domenica 10 gennaio 2010

SannioSity 2009: Contenitore vuoto ?

Abbiamo seguito, il 7 ed 8 gennaio scorso, i lavori dell’iniziativa della Provincia di Benevento “Sannio-Sity 2009: seminari di approfondimento e confronto per l’innovazione, la competitività e lo sviluppo economico del territorio” dedicati al ciclo dei rifiuti, all’acqua e all’energia.

Gli incontri su tali argomenti si sono esauriti nell’elencazione delle intenzioni e delle iniziative poste in essere dalla Provincia di Benevento, senza alcuna possibilità di dibattito e reale confronto con i cittadini intervenuti malgrado l’invito a partecipare ad una tavola rotonda aperta alle forze sociali, a meno di non intendere per forze sociali le sole associazioni “embedded” chiamate per l’occasione e che hanno rilasciato i loro commenti a loro volta chiusi ad ogni discussione.

Rifiuti

La mattina del 7 gennaio è stata dedicata al problema rifiuti, attualissimo in questi giorni a seguito della “provincializzazione” dell’emergenza”.
Pensavamo che sarebbe stato illustrato compiutamente il Piano provinciale di gestione dei rifiuti, presentato come un “originale e collettivo progetto” (?!).
In realtà Sannio-Sity si è rivelato un contenitore vuoto fin dalla premessa perché è stato presentato un insieme di “linee guida”, peraltro condivisibili e persino da noi stessi proposte insieme al coordinamento delle associazioni della Rete Arcobaleno di Benevento, ma nello stesso tempo si è preannunciata l'assenza di copertura economica. Né si è parlato di un eventuale percorso comune per definire un piano industriale.
Le linee guida su cui la Provincia si è impegnata, in sostanza, prevedono la riduzione dei rifiuti, il riciclaggio, il trattamento a freddo ed il compostaggio in loco, escludendo conferimenti fuori provincia presso altre discariche o inceneritori.

Relativamente alla riduzione “alla fonte” dei rifiuti, l’assessore all’ambiente ha riferito, fra l’altro, di aver già stipulato un accordo con la Camera di Commercio (?), senza tuttavia fornire altre informazioni in merito, e in fondo questo è stato il suo unico timido accenno al tema della riduzione.

Per quanto riguarda riciclaggio e trattamento a freddo era presente l’imprenditrice Carla Poli, che ha illustrato l’impianto del Centro Riciclo Vedelago, a suo dire facilmente replicabile a Casalduni, e che ci ha riferito che, su incarico della Provincia, sta preparando il preventivo per la riconversione dell’esistente impianto per CDR in impianto di riciclo dei materiali post-consumo. La presentazione della sig.ra Poli ha mostrato che questo tipo di impianti, che ha impatto ambientale minimo, è anche economicamente auto-sostenibile, genera posti di lavoro, produce materia prima secondaria di qualità con prevalente lavoro manuale ed immette sul mercato materiale edile certificato riducendo le estrazioni da cave.
I nemici di questo tipo di impianti” - a detta della stessa sig.ra Poli – “sono gli inceneritori e le discariche”. Noi siamo perfettamente d’accordo con lei. E sembrerebbe che lo sia anche la Provincia di Benevento. E allora, se si è scelta la strada del trattamento a freddo, per quale scopo si è tenuto l'intervento del dirigente della Provincia di Bolzano che magnificava gli inceneritori ?

