lunedì 25 maggio 2020

Osservazioni al PUC 2020

Cittadini in Movimento -S.Salvatore Telesino


Al sig. sindaco
Ai consiglieri comunali
del comune di S. Salvatore Telesino
e p.c.
al Responsabile dell’Area Tecnica
del comune di S. Salvatore Telesino

Oggetto: Osservazioni preliminari al PUC (Piano Urbanistico Comunale) di S. Salvatore Telesino

Di seguito riportiamo una serie di nostre osservazioni relative al PUC attualmente in discussione, con lo scopo di evidenziare alcune problematiche di cui chiediamo si tenga conto nel percorso di pianificazione del territorio di S. Salvatore Telesino, e per porre alcune domande finalizzate a rendere pubbliche le modalità in cui l’amministrazione comunale intende gestirle.

Zona industriale
A partire dal 2015, ad oggi, si sono contati ben 5 grandi incendi sviluppatisi all’interno, talvolta estesi all’esterno, di capannoni presenti sul nostro territorio e che per lo più si sono risolti dopo varie ore di intervento da parte dei VV.FF.  con la totale devastazione degli stessi e con la loro conseguente inagibilità. In queste occasioni la popolazione non è stata mai messa a parte di azioni di tutela nell’immediato dell’emergenza, nè mai si è avuto alcun riscontro pubblico di particolari azioni volte a prevenire nuovi roghi o per condividere gli esiti di eventuali analisi politiche finalizzate a mitigare futuri rischi simili.
A questi “incidenti”, che presentano una frequenza ed una statistica quantomeno insolite, si aggiungono gli effetti delle normali attività delle aziende del territorio che creano forti disagi alla popolazione e che sono legati per lo più ad emissioni odorigene di origine ignota più volte segnalate con lettere protocollate e con diverse raccolte di firme indirizzate al sindaco che non hanno mai avuto alcun riscontro.
Le emissioni odorigene, il fumo da combustione emesso normalmente da alcune attività, e la presenza di particolato fine diventano particolarmente insidiose soprattutto in presenza dell’inversione termica che ostacola il ricambio verticale dell’aria ed in estate quando con maggiore frequenza si tende ad agevolare, con l’apertura di porte e finestre, la frescura ed il ricambio d’aria.
Il disagio, legato agli incidenti quanto alla quotidianità delle attività industriali e che, ad ogni occorrenza e manifestazione, genera allarme sociale, acquisisce maggiore rilevanza per le abitazioni che sono inserite all’interno o a ridosso del perimetro attualmente individuato per gli insediamenti produttivi le cui dimensioni sono prossime a circa 200 ha (300 campi di calcio). A tali disagi immediati e diretti si aggiungono anche quelli legati alla presenza, nell’area industriale, di orti per autoconsumo e di campi coltivati.
Tutto quanto sopra rende evidente, ove ve ne fosse bisogno, la sostanziale impossibilità di gestire una zona così ampia da riservare alle attività produttive o comunque all’insediamento di nuovi capannoni, a maggior ragione se inserita in un’area storicamente abitata e coltivata.
Del resto nel R.A.P. (Rapporto Ambientale Preliminare) - vedi "RAP Gennaio 2020.pdf"-, documento con ruolo centrale nella fase preliminare della procedura, descrive “gli obiettivi principali del piano ed il contesto territoriale nel quale si inserisce, al fine di avviare la fase di consultazione preliminare con le autorità ed i soggetti competenti in materia ambientale." -, riguardo alle attività produttive si parla di rivedere il famigerato art.25 delle norme attuative del corrente PRG perché "l’incremento delle richieste per attività produttive è diventato oggi troppo impetuoso per poter essere regolato solo con tale strumento".
Per tutto quanto su riportato, poniamo le seguenti domande:
  • Visto che viene più volte citato nel R.A.P. l’arresto del consumo di suolo, quali azioni sono previste per bloccare la costruzione di nuovi capannoni?
  • Come si intende conciliare la richiesta di status di Zona Economica Speciale con i propositi ed i rischi di cui sopra?
  • Sono previste misure per il riuso dei capannoni esistenti insieme ad un forte ridimensionamento dell'area attuale impedendo quindi l'edificazione di nuovi manufatti?
  • Come si intende conciliare la presenza delle attuali attività con quella delle abitazioni, degli orti familiari e delle colture in generale in modo che questi ultimi non vivano più disagi che sono diventati ormai quotidiani?
  • Si intende mettere in piedi delle iniziative e dei meccanismi per il monitoraggio delle attività esistenti ai fini preventivi ed anche contingenti?
  • Sono previste azioni di coordinamento con le aree industriali/PIP contigue di Puglianello/Amorosi/Faicchio per rivedere complessivamente le dimensioni? In che modo si pensa di rapportarsi coi comuni confinanti in merito all’inserimento di impianti potenzialmente impattanti in modo da tutelarsi da proposte simili all’ultima sul biogas di Puglianello?
  • E' stata identificata o si intende identificare e condividere la tipologia di attività ammissibili sul territorio comunale?
  • Come si intende conciliare la qualità dei prodotti agricoli, del cibo e del turismo rispettoso del territorio con la presenza di una superficie così ampia riservata ai capannoni?
A ulteriore riprova delle condizioni di enorme difficoltà con cui si gestiscono zone così ampie e ad alta necessità di controllo e monitoraggio, ravvisiamo la totale assenza di una regolamentazione anche estetica dell’insediamento dei capannoni, per cui, oltre alle problematiche legate al disagio strettamente ambientale e sanitario, notifichiamo gli scempi di tipo paesaggistico dovuti alla presenza di ampie zone nel perimetro industriale con asfalto, cemento e marciapiedi inutilizzati, nonché lasciate piene di rifiuti abbandonati (oltre che alla mercé dei roghi “neri”).
Pertanto chiediamo, a questo proposito, se sia previsto, insieme allo stop del consumo di nuovo suolo, anche una pianificazione per inserire ed adattare correttamente l’esistente in un piano di riqualificazione e di prevenzione del degrado con monitoraggi, piantumazioni, aiuole, codice colore, o altro sia per le pertinenze pubbliche che per le private.

