martedì 25 agosto 2009

Insieme si può!

Padre Alex Zanotelli, in un recente intervento sul blog LA VOCE DELL’EMERGENZA, ha denunciato ancora una volta la drammatica situazione dei rifiuti in Campania.

Ne riportiamo una sintesi, invitando comunque a leggere la versione integrale.


In Campania, da almeno 20 anni, popolazione e territorio vengono “martirizzati” in nome del profitto da un potere politico “criminale”.
Purtroppo la situazione campana è andata peggiorando nel silenzio più totale dei cittadini, dei media e della Chiesa: i potentati economico-finanziari (vera piovra che avvinghia tutto!) hanno trionfato, schiacciando con la forza militare qualsiasi resistenza della cittadinanza attiva e responsabile in Campania. Lo Stato è al servizio del business. E i media nelle mani di chi controlla la finanza. E il popolo drogato a credere ciò che gli viene raccontato in TV.
Il documentario “Una montagna di balle” è il vero racconto della tragica storia dei rifiuti in Campania: dagli anni’90, da quando l’Italia non ha più potuto seppellire i propri rifiuti tossici in Somalia, la Campania ne è diventata lo sversatoio nazionale.
Gli industriali del centro-nord hanno stretto un accordo con la Camorra perché facesse il lavoro sporco di seppellire quei rifiuti tossici soprattutto nel Triangolo della Morte (Acerra-Nola-Marigliano), nelle Terre dei fuochi (Giugliano, Qualiano, …) e nelle campagne del Casertano. E’ questo che ha permesso all’industria del centro-nord di essere competitiva in chiave internazionale. Questi rifiuti tossici, sepolti per anni nel nostro territorio, producono ora tumori, leucemie, malformazioni infantili e altri guasti alla salute della popolazione campana.
Dal 1994, poi, su un territorio già martirizzato dai rifiuti tossici, si è sovrapposta l’emergenza rifiuti solidi urbani gestita dai commissari straordinari scelti dal governo nazionale: è stata la politica degli affari e del profitto. E in questa logica si inserisce anche la decisione dei potentati economico-finanziari di incenerire i rifiuti: avevano capito che potevano ottenere più profitti che non con la raccolta differenziata. Ci guadagnano infatti, primo, costruendo gli inceneritori (questi mostri costano una barca di soldi), secondo, vendendo energia elettrica che ottengono bruciando i rifiuti e, terzo, beneficiando del Cip6 (la bolletta che ogni cittadino paga allo stato per le energie rinnovabili).
Ora, dopo i danni provocati dai rifiuti tossici, avremo così quelli provocati dagli inceneritori (l’ordine dei medici francese ha lanciato l’ultimo allarme: nelle aree adiacenti agli inceneritori si evidenzia un aumento di leucemie e linfomi in età pediatrica).
E’ criminale imporre inceneritori ad una regione già martire per i rifiuti tossici.
In questi 15 anni, i commissari dei rifiuti non sono stati capaci di far funzionare un solo sito di compostaggio, che avrebbe eliminato il 40% dei rifiuti (l’umido che diventa compost). Con la raccolta differenziata porta a porta avrebbero potuto dare lavoro a tanti giovani campani disoccupati! Hanno invece preferito arricchire quattro industriali già straricchi.
Anche per favorire queste logiche, probabilmente, i commissari straordinari non hanno mai voluto fare la raccolta differenziata, ed hanno utilizzato oltre 2 miliardi di euro per produrre decine di milioni di tonnellate di ecoballe stoccate in tutta la Campania (almeno 8 tonnellate solo a Giuliano: 14 km di lunghezza, 4 di larghezza, proprio nelle bellissime campagne dei Borboni note come “Taverna del re”).
Poi si è “scoperto” che queste eco balle non potevano essere bruciate negli inceneritori!
E ora, con una decisione ancora più criminale, vorrebbero bruciare le eco balle nei cementifici di Maddaloni (Caserta) e nelle centrali dell’ENEL.
L’unico motivo di conforto e speranza, per Zanotelli, come per tutti noi, è riposto nell’azione dei tanti cittadini che dal basso si stanno impegnando per far nascere il nuovo.
Dall’alto non c’è più nulla da aspettarsi. La speranza viene dalla capacità dei gruppi di mettersi insieme, di costituire comitati, di fare rete a Napoli come in Campania.
Zanotelli ha fatto quindi un accenno alla vicenda di San Salvatore Telesino: “Questo lavoro unitario ha portato ad una bellissima vittoria proprio in questo mese contro l’inceneritore a biomasse che era in progettazione a S. Salvatore Telesino (Benevento)”.
Dio è stanco di morti in nome del profitto! Lui vuole che i suoi figli vivano in pienezza la loro vita, ora e per sempre. Basta con tanti morti in nome del profitto. Che vinca la vita!

