Nei giorni dal 12 al 14 marzo scorso si è tenuta in Fiera a Milano una 3 giorni dedicata al consumo critico, denominata "Fà la cosa giusta".
Alcuni di noi hanno avuto modo di prenderne parte come visitatori stimolati anche dall'opportunità di verificare e toccare con mano le possibilità concrete di sostenibilità di un'economia basata su concetti come "giusto" profitto, filiera corta, minimo impatto ecologico, green economy e agricoltura biologica in tutte le sue declinazioni.
L’iniziativa è stata organizzata dall'associazione Terre di Mezzo in collaborazione con l'associazione dei comuni virtuosi e prevedeva, di fatto, due temi, per noi, oggetto di interesse: la fiera vera e propria e la cosiddetta "Scuola dell'Alt(r)amministrazione".
La fiera
Innanzitutto abbiamo avuto modo di constatare che anche un mega-evento che ha ospitato ben 65.000 visitatori paganti in 3 giorni (+30 % rispetto all'anno scorso), può essere organizzato riducendo al minimo il suo impatto avvalendosi, fra l'altro, di:
- case dell'acqua sparse nei padiglioni per la distribuzione diretta di "acqua del sindaco" in bottiglie di vetro e bicchieri bio-degradabili;
- posate e piatti bio-degradabili;
- divieto di accesso per i mono-uso in plastica;
- divieto di accesso per gli shoppers di plastica;
- raccolta differenziata nei pressi dei punti di ristoro, con supporto di decine e decine di giovani volontari;
- ristorazione vegetariana e biologica.
Al di là degli aspetti meramente logistico-organizzativi (anch'essi, peraltro, di notevole interesse e da prendere a modello, fatte le dovute proporzioni, per le nostre feste di paese), e dei dati numerici, ciò che più ha suscitato interesse è stata la grande varietà di proposte di piccole e medie imprese presenti sul territorio nazionale, e che lasciano intravvedere per la nostra economia, un’evoluzione caratterizzata da responsabilità sociale ed ambientale: la grande presenza di pubblico che si informava, prendeva contatti, assisteva ai dibattiti ed alle dimostrazioni ne rappresentava una bella conferma.
Le esposizioni coprivano di fatto tutti i settori dei consumi e dei bisogni primari, facendo bella mostra di soluzioni che privilegiavano le relazioni sociali ed il rapporto con l'ambiente.
Era possibile incontrare stand rivolti a futuri acquirenti di case che proponevano abitazioni basate sul concetto di co-housing in cui è possibile fruire di spazi legati ad esigenze condivise fra più famiglie quali lavanderie, biblioteche, mini-asili, orti e giardini dove può prendere forma una vera e propria "banca del tempo" gestita dai"condomini". A queste opportunità si affiancavano spesso soluzioni energetiche basate sulle rinnovabili (pannelli solari termici e fotovoltaici) ed al risparmio idrico ed energetico (si parlava di case di classe A ed A+ secondo la classificazione vigente in Lombardia), con prezzi resi abbordabili grazie al meccanismo dei Gruppi di Acquisto Solidale: di fatto, l'applicazione di ciò che chiamiamo "abitare sostenibile".
Molti gli stand che mettevano in vendita prodotti realizzati con materia riciclata che andavano dalle borse in plastica alle poltrone, dai puff a tavoli e sedie fatti di bancali, ecc, per non parlare di espositori di pannelli solari, di iniziative rivolte alla realizzazione ed alla raccolta di adesioni per orti sociali urbani e non, di aziende di agricoltura biologica, di farmer's shop, di magliette realizzate in carcere dai detenuti, caffè e bevande equo-solidali, laboratori del pane e del formaggio, detersivi ecologici ed alla spina, auto ibride e moto elettriche, prodotti agricoli provenienti da terreni strappati alla mafia ecc. Numerose sono state le iniziative, inoltre, che vedevano come protagonisti autori di libri, esperti, spettacoli teatrali e laboratori per bambini, tenendosi sempre entro i confini del tema principe della fiera: il consumo critico.
