mercoledì 12 agosto 2020

5G e danni ambientali - Ma come, le specifiche tecniche del 5G non parlano di diminuzione dei consumi !?

Ci siamo mai chiesti perché, nonostante tutti gli efficientamenti legati alle innovazioni tecnologiche, gli indicatori biofisici prioritari del pianeta siano in continuo degrado (alcuni hanno già raggiunto stati critici:Stockholm University: link al grafico dei limiti planetari) ?

Le efficienze relative (risparmio per unità) hanno un senso ecologico se, semplifico, il numero degli oggetti che le implementano non si aggiungono o non aumentano rispetto a quelli esistenti, per effetto rimbalzo/Jevons (in breve: spendo quello che risparmio in nuovi consumi col risultato di essere ancora più dannoso), nonche' per incentivi continui ai consumi, ma hanno un senso anche se non inducono ad obsolescenze fuori controllo.

L'introduzione di decine di miliardi di nuovi dispositivi 5G-ready, come auspicano le aziende del settore, in che modo farebbero decrescere i consumi, e di cosa, poi ? Di energia, di materia ? Decresce anche la produzione di rifiuti ? Tranne in pochi rari casi di scienziati che leggono i numeri, preoccupati dagli indicatori dei consumi passati e da quelli dello stato del pianeta, a quanto pare non interessa ed è anzi tabù. 

Finché crediamo di risolvere i problemi solo introducendo tecnologie che "consumano unitariamente meno", come il 5G promette di fare, senza nemmeno prendere in considerazione analisi LCA che comprendano le quantità complessive, le materie e le energie grigie (quanta energia ci costa per produrre ?), e tutti gli impatti dalla culla alla tomba, che comportano anche il rischio di portare ad un "NO, per quanto questa scelta sia ottima per il mercato e la sua crescita o persino per le nostre comodità, fa più danni se costringe a buttare via tutti gli oggetti pre-esistenti e cmq non possiamo permetterci di produrne per 7.7 mld di persone", stiamo parlando del nulla o al più di una valutazione zoppa.

Lavoriamo pure, tutti ed in tutti i settori, sulle efficienze relative e sulle valutazioni di impatto LCA per i nuovi prodotti/dispositivi, ma anche sull'individuazione di eventuali break even ecologici (le produzioni ed i consumi al di sopra dei quali si va in insostenibilità), la politica e noi come cittadini, poi, dobbiamo far sì che questo sia preso in considerazione e realizzato.

Altrimenti si tratta del solito BAU, business as usual, dipinto di verde che ci porta al collasso e non al miglioramento generalizzato possibile alle condizioni e conoscenze attuali su una finestra temporale umana (che poi e' progresso).

I precedenti, purtroppo, e torno all'inizio, non sono affatto confortanti e l'idea del sufficiente, che dovrebbe essere una regola di buon senso in assenza di calcoli precisi, non ci è congeniale.

Nota: il post e' tratto da un mio commento in replica ad un altro commento Facebook che parla di 5G e di come grazie alla tecnologia nuova si conseguano decrescite di consumi.

Francesco P.

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