lunedì 24 agosto 2009

UN NUOVO INCENDIO DI PNEUMATICI

Alcuni giorni fa, nei pressi del Centro Commerciale "Le Porte di Napoli", in territorio di Acerra, si è verificato un nuovo incendio di un deposito abusivo di pneumatici.
Due giorni dopo l'inizio dell'incendio, un denso fumo nero ancora era ben visibile anche a qualche Km di distanza.
E' il secondo episodio, a distanza di poche settimane, dopo quello di Marcianise - Caserta Sud.
Si tratta di fenomeni che, anche dopo il gravissimo inquinamento atmosferico dovuto ai fumi, lasciano nel raggio di Km e Km residui estremamente pericolosi ed inquinanti nei terreni, che entreranno nel ciclo alimentare e finiranno sulle nostre tavole.
Il deposito di San Salvatore Telesino è stato recentemente sequestrato, per la seconda volta, dopo un analogo provvedimento di alcuni anni fa, ma i pneumatici sono ancora lì, "protetti" da un semplice "foglio di carta " che la G.d.F. ha lasciato attaccato al cancello di ingresso, e non v'è, in realtà, alcuna prospettiva che possano essere rimossi, dato il costo elevatissimo di uno smaltimento.
Si tratterebbe di una spesa che il Comune di San Salvatore Telesino, qualora volesse procedere in danno, nella sua attuale situazione economica, non può assolutamente affrontare in tempi brevi.
Tuttavia, è una somma che certamente è "coperta" dal valore dell'area e del capannone industriale (anch'esso sequestrato) che si trova nei pressi, e che dovrebbe essere di proprietà dell'impresa responsabile del deposito.
In queste circostanze le Istituzioni devono dare segnali forti: dunque, si dia un termine al responsabile per provvedere al corretto smaltimento delle quantità di materiale eccedenti i limiti autorizzati (in attesa di sottoporre a debita verifica anche tali autorizzazioni), e, in caso di ulteriore inerzia, si proceda immediatamente in danno.
Nel frattempo riteniamo che il Comune di San Salvatore Telesino debba procedere all'immediata verifica della situazione amministrativa del deposito e del capannone, al fine di adottare tempestivamente gli eventuali provvedimenti del caso, e darne comunicazione alla Magistratura ed ai cittadini.

martedì 18 agosto 2009

INTERNET - TRASPARENZA - PARTECIPAZIONE

Anche il Comune di Montesarchio, sul proprio sito istituzionale (http://www.comune.montesarchio.bn.it/), ha pubblicato il bilancio comunale(http://www.comune.montesarchio.bn.it/index.php?option=com_docman&Itemid=154).

Oltre le linee programmatiche sono disponibili il consuntivo 2007 ed il preventivo 2008.
Nella presentazione del servizio sul sito si legge: "Con l’intento di dare visibilità e trasparenza alle scelte amministrative e con la volontà di stimolare processi che aumentino la partecipazione alla vita politica della cittadinanza, l’Amministrazione comunale di Montesarchio ..., rende disponibile la consultazione dei documenti programmatici e consuntivi di Bilancio 2007 e 2008. La possibilità di una conoscenza diretta, da parte della cittadinanza tutta, di tali documenti vuole essere il primo passo concreto per la realizzazione del prossimo bilancio di previsione 2009 in forma partecipata, che raccolga ipotesi e progetti provenienti da singoli cittadini e/o da associazioni presenti sul territorio comunale".

Anche nella nostra provincia, dunque, si inizia a far ricorso alla tecnologia per rendere effettiva la partecipazione dei cittadini alla gestione amministrativa del proprio territorio e delle proprie risorse.
Il sito istituzionale del comune di Montesarchio, forse il migliore fra tutti quelli dei comuni della regione Campania, è ricco di contenuti e di notizie utili, vi sono pubblicate, fra l'altro, tutte le delibere di Consiglio e di Giunta, i bandi, il curriculum e lo stipendio del segretario comunale, la cartografia di base per la redazione del hnuovo puc, tutti i regolamenti comunali, la modulistica, ...
L'ultima delibera pubblicata è relativa all'approvazione del regolamento di "disciplina del Forum dei giovani per la partecipazione giovanile, in attuazione della carta europea della partecipazione dei giovani alla vita comunale e regionale".
C'è anche il link al bellissimo sito della biblioteca comunale (http://www.amicolibro.net/biblioteca/intro.htm).

