lunedì 20 aprile 2009

È pronto il programma di “Cittadini in movimento” !

Come preannunciato nel nostro “manifesto” abbiamo raccolto in un programma politico, scaricabile nella versione sintetica, insieme alla versione completa e ad altri piani specifici allegati, le nostre proposte per il paese ed il territorio che vogliamo.
Si tratta di un lavoro di gruppo, cui molti stanno dando il loro contribuito con entusiasmo e competenze.
Ci si potrebbe chiedere: “bene, ma adesso a cosa servirà tutto questo lavoro?”
La risposta è di fatto deducibile da ciò che accomuna tutti i nostri interventi da qualche mese a questa parte: è lo strumento con cui vogliamo contribuire a determinare la politica e le scelte del nostro paese come “società civile”.
COME?
Innanzitutto faremo in modo che i politici, i candidati o semplicemente i cittadini come noi che vogliono esercitare il necessario diritto alla democrazia, trovino, in questi documenti pubblici ed adottabili da tutti, l'opportunità di stimolare un dibattito fatto di contenuti.
A questo punto, dopo aver atteso che qualcuno dei futuri candidati alle prossime amministrative di San Salvatore Telesino avviasse un processo partecipativo, dobbiamo prendere atto che nessuna sollecitazione è riuscita a scuoterli: siamo a 45 gg dalle elezioni e ci saranno concessi, al più, i comizi unilaterali ed unidirezionali, e non certo la costruzione di progetti condivisi....
Comunque sia, continueremo a insistere perché al centro dell'agenda politica siano poste le tematiche che più ci stanno a cuore, e per farlo utilizzeremo i documenti elaborati come uno strumento di partenza, e come “canovaccio” per tutte le iniziative future di Cittadini in Movimento, incalzando gli “eletti” e stimolandoli a rispondere nel merito anche dopo le elezioni.
Il laboratorio politico prosegue, ed è aperto a chiunque voglia parteciparvi.
Saremo ben lieti di essere contattati e di collaborare, come gruppo, con chiunque avesse delle proposte di arricchimento ed evoluzione per le idee illustrate nel nostro manifesto e nel nostro programma, per la tutela dei beni comuni e degli interessi collettivi.


Cittadini in Movimento – Laboratorio di cittadinanza attiva

1 commento:

  1. «State lavorando a un programma ma non presentate una lista?» Ė la domanda incredula che la maggior parte della gente ti fa quando gli parli di Cittadini in movimento e del progetto politico che promuove. A volte l’incredulità si trasforma in diffidenza, o, peggio, sospetto.
    E, secondo me, è una reazione assolutamente normale.
    Viviamo in uno stato in cui quotidianamente si mette in discussione la Costituzione, in cui la politica è solo difesa degli interessi di questa o quella lobby, in cui il gattopardismo e il trasformismo sono qualità e non difetti. Chi governa conta sulla generale remissività, sa che la gente si lamenta ma poi lascia fare, per pigrizia, per stanchezza, perché convinta che «…tanto sono tutti uguali…!» e quindi non vale la pena impegnarsi per cambiare.

