Fabio Romano, al termine del consiglio comunale che ha approvato le “intenzioni” della maggioranza istituzionale di vendere un pezzo di parco naturale ad una cava e un pezzo di Grassano, l’ultimo polmone verde tra noi e Telese , ci ha dato una copia della precedente delibera di Giunta.
Noi, infatti, nonostante i rapporti interlocutori con l’assessore all’ambiente di S. Salvatore Telesino (finalizzati alla costituzione di una consulta ambientale, con libero accesso di tutti i cittadini che ne avessero voluto far parte), non sapevamo nulla di questi sviluppi. Credevamo che la questione fosse all’attenzione dell’Amministrazione per ostacolare il lavoro della cava, e non per precostituire le condizioni per concedere alla proprietà ulteriori vantaggi in termini di allargamento dell’area utilizzata dalla cava stessa.
Inoltre, va sottolineato che la vendita di terreni pubblici è una questione delicatissima, e che non può essere liquidata con la giustificazione di esigenze di bilancio.
Vendere territorio pubblico impone, tra l’altro, la doverosa e, per noi, necessaria analisi della destinazione finale, e sappiamo bene che nella maggior parte dei casi si compra solo per costruire o, peggio ancora, per scavare e devastare, come in questo caso. Ebbene, non è questo un modello di sviluppo accettabile dalla nostra Comunità, soprattutto quando il tutto viene deciso senza coinvolgere attivamente i cittadini.
D’altra parte, tutto era già cominciato con la vecchia amministrazione.
A giudicare dai risultati, il sindaco Creta non ha mai protetto il territorio comunale, e, dal vecchio proprietario della Cava al nuovo, tutto era sempre stato permesso. Adesso i danni sono visibili, dato che l’attuale proprietario non ha alcuno scrupolo nell’escavare, e tutti possono vedere quotidianamente le parti di costone che crollano regalandogli il materiale edilizio. Peraltro, i camion che entrano ed escono dalla cava non sono mai coperti dal telone, la polvere non viene abbattuta con spruzzi d’acqua, la rete di protezione del costone non è stata realizzata, una costruzione della cava si appoggia direttamente alla collina, non si sa se esistono le prescritte misure di protezione della sottostante falda acquifera, l’ARPAC trovò rifiuti da bonificare e fu già accertato uno sconfinamento in territorio comunale.
D’altra parte, il comitato civico sorto per contrastare il disastro ambientale provocato dalla cava e gli oggettivi disagi dei residenti ricevette molte promesse dal candidato-sindaco Izzo, tanto che un ragazzo del comitato fu candidato con loro, ma quelle promesse sono ancora in attesa di essere onorate.
Insomma, a San Salvatore Telesino, se qualcuno si illudeva che qualcosa stesse cambiando, può iniziare a ricredersi: le iniziative per l’eliminazione delle buste di plastica per aiutare l’ambiente, pur encomiabili, si sono limitate al coinvolgimento dei bambini, mentre il territorio continua ad essere aggredito, con determinazione, nell’indifferenza quotidiana, nel silenzio e, forse, nella paura di eventuali intimidazioni.
Ringraziamo il consigliere, oggi di minoranza, ma prima con Creta in maggioranza, Fabio Romano, per averci fornito copia della pessima delibera di Giunta Comunale del 5 marzo 2010, ma non possiamo fare a meno di chiederci, anche, perché lo abbia fatto.
Perché sceglierci come interlocutori adesso, mentre fin ora siamo stati definiti al massimo “personaggi in cerca d’autore” senza velleità “elettive” e, pertanto, indegni di dibattiti e risposte sul piano politico locale?
Per strumentalizzarci contro la maggioranza consiliare, o per difendere insieme il territorio?
L’attività di controllo e vigilanza che la minoranza può esercitare sugli atti posti in essere dalla maggioranza, dal Sindaco e dalla Giunta, è fondamentale, ed è meritoria ogni attività di informazione e partecipazione ai cittadini di quello che avviene nella casa comunale (e che riguarda tutti).