martedì 11 agosto 2009

PUBBLICATO IL PIANO RIFIUTI

La nostra è una società caratterizzata da una produzione di rifiuti in continua crescita, malgrado la crisi che contraddistingue l’attuale trend economico.
Negli ultimi mesi abbiamo profuso il nostro impegno nelle azioni di contrasto alla realizzazione del progetto - proposto dalla società bergamasca ABM-Vocem - di costruzione di un inceneritore nel nostro comune, ed abbiamo registrato con soddisfazione l’esito per noi positivo della conferenza dei servizi del 23 luglio scorso, ottenuto grazie anche alla collaborazione tra cittadini, organizzati in comitati, ed istituzioni locali.
Lavorando intensamente per contrastare un’emergenza, non abbiamo però mai dimenticato che sono soprattutto le azioni quotidiane, le buone pratiche, la condivisione e la partecipazione continua ai cambiamenti del territorio che ottengono i maggiori successi. In particolare, le scelte operate dalle amministrazioni locali in materia di gestione dei rifiuti sono fondamentali per il nostro futuro e non possono risolversi in soluzioni temporanee e per nulla incisive.
Siamo fermamente convinti, studiando le scelte e i progetti attuati da tante amministrazioni nazionali, grandi o piccole, che è possibile attuare una raccolta differenziata realmente vicina al 90%, cosi come è possibile diminuire i rifiuti con piccole azioni e qualche ordinanza.
Ciò sarebbe un gran risultato, dato che nei nostri paesi la raccolta differenziata è quasi tutta una finzione. Non ci sono siti di compostaggio in regione, pertanto i costi della TARSU non hanno alcuna possibilità di diminuire. In discarica va a finire il “Tal Quale”, senza alcuna differenziazione, decine di diverse tipologie di rifiuti speciali come le pile, le lampadine, le medicine, l’elettronica, i rifiuti ingombranti di tipo domestico e non, hanno solo due possibilità: la strada, dove vengono abbandonati, le discariche regionali o gli inceneritori.
Abbiamo ripreso quindi il lavoro di elaborazione di proposte per una corretta e trasparente gestione della raccolta differenziata del nostro comune. Inizialmente questo argomento faceva parte di uno studio avviato in occasione delle ultime elezioni amministrative, concretizzatosi nella redazione di un vero e proprio programma politico, arricchito da diversi allegati.
Per noi, sia come Cittadini in movimento che come Comitato Civico, dire “no all’inceneritore” non significa sottovalutare la gravità del problema rifiuti o volersene disinteressare; anzi, al contrario, siamo convinti che solo con una corretta gestione di TUTTA la filiera della raccolta fino allo smaltimento si possano evitare progetti inadeguati e spesso inutili come inceneritori e discariche di “Tal Quale”.
Pensiamo di essere cittadini consapevoli e responsabili, così abbiamo ripreso il lavoro precedentemente avviato per la redazione di un piano rifiuti virtuoso, sulla base di quanto già indicato nel programma generale, oltre ad avviare un dialogo, che ci auguriamo costruttivo e aperto alla condivisione pubblica, con l’assessore all’ambiente di San Salvatore Telesino.
La gestione commissariale ha de-responsabilizzato per oltre un decennio gli amministratori locali, impedendo di fatto la realizzazione di una gestione sostenibile dello smaltimento.
Le “ricette” proposte dal Commissario, e dal Consiglio dei Ministri, realizzazione di inceneritori e discariche, costituiscono un orientamento vecchio di 20 anni: nessuno in Europa parla più di queste soluzioni.
La confusione che tuttora regna all’interno del team regionale desta grosse preoccupazioni. Per fortuna l'epoca del commissariamento sta per finire.
Quale comitato civico di cittadini, proponendo la corretta gestione dei rifiuti, non intendiamo denunciare quanto non fatto, ma vogliamo essere una voce affinché non vengano disattese ancora una volta le aspettative dei cittadini e si possa attuare la pianificazione di una corretta gestione dei rifiuti ( e non “ciclo integrato dei rifiuti”. Perché tutti poi dicono che nel ciclo integrato vi è l’inceneritore finale!!!)
Per la promozione del riciclaggio dei rifiuti devono essere stabiliti, ai livelli appropriati, degli obiettivi quantificati che tengano conto delle caratteristiche e delle possibilità concrete di riciclaggio di ogni materiale.
Noi cittadini siamo pronti ad offrire il nostro impegno in quanto motivati da un forte senso di responsabilità e di rispetto verso i nostri concittadini e verso il nostro territorio, e riteniamo fondamentale, primaria ed indispensabile la presenza attiva delle pubbliche amministrazioni.
Il piano che presentiamo (scarica pdf), come tutti gli altri che abbiamo già proposto, e quelli che ancora stiamo elaborando, è in realtà solo una bozza sulla quale avviare un confronto e un approfondimento, che non deve e non può prescindere dalla collaborazione con le Istituzioni.
Non possiamo insegnare nulla, però aspiriamo alla condivisione ed al confronto con l’Amministrazione sulle scelte da fare, prima che le scelte stesse vengano effettuate.
Ci incoraggia pertanto, la collaborazione già avviata con la nuova Amministrazione di San Salvatore Telesino, dimostratasi nei fatti certamente proficua per le iniziative e la preparazione dei rispettivi atti per la conferenza dei servizi sul progetto dell’inceneritore, che sembra potersi replicare anche per altre importanti questioni grazie alla disponibilità al confronto fin qui dimostrata dai rispettivi Assessori.
Siamo fermamente convinti che anche su questa materia si possa definire insieme, cittadini ed Amministrazione, compatibilmente con tutti i problemi che si presenteranno nel dopo-commissariamento, il miglior modello possibile, per il nostro paese, di gestione virtuosa della Raccolta Differenziata dei rifiuti e di tutte le iniziative concrete per ridurli e riciclarli.

sabato 8 agosto 2009

SEQUESTRATO DALLA G.d.F. IL DEPOSITO DI PNEUMATICI USATI A SAN SALVATORE TELESINO.