D’altra parte, in attesa di mettere in pratica le linee guida enunciate, i cittadini continueranno a pagare l’emergenza, in termini di salute e di danni ambientali, ma anche in termini strettamente economici (con probabile ulteriore aumento della tassazione. A proposito, la TARSU, ad oggi, sarà provincializzata) dato che si continuerà inevitabilmente a conferire presso discariche (basterà S.Arcangelo Trimonte?), inceneritori (basterà Pozzilli?) e siti di compostaggio lontani e costosi. Intanto si parla con insistenza di “allargare” la discarica di S. Arcangelo T., “invadendo” anche il territorio di Paduli: ma chi le deve prendere, dopo la “provincializzazione” queste decisioni?
Il contenitore vuoto di Sannio-Sity è stato anche riempito dalle critiche e dalle lamentele verso la politica di governo che ha imposto l’ultimo decreto, “precipitando l’emergenza rifiuti addosso alla Provincia” come ha detto l’Assessore Aceto. Ma il nuovo Commissario per la gestione dei rifiuti, Presidente della Provincia, pur definendolo schizofrenico ed impraticabile, non ha comunque preso alcuna posizione ufficiale contro di esso, né si capisce in che modo intenda realmente procedere. Oltretutto il dato più significativo è la totale mancanza di fondi per realizzare alcunché.
Anche i nomi legati alla Società Provinciale SAMTE, appena costituita, ed al piano provinciale, non ci rassicurano: il nuovo consulente Pierobon, già collaboratore senza infamia e senza lode di Bertolaso, la Daneco che gestisce la discarica di S. Arcangelo T., e la collaborazione del Conai che si sostenta sulla produzione degli imballaggi e non certo sulla riduzione, che garanzie danno per attuare le idee pur potenzialmente valide presentate all’apertura dell’incontro?

Acqua, Suolo, Educazione Ambientale

Nel pomeriggio del 7 gennaio si è parlato di Acqua, Suolo, Educazione Ambientale.

Si è parlato della diga di Campolattaro, della necessità di salvaguardare le risorse idriche, di ridurre l’inquinamento, dei parchi fluviali, di “manutenzione”, di corridoi ecologici, di collaborazione con i vari Enti, Consorzi, Autorità, Associazioni, di controllo del territorio e di formazione.
Tutti gli interventi hanno sottolineato che l’Acqua è un bene comune e un diritto inalienabile, e che non può essere mercificata. Molto interessante l’intervento dell’Avvocato Lettera, che ha denunciato che in Italia si sta perdendo quella cultura dell’acqua che avevamo sempre avuto (il T.U. del 1933 è stato “copiato” in tutto il mondo).
Eppure non ci risulta che Sindaci e Consigli Comunali abbiano ancora deliberato contro le privatizzazioni, come richiestogli anche dal Movimento per l’Acqua, con l’eccezione, che, mai come questa volta conferma la “regola”, del comune di Cusano Mutri.
Sannio ed Irpinia - ha ricordato l’Avv. Lettera - hanno grandi risorse idriche, che dovrebbero tutelare meglio, e che però in gran parte sono “dirottate” verso la Puglia e le zone costiere della Campania: dovrebbero ricevere un serio “ristoro” per questo.

Energia

Infine, l’8 gennaio si è parlato di Energia.

E’ stato detto che la regione Campania ha un deficit di produzione di energia rispetto ai consumi (-52% secondo i dati forniti da Terna), ma non si è detto che questo deficit è riferibile quasi esclusivamente alle province di Napoli e Salerno.
E dunque, secondo tutti i relatori, anche in Provincia di Benevento, bisogna preoccuparsi di realizzare rapidamente nuovi impianti di produzione di energia elettrica, soprattutto da fonti rinnovabili, inserendo fra queste anche rifiuti e biomasse.
Insomma, come per l’acqua, bisogna produrre qui (anche con le relative emissioni inquinanti e il depauperamento delle risorse) quello che poi va consumato altrove.
Il contrario dei rifiuti, che prodotti altrove, vengono smaltiti in gran parte nel Sannio e in Irpinia.
E’ stato anche detto che mentre nel passato l’energia arrivava nelle regioni meridione dal nord Italia, questa tendenza va ora invertendosi.
Così l’Assessore Bello ha ribadito che è intenzione della Provincia, come da delega della Regione, rilasciare le Autorizzazioni per impianti di produzione di energie rinnovabili in soli 60gg per potenze di 1 MW (solare, eolico) e 5 MW per le biomasse.
Eppure contro le centrali a biomasse, che la Regione voleva autorizzare in provincia di Benevento, i cittadini hanno fatto delle dure battaglie, appoggiate da tutte le istituzioni e i politici locali.

