A seguito di una prima lettura
della delibera della Provincia di Benevento n. 94 del 16/04/2013 e
dell’allegato studio di fattibilità per un impianto di "digestione
anaerobica della F.O.R.S.U. (Frazione Organica da Rifiuti Solidi Urbani) da
raccolta differenziata da realizzarsi a Telese Terme" (biodigestore) e in
vista dell’incontro con i cittadini
voluto dall’Assessore all’Ambiente del Comune di Telese Terme e fissato per il
16 maggio riteniamo utile anticipare alcune nostre note e considerazioni sulla
base delle ricerche e proposte che abbiamo fatto anche in passato sul
cosiddetto “ciclo integrato dei rifiuti” (http://transizionesst.blogspot.it/2010/05/maggio-2010-allassessore-allambiente.html).
Per quello che è possibile
rilevare dagli atti sopracitati, l'impianto di Telese sarebbe alimentato da
scarti biodegradabili provenienti da
mense e cucine (CER200108), ma è prevista anche la possibilità di trattare feci
animali, letame, fanghi da industria agro-alimentare, acque reflue, ecc. (cfr studio di fattibilità
per Telese - UniSannio, pagg. 7-9).
Per fare un’analisi rispetto alle
esigenze di smaltimento della frazione organica dei rifiuti urbani, che secondo
i proponenti giustifica la realizzazione di un “impianto di biodigestione”,
abbiamo fatto riferimento alla produzione di rifiuto classificato con il codice
CER 200108 a San Salvatore Telesino e, come riportato nel relativo piano di
igiene urbana per l’anno 2011, si tratta di 471 tonnellate. La produzione
pro-capite è dunque pari a 118 kg/abitante (471 t/4000 abitanti circa).
Se l'impianto che si vorrebbe
realizzare a Telese fosse alimentato da soli CER200108, per fornire 3000 t/anno
di rifiuto, ammesso che la crisi economica e la recessione non producano una
riduzione (peraltro virtuosa) di rifiuto organico conferito e che non ci sia inoltre
un' ulteriore diffusione (auspicabile) del compostaggio domestico, ci vorrebbe
un bacino di popolazione pari a 25.400 persone (che producano rifiuto organico pro
capite quanto i cittadini di San Salvatore).
Per capirci meglio: la “Città
Telesina” (unione dei comuni di Amorosi, Castelvenere San Salvatore Telesino,
Solopaca e Telese Terme) ha una popolazione di 21.000 persone circa. Dunque il
proposto “impianto di bio-digestione” a Telese dovrebbe essere alimentato anche
da qualcos’altro, oltre che dai rifiuti organici da raccolta differenziata,
così come d’altra parte è previsto tecnicamente, oppure dovrebbe allargare il
suo “bacino di utenza” anche oltre la Città Telesina.
L’impianto prevede anche una
sezione di cogenerazione da 100 Kw: l’energia elettrica prodotta sarebbe
presumibilmente in gran parte immessa in rete e quindi produrrebbe un reddito, una
parte dell'energia termica sarebbe utilizzata per la regolazione termica del “digestore”,
del resto non è dichiarata la “destinazione”.
In attesa di ascoltare quanto
sarà illustrato nell’incontro pubblico, riteniamo utile anticipare anche alcune
delle domande alle quali i soggetti proponenti dovrebbero dare delle risposte.
Se non si pensa di coinvolgere la
Città Telesina, con cosa e da chi sarà alimentato l'impianto?
Sarà disincentivato il
compostaggio domestico, visto che sottrarrebbe "combustibile" e
quindi incentivi all'impianto ?
Perché lo studio di fattibilità
non riporta valutazioni di natura economica sul ritorno di un investimento che
vuole accedere ad incentivi per la produzione di energia e far risparmiare
sulle spese di smaltimento della F.O.R.S.U. (su questo c'è solo un cenno nel
comunicato di dell’Assessore Aceto
(http://www.vivitelese.it/2013/05/obiettivi-programmatici-dellamministrazione-comunale-sulla-gestione-integrata-rifiutiun-modello-razionale-e-sostenibile/):
è un impianto da realizzarsi a prescindere?
