giovedì 30 aprile 2009

I Sansalvatoresi ed il comune

Approfittando di una giornata di ferie, alcuni giorni fa ci siamo recati all'ufficio segreteria del comune di San Salvatore allo scopo di visionare e di avere delle conferme su alcune delibere di cui avevamo notizie molto frammentarie. Abbiamo salutato la dipendente incaricata e le abbiamo rappresentato le nostre richieste. La dipendente, cortesemente, si è messa a disposizione mostrandoci il faldone contenente i tanto anelati documenti che registravano le sorti del nostro territorio e ci ha spiegato in breve i criteri coi quali venivano ordinati e collezionati per cercare di agevolare il nostro compito. A questo punto le abbiamo chiesto conferma del fatto che non fosse possibile chiedere una fotocopia (totale o parziale che fosse) delle delibere di nostro interesse né farne delle foto; la sua risposta, presumibilmente derivante da precedenti disposizioni regolamentari, di fatto, ci ha lasciato come unica alternativa la trascrizione manuale dei contenuti degli atti amministrativi. Dopo una sommaria consultazione abbiamo iniziato a ricopiare intere parti dei “nostri” documenti, ma ben presto ci siamo resi conto che l'impresa era improba. Erano passati 30 minuti ed eravamo riusciti a trascrivere solo alcuni dettagli sulla delibera relativa alla concessione degli immobili comunali (e la relativa attuativa), avendo conferma che Sala Congressi ed Abbazia costano 150 e 300 euro rispettivamente, se la “società civile” vuole riunirsi in tali locali: bisogna fare cassa!
E pensare che ne avevamo selezionato una decina di delibere da esaminare.
Tuttavia, pur di dare un senso alla nostra impresa, abbiamo deciso di annotare i numeri e gli oggetti delle delibere di interesse, in modo tale da poter tornare la volta successiva ed andare dritti e mirati al materiale già selezionato.
Tutto questo avveniva sotto l'occhio vigile della dipendente comunale, la quale ci faceva notare, non senza imbarazzo, che non poteva allontanarsi durante la nostra presenza e che forse era il caso di sospendere, perché la sua attività “ordinaria” era di fatto bloccata a causa delle nostre interminabili richieste.
A dire il vero, in questo caso dobbiamo ritenerci fortunati dal momento che in passato, in presenza di un consiglio comunale politico eletto ed in carica, le trafile per accedere ai documenti potevano essere vanificate da qualche diniego, seppure temporaneo.
In realtà, a noi “Cittadini in Movimento” sono venute spontanee le seguenti domande:
  • Perché bisogna prendere un giorno di ferie per poter accedere a degli atti amministrativi cui si dovrebbe dare massimo accesso e pubblicità?
  • Perché bisogna subire l'imbarazzo e la pressione di essere vigilati mentre consultiamo i “nostri” documenti, con il conseguente senso di colpa di aver fatto perdere tempo alla dipendente preposta?
  • Perché bisogna affidarsi alla cortesia di una dipendente per ottenere informazioni e documenti pubblici di interesse collettivo?
  • Perché le delibere e tutti gli atti amministrativi non vengono messi in rete e resi agevolmente scaricabili da casa, così da essere consultati coi tempi ed i modi che essi meritano? Eppure, basterebbe molto poco vista la predisposizione, ormai da tempo, delle infrastrutture web necessarie.
Bene, a questo scopo abbiamo pensato di sottoporre, come Cittadini in Movimento, una esplicita richiesta protocollata al commissario prefettizio, in cui chiediamo di far pubblicare sul sito web, già esistente, ma in pratica vuoto, tutte le delibere approvate insieme a tutti i relativi atti amministrativi (la sola esposizione dell’oggetto delle delibere all'albo pretorio, magari sovrapposte, è sufficiente solo ad adempiere formalmente agli obblighi di legge sulla pubblicità degli atti, e non consente una reale conoscibilità, e fruibilità, degli atti e delle relative decisioni, politiche ed amministrative, del comune).

Tale richiesta, peraltro, è stata accompagnata anche da altre che abbiamo ritenuto importanti a vario titolo, per conoscere in particolare:
  • l'ultimo bilancio comunale approvato (il famigerato bilancio 2008, seppure ufficioso, non ci è concesso conoscerlo);
  • il destino dei rifiuti e l'efficacia del sistema di raccolta differenziata;
  • il piano di protezione civile;
  • le concessioni approvate per la gestione delle cave sul territorio sansalvatorese.
Ma ancora molte altre sono le questioni che dovranno essere conosciute ed approfondite.
Speriamo, anche in questo modo, di avviare un processo di riduzione della distanza che ci separa, su questi temi, dai nostri amministratori che, come unica reazione alle nostre legittime richieste, ancora esibiscono indifferenza se non irritato fastidio, facendoci pensare che la mancata realizzazione di un sito istituzionale, nonostante le passate promesse da campagna elettorale, sia il frutto di scelte politiche volute dalle amministrazioni che si sono susseguite nel tempo, col preciso scopo di lasciare nella penombra tutte le decisioni che hanno impattato i nostri destini di cittadini sansalvatoresi.