Segnalazione di Cittadini in Movimento inviata a http://www.vivitelese.it/ il 5 agosto 2009:
Nel maggio scorso, all’indomani del disastro ambientale conseguente all’incendio doloso, a Marcianise, di un deposito di pneumatici usati, come Cittadini in Movimento, abbiamo ricordato sul nostro blog che anche nel comune di San Salvatore, in località San Mennitto, via Cese Nove, ormai da anni, sono stoccati migliaia di pneumatici senza idonei sistemi di protezione rispetto a possibili incidenti.
Avevamo chiesto anche che i cittadini fossero informati in merito alle eventuali autorizzazioni e sulle relative limitazioni, ma anche su chi fosse il responsabile del deposito, e, soprattutto, sui sistemi di sicurezza e sui piani di emergenza in caso di incidente.
Da allora nessuna risposta ci risulta essere stata fornita dalle Istituzioni preposte.
E’ di oggi, 5 agosto 2009, la notizia che la Guardia di Finanza, dopo il sequestro, alcuni giorni fa, di un’area in comune di Solopaca, ove erano stoccati abusivamente, fra l’altro, pneumatici usati (classificati come rifiuti pericolosi), ha sequestrato anche il deposito di San Salvatore Telesino.
La Guardia di Finanza, dopo aver effettuato accertamenti presso gli uffici preposti, avrebbe contestato fra l’altro carenze igienico-sanitarie, inefficienza degli impianti antincendio, il possibile inquinamento della falda acquifera e, in generale, una situazione ambientale pericolosa per la salute e l’incolumità dei cittadini residenti nella zona.
Ci aspettiamo ora che si provveda immediatamente alla bonifica del deposito, con la rimozione di tutti i pneumatici ivi illegittimamente stoccati, e del capannone ove avveniva la triturazione dei pneumatici.

Successivamente, è stato pubblicato un Comunicato Stampa della Provincia di Benevento (il n. 924 del 6 agosto 2009), con una dichiarazione dell’assessore all’ambiente della Provincia di Benevento, Gianluca Aceto, in merito alle recenti operazioni della Guardia di Finanza a tutela del territorio sannita.
L’Assessore, oltre a ringraziare le Forze dell'Ordine per il lavoro svolto, finalizzato a tutelare l'ambiente e la salute dei cittadini, ha dichiarato anche che le azioni del Reparto Operativo Aeronavale di Napoli della G.d.F., sono il frutto di un'intesa voluta e siglata dall'assessorato all'ambiente nella consapevolezza che la programmazione strategica deve essere accompagnata dalla necessaria opera di vigilanza, prevenzione e, all'occorrenza, repressione.
Gli interventi della G.d.F. e l’impulso dato dal protocollo d’intesa stipulato tra la Provincia di Benevento e il Reparto Operativo Aeronavale a tutela dell’ambiente sono importantissime, ed auspichiamo che questa azione di vigilanza e controllo del territorio possa proseguire e che possa dare ulteriori risultati nei prossimi mesi.
Plaudiamo quindi all'iniziativa dell'assessorato all'ambiente della nostra provincia, e ci associamo ai ringraziamenti alle Forse dell'ordine.
A questo punto ribadiamo però anche la nostra richiesta che gli Enti preposti provvedano alla bonifica delle aree, eliminando ogni pericolo per la salute dei cittadini ed ogni rischio di incidente, naturalmente con spese a carico dei responsabili delle violazioni accertate, sia a San Salvatore Telesino che a Solopaca.
Non dimentichiamo che anche il deposito di Marcianise poi andato a fuoco con un gravissimo danno ambientale, era stato sequestrato, e la ditta responsabile dello stoccaggio abusivo dei pneumatici aveva ricevuto un ordinanza di ripristino dell'area, alla quale non aveva mai ottemperato.
Non vorremmo che si possa ripetere la stessa storia.

mercoledì 5 agosto 2009

Rifiuti: incenerimento o gestione virtuosa e partecipazione ?

Egregio sig. Di Santo, replichiamo a Lei in quanto è Suo il primo intervento del post-rigetto dell’impianto Vocem, ed anche l’ultimo, in ordine di tempo, ad averci rivolto la critica “dove mettiamo i rifiuti, adesso ?”. Quindi ci consenta di rispondere a Lei, senza entrare nello specifico di tutte le sue premesse (per chi avesse voglia di conoscere la nostra opinione su molte delle questioni da Lei sollevate, rinviamo ai nostri documenti sul blog http://transizionesst.blogpsot.com), ma con un occhio rivolto anche ad altri, cittadini od amministratori, che hanno o potrebbero avere le stesse perplessità.

L’incenerimento rappresenta, nel suo complesso, una pratica che sancisce la sconfitta dell’uomo in due delle prerogative che, si dice, dovrebbero contraddistinguerlo dagli altri animali: la capacità di pianificare il suo futuro anche su tempi medio-lunghi, e quella di apprendere dalle buone esperienze degli altri.

Veniamo alla pianificazione di medio-lungo periodo.

L’inceneritore non è altro che un impianto che distrugge materia ed energia pregiata (vale a dire le risorse ed i processi necessari alla produzione di quei beni che, dopo essere stati usati, diventano rifiuti) per ricavarne energia termica in buona parte inutilizzata (si va un po’ meglio se si parla di co-generazione), energia elettrica (30% di rendimento medio), fumi, polveri sottili e ceneri (30% della materia entrante).