Insomma, la fiera degli espositori ha rappresentato per noi, nei 2 giorni di permanenza, una immersione totale in una campagna elettorale vera e propria, dove i voti si esprimono con le nostre scelte di acquisto ed i nostri stili di vita, i candidati sono rappresentati da noi e dalle mille facce di chi propone con serenità un'economia sostenibile, il programma, infine, la definizione di progresso secondo le direttrici di una convivenza civile e solidale con i nostri simili e la co-esistenza armoniosa con l'ambiente (siamo sicuri che la crescita dei consumi sia la risposta giusta?).
Per avere una panoramica completa degli espositori presenti seguite questo link
La scuola di "Alt(r)Amministrazione"
La scuola di "Alt(r)amministrazione", organizzata dalla rete dei comuni virtuosi, consisteva in una serie di 5 seminari (Partecipazione attiva - Rifiuti - Gestione del territorio - Mobilità sostenibile - Impronta ecologica) tenuti da una decina di amministratori che hanno voluto condividere altrettanti progetti, iniziative e pratiche volte al miglioramento della qualità della vita dei propri comuni, ponendo un accento forte sul concetto di partecipazione attiva dei cittadini ("dobbiamo far spegnere la tv e far rimettere le scarpe alla gente"...una volta rientrati a casa dal lavoro - Domenico Finiguerra, sindaco di Cassinetta di Lugagnano). Erano presenti circa 200 fra amministratori e cittadini interessati ai corsi.
Per la "partecipazione attiva" è intervenuto come "docente" Marco Boschini, assessore all'ambiente del Comune di Colorno (PR), nonché coordinatore dell'Associazione dei Comuni Virtuosi, il quale ci ha illustrato le iniziative portate avanti nel suo Comune di circa 9.000 abitanti.
Fra queste ci piace ricordare (scaricate qui una sintesi dei progetti del Comune di Colorno) l’ideazione e la gestione partecipata con i giovani del paese di uno skate park con un budget a loro pre-assegnato ed il piano urbanistico comunale partecipato. In particolare per quest'ultimo è stato dato un incarico per un totale di 80.000,00 euro ad una società di architetti ed ingegneri che si è fatta carico di definire la pianificazione del territorio comunale per i successivi 10 anni seguendo un percorso completamente partecipato coi cittadini colornesi, a partire dalla definizione iniziale delle linee guida da seguire per il proprio territorio, passando per una vera e propria fase di formazione dei cittadini verso gli strumenti di governo del territorio stesso, fino ad approdare alla decisione dei progetti da portare avanti sulla base delle scelte prese insieme ai cittadini stessi. Nel frattempo, sempre a Colorno, è partito un progetto per la realizzazione del bilancio comunale partecipativo...
Per i rifiuti sono intervenuti Stefano Triches, responsabile della gestione dei rifiuti di Ponte nelle Alpi (BL) ed Alessio Ciacci assessore all'ambiente del comune di Capannori.
Nel "caso-studio" di Ponte nelle Alpi (9.000 abitanti circa) si è entrato nel merito del metodo, delle pratiche e delle scelte del Comune (per i dettagli sul progetto è possibile scaricare la documentazione messa a disposizione) per conseguire una raccolta differenziata ed un conferito pro-capite rivelatisi esemplari: si è passati dal 40% circa di ottobre 2007 all'85% di fine 2009, puntando al 90% per il
Per quanto riguarda Capannori, l'Assessore Alessio Ciacci ha elencato tutti gli interventi posti in essere nel suo Comune per la riduzione dei rifiuti come parte di una strategia più generale volta a "Rifiuti Zero" (per i dettagli sul progetto è possibile scaricare la documentazione messa a disposizione). Anche in questo caso, nella consapevolezza di agire per la riduzione dell'impronta ecologica si sono conseguiti risparmi sulle bollette dei rifiuti in corrispondenza di un aumento occupazionale, dimostrando che progetti che investono intere comunità (Capannori conta 40.000 abitanti circa) possono efficacemente fare la differenza nel nostro impatto sul territorio, purché ci sia la volontà politica e la partecipazione attiva dei cittadini.