Cittadini in Movimento – Laboratorio di cittadinanza attiva

domenica 26 aprile 2009

Appoggio di Cittadini in Movimento al Comitato Civico di Contrada Pugliano

Cittadini in movimento condivide ed appoggia l’azione promossa dal Comitato Civico di Contrada Pugliano contro l’attività estrattiva e la frantumazione di inerti da costruzione della cava “Calcestruzzi San Vincenzo tre” (ex “Cava Bove” - San Salvatore Telesino).

Come risultato di tale azione il Commissario Prefettizio del comune di San Salvatore Telesino, con comunicazione prot. n. 11365 del 18.12.2008, rilevata la sussistenza di possibili rischi per la salute dei cittadini residenti nei pressi dell’impianto, ha invitato e diffidato l’amministratore unico della società a presentare un progetto di messa in sicurezza ambientale dell’impianto, e a trasmettere copia delle certificazioni necessarie per l’esercizio dell’impianto stesso.

In precedenza lo stesso Commissario aveva convocato una conferenza dei servizi, poi andata deserta, con ASL ed ARPAC; quest’ultima, come recentemente appreso dagli organi di stampa, è intervenuta successivamente presso la cava, unitamente alla Polizia di Stato, sottoponendo a sequestro l’area.
Evidentemente le preoccupazioni del Comitato Civico di Contrada Pugliano erano e sono reali, e le conseguenti denunce sono state ritenute fondate dalle Autorità competenti.
Si tratta di un primo importante risultato, cui dovrebbe seguire, secondo noi, la definitiva chiusura dell’impianto, l’acquisizione dello stesso al demanio comunale, e il recupero e la riconversione dell’area, in modo da valorizzarla in funzione degli adiacenti Puri di Monte Pugliano (doline carsiche).

Come ebbero a dichiarare l’ex sindaco di San Salvatore Telesino ed il Presidente provinciale di Legambiente in un recente convegno, “Montepugliano è una bellezza unica dal punto di vista geologico e naturalistico, che ha bisogno di un’urgente valorizzazione ambientale. Montepugliano, oltre a possedere numerose doline è anche corridoio ecologico, cioè una zona di collegamento che permette alle specie animali di spostarsi verso zone più ampie ad alto grado di naturalità; infatti funge da collegamento tra il Parco regionale del Matese e il Parco regionale del Taburno-Camposauro, e da ciò deriva la sua grande rilevanza ambientale”.

Noi crediamo che chi amministrerà, da giugno prossimo, il comune di San Salvatore Telesino, magari in sinergia con quello di Telese Terme, anche nell’ambito della gestione del consorzio idrotermale, e insieme alle altre istituzioni interessate alla pianificazione territoriale (provincia, regione, comunità montana) non potrà non impegnarsi a programmare un serio percorso di recupero della cava e di valorizzazione delle emergenze di Montepugliano (geomorfologiche, naturalistiche ed archeologiche).

Clicca qui per ricostruire la cronistoria attraverso i documenti.

Di seguito alcune foto sullo stato attuale della cava.





lunedì 20 aprile 2009

È pronto il programma di “Cittadini in movimento” !

Come preannunciato nel nostro “manifesto” abbiamo raccolto in un programma politico, scaricabile nella versione sintetica, insieme alla versione completa e ad altri piani specifici allegati, le nostre proposte per il paese ed il territorio che vogliamo.
Si tratta di un lavoro di gruppo, cui molti stanno dando il loro contribuito con entusiasmo e competenze.
Ci si potrebbe chiedere: “bene, ma adesso a cosa servirà tutto questo lavoro?”
La risposta è di fatto deducibile da ciò che accomuna tutti i nostri interventi da qualche mese a questa parte: è lo strumento con cui vogliamo contribuire a determinare la politica e le scelte del nostro paese come “società civile”.
COME?
Innanzitutto faremo in modo che i politici, i candidati o semplicemente i cittadini come noi che vogliono esercitare il necessario diritto alla democrazia, trovino, in questi documenti pubblici ed adottabili da tutti, l'opportunità di stimolare un dibattito fatto di contenuti.
A questo punto, dopo aver atteso che qualcuno dei futuri candidati alle prossime amministrative di San Salvatore Telesino avviasse un processo partecipativo, dobbiamo prendere atto che nessuna sollecitazione è riuscita a scuoterli: siamo a 45 gg dalle elezioni e ci saranno concessi, al più, i comizi unilaterali ed unidirezionali, e non certo la costruzione di progetti condivisi....
Comunque sia, continueremo a insistere perché al centro dell'agenda politica siano poste le tematiche che più ci stanno a cuore, e per farlo utilizzeremo i documenti elaborati come uno strumento di partenza, e come “canovaccio” per tutte le iniziative future di Cittadini in Movimento, incalzando gli “eletti” e stimolandoli a rispondere nel merito anche dopo le elezioni.
Il laboratorio politico prosegue, ed è aperto a chiunque voglia parteciparvi.
Saremo ben lieti di essere contattati e di collaborare, come gruppo, con chiunque avesse delle proposte di arricchimento ed evoluzione per le idee illustrate nel nostro manifesto e nel nostro programma, per la tutela dei beni comuni e degli interessi collettivi.