Fabbisogno abitativo ?
Nell'ultimo decennio la popolazione è aumentata di poche decine di abitanti secondo quanto riportato, citando ISTAT, anche nello stesso R.A.P. del piano urbanistico:
31/12/2008: 4012 abitanti  -  31/12/2011: 4039 abitanti -  31/12/18: 4056 abitanti.
Se nei precedenti 10 anni si è passati da 4012 residenti a 4056 residenti (44 unità in più), in base a quali criteri di stima è stato previsto il fabbisogno di 300-350 ulteriori abitazioni (vd par. 4.5.1 del RAP) per i prossimi 10 anni ?
Anche a questo scopo, chiediamo nuovamente se è stato effettuato un censimento delle abitazioni abbandonate, disabitate e sfitte prima di arrivare alla conclusione incomprensibile di cui sopra.

Antenne
Attualmente siamo in assenza di una regolamentazione comunale per le antenne, il che ha portato negli anni scorsi e nel presente ad una disseminazione incontrollata di antenne in ogni area del territorio, e non solo nel già “famigerato sito” su M. Acero, con conseguente necessità sia di segnalazioni ripetute da parte dei cittadini sia di provvedimenti ad hoc per la rimozione.
E’ prevista una regolamentazione anche urbanistica per gestire le antenne esistenti ai fini sia della tutela rispetto ai rischi elettromagnetici, che dell'occupazione del suolo ed dell'estetica?

Viabilità e piste ciclo-pedonali
I lunghi rettilinei di Via Amorosi (nella tratta che va dal cavalcavia sulla Telesina fino alla discesa di Amorosi) e Via Telese Vetere (dalla cappellina alla prima curva andando verso Telese), a causa del traffico notevolmente aumentato negli ultimi anni e a causa del mancato rispetto dei limiti di velocità, costituiscono un pericolo continuo per chi si muove a piedi o in bici. Purtroppo queste 2 tratte sono state spesso luogo di gravi incidenti talvolta mortali. Sappiamo inoltre che i cittadini le cui case affacciano su queste strade hanno segnalato più volte il senso di pericolo da queste trasmesse agli amministratori ed agli uffici preposti.
Resta la necessità di individuare una serie di soluzioni per ridurre il traffico su auto anche all’interno  di un centro abitato piccolo come il nostro. Ai fini di un reale salto di qualità nella viabilita' il nuovo piano urbanistico, inoltre, dovrebbe agevolare lo spostamento dei nostri ragazzi (e non solo) in maniera autonoma (es: spostamenti da e per la scuola), offrendo a tutti anche un’aria più respirabile oltre che un luogo più sicuro.
Collegando San Salvatore con i comuni limitrofi mediante opportune piste ciclabili e pedonali (da utilizzare anche per gli spostamenti quotidiani non solo per sportivi, turisti o amatoriali), visto anche il favore garantito da un territorio pianeggiante, tutto ciò sarebbe realizzabile.
Mentre invece la proposta apparentemente migliorativa della fruibilità del territorio di una pista ciclopedonale che va da contrada Banca al capoluogo è assolutamente inconsistente dati i dislivelli da mountain-biker.