    San Salvatore non fa eccezione a queste “regole”. Fra poco più di un mese ci saranno le elezioni del nuovo Consiglio comunale ma non si è vista ancora nessuna iniziativa pubblica, la gente non è stata invitata a discutere dei problemi del paese, a raccontare i propri disagi, a fare proposte, a dare consigli, a presentare richieste, a contribuire all’elaborazione di un modello di governo della città che garantisca il benessere per tutti gli appartenenti alla comunità.
    Ma se da parte di chi vuole proporsi per il governo del paese non c’è interesse a coinvolgere i futuri elettori (i voti si raccolgo con il clientelismo e non col buon governo, tantomeno con i programmi!) anche questi ultimi aspettano le elezioni con una certa rassegnata indifferenza: «…tanto sono tutti uguali…!».
    Le persone non sono abituate ad una partecipazione dal basso, non hanno esperienza di coinvolgimento nella politica vera, quella che interviene nella vita dei cittadini con la gestione dei servizi offerti da chi amministra. I cittadini non vengono interpellati sulle opere di pubblica utilità, sulla determinazione delle tariffe dei servizi, sulle attività di sviluppo economico, commerciale o turistico, sulle scelte culturali e sociali. Siamo abituati ad avere degli amministratori che agiscono senza consultare gli amministrati e degli amministrati che ne subiscono le azioni, magari protestando nel privato, ma senza intervenire pubblicamente.
    Per cui la nostra iniziativa fatta di programmi, proposte di cambiamento, progetti di sviluppo, lascia i nostri concittadini perplessi e dubbiosi: «Perché lo fanno?... che c’è sotto?... cosa ci guadagnano?...qualche scopo l’avranno, nessuno fa niente per niente…».
    Eppure, la democrazia partecipativa nasce fin dall’antichità. Tutti abbiamo studiato a scuola la democrazia diretta affermatasi ad Atene nel V sec. a.C. in cui il popolo sovrano non era solo elettore ma anche legislatore con il diritto di votare direttamente le leggi ordinarie e la costituzione. Nei secoli successivi ci sono state varie esperienze di comunità a democrazia partecipata: a cominciare dalle prime comunità cristiane passando per gli eretici albigesi del XII secolo in Provenza e le comunità dei Levellers (gli zappatori!) inglesi del ‘600 fino alla Comune di Parigi del 1871. Anche vicino a noi, a cavallo tra ‘700 e ‘800 è esistita la Comunità di San Leucio di Caserta il cui Statuto prevedeva ampie forme di democrazia diretta.
    E, sempre, la partecipazione democratica è andata di pari passo con la difesa dei più deboli, con la riduzione delle ingiustizie economiche e sociali, con la lotta ad ogni forma di discriminazione e con la ricerca della convivenza pacifica tra persone e popoli.
    Oggi, nel mondo, l’esempio più conosciuto, e più ricco di significato, è quello di Porto Alegre, in Brasile, che è diventato un riferimento culturale e politico determinante anche per numerosi comuni italiani. L'esperienza di Porto Alegre ha avuto inizio nel 1989. Il fine è quello di permettere ai cittadini di partecipare attivamente alla elaborazione della politica municipale. Nel corso di riunioni pubbliche la popolazione di ciascuna circoscrizione è invitata a manifestare i suoi bisogni e a stabilire delle priorità in vari campi o settori (ambiente, educazione, salute). Alla fine, ogni gruppo territoriale o tematico presenta le sue priorità all'Ufficio di pianificazione, che stila un progetto di bilancio che recepisce le indicazioni dei gruppi territoriali e che viene alla fine approvato dal Consiglio comunale. Nel corso dell'anno, attraverso apposite riunioni, la cittadinanza valuta la realizzazione dei lavori e dei servizi decisi nel bilancio partecipativo dell'anno precedente.

    Porto Alegre ha circa un milione e mezzo di abitanti. Se in una città di tali dimensioni è possibile raggiungere un così alto grado di partecipazione, in un Comune come il nostro sarebbe molto più agevole consultare periodicamente la cittadinanza sulle scelte di politica locale. (In Italia, soprattutto nei Comuni del centro-nord, l’esperienza si sta diffondendo sia in piccoli centri come Priverno o Grottammare, che in città medio-grandi: Parma, Modena, Pescara, Massa, Bergamo, ecc.).
    I cittadini di San Salvatore, nonostante la sfiducia e lo scetticismo, sono sempre intervenuti numerosi nelle rare occasioni di dibattito pubblico promosse dall’amministrazione dimostrando comunque di avere un interesse che va soddisfatto e non deluso. La gente ha bisogno di essere informata regolarmente sull’attività degli amministratori, ha bisogno di trasparenza nella gestione della vita pubblica e deve essere consultata sulle scelte che riguardano occupazione, politiche sociali, cultura, istruzione, salute, ambiente.
    La partecipazione si crea e si accresce favorendola, non ostacolandola e mortificandola.

    Per fare tutto ciò non dobbiamo necessariamente essere tutti candidati o eletti in Consiglio comunale: il diritto alla partecipazione dei cittadini va garantito in quanto tale e non perché si ricoprono cariche pubbliche.
    Ritengo che gli inviti a candidarsi per avere diritto di proposta politica siano quanto meno capziosi, un modo per ricondurre la politica ad un circolo ristretto e impedire che la discussione diventi patrimonio comune, un modo per mantenere il confronto su un piano autoreferenziale e impedire che si estenda a tutta la cittadinanza.
    Invece, in quanto cittadina, rivendico la prerogativa di esprimere il mio consenso, il mio dissenso, la mia opinione in tutti i momenti della vita pubblica, mi sento autorizzata ad intervenire su ogni scelta, su ogni iniziativa che coinvolgano il mio futuro e quello dei miei concittadini e di lavorare perché nei prossimi mesi ed anni la partecipazione popolare si faccia sempre più estesa.

    Chiunque governerà San Salvatore nei prossimi anni sappia che saremo lì a richiedere più informazione (una newsletter, un sito web del Comune, la pubblicazione delle delibere e dei bilanci, i criteri di determinazione delle tariffe comunali…) più trasparenza amministrativa (la costituzione di un URP per i diritti del cittadino…) più partecipazione (assemblee periodiche, referendum comunali…). Non è una minaccia, è una promessa!

    antonietta

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