Cittadini in Movimento – Laboratorio di cittadinanza attiva

mercoledì 15 aprile 2009

Replica a Creta

Premesso che non risponderemo ai tentativi di denigrazione, e agli attacchi personalizzati, il lunghissimo intervento di Giuseppe Creta, apparso su VIVITELESE il 13 aprile, merita qualche breve contro-deduzione.
Innanzitutto ricordiamo che gli interventi sul nostro blog sono tutti firmati, e che quindi nessuno di noi si nasconde.
Abbiamo anzi chiesto ripetutamente, come società civile, un confronto pubblico con tutti i futuri candidati; solo la mancata risposta a tale legittima aspettativa ci ha costretti a cercare strumenti alternativi per esprimere le nostre idee e per illustrare le proposte concrete che volevamo sottoporre alla Loro attenzione: il blog, gli interventi su vivitelese, i manifesti...
L’“ex Sindaco” è stato puntuale e approfondito nelle Sue risposte, tanto da lusingarci per il tempo e l’energia che ci ha dedicato, ma ha glissato sulla risposta a cui noi tenevamo di più: la richiesta di confronto pubblico.

In una delle sue risposte l’ex Sindaco dice: “il confronto politico, invero, si fa sul campo di gioco, che in questo momento è quello elettorale, si fa su proposte programmatiche finalizzate ad amministrare il paese da parte di chi vuole proporsi per amministrare il paese, sia nella piena correttezza reciproca tra i proponenti contendenti, che nei confronti del popolo”.

Strano modo di reagire alle domande di cittadini che intendono partecipare alla campagna elettorale in prima persona, esercitando il proprio sacrosanto diritto di proposta e di critica ed esigendo risposte convincenti alle proprie domande: quella cosa che in democrazia si chiama appunto partecipazione. O per esercitare tale diritto bisogna per forza candidarsi?

L’ex sindaco limita ai pochi mesi o giorni della campagna elettorale l’unico momento di confronto politico, riconoscendo come interlocutori solo gli antagonisti politici delle prossime liste.
Noi parliamo di confronto in assemblee pubbliche tra possibili candidati e altrettanto possibili programmi e chiediamo un percorso pubblico e auspicabilmente partecipato di elaborazione dei programmi, di proposta delle candidature e di formazione delle liste che possa poi essere garanzia di partecipazione anche dopo le elezioni per tutto il periodo della consiliatura.

Questa richiesta di partecipazione continua ad essere travisata.
Al di là degli epiteti affibbiatici, è questo atteggiamento di chiusura e rifiuto del dialogo che più ci offende come cittadini.
L’ex sindaco si esprime, ce lo permetta, con una certa arroganza, quando si definisce colui che “ha ricevuto consenso dal 1975” e per questo, rifiuta il dibattito e squalifica il giudizio che noi cittadini riteniamo di poter esprimere liberamente nei confronti del suo operato.
A noi non sembra di pretendere troppo, pur non essendo tra “i proponenti contendenti”, ma solo elettori che vogliono esprimere consapevolmente la loro opinione, e che sono comunque parte del “popolo” che Essi “contendenti” dovranno amministrare. O il tutto si limita a “vincere un’elezione e poi si vede”?

Quello che appare chiaramente a noi e, presumiamo, a molti altri cittadini del nostro paese, è la mancanza di coraggio e volontà di confrontarsi dei futuri candidati con coloro che li devono poi votare, è il loro sottrarsi a un dibattito su idee, programmi e proposte e sul come realizzarle, è il loro rifiuto di sottoporsi al giudizio degli elettori, su queste argomentazioni, e non sull’”appeal” personale.
Non abbiamo alcuna voglia di fare gli “inquisitori di turno”, ma in questi ultimi due anni abbiamo avuto purtroppo esperienza, sulla base dei risultati, di quanto Creta e altri più recenti protagonisti dello scenario politico sansalvatorese, a nostro avviso, siano stati poco affidabili e altrettanto poco coerenti, soprattutto nella gestione del “problema inceneritore”.