PUC e PTCP
Vista la recente realizzazione di un capannone nei pressi del Grassano e vista la possibilità tuttora concessa e concretizzata di edificare capannoni sia sulla direttrice S. Salvatore-Amorosi che su quella Cimitero San Salvatore – Puglianello notiamo che ci sono forti contraddizioni con le prescrizioni riportate nel PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Benevento)
Le norme di attuazione (NTA), infatti prescrivono all’art. 95, comma 2.2 di “salvaguardare i rapporti fisico-spaziali e visivi tra il centro di San Salvatore Telesino e i resti archeologici di Telesia, nonché tra lo stesso comune e il corridoio ecologico Porrella, sorgenti di Grassano e Monte Acero;”.
Ed ancora, nell'art.95 comma 2.3, le NTA prescrivono di:
- “evitare il proliferare incontrollato di insediamenti sparsi al contorno dei centri
storici di Amorosi, Guardia Sanframondi, San Salvatore Telesino e Telese Terme;
- evitare la saldatura dei centri di Amorosi, Puglianello e Telese Terme, lungo la SP
n.70 "San Salvatore Telesino - Amorosi" e lungo la SP n.73 "Cimitero San Salvatore Telesino - Puglianello - Cavarena";”

Notando queste palesi contraddizioni ci chiediamo se questa amministrazione intenderà tenere conto delle  prescrizioni su riportate contrariamente a quanto sta già avvenendo.  E se sì, in che modo e con quali strumenti?

Nuovo trend climatico e rischi: prevenzioni e mitigazioni?
Il R.A.P. si basa su dati climatici storici che non sono commensurabili con la situazione attuale e con quella prevista per il futuro, visto che anche gli stessi modelli meteo/climatici sono in continuo aggiornamento per tenere conto dell’innalzamento della temperatura media del pianeta e visto che in certe zone, come nel Sud Italia, il dato medio della temperatura registra una crescita più rapida di quella media del pianeta.
Le nuove tendenze climatiche ed i nuovi dati meteo devono necessariamente occupare una posizione prioritaria nelle nuove pianificazioni di impatto su un territorio come in occasione di un piano urbanistico che hanno una valenza pluridecennale, dato che possono accentuare o mitigare le conseguenze degli eventi estremi (siccità prolungate, temporali violenti con allagamenti, grandinate) e delle crisi risultanti la cui frequenza è in aumento secondo tutti i rapporti scientifici accreditati e pubblicati in letteratura.
Nello specifico della pianificazione urbanistica ci riferiamo, tra gli altri, agli impatti delle precipitazioni violente legati all'impermeabilizzazione del suolo, al contributo di aumento delle temperature locali - bolle di calore - dati dalla cementificazione in zone rurali a danno del verde (incolto od alberato che sia), alla riduzione di suolo fertile in una fase in cui già registriamo cali di produzione agricola a causa degli eventi estremi stessi e alla presenza di bolle di calore estive nelle zone abitate in assenza di sufficienti piantumazioni urbane.

Considerando le premesse su riportate, poniamo le seguenti domande:
  • Sono state individuate le criticità legate ai rischi dovuti agli eventi meteo estremi (calura e siccità prolungate, precipitazioni violente) ? Se sì, quali azioni sono state predisposte per prevenire e mitigare gli effetti ?
  • E' noto il trend di cementificazione e di consumo del suolo nel nostro comune negli anni?
  • E' stato effettuato un censimento del numero dei capannoni in disuso e delle case sfitte o abbandonate?
  • È prevista l’individuazione di norme che impediscano l’estensione ulteriore del consumo di suolo legato alla realizzazione di nuove edificazioni ed infrastrutture o interventi antropici di vario genere?
  • E’ prevista l’individuazione di aree urbane, e non, in cui effettuare rinaturalizzazioni e rimboschimenti ? E’ prevista la realizzazione di un parco/zona verde urbano per bambini e come luogo di incontro per tutti ?



Sottolineiamo che un'amministrazione al servizio della comunità e del bene comune dovrebbe cercare di ascoltare e rispondere sulle questioni che preoccupano i cittadini e predisporre momenti di confronto reale per cercare di tutelare un territorio già duramente compromesso da interessi privati ed estranei alla salvaguardia del benessere dei cittadini.

In attesa di riscontro, si porgono distinti saluti.
 San Salvatore Telesino, lì 25.05.2020


Per contatti:

Francesco Pascale: tel. 3396575011 - francesco.pascale@ingpec.eu
Mariapia Cutillo: mapia_c@libero.it
Carmela Longo: carmelalongo14@gmail.com
Rocco Minicozzi: minicozzi@tin.it
Maria Mucci: marilinamucci@gmail.com
Angelo Romano: angelo_romano@libero.it

Nessun commento:

Posta un commento