È responsabile, sostenibile e lungimirante una politica di sistematica distruzione irreversibile di risorse del pianeta (materia e territorio)? Già, di irreversibilità si tratta, perché i prodotti della combustione non rientrano, almeno per i “tempi umani”, nei cicli di rigenerazione della natura così come li abbiamo conosciuti per millenni; poi, è chiaro, tutto è natura come dice Lei, anche ceneri (tossiche), fumi, polveri sottili e altri sottoprodotti riconosciuti come cancerogeni. Ma, per favore, proviamo ancora a scegliere quale tipo di natura vogliamo per il futuro…

È responsabile, sostenibile e lungimirante una politica energetica basata sull’idea che per generare 1 kwh di energia elettrica distruggendo un rifiuto si richiedono 1,2-1,3 kwh per produrlo ex-novo ri-mettendo al “consumo” lo stesso oggetto diventato rifiuto (è il prezzo da pagare per l’entropia)?

L’inceneritore è di fatto uno strumento che fa comodo ai nostri politici, ormai divenuti miopi, che cercano soluzioni comode, mediatiche e di brevissimo periodo (rimuovono i rifiuti dalle strade per farceli ingoiare sotto altra forma), con annesso ritorno elettorale.

L’inceneritore è di fatto uno strumento che porta utili alle solite poche imprese note, che sembrano volerci gestire la vita ed i territori, avvelenandoci e facendosi pagare fior di incentivi perché altrimenti di profittevole non ci sarebbe proprio niente; dunque si tratta della solita storia, questa volta in salsa “salutare”: si privatizzano gli introiti, si collettivizzano i costi (in questo caso oltre ai soldi, anche la salute dei cittadini ed il degrado del territorio).

Per aver riconosciuto gli incentivi del CIP6 all’incenerimento dei rifiuti, l’Italia è stata condannata dall’UE, eppure, colpevolmente, il governo, con il decreto “anticrisi”, ha recentemente prorogato per tutto il 2009 la possibilità di riconoscere a tali incentivi per gli inceneritori che ancora devono essere realizzati: e, non a caso, dopo che la gara per la realizzazione dei quattro impianti previsti in Sicilia era andata deserta, ora ci sono ben quattro aziende che si dicono “interessate”. Lo stesso “curioso” fatto si era già verificato per l’affidamento della gestione dell’inceneritore di Acerra. Insomma, come dichiarato dallo stesso Bertolaso, gli inceneritori, senza CIP6 sono antieconomici.

Fin qui, si è parlato del perché l’incenerimento non vada perseguito, né qui in Valle Telesina, né in qualche altro “posto idoneo senza creare dissensi in chi ci abita vicino” come Lei afferma. Chiaramente l’impianto di Acerra, una volta che funzionerà (!?) - secondo l’ARPAC ha sforato 39 volte in 121 gg, con un massimo consentito di 35 in un anno! - avrà un impatto sulla Valle Telesina, ma questo è un aggravante e non un attenuante per chi vuole determinare le scelte sul proprio territorio! Ad un ecomostro ne sommiamo un altro?

Lei crede, inoltre, sia accettabile bruciare le ‘ecoballe’, inadeguate persino per l’inceneritore di Acerra, nei cementifici campani (saranno controllati come altri inceneritori?) come risulta essere stato deciso qualche giorno fa dall’assessore regionale Ganapini?

D’altra parte nessun politico o amministratore dichiara il proprio dissenso a questo inimmaginabile nuovo attacco alla nostra salute ed alla nostra terra!

Ecco, appunto, le scelte sul proprio territorio: veniamo così alla capacità dell’uomo di apprendere le buone pratiche dagli altri.

La più audace delle nostre normative in materia di incenerimento, la Ronchi (legge 22/97), almeno fino allo scempio delle leggi che prevedevano incentivi agli impianti da fonti “assimilabili” alle rinnovabili, cioè i rifiuti, prevedeva tale pratica in subordine a: RIDUZIONE, RIUSO, RECUPERO E RICICLO!

A valle di queste pratiche, alcuni Comuni italiani e non, piccoli centri e grandi metropoli (nella provincia di Treviso, Capannori, S. Francisco, ecc) riescono ormai a ridurre al 15% i rifiuti avviati in discarica (e gestendo opportunamente i nostri consumi, ovvero riducendo i rifiuti “a monte”, anche questa percentuale può essere ulteriormente ridimensionata in termini di quantità)! Teniamo presente che l’inceneritore di Acerra, a regime, brucerebbe il 40% dell’attuale produzione di rifiuti campani, senza contare gli altri 4 che si vogliono realizzare nella nostra regione. Pertanto, se prendessimo esempio dai comuni virtuosi e ricicloni, tali impianti diventerebbero obsoleti, ridicoli e resterebbero l’n-esimo monumento alla inadeguatezza della nostra politica. Prendiamo l’abitudine di visitare i siti web di questi comuni (http://www.comunivirtuosi.org/), consultiamoli, studiamoli e facciamo nostri i loro progetti.

Proponiamo ai nostri amministratori di contattare gli esperti ed i responsabili dei progetti di gestione dei rifiuti di questi comuni, invitiamoli da noi, facciamo fare loro delle conferenze di sensibilizzazione, chiediamogli un supporto alla pianificazione ed all’attuazione.