Perché allora si insiste su questa strada?

Inoltre alcuni relatori, direttamente coinvolti nelle procedure di aggiornamento del PEA (Piano Energetico Ambientale della Provincia), hanno chiaramente parlato anche di produzione di energia dalla combustione dei rifiuti.
Altri hanno parlato di produzione agricola intensiva per bio-combustibili (biomasse).
Contro questi progetti, ancora una volta, esprimiamo tutta la nostra contrarietà e chiediamo che i cittadini vengano ascoltati e coinvolti prima di assumere decisioni.
Si è parlato anche di risparmio energetico e di iniziative in tal senso, soprattutto per le utenze pubbliche, ormai imminenti in tutte le province meridionali, ed è stato detto che la riduzione dei consumi, l’efficienza energetica e delle reti di trasmissione deve essere la principale azione da perseguire.

Noi aggiungiamo che sempre più, l’energia deve essere prodotta, da fonti rinnovabili (sole, vento, acqua), lì dove viene consumata, privilegiando piccoli impianti diffusi, soprattutto realizzati e gestiti dai privati utilizzatori, e non assecondando le logiche commerciali che vedono l’energia, al pari di tutti i beni essenziali, come una fonte di profitto o peggio ancora di speculazione (vedi il progetto della Società “La Luminosa”).
Si conferma, al contrario, che dietro certe logiche ci sono interessi fortissimi e pressioni enormi.
Il Presidente di Confindustria Benevento (lui stesso ha detto di fare “lobby”) ha chiesto procedure rapide e ha riferito che ci sono progetti già pronti e imprenditori pronti ad investire e si è spinto a chiedere che tutte le procedure autorizzative siano delegate dalla regione alla Provincia. Inoltre ha chiesto “canali privilegiati” per i finanziamenti agli imprenditori locali: secondo Lui, dato che per la crisi si perdono posti di lavoro a decine di migliaia, i funzionari dovrebbero fare i turni per erogare i finanziamenti!
Ma c’è qualche imprenditore qui che, come Carla Poli, senza finanziamenti pubblici, e quindi rischiando le proprie risorse, siano capaci di fare impresa? O pensano di poter continuare a fare gli imprenditori solo con i soldi dei cittadini?
L’Assessore Bello, nell’introdurre i lavori, ha fatto una gaffe, dicendo: con queste iniziative sull’energia “voglio dare una spinta alla crisi economica”! Voleva di certo dire il contrario, ma se pensa effettivamente di autorizzare in 60 giorni centrali a biomasse, certamente darà un duro colpo al turismo e all’agricoltura, che sono le imprese e le risorse che più bisognerebbe tutelare e che meglio stanno reggendo la crisi.