Sulle tante questioni sollevate dall’ex Sindaco nel rispondere alle nostre sollecitazioni, meglio di noi potrebbero rispondere quanti, con Creta, hanno condiviso tanti anni di “buona” amministrazione salvo poi sfiduciarlo.

Per quanto ci riguarda, pur essendo pienamente consapevoli dei nostri limiti e sempre disposti a confrontarci con chi ne dovrebbe sapere più di noi ed a imparare da loro, ricordiamo che l’ignoranza nasce dalla “non conoscenza”, che a sua volta non scaturisce dalla incapacità a capire, ma dalla mancanza delle informazioni necessarie:

• Ė stato pubblicato un qualche bilancio durante la Sua Amministrazione?
• Sono state mai rese pubbliche, e realmente “fruibili” le delibere del Consiglio Comunale?
• Spesso, per avere atti del Consiglio o documenti degli uffici comunali, abbiamo dovuto richiederli più volte, passare giornate intere a girare per gli uffici per vedere rispettato un semplice diritto all’informazione su atti pubblici, in altri casi fare ore di anticamera con il risultato di non ottenere comunque nulla.

Il nostro intento è politico, nel senso di contribuire alla tutela dei beni comuni, e non partitico, nel senso che non è di parte. Le nostre critiche sono rivolte all’operato politico degli ultimi anni, e non alle persone che di quell’operato sono o sono state artefici.

Ė un nostro diritto, quello di critica politica, e anche quello di rivendicare spazi di partecipazione. Per questo motivo continueremo a porre domande, a chiedere confronti pubblici pre- e post- elettorali e ad esigere sempre maggiore trasparenza negli atti amministrativi invitando tutti i cittadini di San Salvatore a fare altrettanto.

Cittadini in Movimento – Laboratorio di cittadinanza attiva

domenica 12 aprile 2009

Economia locale: spunti di riflessione

L'economia e la qualità della vita del nostro territorio sono invischiate ed affette, apparentemente in maniera incurabile, dalla sindrome da “cane che si morde la coda” o se si preferisce da un circolo vizioso. Mi si dirà, che scoperta, che banalità. Non importa, non credo faccia male rivedere la crisi alla luce delle nostre condizioni di vita locali, perennemente in difficoltà a prescindere dai trend mondiali.
I nostri ragazzi, le nostre migliori potenzialità (spesso con laurea), sono costretti ad accettare di lavorare per stipendi mensili da 7-800 euro, con paghe orarie che raggiungono i 5-6 euro all'ora, impegnando le proprie capacità ed intelligenze per fare il commesso in un supermercato o a rispondere ad un telefono in un call-center o a fare lunghi tirocini mal pagati, magari dovendo far ricorso anche al politico di turno per poter accedere a queste ormai ambite “posizioni”. Non intendo andare oltre andando a sindacare sul “cui prodest” di questa situazione, esula dagli argomenti trattati da questo ragionamento ad alta voce.
In queste condizioni è chiaro che la possibilità di “realizzarsi” (termine che ho tirato fuori dal mio vecchio vocabolario delle scuole medie), o di portare un valore aggiunto qualificato alla comunità di cui è parte, è pressoché nulla. Per di più, coi pochi soldi di cui il nostro giovane (o più in generale il nostro conterraneo) dispone, quali bisogni e quali attenzione potrebbe avere se non verso la propria sopravvivenza (vedi livello più basso della piramide dei bisogni di Maslow )? Come potrà impiegare la propria retribuzione se non al più per acquistare beni di primissima necessità, magari senza nemmeno poter porre troppa attenzione alla qualità offerta?
Figurarsi se potrà pensare, come i suoi consimili della Germania o del Nord Italia, ad una casa, magari con tutti i crismi dell' anti-sismica, della bio-architettura, bio-edilizia, coi pannelli fotovoltaici o col riciclo idrico... Quanto impegno ed entusiasmo potrà avere nel combattere contro un inceneritore o per far sì che funzioni virtuosamente la filiera dei rifiuti? Quanto gliene può fregare di una biblioteca o del teatro ?
Tutto ciò cosa comporta?
Proviamo a mettere in fila queste riflessioni:
lavoro poco soddisfacente e poco qualificato → basse retribuzioni → acquisto di beni strettamente fisiologici e poco qualificati (livelli più bassi della piramide di Maslow) → servizi offerti e attività dal basso valore aggiunto in termini di qualità della vita → lavoro poco qualificato → basse retribuzioni → ….
Ecco, il cane che si morde la coda, per l’appunto, e l’attuale congiuntura economica negativa non fa altro che accentuare tale corto-circuito, favorendo ancora di più lo sfruttamento del lavoro.
Ebbene, compito della politica, a tutti i livelli, a partire da quello più prossimo a noi, vale a dire dall'amministrazione locale è di interrompere questo circolo vizioso: deve generare o favorire il salto su un nuovo ciclo e farne da volano (volano, non “padrino”).
E forse proprio la crisi economica può essere un’opportunità di cambiamento.
Riporto, per semplicità, tre esempi basati sul concetto di “economia verde”, come possibili spunti di innesco e come volano:
1. Favorire opportunamente gli investimenti (non spese o consumi), peraltro già incentivati a livello nazionale, nel settore dell'edilizia di qualità, ristrutturazioni o costruzioni ex-novo di case o immobili secondo canoni che permettono il risparmio energetico, o, meglio, l’autonomia - casa passiva, se non addirittura la produzione in eccesso da immettere in rete.