Per comodità, e come esempio di ciò che si fa altrove, ecco un breve elenco di azioni che ci allontanerebbero, se applicate con attenzione, da discariche ed inceneritori:

-Compostiere domestiche gratis (vedi qui), per chi ha un giardino (rigeneriamo l’umido);

-Incentivi all’uso di prodotti ricaricabili (es. detersivi alla spina, vedi qui o qui e si vendono anche a S.Lorenzello);

-Incentivo all’uso delle borse di stoffa e graduale sostituzione o bando dei sacchetti di plastica (vedi qui o qui);

-Incentivi all’uso dell’acqua di rubinetto (le bottiglie di plastica da sole costituiscono la maggioranza relativa del volume dell’immondizia). A questo scopo si vanno diffondendo le fontane leggere in vari Comuni (vedi qui o qui): perché non da noi?

-Centri di raccolta per rifiuti ingombranti o elettronici da avviare al recupero, al riuso o al riciclo (c’è già un’azienda ben avviata anche nella zona industriale di Benevento, a soli 25 Km da Telese);

-Attivazione di siti di compostaggio ed utilizzo di microrganismi per accelerare i processi di decomposizione e rigenerazione tipici della formazione dell’humus ed eliminare i cattivi odori tipici della putrefazione;

-Accordi con negozi ed esercenti in generale che accettano l’eliminazione dei monouso e la vendita di prodotti “disimballati”;

-Azioni concrete/didattiche/simboliche nelle Mense scolastiche.

In questa lista sono elencati solo alcuni dei metodi (di buon senso e nemmeno tanto geniali) per ridurre i rifiuti altrimenti avviati verso discariche o inceneritori. Ma la lista potrebbe essere integrata con tutto quanto si fa per riciclarli trattandoli come materia prima secondaria o per riusarli, ecc. ma basta consultare, a questo scopo, come si diceva, i progetti dei comuni virtuosi.

Tutto ciò avrebbe peraltro l’ulteriore effetto positivo di consentire una riduzione delle tasse, di aprire la porta a nuove figure professionali ed imprenditoriali che agirebbero nella filiera dei rifiuti, e che indirizzerebbe l’occupazione lavorativa dei nostri territori verso la tanto acclamata economia verde: il comune di Capannori (vedi qui) è un modello da seguire in questo campo.

Lei si dichiara “perdente” perché dobbiamo portare i rifiuti in “altri siti lontani”; provi a chiedere ai suoi referenti politici e agli amministratori del suo paese (lo faccia, chiunque essi siano) perché non sono mai stati attivati i 10 siti di compostaggio regionali previsti dal piano del Prefetto Panza di qualche anno fa, oppure perché si preferisce mantenere uno stato emergenziale di 15 anni arrivando alla militarizzazione di siti “sensibili”, piuttosto che iniziare ad attuare quattro semplici regole di buon senso.

È vero, si tratta di cambiare abitudini! Altri popoli o Stati lo fanno già da un po’, ma se questa è la strada per evitare mega-discariche o inceneritori, non credo ci sia da discutere: progresso, civiltà e qualità della vita si misurano del resto anche sulla base della capacità di un popolo di saper gestire queste dinamiche.

Come abbiamo visto ormai in tante occasioni, non possiamo fidarci ciecamente dei nostri rappresentanti politici e dei nostri amministratori, né tantomeno dei privati che vogliono “cambiarci i connotati” coi loro impianti-fenomeno da baraccone. Del resto ancora ci inquietano le voci che si sentono in giro sul fatto che, nonostante l'esito della C.d.S., proseguano i contatti di nostri amministratori e imprenditori locali con la provincia di Bergamo e l'ABM-Vocem: se fosse vero si persevera nell’errore dell’assenza di trasparenza.

In ogni caso, non ha senso solo lamentarsi, né aspettare che intervengano i comitati civici quando ormai può essere troppo tardi. Provi a chiedersi Lei cosa può fare in prima persona per il suo territorio e provi a chiedere conto, per trasparenza, della destinazione finale di tutti i rifiuti del Suo Comune: si potrebbero capire le cause del degrado ambientale in atto così come quelle degli aumenti delle tasse.

Pertanto, piuttosto che subire le scelte fatte da altri, spesso basate su logiche non chiare, tutti devono partecipare alle scelte del proprio territorio, ciascuno in base alle proprie competenze e possibilità, tutti devono porre domande ed esigere risposte senza più deleghe in bianco.

Cittadini in Movimento – Laboratorio di cittadinanza attiva

Iniziativa "Amici della biblioteca di SST"

Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro l'inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire
Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano

Attualmente la biblioteca comunale di SST è aperta solo di mattina, in orari che escludono dalla sua frequentazione gli studenti di tutte le scuole e tutta la popolazione attiva della comunità. Non si conosce il suo patrimonio librario, risulta regolarmente registrata nel Servizio bibliotecario nazionale (SBN) ma, per il momento almeno, non ha nessun catalogo consultabile, in linea o non, non ha una sala lettura accogliente, non ha nessuna postazione multimediale a disposizione degli utenti.
Auspichiamo che il Comune assuma un preciso impegno per la valorizzazione della biblioteca, che deve essere una voce di spesa del bilancio, in termini di acquisto e gestione di nuovi volumi, per renderla effettivamente fruibile, attingendo anche agli specifici fondi resi disponibili dalla Regione e da altri Enti.
Prioritaria deve essere una verifica del Bilancio comunale per sapere quanti sono i fondi destinati annualmente alla Cultura, come sono ripartiti, in che percentuale sono sul totale e, paragonati con altri capitoli di spesa, quanti di questi sono destinati alla biblioteca.
Va definito un budget di spesa ripartito in uno stanziamento iniziale per l’acquisto di libri e attrezzature e poi un budget annuale per la programmazione ordinaria delle attività e per l’accrescimento del patrimonio librario.
Nella biblioteca sono essenziali:
• Libri
• Postazioni multimediali per la consultazione del catalogo elettronico, per la navigazione in internet e per la consultazione dei documenti multimediali (dvd, cd-rom, etc.)