Nostre conclusioni

In questi seminari abbiamo notato che i nostri politici sprecano, puntualmente, ogni possibile occasione di confronto con i cittadini. Le nostre richieste di partecipazione alle decisioni, prima che esse vengano prese, sono sempre disattese e sostituite da inviti falsi e strumentali, utili solo per declamare un’apparente democrazia. Tutto questo dimostra l’incapacità o la paura di ascoltare e confrontarsi proprio con coloro che sono i destinatari delle scelte, nonché i primi attori delle pratiche che possono renderle concrete. Le nostre critiche sono state condivise anche dai sindaci presenti, che hanno lamentato la mancata possibilità di intervenire ai lavori.
Di tutto questo, però, non vi è alcuna traccia nei resoconti che ne sono seguiti.
In occasioni del genere ci si aspettano strategie ed obiettivi unitari da parte dell’amministrazione proponente, mentre in realtà viene fuori con evidenza un’incoerenza di fondo e l’incapacità di comunicare una visione condivisa se, ad esempio, un giorno un assessore enfatizza l’avversione all’incenerimento dei rifiuti e il giorno dopo un altro assessore parla di energie dai rifiuti e dalla combustione.
I politici, purtroppo, dimenticano spesso che la ragione della loro presenza nelle istituzioni è quella di lavorare per l’interesse collettivo, per tutti i cittadini. E che sono i cittadini che dovranno giudicare il loro operato.
Oggi ci chiediamo, ancora una volta: verrà data la possibilità ai cittadini di discutere il piano industriale sui rifiuti prima che esso venga deciso? Si discuterà anche con i cittadini, e non solo con gli “addetti ai lavori”, il prossimo Piano energetico della Provincia? Insomma, si darà ascolto alle istanze dei territori, o si continua a pensare di poter governare a prescindere dai governati, sperando nella conveniente disinformazione e disattenzione dei destinatari di approssimative e contraddittorie dichiarazioni di intenti?
In incontri tanto enfatizzati come strumento di rilancio del territorio e dimostrazione di capacità di governo innovativo e democratico, ci saremmo aspettati amministratori preparati alla gestione ordinaria, in tante occasioni lamentata e fortemente richiesta, e con una visione chiara ed alternativa condivisibile. Ci siamo ritrovati con la solita approssimazione e mistificazione.
Siamo convinti, però, che senza la comoda copertura del commissariamento, finito per davvero, con grande meraviglia di chi sperava di continuare a nascondersi dietro di esso, i nostri amministratori non potranno evitare di assumersi le loro responsabilità e saranno costretti finalmente a dar conto delle modalità e delle conseguenze delle loro scelte.


La sig.ra Carla Poli su youtube:



-http://www.centroriciclo.com/

-http://www.centroriciclocolleferro.it/

Erika Farese per BN ecosolidale:
-http://beneventoecosolidale.wordpress.com/2010/01/08/vedelago-e-bolzano-due-diverse-concezioni-del-rifiuto/


1 commento:

  1. Data la situazione che si è venuta a creare con la provincializzazione della gestione dei rifiuti, e le condizioni di partenza, il Presidente Cimitile e l'Assessore Aceto, dovrebbero procedere con decisione e coraggio ad avviare immediatamente un ciclo virtuoso di riduzione, e riciclaggio dei rifiuti, sul modello di Vedelago, coinvolgendo tutti i sindaci e i cittadini.
    L'impianto di Casalduni va immediatamente riconvertito nel senso indicato da Carla Poli, a Molinara va ripristinato l'impianto di compostaggio, altri ne devono essere realizzati, la raccolta differenziata porta a porta va attivata in tutti i comuni, trasformando subito la TARSU in TIA (così si disinnesca anche il decreto del governo), in modo che ogni nucleo familiare paghi questo servizio in funzione dell'indifferenziato che conferisce, e venga premiata la virtuosità nella riduzione e separazione dei vari tipi di rifiuti.
    Per le risorse necessarie, con un progetto industriale serio, si possono accendere dei mutui.
    Tutte le Istituzioni della provincia e tutti i cittadini si devono sentire coinvolti e si devono impegnare in questa battaglia, affinchè l'emergenza finisca finalmente, e i rifiuti possano essere una risorsa e non un problema.
    Il territorio deve essere controllato e salvaguardato, anche con la collaborazione dei cittadini.
    Gli imprenditori devono investire in impianti di riciclaggio e riutilizzo produttivo delle materie recuperate dal riciclaggio stesso, in modo da chiudere la filiera.
    In tante città di tutto il mondo e anche in Italia lo stanno già facendo. Possiamo farlo anche qui a Benevento, diventando a nostra volta un esempio e guadagnandoci tutti.

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