giovedì 17 dicembre 2009

Piano Urbanistico Comunale: RICOMINCIARE dal 19 febbraio 2008

Recentemente abbiamo ricevuto dall’amministrazione comunale di San Salvatore, a seguito di regolare richiesta ai sensi della ex legge 241/90, le bozze delle norme di attuazione e del Regolamento Edilizio del prossimo P.U.C., già predisposte a novembre 2008 dal progettista incaricato (scarica qui le Norme di Attuazione).
Tutti ci avevano sempre assicurato che la procedura era ferma, e che sarebbe ripresa lì dove si era fermata, con altri incontri con la cittadinanza e riunioni tematiche con tutte le categorie professionali e le associazioni interessate.
Nulla di tutto ciò!
I tecnici, evidentemente, hanno continuato a “lavorare”, by-passando completamente l’ascolto dei cittadini, e sono arrivati ad un livello di definizione praticamente definitivo almeno dei regolamenti, ovvero, come sostenuto dallo stesso Ferrigni, il corpo delle “regole” e la definizione delle procedure, che dovrebbero decidere il destino del nostro territorio per i prossimi 20-30 anni (ma i documenti presentati non sono nemmeno aggiornati con le norme più recenti in materia edilizia).
Noi cittadini avevamo già espresso le nostre richieste e le nostre convinzioni in occasione dell’incontro del 19 febbraio 2008, e avevamo pubblicizzato vari documenti, e non ci risulta che siano pervenute al comune e a i tecnici altre richieste e proposte altrettanto trasparenti, ma si è fatto il contrario di quello che i cittadini hanno chiesto.
In ogni caso le nostre richieste non sono state tenute in nessun conto e non hanno avuto nemmeno nessuna risposta.
Dunque, da dove nasce la proposta tecnica del Prof. Ferrigni?
Qualcuno gli ha chiesto di fare un PUC uguale al PRG di Telese Terme?
Non è dato saperlo! Fatto sta che, appena iniziata la lettura delle Norme di Attuazione, ci siamo resi conto che la proposta del Prof. Ferrigni è basata sostanzialmente sugli stessi principi ispiratori proprio del PRG di Telese Terme, ancora vigente, redatto dallo stesso tecnico alla fine degli anni 80 su “input” del sindaco D’Occhio, e che tanto scempio ha già provocato nella cittadina termale.
E il Prof. Ferrigni, agli studenti del suo corso di urbanistica alla facoltà di ingegneria di Napoli, spiega che i piani urbanistici comunali si redigono, pur nei limiti imposti dalle norme, in funzione di quelle che sono le istanze e le richieste dei politici locali.
Tuttavia, Norme di Attuazione e Regolamento Edilizio avrebbero dovuto essere redatti solo a valle di un percorso di vera partecipazione, dopo aver fissato insieme ai cittadini, gli obiettivi e le linee di indirizzo del piano.
Per la verità, la bozza del Regolamento Urbanistico Edilizio Comunale (RUEC) sembra più aggiornato e condivisibile nei criteri applicati, e pertanto può essere considerato un punto di partenza per le future discussioni. In particolare, gli articoli dal 138 al 145 dettano importanti disposizioni per il risparmio energetico e l’uso di fonti rinnovabili.
Tuttavia non è coerente con le Norme di Attuazione che, a nostro avviso, devono essere completamente riscritte, se non vogliamo ricadere negli stessi errori già commessi a Telese Terme.
Già nella premessa, infatti, l’intenzione del progettista (che, come abbiamo detto, avrà operato sulla base di precisi “input” politici), è chiara: in poco più di una pagina, che vi invitiamo a leggere con attenzione, vi è la sintesi di tutte le negatività che il prossimo PUC potrebbe portare con sé.
Ferrigni espone subito l’impostazione del piano: non sono gli indici (il “quanto”) e l’ubicazione delle aree di espansione (il “dove”) le cose più importanti da decidere, ma “come potranno essere sfruttati i lotti”.
Poi, citando anche inesistenti procedure partecipate e riunioni pubbliche di cui non si ha alcuna notizia, il Prof. Ferrigni passa ad illustrare lo strumento che, secondo lui, dovrebbe consentire di “governare” le trasformazioni del territorio: l’autoregolazione, grazie alla quale “l’azione dei singoli, sempre orientata a conseguire interessi particolari, produca risultati di interesse generale”.
Secondo il progettista le norme da Lui proposte “apparentemente vaghe e permissive” (!) sarebbero “in realtà strutturate in modo da neutralizzare gli effetti perversi che derivano dalla ricerca del massimo profitto che sempre anima gli utenti del piano”.
Esattamente ciò che non è avvenuto a Telese!

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