Il digestato di Telese sarà
trattato in modo tale da produrre ammendante compostato misto (cfr studio di
fattibilità per Telese - Unisannio, pag. 1 e delibera di Giunta provinciale,
pag.3 ) che secondo la definizione data
dalla tabella dell'All.2 del Dlgs 75/2010 è: il prodotto ottenuto attraverso un
processo controllato di trasformazione e stabilizzazione di rifiuti organici
costituiti da F.O.R.S.U., rifiuti di origine
animale inclusi i liquami zootecnici, reflui e fanghi, rifiuti
agroindustriali (con requisiti specifici sul rapporto C/N, sulla presenza di
batteri, di materiali plastici vetro e
metallo, sull'umidità, sul pH ed altro), sempre descritti nella suddetta
tabella.
Perché a Telese Terme si è optato
per l'ammendante compostato misto anziché il compost di qualità (il “digestato”
di Molinara dovrebbe essere trattato diversamente, e in modo tale da
produrre compost di qualità - cfr
delibera di giunta, pag. 3, cfr e studio di fattibilità per Molinara - Unisannio,
pag. 19)[1]?
Chi garantisce, e come, il
controllo del “materiale” che entra nell’impianto?
Chi certifica l'ammendante in
uscita ?
Nei documenti che sono stati resi
disponibili e che abbiamo esaminato si parla solo di raccomandazioni di natura
generale per le contromisure rispetto alle emissioni in atmosfera (secondo norma...),il trattamento degli scarti (derivati
sia dal pre-trattamento iniziale della F.O.R.S.U. che dal trattamento del
digestato), lo smaltimento dei liquidi e del percolato da F.O.R.S.U., ma non si
riesce a dedurre nulla nello specifico.
Delle emissioni olfattive non vi
è cenno nel capitolo del “Quadro Ambientale”
(pag. 28, fattibilità impainto Telese Terme).
Sono stati presi in
considerazione i rischi sanitari-ambientali legati ad impianti di questo tipo
per esempio riguardo all'utilizzo del digestato sui terreni?
In uno studio del prof Boehnel si
parla di incremento della diffusione di spore quali quelle del tetano e del
botulino, in prossimità di tali impianti, inclusi quelli da F.O.R.S.U. La
Regione Emilia Romagna ha vietato l'uso del digestato da digestione anaerobica
nell'area del Parmigiano Reggiano.
Perché gli atti della provincia
sono stati indirizzati direttamente sulla fattibilità di un digestore
anaerobico senza prendere in considerazione siti di compostaggio distribuiti
sul territorio provinciale, come peraltro è stato proposto più volte sia da
Cittadini in Movimento che da altre associazioni ambientaliste?
Per quanto riguarda poi più
specificamente San Salvatore Telesino, se si dovesse inserire questo impianto
nel “sistema di raccolta e smaltimento rifiuti” che sembra dovrà essere gestito
dalla Città Telesina, siamo curiosi di sapere cosa ne pensano i nostri futuri
amministratori.
Conferiremmo il nostro CER200108
a questo impianto? Siamo favorevoli o vogliamo il compostaggio comunale?
Come risulta dalla delibera di
Giunta Provinciale, San Salvatore
Telesino era stato interpellato insieme ad altri prima di novembre 2012 (quando
il Comune di Telese ha dato la “sua” disponibilità): perché gli amministratori
in carica non hanno detto niente a nessuno?
[1]
In
realtà in vari punti lo stesso studio di fattibilità si contraddice: parlando di
ammendante anche per Molinara - c'è probabilmente un “copia ed incolla” della
parte generale sul “digestato” di Telese. Ma a pag.19 del doc di Molinara si
entra nel merito del trattamento del
digestato (disidratazione, stabilizzazione della parte solida e sua miscelazione con materiale
ligneo cellulosico, smaltimento della
parte liquida come rifiuto) per produrre compost di qualità certificata. Questa
sezione non c'è per Telese. Inoltre si rileva che l'impianto di Molinara dovrebbe
essere dimensionato per 6.000 t/a, di cui 3.000 t/a proverrebbero da F.O.R.S.U.
e 3.000 t/a da reflui zootecnici, e anche qui c'è una contraddizione a pag 3
della delibera di giunta che parla di 2 moduli di impianto uguali fra loro per
il trattamento di F.O.R.S.U.
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