Il Gruppo di minoranza consiliare, a nostro avviso, dovrebbe scrivere subito un manifesto ai cittadini, e partecipare a tutti quello che sta succedendo, dopo di ché, se ce ne sono le condizioni, procedere legalmente contro tali intenzioni di s-vendita del territorio pubblico. Inoltre, dovrebbe ostacolare lo stillicidio quotidiano in termini ambientali, operato da una cava su un parco naturale e, ancora, attivarsi per obbligare al ripristino di tale luogo, che va valutato per la sua effettiva ricchezza e bellezza (area SIC).
Peraltro, di cave prive di autorizzazione per effettuare attività estrattive, ce ne sono anche in altri siti, nel nostro territorio.
Fabio Romano, come capogruppo di minoranza e come avvocato, ha tutti gli strumenti per agire, sia utilizzando la via politico-istituzionale che quella legale.
In questa battaglia ci troverebbe certamente al suo fianco, ma siamo pronti ad andare avanti comunque, anche senza agganci istituzionali e, soprattutto, rifiutando ogni strumentalizzazione.
Faremo il possibile (a modo nostro) e ci opporremo, come cerchiamo di fare da tempo, con tutte le nostre energie e con ogni mezzo lecito a nostra disposizione, ad ogni tentativo di aggressione ai beni comuni (ambiente, salute, paesaggio, …).
Ma continuiamo a credere che un’Amministrazione comunale, senza aspettare le proteste dei cittadini, deve operare scelte concrete, decise e coraggiose, guardando al futuro e all’interesse di tutti i cittadini, coinvolgendoli in concrete politiche di tutela dell’ambiente.
Siamo convinti che la consulta ambientale, proposta dallo stesso assessore all’ambiente dell’attuale amministrazione, possa costituire il luogo ove tutto ciò possa realizzarsi. Pensiamo ad uno strumento di collaborazione fra amministrazione e cittadinanza, che crei le condizioni per il massimo coinvolgimento dei cittadini e delle associazioni presenti sul territorio interessate alla tutela dell’ambiente.
Noi, infatti, nonostante i rapporti interlocutori con l’assessore all’ambiente di S. Salvatore Telesino (finalizzati alla costituzione di una consulta ambientale, con libero accesso di tutti i cittadini che ne avessero voluto far parte), non sapevamo nulla di questi sviluppi. Credevamo che la questione fosse all’attenzione dell’Amministrazione per ostacolare il lavoro della cava, e non per precostituire le condizioni per concedere alla proprietà ulteriori vantaggi in termini di allargamento dell’area utilizzata dalla cava stessa.
Inoltre, va sottolineato che la vendita di terreni pubblici è una questione delicatissima, e che non può essere liquidata con la giustificazione di esigenze di bilancio.
Vendere territorio pubblico impone, tra l’altro, la doverosa e, per noi, necessaria analisi della destinazione finale, e sappiamo bene che nella maggior parte dei casi si compra solo per costruire o, peggio ancora, per scavare e devastare, come in questo caso. Ebbene, non è questo un modello di sviluppo accettabile dalla nostra Comunità, soprattutto quando il tutto viene deciso senza coinvolgere attivamente i cittadini.
D’altra parte, tutto era già cominciato con la vecchia amministrazione.
A giudicare dai risultati, il sindaco Creta non ha mai protetto il territorio comunale, e, dal vecchio proprietario della Cava al nuovo, tutto era sempre stato permesso. Adesso i danni sono visibili, dato che l’attuale proprietario non ha alcuno scrupolo nell’escavare, e tutti possono vedere quotidianamente le parti di costone che crollano regalandogli il materiale edilizio. Peraltro, i camion che entrano ed escono dalla cava non sono mai coperti dal telone, la polvere non viene abbattuta con spruzzi d’acqua, la rete di protezione del costone non è stata realizzata, una costruzione della cava si appoggia direttamente alla collina, non si sa se esistono le prescritte misure di protezione della sottostante falda acquifera, l’ARPAC trovò rifiuti da bonificare e fu già accertato uno sconfinamento in territorio comunale.