2. Favorire la formazione di punti della filiera per il trattamento dei rifiuti locali nella direzione del riciclo o del riuso, ripristinandoli come materia prima secondaria da rivendere.

3. Favorire l'agricoltura sostenibile, di qualità e salubre con le opportune infrastrutture materiali ed immateriali necessarie a generare la filiera corta e la vendita diretta (ma anche fattorie didattiche, orti sociali, Gruppi di Acquisto Solidali, ecc).

Per non parlare dell'economia indotta.

Questi tre punti cosa hanno in comune?
Necessitano tutti di nuove competenze qualificate e stimolanti, danno la possibilità di reddito nuovo, rompono la dipendenza da grandi circuiti (commerciali o pseudo-industriali) che desertificano i nostri territori, preparano il terreno alla nascita di nuove imprese od attività e ultimo ma non meno importante sono utili a migliorare la qualità della nostra vita.
Proviamo a rileggere il ciclo sulla base degli spunti appena proposti:
formazione di tecnici e professionalità, sensibilizzazione, stimoli culturali ed incentivi alla popolazione locale → consumi (1) di più alto livello con impatto benefico e virtuoso sul territorio → creazione di reddito e valore aggiunto → crescita sostenibile, qualità della vita e servizi offerti adeguati alla nuova sensibilità → lavoro qualificato e soddisfacente → consumi di più alto livello...
Questi spunti, peraltro provano a rispondere anche a domande del tipo:
Ma questi lavori servono alla comunità? Ma questi lavori portano benefici agli individui e crescita diffusa? Avranno un minimo di durata (soluzione di lungo periodo) o saranno effimeri?
Domande e, forse, risposte anche banali, ma proviamo, a puro scopo esemplificativo, a riflettere sulle ricette anti-crisi proposte a livello nazionale (e non solo).
Un esempio su tutti: l'incentivazione del settore delle auto. Ma i consumatori (stavolta nella loro accezione originaria) hanno DAVVERO bisogno di una nuova auto (ammesso e non concesso che riescano a “mantenerla”), reduci come sono da anni di incentivi alla rottamazione? La nostra comunità ha davvero come bisogno prioritario un'auto nuova piuttosto che “vecchia” di pochi anni? Siamo sicuri che sia una risposta “strutturale” alla crisi?
E' vero, anche il più convinto degli anti- “consumo_per_il_consumo” sarebbe tentato, visti i prezzi così bassi. Ma siamo sicuri che la politica non stia semplicemente perseguendo un “principio”, anzi un “detto”, tanto deriso dai nostri nonni quanto attualmente poco comprensibile, vale a dire “chi scava e riegn' nun perd mai tiemp” (trad. lett.: “chi scava (buchi) per poi riempirli non perde mai tempo”) ?
Cioè metto i soldi per incentivare il lavoro nel settore delle auto (con la foglia di fico ecologica) anche se in questa fase le nuove auto non servono ai cittadini tanto quanto le bonifiche dei territori intossicati, quanto la ricerca e lo sviluppo di una nuova economia reale e virtuosa, quanto la ristrutturazione delle scuole, quanto...

(1) Il termine “consumo” non va qui inteso secondo la sua accezione originaria di deterioramento , spesso irreversible, delle risorse, ma nel senso di acquisti e investimenti virtuosi.

Francesco Pascale




giovedì 9 aprile 2009

Per una comunità a legame forte.

