terme).
Sono stati presi in considerazione i rischi sanitari-ambientali legati ad impianti di questo tipo per esempio riguardo all'utilizzo del digestato sui terreni?
In uno studio del prof Boehnel si parla di incremento della diffusione di spore quali quelle del tetano e del botulino, in prossimità di tali impianti, inclusi quelli da F.O.R.S.U. La Regione Emilia Romagna ha vietato l'uso del digestato da digestione anaerobica nell'area del Parmigiano Reggiano.
Perché gli atti della provincia sono stati indirizzati direttamente sulla fattibilità di un digestore anaerobico senza prendere in considerazione siti di compostaggio distribuiti sul territorio provinciale, come peraltro è stato proposto più volte sia da Cittadini in Movimento che da altre associazioni ambientaliste?
Per quanto riguarda poi più specificamente San Salvatore Telesino, se si dovesse inserire questo impianto nel “sistema di raccolta e smaltimento rifiuti” che sembra dovrà essere gestito dalla Città Telesina, siamo curiosi di sapere cosa ne pensano i nostri futuri amministratori.
Conferiremmo il nostro CER200108 a questo impianto? Siamo favorevoli o vogliamo il compostaggio comunale?
Come risulta dalla delibera di Giunta Provinciale,  San Salvatore Telesino era stato interpellato insieme ad altri prima di novembre 2012 (quando il Comune di Telese ha dato la “sua” disponibilità): perché gli amministratori in carica non hanno detto niente a nessuno?


[1] In realtà in vari punti lo stesso studio di  fattibilità si contraddice: parlando di ammendante anche per Molinara - c'è probabilmente un “copia ed incolla” della parte generale sul “digestato” di Telese. Ma a pag.19 del doc di Molinara si entra nel merito del   trattamento del digestato (disidratazione, stabilizzazione della parte  solida e sua miscelazione con materiale ligneo cellulosico, smaltimento  della parte liquida come rifiuto) per produrre compost di qualità certificata. Questa sezione non c'è per Telese. Inoltre si rileva che l'impianto di Molinara dovrebbe essere dimensionato per 6.000 t/a, di cui 3.000 t/a proverrebbero da F.O.R.S.U. e 3.000 t/a da reflui zootecnici, e anche qui c'è una contraddizione a pag 3 della delibera di giunta che parla di 2 moduli di impianto uguali fra loro per il trattamento di F.O.R.S.U.