Gli interventi di Capannori volti alla riduzione comprendono, tra l'altro: il compostaggio domestico, l'adozione del sistema degli acquisti verdi nella P.A., l'utilizzo dell'acqua del sindaco imbroccata nelle mense, manutenzione e valorizzazione delle fontane pubbliche, incentivi per i prodotti alla spina (latte, detersivi, ecc), l’attenzione all’impatto ambientale delle feste (eco-sagre), gli incentivi per l'uso dei pannolini (e simili) lavabili, l'eliminazione dei monouso in plastica dalle mense, gli incentivi ai negozi "alla spina" (vedi caso "effecorta": oltre 100 prodotti alla spina e di filiera corta in vendita), l'utilizzo di spazi permanenti per vendita, scambio e riuso di prodotti in buono stato, ecc.
Queste politiche, affiancate dall'adozione di una parte variabile della tariffa legata alla produzione dei singoli, hanno permesso, tra l'altro, di ridurre i rifiuti indifferenziati da smaltire in discarica passando da
Di Cassinetta di Lugagnano e del Sindaco Domenico Finiguerra abbiamo già riferito più volte. La sua relazione è stata seguita con interesse e partecipazione da numerosi sindaci ed amministratori, che, non solo hanno potuto ascoltare l’appassionato racconto di come, e per quali motivazioni, si sia arrivati al primo strumento urbanistico a crescita zero in Italia (studiato anche in Giappone), ma hanno avuto illustrazione di come recuperare altrove le risorse economiche che i comuni incassano con gli oneri di urbanizzazione e che impiegano per la spesa corrente, in un perverso circolo vizioso che alimenta la speculazione edilizia incontrollata, a scapito di una risorsa fondamentale come il suolo.
Peraltro, a Cassinetta di Lugagnano l’edilizia non si è fermata, ma si è concentrata sul recupero del patrimonio edilizio esistente, con grande attenzione alla qualità (è stato realizzato anche il piano del colore), alla sostenibilità, al risparmio energetico, e con una rivalutazione decisa del mercato immobiliare, in contro-tendenza rispetto al trend degli ultimi due-tre anni in Italia.
Anche un comune in provincia di Caserta, Camigliano, nell’ambito della procedura partecipata per la redazione del P.u.c., sull’esempio di Cassinetta, ha recentemente deciso per fermare il consumo di suolo.
Il Comune di San Donato Milanese ha illustrato invece un progetto per la mobilità sostenibile.
Infine, da Portogruaro, l’ex Assessore Ermes Drigo e l’Energy Manager del Comune hanno portato le loro esperienze di interventi per il risparmio energetico e l’uso di energie rinnovabili (Portogruaro Città Solare). E’ stato illustrato anche un interessante progetto di partecipazione e sensibilizzazione (Vivere con Stile), con la realizzazione di numerosi eventi e ricadute positive anche sull’economia locale (vedi la documentazione disponibile).
Insomma, le buone pratiche e la partecipazione attiva dei cittadini alla vita amministrativa, che vorremmo veder realizzate anche nei nostri paesi (come a volte ci capita di leggere, per altro, in qualche programma elettorale), sono state concretamente realizzate dai Comuni e dagli Amministratori chiamati a Milano, a condividere le loro esperienze, dagli organizzatori della Fiera e della Scuola dell’Alt(r)Amministrazione.
Non si tratta di utopie, dunque, né di proposte visionarie, ma dell’unico modo “giusto” di affrontare i problemi amministrativi, economici e sociali dei nostri territori (e in Campania ne abbiamo tanti).
E’ l’unico modo “GIUSTO”, questo, di “FARE” buona “POLITICA”.
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