sabato 3 agosto 2019

Sul 5G !!!


Scusate, ammetto di aver fatto click-baiting col titolo, qui in realta’ metto in fila una serie di riflessioni sulla tecnologia, stimolate da vari dibattiti/discussioni tenuti online e dal vivo con amici parenti, colleghi e conoscenti.

Partiamo da alcune affermazioni sciolte sulla tecnologia e largamente condivise. La tecnologia contraddistingue la nostra civiltà e la nostra specie. La tecnologia migliora la vita e spesso risolve i problemi della tecnologia pre-esistente. La tecnologia ci ha fatto aumentare l’aspettativa di vita. La tecnologia crea efficienze che riducono i consumi, il suo avanzamento non va contrastato.

Potremmo stare ore a parlare di cosa sia tecnologia, mi limito a dare la mia definizione: insieme di conoscenze e tecniche che permettono di migliorare la nostra vita senza peggiorare e compromettere quella delle generazioni future. Non e' rigorosissima ed è incompleta,  ma per quello che voglio dire qui mi basta (per chi trovasse nella definizione un’assonanza con il concetto di sostenibilità, beh sappia che non è un caso). 
Messa cosi', le tecnologie nuove, anche per me, migliorano e correggono con ragionevole probabilità le precedenti. Sono un progressista.

