venerdì 15 gennaio 2021

La scienza, futuri spettrali e decrescita: noi come reagiamo ?

 "Ghastly future", futuro spettrale, questi sono i termini usati da una moltitudine di scienziati in una pubblicazione in cui non credono che arrivi la cavalleria a salvarci da estinzioni di specie a ritmi molto superiori a quelle di fondo, clima e distruzione degli ecosistemi nonchè dei loro servizi che, a loro dire, si autoalimenteranno e si avviteranno con problemi sanitari, sociali ed economici implicando sempre minore lucidità nelle scelte.

"Underestimating the Challenges of Avoiding a Ghastly Future" -> "Sottovalutare le sfide da sostenere per evitare un futuro spettrale"

Aggiungiamoci anche il documento di 4 giorni fa del comitato scientifico dell'Agenzia Europea dell'ambiente (EEA), organo istituzionale dell'UE, che dice che la crescita economica è incompatibile con la sostenibilità, e che bisogna fare proprie le indicazioni che arrivano da economie della decrescita e della post crescita, avvisandoci dei problemi legati anche all'economia circolare che pure sembrava una panacea.

"Growth without economic growth" -> "Crescita senza crescita economica"

Entrambi mettono il bollino scientifico su una sensazione in effetti abbastanza percettibile ed intuibile, per quanto non vi sia alcuna traccia nelle nostre scelte e spesso nelle nostre discussioni.

Consideriamo l'ultima bozza del 12 gennaio 2021 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), alias Recovery plan, alias Next Generation EU o anche le 62 osservazioni al piano di Italia Viva (più che a sogghignare vi invito a riflettere sul fatto che siano gli unici 2 documenti disponibili su come spendere 210-220 mld che si considerano una vincita alla lotteria e pertanto vanno considerati come le loro liste dei sogni, immaginate...) e togliamo per un attimo la tara delle inutili fazioserie e strategie politiche.

Se provate a leggere i paragrafi che parlano di "rivoluzione verde","transizione ecologica", di "green jobs", in relazione anche a tutto il resto (infrastrutture, digitalizzazione/5g) in entrambi i casi (Governo ed Italia Viva) non provate a cercare gli obiettivi reali in termini di biosfera da tutelare, è inutile.
Non troverete riferimenti a soglie o indicatori biofisici che si potranno monitorare e verificare, su cui rispondere in caso di mancato conseguimento (accountability, la chiamano).
Troverete solo un modo diverso di spingere la crescita, usando il motore del mercato del momento, l'"ambiente": infrastrutture ed impiantistica, digitalizzazione e 5G come volani di nuovi sviluppi,  produzioni, traffico e consumi. Non troverete mica stime su consumo di suolo evitato, emissioni evitate (nella prima bozza almeno le emissioni di CO2 c'erano), estinzioni e consumi di habitat evitati, rifiuti evitati, inquinanti da sintesi chimica evitati !? Nulla di tutto questo.

Se arriveranno questi 210-220 mld, oltre a dover immaginare il costo economico e sociale futuro da pagare per queste cifre, aspettiamoci anche scelte irrazionali e profondamente contraddittorie che invaderanno i territori, in nome della transizione verde e dei green jobs. Saranno consapevolmente e beffardamente contraddittorie, da piano.

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