lunedì 4 maggio 2009

Elezioni monocolore?

Malgrado le numerose richieste del nostro movimento, per una partecipazione popolare alla composizione delle liste e, soprattutto, dei programmi, per le prossime elezioni comunali a San Salvatore, non c’è ancora stata alcuna possibilità di discutere pubblicamente di nulla con i futuri possibili candidati, né, ancora, conosciamo la composizione delle liste.
Non è nostra abitudine basare le nostre considerazioni su notizie non ufficiali, ma purtroppo, al momento, non ci sono certezze. Solo attraverso alcuni articoli de “Il Sannio”, che spesso somigliano a megafoni per i politici di turno piuttosto che ad articoli giornalistici, abbiamo fatto delle ipotesi sui nomi dei possibili candidati.
Ebbene, sembrerebbe ormai sicuro che alla presentazione dei candidati troveremo il preside Izzo come candidato sindaco di una delle due liste in campo, mentre l’altra lista, con candidato sindaco l’avvocato Romano, dovrebbe essere costituita prevalentemente da appartenenti al PDL.
Ora, dopo le ultime esternazioni del segretario provinciale dei Popolari Udeur di Benevento, Annio Maiatico (vedi, sul Quaderno http://www.ilquaderno.it/nuovo-patto-mastelliani-pdl-insieme-anche-elezioni-comunali-sannio-34480.html), e viste le candidature PDL per le prossime europee, sembra che le intenzioni del partito siano sempre più precise nell’accorpare l’Udeur al partito nato dalla “fusione” di AN e Forza Italia, e condividere quindi la linea politica del governo Berlusconi.
A questo punto non possiamo non chiedere, ad eventuali candidati dell’UDEUR alle elezioni amministrative di San Salvatore Telesino, una dichiarazione chiarificatrice sulle loro intenzioni rispetto alla nuova linea politica del partito di appartenenza.
Chiediamo, quindi, che siano dati dei chiarimenti a tutti i cittadini sulle intenzioni che il gruppetto Udeur paesano ha rispetto alle decisioni del loro principale politico di riferimento: Clemente Mastella.
La domanda nasce dall’esigenza concreta di sapere, come elettori, quali riferimenti politici avranno le liste contendenti: se i leader politici del PDL (Udeur compreso) fanno un richiamo all’ordine per ricompattare i ranghi per motivi tutt’altro che locali, corriamo di nuovo il rischio di una spaccatura e di un nuovo Commissariamento? Siamo sicuri di potercelo permettere ?
E ancora, nel momento di prendere decisioni importanti, si potrà credere che ci sarà vero contraddittorio? Abbiamo già avuto modo di sperimentare in passato, vedi esempio inceneritore, che quando non ci sono interessi politici SINCERAMENTE contrapposti, chi ne fa le spese, inevitabilmente, sono i cittadini.
A questo punto, con la ufficializzazione dell’accordo Udeur – PDL, e le probabili liste che si profilano a San Salvatore, una prevalentemente di destra, e l’altra con PD e Udeur insieme, ci ritroviamo, ancora una volta, a non avere, a San Salvatore Telesino, una vera alternativa politica, non più una lista con moderati di centro insieme a qualche sia pur debole pensiero di sinistra, con un minimo di distinzione rispetto ad un governo così autoritario, che cambia le leggine a suo uso e consumo tutti i giorni, bensì il partito unico, il partito di coloro che, da Destra a Sinistra, si accoppiano e si dividono a seconda del momento, il partito del pensiero liquido e avvolgente, della politica dinamica e sempre in cambiamento, del pensiero di chi chiama “lista civica” il classico polpettone, del trasformismo scientifico.
Immaginiamo il primo consiglio comunale: una insperata comunione d’intenti, una linea politica imposta dalle linee di partito (praticamente lo stesso partito) darà una grande omogeneità ai nostri “competenti“ politici.
Viene quasi da proporre ai candidati delle due liste di non sprecarsi nella prossima campagna elettorale, ma di fare un unico listone, con le foto di Berlusconi e Mastella come logo.
Perché spendere soldi, girare faticosamente per le case, promettere miraggi diversi dall’altra lista?
Così, almeno, non ci illuderemo più di andare a votare per una politica in cui credere, e, chi vorrà, lo farà solo per stima o simpatia personale.

1 commento:

  1. Ormai ci siamo: fra poco sapremo!
    Anche questa volta il metodo di formazione delle LISTE e di scelta dei candidati ha seguito le solite logiche.
    E siccome un metodo sbagliato non può diventare giusto quando riguarda te, o un tuo amico, o un tuo parente, anche questa volta ho rifiutato offerte più o meno dirette di candidatura.
    Anzi, sono stato ancora più deciso nel rifiutarmi a quelle logiche, ho partecipato alla costituzione e ai lavori di “Cittadini in Movimento”, e ho chiesto, a voce più alta e con maggior fermezza, confronti aperti e assemblee pubbliche in cui discutere prima di metodo, di programmi, di obiettivi, insomma, di definire prima un progetto e, solo dopo, valutare quali persone fossero più adatte a portarlo avanti.
    In tanti abbiamo chiesto ai futuri candidati di ascoltare e discutere, di organizzare assemblee pubbliche, di illustrare con chiarezza e semplicità le proprie idee confrontandole con quelle degli altri, e di scegliere i candidati e formare una lista con un processo partecipato e trasparente, magari anche con le primarie di lista, aperte a tutti i cittadini.
    In concreto non sembra che abbiamo ottenuto granché, perché le liste le hanno fatte sempre allo stesso modo, senza mettersi in discussione, senza ascoltare pubblicamente i cittadini, senza confrontarsi.
    Ma molte persone iniziano a rifiutare e criticare questo “modo di fare”.
    Lavorando in gruppo, ognuno portando le proprie esperienze e competenze, abbiamo inoltre avviato la definizione di un vero e proprio programma per il nostro paese, con tanti piani operativi e tante idee da realizzare; abbiamo ideato un progetto per un paese diverso, alternativo a quello dello sviluppo incontrollato, delle speculazioni, dell’individualismo; abbiamo mostrato come tanti altri, in Italia e nel mondo, stanno pensando e realizzando le stesse cose, e che la democrazia dal basso è possibile.
    Siamo convinti che non si possa più continuare a ragionare come individui, ma che dobbiamo tornare a sentirci una comunità. E chi va ad assumere la responsabilità del governo di una comunità e del territorio in cui essa vive, non può prescindere dalla conoscenza delle reali esigenze della comunità, non può non operare con trasparenza e non può esimersi dall’attivare reali ed efficaci processi di partecipazione.
    La nostra azione propositiva ha suscitato interesse, curiosità, e diffusi apprezzamenti, ha stimolato riflessioni e, soprattutto, ha fatto sapere che alcuni la pensano in modo diverso sul loro "modo di fare".

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