Non appena ci spostiamo di un passo e facciamo ricadere nella definizione (implicandola) la necessita' di realizzare, alimentare e smaltire (il riciclo e' mediaticamente sopravvalutato, nei fatti e nella teoria) un insieme (magari miliardi) di nuovi oggetti ed infrastrutture che risolvono problemi ed esigenze, più o meno reali (per tutti ? quanto siamo liberi di accettare o rigettare le presunte nuove soluzioni ? ecc), c'e' un problema grosso quanto un pianeta da prendere in considerazione: la limitatezza delle risorse e gli indicatori che, oggi non domani, mostrano almeno 4 grandi crisi  (si parla di superamento di tipping points, punti di non ritorno) in corso per la biosfera: cambiamenti climatici, estinzioni delle specie ben oltre il tasso di fondo, acidificazione degli oceani, alterazione dell'uso dei suoli. Ci sono altri indicatori sotto osservazione, poi se volete possiamo parlare anche di questo e vi passo i miei riferimenti.
Qualcuno mi dice se, con questo nuovo passo tecnologico, stiamo facendo un salto nel buio - senza cioè comprendere nei "nostri calcoli" sul presunto progresso anche la biosfera, gia' fortemente in crisi - credendo di migliorare la nostra qualità della vita ? La nuova tecnologia 5G e le implicazioni direttamente ad essa collegate ricade sempre (dogmaticamente ?) nella categoria di strumento di progresso a prescindere ?
E poi, questi nostri ragionamenti li facciamo a ragion veduta (cioè già sappiamo che con la nuova generazione di oggetti smart e' tutto o abbastanza sotto controllo o addirittura creerà delle efficienze assolute anche su materiali, energia e rifiuti ?), o visto che non abbiamo mai considerato prima queste problematiche (e magari perché ci siamo sempre trovati “bene”), possiamo continuare a non considerarle ? Lo facciamo sapendo che lo stato della biosfera, ed il livello scientifico di conoscenza dei suoi pilastri fondamentali, non e' più quello di 50, 40 e neanche di 10 anni fa ?
Possiamo permetterci di lasciare la risposta alla somma delle liberta' (liberta' ?) di consumo dei singoli (miliardi di persone) ed alle leggi di mercato ? La violazione di ben 4 indicatori biofisici fondamentali del pianeta, su cui la scienza (quella della ricerca e delle pubblicazioni indipendenti peer reviewed) non ha dubbi, dimostra che forse il meccanismo di feedback (economico, sociale, scientifico) non sta funzionando, chiunque sia al timone (Il libero mercato ? Il capitalismo ? La democrazia rappresentativa ? La Cina ? Il complotto delle multinazionali ? Putin ? Soros ? I rettiliani ? Un mix di tutto questo ? Altro ?) : le soglie le abbiamo, ad ogni modo, allegramente superate.
Con IoT (Internet of Things), i soli player direttamente coinvolti nel nuovo salto tecnologico, si sfregano le mani perche' stimano chi 50, chi 100, chi 200 mld di dispositivi connessi al 2025 (rispettivamente Cisco, Huawei sul suo sito, Intel). Credete che saranno gli stessi oggetti di prima con in aggiunta un qualche sensore o attuatore (rendendoli smart), o renderanno completamente obsoleti gli oggetti non smart implicando in questo una revisione e quindi sostituzione completa di tutti i prodotti che gia' sono in commercio (pensiamo ai soli - miliardi di - smartphone...) ?
Mi immagino una possibile reazione e la anticipo perché è stata mia tanta volte in passato: ma allora con questo modo di ragionare rischiamo la paralisi ?
Non lo so, non e' una implicazione necessaria: di certo sappiamo che ci sono delle grandi crisi in atto, che le crescite dei consumi materiali individuali ed aggregate mostrano un andamento esponenziale (nonostante il presunto aumento di efficienze relative e le dematerializzazioni: del resto le crescite annue di pil sono tassi composti), che la popolazione potenzialmente implicata nei consumi “non di prima necessita’” e' notevolmente cresciuta (benessere piu’ diffuso in numeri assoluti, ma con grossi squilibri entro e fra diverse aree geografiche) negli ultimi 50 anni (non a caso chi si occupa di picchi delle risorse e di limiti dello sviluppo parla di grande accelerazione nel degrado degli ecosistemi avvenuta negli ultimi 40-50 anni).
Cio' che non aumenta, purtroppo, nonostante la crescita inesorabile della qualità della tecnologia e delle conoscenze, e' l'efficienza assoluta: cioe' la nostra impronta complessiva, nonostante gli efficientamenti puntuali resi possibili dalle singole tecniche - talvolta veri, talvolta presunti - continua ad aumentare (i calcoli sull'impronta* condotti da diversi centri studi scientifici convergono a prescindere dal metodo adottato) sia in termini di prelievi di materie base (sulle materie prime storiche le miniere di facile prelievo lasciano spazio a quelle sempre piu’ complicate e costose: del resto “si parte dalle mele basse dell’albero”, poi si è costretti a ricorrere alla scala) che in termini di consumi energetici.
A supporto della tesi dell'insuccesso del cosiddetto disaccoppiamento fra crescita di beni e servizi (si parla di sviluppo sostenibile, quindi, badate bene, non di aumento della qualità della vita) e diminuzione dei consumi di materia ed energia ci sono studi indipendenti (vd studio commissionato dalla UE: "Decoupling Debunked") e fonti autorevoli come i testi di Vaclav Smil ("Making of modern world - Materials and dematerialization") che approfondiscono, con dati, il tema dell'incapacità della sola tecnologia, delle tecnologie, degli strumenti umani attualmente in uso, di far diminuire l'impatto umano complessivo sulla biosfera.
Da tecnico, da ingegnere, potrei anche bearmi ad esempio, di 5G e di IoT, del prossimo step cioè che permette di allargare i mercati nonché lustrarmi gli occhi per le meraviglie che permetterebbe di realizzare; da essere umano e animale sociale, nonché individuo di una specie parte integrante della biosfera, persona a tutto tondo, che si vuole porre domande di lungo periodo e che vogliono sfidare la complessità e l'articolazione multifattoriale della realtà,  mi chiedo, invece, se si potrà, e chi potrà, controllare e porre argine al giro di motore aggiuntivo della crescita infinita dei consumi - che tali tecnologie imporranno in una economia votata all’espansione senza confini - in prossimità di limiti della biosfera già raggiunti e con conseguenze di cui non prevediamo, forse, la forma e i modi di manifestarsi, ma che rischiano di auto-alimentarsi in presenza di sistemi bio-fisici (ed anche economici) indeboliti e di cui si sono oltrepassati i limiti di resilienza.
Si potrebbe obiettare che in passato molti cattivi profeti abbiano inveito contro chi andava oltre i limiti conosciuti ma non credo sia questo il caso: non parliamo di esploratori che varcano le colonne d'Ercole contro i pareri di vecchi sciamani conservatori, parliamo di scienza che mostra segni ed indicatori netti di inizi di caduta: come considerare altrimenti i già irreversibili (sì irreversibili, ormai tutt'al più contenibili) cambiamenti climatici che, tra l'altro, nessuna tecnologia o modello economico, sociale e politico finora adottati è stato in grado di prevenire ?

F.P.


*Nota : per impronta si intendono impatti dell’uomo sul resto della natura che tengono in conto, con metodo scientifico, sempre piu’ parametri, perche’ si cerca di evitare l’approccio riduzionista - che tiene conto delle singole problematiche (a compartimenti stagno per intenderci) - dando cosi’ fotografie e rappresentazioni sempre più complete della biosfera che ci circonda.

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