In questi giorni di tragedia per l’ultimo terremoto che ha colpito l’Abruzzo, riflettevo su quello che periodicamente emerge, spesso purtroppo sollecitato da situazioni drammatiche: quando una comunità è sconvolta da un dolore lacerante, si ritrova più unita; il mettere in comune il dolore dà la forza per sopportarlo insieme, per contenerlo, e le divisioni restano sullo sfondo, sembrano tutt’a un tratto prive di senso, futili e inutili.
Questa partecipazione profonda e spontanea l’abbiamo conosciuta varie volte, in diverse occasioni, anche nella nostra comunità, nel corso di eventi pregnanti emotivamente, in cui abbiamo condiviso tutti uno stesso, intenso, vissuto. In quei momenti in particolare, mi sono guardata intorno e mi ritrovavo “parte di”, mi sentivo legata alle persone vicine, anche se non di tutte conoscevo il nome: mi rispecchiavo nella loro presenza, nella loro compostezza, nel sentire che a loro volta anch’essi c’erano tutti, col corpo, col cuore, con la mente.
Nei momenti di dolore le lacrime ci aiutano a vedere più chiaro.
Tornati alla consueta quotidianità, ognuno sembra rintanarsi dentro di sé e nella propria fretta, negli impegni più disparati, e all’improvviso non c’è posto per nient’altro: quel legame forte che si sentiva, magari fino al giorno prima, svanisce, si annacqua, di disperde tra i mille rivoli di una routine che alla fine sfibra le energie.
Una comunità a legame forte, quale secondo me è la nostra, ha in sé tutte le capacità per essere solidale non solo nei momenti drammatici.
Il legame forte può e deve estrinsecarsi soprattutto nella convinzione che restiamo comunità anche se come singoli abbiamo idee differenti.
Il legame forte ci deve sostenere quando sembra che tali differenze siano insormontabili, e quando rischiano di portarci a rotture non più riparabili. In quei casi deve e può subentrare l’etica del bene comune.
I nostri figli vanno a scuola insieme, giocano a pallone, si incontrano per strada, si innamorano, e a loro non interessa se i genitori si arroccano su posizioni antagoniste.
Per loro e per quanti hanno scelto questa terra per stabilire la loro famiglia, pur provenendo da paesi lontani, noi dobbiamo sempre avere in mente il bene comune e declinarlo fattivamente giorno per giorno.
Il legame forte ci può aiutare ad ascoltare i bisogni che emergono da un confronto leale e rispettoso. Quando le persone sono realmente in contatto con il proprio intimo essere, riscoprono se stesse, ri-diventano autentiche, e spesso emerge un genuino amore per la propria terra, pur se nascosto talora da atteggiamenti copiati e da frasi sentite: ”tanto qua non cambia niente, me ne vorrei andare, non contiamo, non c’è niente da fare, è tutto inutile”.
Il legame forte di una comunità è sempre esposto a mille sabotaggi, a chi non crede nella possibilità di un miglioramento e di una crescita.
E’ necessario capire ciò che ci accomuna, e rispettare e accogliere e apprendere dalle differenze.
Come cittadini di una comunità a legame forte possiamo essere sempre più consapevoli di ciò che serve, di ciò che è buono, di ciò che è giusto fare. Ecco perché dobbiamo incontrarci, dialogare senza scoraggiarci e senza intimorirci.
Dobbiamo imparare a fare comunità.
Ognuno può e deve dire la sua opinione senza temere di venire denigrato, schernito o ridicolizzato. I mezzi del confronto e del dialogo che aderiscono alla non violenza, non mancano mai di rispetto alla persona dell’altro. Il confronto veramente democratico si attua sulle opinioni, sulle posizioni, e mai scivola nell’attacco all’identità dell’altro.
Dobbiamo esercitarci nel comunicare in maniera efficace, nell’esprimere anche il dissenso pacatamente ma fermamente. E trovo sia importante abituarci a discutere sui temi che più ci stanno a cuore, magari incontrandoci periodicamente in assemblee, trovare insieme e condividere un metodo in cui a tutti sia possibile esprimere il proprio parere.
Una comunità a legame forte che diventi anche competente e fattiva è un obiettivo, non è il punto di partenza.
Una comunità competente è capace di riconoscere i propri bisogni, le proprie diversità, le proprie esigenze, mobilitando e impiegando le risorse necessarie per soddisfarli.
Una comunità competente prende coscienza degli elementi che generano difficoltà e crisi al proprio interno e cerca di avviare un confronto per individuare le strategie più idonee alla soluzione dei problemi che via via emergono.
Non è certo facile, ma non è nemmeno un’utopia.
Seneca diceva: “Non osiamo perché le cose sono difficili. Le cose sono difficili perché non osiamo”.

Carmela Longo

martedì 7 aprile 2009

Da cittadino deluso a cittadino indignato

Riparto da un articolo pubblicato su VIVITELESE dell’ 11/12/2008 in cui, analizzando un quadro a dir poco desolante della situazione amministrativa del comune di San Salvatore Telesino, auspicavo un coinvolgimento di forze nuove e soprattutto giovani, che emergessero e si proponessero al fine di avviare un rinnovato ciclo politico nel mio paese.
Riporto un po’ il quadro della situazione a distanza di più di tre mesi.
I vari possibili candidati si incontrano settimanalmente, ma forse anche giornalmente, in continue riunioni presso privati in cui si discute animatamente sul numero di rappresentanti da inserire in una futura lista, sul numero e il tipo di assessorati da pretendere.
Null’ altro che mercanteggiare candidature, e cercare di attivare possibili alleanze con lo scopo unico della vittoria finale alle prossime elezioni.
La domanda nasce spontanea, come direbbe qualcuno, e i programmi elettorali che fine hanno fatto ??
Sono diventati un optional delle future elezioni.
I problemi che questo paese deve affrontare sono molteplici:

-Bilancio disastroso

-Possibile costruzione di un inceneritore

-PUC da approvare

-Tutela ambientale da gestire nonostante le minacce provenienti da più fronti e la gestione commissariale della Regione

E questi sono solo una piccola parte dei numerosi problemi da risolvere.
Questo basterebbe per poter far partire una serie di discussioni pubbliche sulle varie tematiche e sul modo di affrontarle da parte dei pretendenti.
Fino ad oggi, però il silenzio domina incontrastato.
Nessun dibattito pubblico si è avuto, né da parte di chi si vuol candidare come alternativa, né da parte di chi, eletto nella precedente legislatura, volesse dare delle spiegazioni sui problemi lasciati ai futuri amministratori.

Ma parliamo dei possibili candidati.

Creta sembra non candidarsi a Sindaco e si rifà vivo dopo vari mesi di silenzio con un articolo sul Sannio Quotidiano. In esso caratterizza il suo operato e quello della sua giunta (escludendo chi l’ha defenestrato) con una serie di concetti ed aggettivi che non hanno alcun riscontro nel suo mandato. Non si è mai rapportato con i cittadini (solo un consiglio comunale aperto al pubblico quando è scoppiato il caso inceneritore), rifiutandone il confronto diretto e democratico , ha minimizzato i reali problemi economici del Comune che stanno emergendo dall’analisi del bilancio, ha trattato con poca competenza il problema dell’ inceneritore di cui continua a rifiutare la responsabilità politica.
Oggi abbiamo un commissario, o meglio il secondo commissario, questo vuol pur dire qualcosa o no sulla precedente gestione?

Poi c’è Izzo che sembra un candidato certo nato dall’ accordo Izzo – Bove e forse La Fazia.
Curriculum politico irreprensibile, appartenente al quartetto UDEUR che ha defenestrato Creta sull’ approvazione del bilancio, e vice sindaco dello stesso Creta. Ora si presenta come l’ alternativa a Creta, quando 4 mesi fa, e per tanti anni, ha fatto parte della stessa coalizione. Scherzi del destino, l’ UDEUR nel frattempo ha stretto un accordo col PDL e quindi Izzo sarebbe, almeno come schieramento partitico, di nuovo a fianco di Creta e contemporaneamente suo avversario alle elezioni comunali.
Mi voglio fermare nella descrizione dei fatti altrimenti rischio di dissociarmi ……

Poi c’ è anche La Fazia, non si sa se come protagonista o comparsa, anche lui ex assessore del “ gruppo” Creta poi dimessosi, ma solo come assessore. E’ risultato tra i piu’ votati nella precedente elezione contribuendo alla vittoria di Creta e quindi tra i suoi più pesanti alleati e ora, voilà, lo ritroviamo contro.

Romano, probabile sostituto di Creta già presente come assessore nelle consiliatura precedente a fianco dello stesso Creta. Mentre nelle precedenti elezioni si era presentato come antagonista in una lista civica.

C’era poi Pucino, dico c’era perché non si sa che fine ha fatto dopo un tentativo di dibattito pubblico che si è infranto al primo ostacolo. Anche Pucino è iscritto al PDL come Creta, ed ha partecipato a varie competizioni politiche, sempre all’ opposizione di Creta.

Poi c’ è Bove che sembra aver ceduto il ruolo di candidato a sindaco (anche perché forse scomodo in questo momento) a favore di Izzo. Anche lui è un navigato uomo politico, presente in varie competizioni elettorali, quasi sempre all’ opposizione (silente in molte occasioni).

Queste le persone, diciamo della prima fila. Poi ve ne sono ancora altre, diciamo di seconda fila, alcuni “esperti” politicamente, che sono generatori di caos nel senso che gironzolano come l’ ape sui vari fiori (credo crisantemi), politici che poggiandosi un po’ qua e un po’ la’, sperano di trovare il nettare a loro piu’ confacente in funzione sempre di qualche scranno, ma soprattutto adorano sponsorizzare inceneritori su zone agricole…