Il coinvolgimento della popolazione è fondamentale per apportare idee e energie nella promozione della biblioteca. Il nuovo assessore alla cultura deve quanto prima indire un’assemblea cittadina per creare un Gruppo di amici della Biblioteca.
Il Gruppo deve essere formato da 10-12 membri e per la prima volta i membri vengono individuati all’interno dell’assemblea per autocandidatura o proposte di candidatura dall’assemblea. Del Gruppo devono far parte necessariamente l’Assessore alla cultura e la bibliotecaria. Sarà poi il Gruppo nominato a elaborare un Regolamento e delle Linee Guida di lavoro da sottoporre all’approvazione della Giunta comunale.
Compito del Gruppo sarà quello di progettare iniziative per promuovere la biblioteca, di organizzare tutte quelle attività che permettono di avvicinare la biblioteca ai cittadini e di coadiuvare in tutto la bibliotecaria nella gestione dei servizi.

Tra le attività possibili ci sono:
1. Proposte di acquisto di libri
2. promozione della lettura con iniziative mirate: laboratori di lettura per bambini (vedere la Biblioteca Amicolibro di Montesarchio
http://www.amicolibro.net/biblioteca/home.htm ;
l’iniziativa nazionale “Ottobrepiovonolibri”, ecc.
3. gruppi di lettura per adulti
4. organizzazione di 2-3 presentazioni di libri l’anno
5. incontri-conferenze con autori
6. iniziative per raccolta fondi (feste, gare a premi…)
7. apertura della biblioteca in orario pomeridiano o serale

Perché diventi un luogo vivo, punto di riferimento per la comunità si potrebbero spostare nella biblioteca attività solitamente svolte altrove: corsi di aggiornamento, di lingua, di informatica …
Non sono proposte da realizzare tutte insieme e tutte subito, ma l’obiettivo è quello di cominciare a costruire…

Antonietta Cutillo

Non ci provate !

Il rigetto dell’inceneritore di San Salvatore Telesino , in Conferenza dei servizi, è stato seguito da una serie di articoli imprecisi e approssimativi sulle possibili conseguenze che ricadranno sul territorio e sui cittadini.

In un primo momento abbiamo assistito, ad una vivacissima “fiera delle vanità” in cui sono state esibite rivendicazioni inappropriate della vittoria, richieste di risarcimento danni, precisazioni in merito ai presunti coinvolgimenti di amministratori locali…, “per rispetto della verità dei fatti.”

Adesso, invece, tutta l’attenzione è puntata sulla sanguinosa vendetta bergamasca costituita dal possibile risarcimento economico che la Vocem pretenderebbe dalla Regione e dal Comune di S. Salvatore T.
Ma di quale risarcimento economico si parla, e perché mai San Salvatore T. dovrebbe essere coinvolto? Ricordiamo a tutti, soprattutto al presidente della provincia di Bergamo Pirovano, ed all’ex presidente della provincia di Benevento Nardone che le “promesse” fatte consistono nella lettera dell’ex sindaco di San Salvatore a Vozza di poter fare un impianto a ‘biomasse’, non un inceneritore di rifiuti speciali e in un protocollo d’intesa tra le due province e i protocolli d’intesa sono solo degli atti preliminari.

Il rigetto del progetto non è nemmeno stato ratificato e già gli sciacalli mettono in atto un meticoloso terrorismo politico a livello mediatico per spaventare e per indurre i cittadini a pensare che pagheranno di propria tasca ciò che tanto faticosamente è stato ottenuto.

Anche l’onnipresente Visalli ha fatto la sua parte, mentendo ancora una volta.
Il Genio Civile infatti, insieme all’Arpac e all’ASL, è stato molto preciso sia nel delineare il possibile scenario delle conseguenze sul territorio in seguito alla costruzione dell’inceneritore sia nell’evidenziare le nette incongruenze con gli strumenti di pianificazione di cui si è dotato il territorio stesso e non a caso.

Pertanto, le “paure” non erano basate unicamente sull’immaginazione di pochi sparuti cittadini appartenenti ai comitati (i nimby!), ossessionati da immotivate preoccupazioni ambientali. Le presunte “paure” erano fondate sul concreto destino di un intero territorio che ne sarebbe stato irrimediabilmente devastato, come, del resto, tutta la Campania.
Il rigetto del progetto è avvenuto perché è stata smascherata la grande falsità, perpetrata per ben cinque anni, di un fantomatico impianto a biomasse, (che comunque non vogliamo, perché è un inceneritore anch’esso e non avrebbe senso in questo territorio!), con una filiera inesistente e di quella grandezza. Il rigetto è stato ottenuto per le carenze e le ‘assenze’ tecniche all’interno del SIA, soprattutto su ciò che un inceneritore pericolosamente produce.

