sabato 20 marzo 2010

Fà la cosa giusta 2010: un primo commento degli organizzatori

"La responsabilità sociale d'impresa? Esiste, e cresce dal basso, dalle aziende piccole e medie. Ed è emozionante vederla aumentare di anno in anno". Commenta così i risultati della settima edizione di Fa' la cosa giusta, la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, Miriam Giovanzana, direttore editoriale di Terre di mezzo che della fiera è l'organizzatore. Più 30 per cento di visitatori paganti rispetto allo scorso anno, 65 mila visitatori in tutto. Per tre giorni la fiera è stata il cuore pulsante dell'economia verde ed etica di Milano: dall'agricoltura fino all'alta moda, dagli ecoprodotti alla mobilità sostenibile, dal car sharing alle cooperative sociali, dall'editoria al turismo consapevole; 620 espositori, 24 mila metri quadrati e un tema - quello di un'economia che sa fare i conti con l'efficienza e la redditività ma anche con le dimensioni sociali dell'agire economico- che ormai buca le prime pagine dei giornali.Un'economia vitale, nonostante la crisi.

E, come dice Giovanni Petrini, direttore della fiera, un convitato di pietra: le amministrazioni pubbliche che brillano per la loro assenza: "Eppure - spiega Petrini - qui s'incontra un mondo di piccole e medie imprese che fanno da volàno per il territorio, che creano occupazione, che sono capaci di innovazione. È miope che tutto ciò non sia sostenuto dalla Regione in cui la fiera si svolge, e cioè la Lombardia". Sostegni dalle istituzioni sono venuti invece dal Trentino e dal Piemonte, quest'ultimo è intervenuto favorendo la partecipazione dell'artigianato di eccellenza piemontese, mentre la Provincia di Torino ha promosso alcuni produttori alimentari tipici del territorio.

L'edizione di Fa' la cosa giusta di quest'anno è stata caratterizzata anche dallapresenza dei buyer professionali, segno anche questo della crescita dell'economia etica: non si vende più soltanto al consumatore finale, ma è tutta la filiera produttiva e distributiva ad essere in evoluzione. I consumatori critici sono sempre più numerosi, ed è ormai chiaro che non si tratta di una moda passeggera; e così anche la distribuzione si adegua. "Se le grandi imprese parlano molto di responsabilità sociale, le piccole e le piccolissime mostrano concretamente come si fa" conclude Miriam Giovanzana. "Fa' la cosa giusta ha soprattutto questo significato: al di là del fatturato che muove direttamente - ormai nell'ordine della decina di milioni di euro - dimostra che un'economia più attenta al sociale è non solo possibile ma doverosa. Da qui non possiamo più tornare indietro".

Copyright, agenzia Redattore Sociale

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