Tutti questi “giovani politici dell’ultimo ventennio” stanno dando il meglio di sé nelle riunioni private, ignorando totalmente un progetto, un programma, il confronto con i propri elettori. Dimenticano, come pure i vari predecessori, che devono amministrare una comunità, devono perciò confrontarsi con essa sia prima che dopo le elezioni.
Devono dar conto del proprio operato se hanno governato, devono stabilire il modo per poterne dar conto se dovranno governare.
Perché sfuggire al confronto ? Suppongo per opportunità e convenienza.
Perché presentarsi a qualche giorno dalle elezioni con il solito comizio di facciata, raccontando di un programma politico che quasi sicuramente verrà disatteso?
Questo è il modo di fare di chi vuol prendere in giro i propri elettori .
Gli elettori a loro volta hanno il sacrosanto diritto di poter chiedere ai possibili eletti come intendono governare, verificare le loro capacità, e fare le domande che credono più opportune.
Nello stesso tempo hanno il dovere di non dimenticare ciò che ha fatto o non fatto chi ha governato e chi è stato all’ opposizione. Il futuro si costruisce anche con la memoria storica.
Sono indignato per il prosieguo e il permanere di atteggiamenti come quelli che si stanno verificando da più anni e che hanno portato ad un degrado sociale della nostra comunità .
Personaggi politici che da anni si trovano sul palcoscenico a recitare parti senza enfasi ed entusiasmo, spesso steccando, tuttavia presentandosi al pubblico come attori di grandi capacità.
Pur tuttavia ho avuto modo di vedere che risorse giovani nella Nostra comunità ci sono e hanno la sensibilità e la capacità di poter affrontare con voglia ed entusiasmo i vari problemi.
Manca solo la convinzione delle proprie idee e il giusto coraggio di salire sul palcoscenico e impegnarsi come sanno e possono fare. Credo che un pubblico sempre più numeroso li potrebbe incoraggiare e sostenere.

Allora, giovani, perché non fate un passo in avanti e mandate in pensione i soliti protagonisti ??

Angelo Romano

sabato 4 aprile 2009

Domande che vorremmo fare a Giuseppe Creta

Se ci fosse data l'opportunità di un confronto con Giuseppe Creta, prossimo candidato o presunto tale alle comunali di S.Salvatore T., nonchè ex sindaco, gli porgeremmo le seguenti domande o considerazioni, stimolate dalla sua “intervista” (intervista?) apparsa di recente sul quotidiano “Il Sannio” ( leggi l'intervista ):

- Cosa spinge ancora a ricandidarsi chi, a suo dire, si è fatto ingannare da un suo assessore o dalla Vo.Cem. nella vicenda dell'inceneritore?
Delle due l'una: o sapeva e ha taciuto, ed in questo caso è superfluo fare commenti, o non sapeva, e quindi c'è da chiedersi come si possa rimettere nelle sue mani qualunque ruolo di responsabilità pubblica.

- Nell'intervista parla di trasparenza e confronto: proprio nella vicenda inceneritore il confronto l'ha concesso molto in ritardo, ed una tantum, con un solo consiglio comunale aperto, respingendo o ignorando ogni richiesta fatta dai cittadini per avere aggiornamenti e notizie sulle iniziative da prendere insieme, o sulle iniziative prese (vedi vicenda dell'avvocato designato senza alcun risultato noto, ma con un onorario in più da corrispondere).
Avrebbe potuto rifarsi con la vicenda del bilancio, ma ancora ad oggi, lui e il resto del consiglio comunale non ci hanno reso conto dell'entità del deficit, né delle voci che più hanno pesato a determinarlo. Purtroppo ce ne accorgeremo, inesorabilmente, solo con le bollette.

- Come si pone nei confronti della promessa fatta a suo tempo di ridurre le tasse sui rifiuti grazie alla raccolta differenziata porta a porta? In realtà abbiamo ricevuto, da poco, una bolletta che è aumentata del 50%. In un normale confronto trasparente e democratico, sarebbero state condotte delle analisi per capire l'origine di questo aumento, e si sarebbero attuate le azioni correttive necessarie a rimuovere gli ostacoli che ci rendono diversi da altri comuni dove il “porta a porta” significa risparmio sulle tasse, occupazione e ciclo virtuoso della “risorsa” rifiuto.

- Come può parlare di tutela del territorio una persona la cui sensibilità su questo tema si è dimostrata con il ruolo avuto nel disseminare capannoni cosiddetti industriali in ogni angolo del nostro comune, senza alcuna logica infrastrutturale e senza alcun risultato occupazionale? Non c'è stato, da parte sua, mai alcuna iniziativa o impegno pubblico tesi a scongiurare sia ulteriori scempi (vedi deposito di copertoni e la cava di Pugliano) sia il degrado nei nostri confini comunali.

Con queste premesse, quali garanzie di coerenza, competenza ed affidabilità può dare la sua ennesima candidatura?
A questo punto, faccia spazio a persone nuove, sebbene inesperte, ma che vogliano conquistarsi in modo fattivo, partecipato e trasparente, credibilità e capacità di tutela dell’interesse collettivo.
Piuttosto che lasciare la leadership, auspichiamo che lasci e basta.


Cittadini in movimento.