Tuttora la Vocem deve risponderci sulle modalità di smaltimento e relativi siti di stoccaggio di ceneri e scorie e sulla presentazione di uno studio approssimativo sulle emissioni inquinanti. Mancate risposte che hanno determinato anche esse l’esito della C.d.S.
In pratica, ciò che i comitati hanno denunciato durante questi lunghi anni è stato provato dal rigetto in C.d.S. e riconosciuto da tutti, anche dai meno ostili ad un impianto a biomasse.
Dopotutto l’inceneritore rappresenta un progetto imprenditoriale finito male: fa parte del rischio d’impresa essere bocciati dopo le dovute valutazioni degli Enti competenti.

Ma ecco spuntare ancora una volta Nardone…
Pensavamo si stesse amorevolmente trastullando con il nuovo giocattolino del MAGNEGAS e avesse dimenticato la delusione dell’ultimo anno politico a Benevento e, con esso, l’inceneritore di San Salvatore Telesino, quello di Reino, il dissociatore molecolare (ossidoriduzione) a Faicchio (sempre in collaborazione con la provincia di Bergamo e Visalli) e tutte le altre sue rappresentazioni mentali tecnologico-innovative.

Fa bene a schierarsi dalla parte dei bergamaschi: è lui che ha siglato il protocollo d’intesa con Bettoni, all’epoca presidente della provincia di Bergamo, promettendo presumibilmente più di quanto vi sia realmente scritto. Coerente come sempre, dovrebbe essere proprio lui, e gli altri politici ed amministratori coinvolti, a risarcire i bergamaschi per mantenere eventualmente qualcuna di quelle promesse.

Non abbiamo dimenticato la conferenza stampa tenuta in seguito alle sue false dimissioni e la campagna mediatica contro i comitati ‘fondamentalisti’ che volevano riportare il Sannio, da lui avviato verso il progresso con una lungimirante ed innovativa politica, nel medioevo e nella marginalità.

Non abbiamo dimenticato la sua testarda difesa di un impianto a biomasse.

Prima di affermare di non essere a conoscenza del fatto che si trattasse di un impianto di valorizzazione di rifiuti avrebbe dovuto perlomeno rivedere le sue dichiarazioni nel corso di quella conferenza. Giovanni Forgione rimarca giustamente la sua dichiarazione di non aver nemmeno letto il progetto.

Dopo tutto questo tempo continua a pontificare su un progetto carente che non ha nemmeno letto!

E avrebbe anche dovuto leggere il PEA, e non apparire così ignaro dei suoi contenuti, offendendo i contribuenti che quel piano lo hanno pagato e se lo sono studiato. Il PEA continua ad essere incompatibile con l’inceneritore di San Salvatore T., in esso non si parla affatto di una centrale di rifiuti speciali né da localizzarsi a S. Salvatore T. né altrove.

Anche sulla cifra, 4/5 milioni di euro, di cui si parla siamo piuttosto perplessi. Da quanto risulta da dichiarazioni e documenti ufficiali, sono stati spesi solo 2 milioni di euro per comprare il progetto dal Vozza, circa un altro milione per la terra (ottimo investimento, tra l’altro, per cui si può rivendere e quindi non è una ‘spesa’), e il progetto…come si arriva a questo totale? Forse sono serviti altri soldi “per vari passaggi nell’affrontare questa situazione” meno comprensibili ai normali cittadini? Dovremmo risarcire anche questi ultimi?

Di fronte al ripetersi dello spettacolo “…di quelle quattro teste spenzolate; le quali intanto s’ingegnavano a beccarsi l’un l’altra, come accade troppo sovente tra compagni di sventura…” ci chiediamo piuttosto quale risarcimento sarà dovuto ai cittadini organizzatisi in un Comitato civico per la difesa del territorio in assenza della tutela dovuta?

Queste persone, mettendo a disposizione del bene comune le rispettive competenze e professionalità, sono riuscite nell’intento di fare chiarezza sulla vicenda Vocem e hanno collaborato all’interruzione di un disegno criminale ai danni della propria terra, della qualità della propria vita, della propria salute, dello sviluppo dell’economia locale.

Come quantificare in termini monetari le ore spese nell’attesa di ricevere i documenti necessari per poter comprendere, il tempo dedicato all’elaborazione precisa e minuziosa delle relazioni da presentare? A quanto ammonta il valore del tempo sottratto alla famiglia, al lavoro, al riposo, alla cura dei propri interessi? Quanto costa l’ansia per il possibile scempio della terra dove si vive e si è scelto di crescere i propri figli?

Se, come afferma Nardone, “Hanno ragione a portarci in Tribunale”, ci costituiremo in giudizio nei confronti di chi ha voluto questo progetto e di chi lo ha agevolato nella sua realizzazione, chiedendo anche noi il risarcimento che ci spetta!

In tal modo noi tutti prenderemo coscienza del valore economico che sapranno dare alla vita delle persone che usano la propria cultura e le proprie conoscenze nella realizzazione di uno stile di vita misurato, in armonia ed equilibrio con il territorio.

Lasciamo ad altri gli esercizi accademici di retorica ed eloquenza. Noi sappiamo godere della nostra vita.


Comitati Civici di San Salvatore Telesino e Guardia Sanframondi