D’altra parte, il comitato civico sorto per contrastare il disastro ambientale provocato dalla cava e gli oggettivi disagi dei residenti ricevette molte promesse dal candidato-sindaco Izzo, tanto che un ragazzo del comitato fu candidato con loro, ma quelle promesse sono ancora in attesa di essere onorate.
Insomma, a San Salvatore Telesino, se qualcuno si illudeva che qualcosa stesse cambiando, può iniziare a ricredersi: le iniziative per l’eliminazione delle buste di plastica per aiutare l’ambiente, pur encomiabili, si sono limitate al coinvolgimento dei bambini, mentre il territorio continua ad essere aggredito, con determinazione, nell’indifferenza quotidiana, nel silenzio e, forse, nella paura di eventuali intimidazioni.
Ringraziamo il consigliere, oggi di minoranza, ma prima con Creta in maggioranza, Fabio Romano, per averci fornito copia della pessima delibera di Giunta Comunale del 5 marzo 2010, ma non possiamo fare a meno di chiederci, anche, perché lo abbia fatto.
Perché sceglierci come interlocutori adesso, mentre fin ora siamo stati definiti al massimo “personaggi in cerca d’autore” senza velleità “elettive” e, pertanto, indegni di dibattiti e risposte sul piano politico locale?
Per strumentalizzarci contro la maggioranza consiliare, o per difendere insieme il territorio?
L’attività di controllo e vigilanza che la minoranza può esercitare sugli atti posti in essere dalla maggioranza, dal Sindaco e dalla Giunta, è fondamentale, ed è meritoria ogni attività di informazione e partecipazione ai cittadini di quello che avviene nella casa comunale (e che riguarda tutti).
Il Gruppo di minoranza consiliare, a nostro avviso, dovrebbe scrivere subito un manifesto ai cittadini, e partecipare a tutti quello che sta succedendo, dopo di ché, se ce ne sono le condizioni, procedere legalmente contro tali intenzioni di s-vendita del territorio pubblico. Inoltre, dovrebbe ostacolare lo stillicidio quotidiano in termini ambientali, operato da una cava su un parco naturale e, ancora, attivarsi per obbligare al ripristino di tale luogo, che va valutato per la sua effettiva ricchezza e bellezza (area SIC).
Peraltro, di cave prive di autorizzazione per effettuare attività estrattive, ce ne sono anche in altri siti, nel nostro territorio.
Fabio Romano, come capogruppo di minoranza e come avvocato, ha tutti gli strumenti per agire, sia utilizzando la via politico-istituzionale che quella legale.
In questa battaglia ci troverebbe certamente al suo fianco, ma siamo pronti ad andare avanti comunque, anche senza agganci istituzionali e, soprattutto, rifiutando ogni strumentalizzazione.
Faremo il possibile (a modo nostro) e ci opporremo, come cerchiamo di fare da tempo, con tutte le nostre energie e con ogni mezzo lecito a nostra disposizione, ad ogni tentativo di aggressione ai beni comuni (ambiente, salute, paesaggio, …).
Ma continuiamo a credere che un’Amministrazione comunale, senza aspettare le proteste dei cittadini, deve operare scelte concrete, decise e coraggiose, guardando al futuro e all’interesse di tutti i cittadini, coinvolgendoli in concrete politiche di tutela dell’ambiente.
Siamo convinti che la consulta ambientale, proposta dallo stesso assessore all’ambiente dell’attuale amministrazione, possa costituire il luogo ove tutto ciò possa realizzarsi. Pensiamo ad uno strumento di collaborazione fra amministrazione e cittadinanza, che crei le condizioni per il massimo coinvolgimento dei cittadini e delle associazioni presenti sul territorio interessate alla tutela dell’ambiente.
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