Cittadini in Movimento
Laboratorio di Cittadinanza Attiva
Al Sindaco
e all'assessore all'ambiente
del
Comune di San Salvatore Telesino
Al
Presidente del Consiglio Comunale
Ai
consiglieri comunali
e, p.c.
Al
Responsabile dell’Area Tecnica
Oggetto: Richiesta di sospensione di nuovi permessi di
costruire per insediamenti industriali.
Considerata
l'attuale situazione del territorio comunale, interessato negli ultimi 30 anni
dalla diffusa edificazione in zona agricola, senza regole, di diverse centinaia
di migliaia di metri cubi di costruzioni per attività produttive (decine di
ettari di suolo agricolo sacrificato), in particolare nelle aree pianeggianti comprese
fra i confini con i comuni di Amorosi e Puglianello, la strada provinciale San
Salvatore – Amorosi e via Corte Nocera, e oggi in gran parte abbandonate;
preso
atto dei ritardi nell’adozione del nuovo Piano Urbanistico
Comunale[1], e
quindi della vigenza di un Piano Regolatore Generale che, applicando l’articolo
25 delle Norme di Attuazione, come richiamato dal comma 6 dell’articolo 28, ha
consentito e continua a consentire ancora oggi (gli ultimi permessi sono stati
rilasciati nel gennaio u.s. in Via S. Mennitto - C.da Selva di Sotto),
l’edificazione di insediamenti produttivi in zona agricola, con conseguente commistione
- senza alcun senso urbanistico e contro ogni forma di tutela della vivibilità
- di capannoni industriali e relative aree di pertinenza con abitazioni e
appezzamenti di terreno adibiti, spesso, a piccole colture con caratteristiche
tali da provvedere al fabbisogno di autoconsumo familiare;
ritenuto
che non vi
siano più i tempi tecnici, prima della conclusione naturale dell’attuale
consiliatura, per l’approvazione di un nuovo piano regolatore (P.U.C.);
convinti che
la “perimetrazione” deliberata dalConsiglio Comunale nella seduta del 29 dicembre 2004 (verbale n. 36), per un'estensione
pari a circa 200 ettari di terreno, all’interno
della quale è tuttora consentita l’applicazione del richiamato art. 25 delle
Norme di Attuazione, sia comunque di gran lunga sproporzionata rispetto alle
reali esigenze;
tenuto
conto della disponibilità di decine di strutture già ultimate
e poi abbandonate (o in qualche caso abbandonate prima ancora di essere
ultimate), che potrebbero ben essere riutilizzate prima di doverne costruire di
nuove;
ritenuto che,
per le sue stesse dimensioni, tale ingiustificatamente estesa “perimetrazione” costituisce
di per sè una difficoltà aggiuntiva per il reale controllo e per un’efficace
attività di vigilanza sulla salute di chi vi abita e sulla qualità del suo
ambiente, oltre che fonte di spese enormi per le infrastrutture necessarie e la
relativa gestione e manutenzzione;
visti
i ripetuti casi di denuncia, formale e informale (presso codesta
amministrazione ed altre autorità di controllo e tutela), di roghi
incontrollati e incendi che coinvolgono capannoni e loro pertinenze contenenti
sostanze tossiche, in particolare nelle aree contigue a Via S. Mennitto, nonché i casi pure denunciati di emissioni
moleste sia olfattive (originate da sostanze ignote) che rumorose incompatibili
con i minimi standard di vivibilità quotidiana ma, che in ogni caso, non hanno
ricevuto alcun riscontro efficace in termini di azioni di tutela della salute e
dell'ambiente;
preso
atto, quindi, della
totale assenza di qualsiasi forma di tutela per la salute di chi abita nella
zona di che trattasi, condizione subita suo malgrado, che dovrebbe comprendere
la prevenzione nonchè la gestione dell'emergenza, a fronte di più incidenti in
essa occorsi, e spesso con danni irreversibili come la liberazione di fumi
tossici da incendio di plastiche e vernici;
attesa la
responsabilità politica di un’amministrazione comunale che dovrebbe garantire la
vivibilità ai propri concittadini, su tutto il territorio comunale, in presenza
di norme urbanistiche che, seppure ereditate dal passato, presentano evidenti storture
a compromissione del minimo livello di qualità della vita attesa in una zona
nativamente rurale;
ritenuto infine
che la presenza sul territorio di decine di strutture già realizzate per
insediamenti produttivi poi falliti, strutture ormai abbandonate, ma che
potrebbero essere recuperate, costituisce comunque un’opportunità per gli
imprenditori che volessero portare nuovi investimenti sul nostro territorio o
ampliare attività già esistenti;
si chiede
di adottare tutti gli strumenti
amministrativi necessari per la sospensione,
con decorrenza immediata, della concessione di ulteriori permessi di
costruire per insediamenti industriali in zona agricola, nelle more
dell'approvazione del nuovo Piano Urbanistico Comunale, o quantomeno di
deliberare una riduzione congrua, e compatibile con le abitazioni esistenti,
della perimetrazione del territorio comunale a suo tempo individuata (verbale
36 del C.C. del 29.12.2004), all’interno della quale consentire l’applicazione
del richiamato art. 25 delle Norme di Attuazione (come richiamato dal comma 6
dell’articolo 28), evitando di pregiudicare ulteriormente la vivibilità
dell’intera zona, limitando la perdita di altro suolo agricolo, e perseguendo invece
un più corretto equilibrio urbanistico del territorio comunale.
Si chiede inoltre di disporre, nell’ambito
dell’attività di protezione civile, per l’introduzione di opportuni ed efficaci
dispositivi procedurali per prevenire l’occorrenza di nuovi incidenti relativi
ai capannoni esistenti e alle aree ad essi contigue, e per sottoporre alle
verifiche del caso la regolarità delle attività che vi si svolgono, con
particolare riferimento alle misure per la salvaguardia della sicurezza e della
salute dei lavoratori e di tutti i cittadini.
Si sollecita, infine, un riscontro alla
precedente comunicazione del 13/12/2016 - vs. prot. n.9901, tuttora priva di
riscontro, nonostante l’esplicito richiamo alle vigenti norme sul diritto di
accesso e un precedente sollecito informale presso gli uffici comunali in data
7 marzo u.s.
In attesa
di riscontro si porgono Distinti Saluti.
San
Salvatore Telesino, lì 03.04.2017
Per Cittadini in Movimento
____________________________
[1]
La relativa
procedura è stata avviata, con l’affidamento dell’incarico professionale
all’ing. Ferrigni, oltre 10 anni fa, ci sono state due-tre pessime proposte di
norme di attuazione (molto simili a quelle che hanno prodotto il “disastro
Telese”), presentate ai cittadini in due diverse occasioni, e da due
amministrazioni diverse, ma per fortuna fino ad ora sempre respinte.
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