Sabato 4 luglio 2009, nella Sala conferenze dell’ex Municipio, si è tenuta l’Assemblea pubblica organizzata dai Comitati Civici di San Salvatore e Guardia contro l’inceneritore a cui ha aderito l’Amministrazione Comunale di San Salvatore Telesino.
L’assemblea è stata introdotta dal Comitato con una relazione sullo stato attuale del procedimento autorizzativo e sulle azioni da intraprendere in vista della della Conferenza dei Servizi del 23 luglio 2009.
Successivamente il Sindaco e l’assessore all’Ambiente hanno informato la cittadinanza circa le decisioni assunte nel corso della riunione con le altre Amministrazioni Comunali interessate, tenuta nella mattinata dello stesso giorno che, ancora una volta, si sono pronunciate unanimemente contro la realizzazione dell’inceneritore e hanno, tra l’altro stabilito, che:
1) Sarà adottata una delibera di dissenso verso la costruzione dell’inceneritore da parte di tutte le Amministrazioni;
2) Sarà istituito un tavolo politico permanente per coordinarne le iniziative in vista della Conferenza dei Servizi;
3) Saranno prese le iniziative ritenute opportune da parte di tutti i Comuni interessati per coinvolgere i cittadini e i Comitati Civici;
4) Sarà costituito un fondo comune, di cui si renderà garante l'Assessorato all’Ambiente della Provincia di Benevento, per far fronte alle spese che si dovranno sostenere per produrre, attraverso consulenze specifiche, una documentazione inoppugnabile per dimostrare l'incompatibilità di tale progetto con il territorio telesino al fine di presentare le opportune osservazioni in sede di Conferenza dei Servizi;
5) Sarà fatta una nuova riunione tra i Comuni interessati, entro il 23 luglio prossimo.
Quanto sopra, sarà discusso e deliberato nel corso del Consiglio Comunale dell’ 8 luglio prossimo che, contrariamente a quanto richiesto dal Comitato Civico, sarà pubblico ma non aperto all’intervento della cittadinanza, e che sarebbe opportuno fosse registrato e diffuso con mezzo televisivo per permetterne la massima pubblicizzazione.
Oltre gli impegni assunti, l’Amministrazione ha garantito che metterà a disposizione i mezzi per permettere la partecipazione dei cittadini al presidio che si terrà in occasione dell’apertura dei lavori della Conferenza dei Servizi.
Fra l’altro, va ricordato l’intervento del capo gruppo dell’opposizione, che ha proposto di sollecitare i referenti politici regionali e nazionali dei partiti di appartenenza affinché si adoperino per impedire la costruzione dell’inceneritore, non voluto dalle comunità locali.
Hanno, inoltre favorevolmente colpito le affermazioni dell’assessore all’Ambiente circa forme di lotta anche estreme, a cui ricorrere per attirare la massima attenzione dei mezzi di informazione a diffusione non solo locale.
Insomma, per quanto riguarda i nostri politici e le altre amministrazioni locali possiamo stare tranquilli: tutti uniti nella lotta contro la costruzione dell’inceneritore.
Ma adesso ci attendiamo che l’ABM/Vocem, dopo aver “sensibilizzato”, a sua volta, e non apertamente come noi, i politici locali e nazionali per favorire l’iter autorizzativo, e dopo aver tentato pesantemente di intimidire l’ufficio regionale competente diffidandone il funzionario, ora passi a tentare di convincere noi cittadini, di quanto è bello e innocuo il loro impianto.
Anzi, cercheranno di farci credere che, non solo non è assolutamente pericoloso per la nostra salute e per l’ambiente, ma ci porterà tanti vantaggi economici, occupazione, sviluppo del territorio, la creazione dell’indotto nella produzione agricola delle biomasse, e tante altre belle cose.
Diranno insomma che non si tratta di un inceneritore di rifiuti, come invece perorava l’incauta dottoressa Valli in una lettera indirizzata a Nardone nel lontano 2005, o come ha riconfermato il presidente della provincia di Bergamo Bettoni a dicembre 2008 ai suoi cittadini, e come da anni continuiamo a ripetere noi come comitati civici.
Secondo ABM-Vocem, la nostra valle, come il Trentino, ha le risorse agroforestali e la capacità per produrre il cippato per un termovalorizzatore di biomasse vergini che, dopotutto, non è altro che un caminetto, come sostiene Visalli.
Ma al prezzo della biomassa indicato dall’ABM-Vocem non si attiverà mai una “filiera”: 15-20 €/t pagherebbe l’ABM-Vocem ai “produttori” locali di biomasse, quando la legna del nostro caminetto la paghiamo almeno 70 €/t, e se, solo per far raccogliere meccanicamente i residui di potatura, ci costa almeno 15 €/t, senza considerare il nostro lavoro (e quante tonnellate di biomasse ci vanno su un rimorchio del nostro trattore?).
D’altra parte, nei loro bellissimi disegni, sul piazzale vediamo rappresentati solo enormi tir, che chissà da dove dovranno arrivare, e non certo i nostri trattori.
Insomma, sulla base dei dati forniti dalla stessa ABM- Vocem, l’impianto non è economicamente sostenibile se davvero, per venti anni, volesse bruciare solo biomasse.
Infatti, considerando un investimento di 56 milioni di euro e il relativo ammortamento sui 20 anni, oltre le spese di gestione e approvvigionamento delle biomasse (5,5 milioni di euro l’anno, cioè 110 milioni di euro, salvo aumenti della “materia prima” e degli altri costi di gestione), e, ancora, i costi di dismissione dell’impianto al termine della vita utile, i ricavi dichiarati per la vendita dell’energia e i certificati verdi, pari a meno di 9 milioni di euro l’anno, non sono sufficienti a giustificare l’investimento (i ricavi per 20 anni sarebbero inferiori all’investimento complessivo).
Peraltro, va tenuto presente che l’Ufficio della Regione Campania che ha convocato la conferenza dei servizi (sezione ambiente), ha espresso dubbi in merito alla domanda presentata dalla Vocem relativa all’ottenimento dei certificati verdi dal recupero energetico (competenza della sezione attività produttive). Riferisce infatti l’ufficio che non rientra nelle sue competenze esprimersi, visto che si tratta di procedimento ai sensi del D. Lgs 152/2006 art. 208 – comma 11 – lettera i – trattamento termico dei rifiuti accompagnato da recupero energetico), e, quindi, non è ancora detto che saranno riconosciuti alla ABM-Vocem i certificati verdi. Gli stessi dubbi furono determinanti 2 anni fa , nello stesso ufficio, per puntualizzare, ancora una volta, che l’impianto non riguardava la produzione di energia, ma l’incenerimento di Rifiuti…
Insomma, con 56 milioni di euro (e senza ulteriori spese di gestione), si potrebbero fare investimenti certamente più redditizi e meno “impattanti” (quasi 100 pale eoliche da 70 metri, 14.000 kW di pannelli fotovoltaici).
Se, però, dopo un po’ di tempo, si potessero risparmiare almeno parte dei 4 milioni di euro l’anno indicati dalla ABM-Vocem per l’approvvigionamento delle biomasse (che, come detto sono sottostimati), e si incassasse invece il controvalore previsto per l’incenerimento del CDR, o meglio, delle ormai incalcolabili quantità di eco balle stoccate in Campania, allora …
Cercheranno anche di farci credere che Loro tengono all’ambiente e alla salute delle nostre finanze, e che il loro bell’impianto farà risparmiare in emissioni di CO2 e multe alla comunità europea. Ma non tengono conto dei costi energetici ed ambientali, con relative emissioni, per la costruzione e lo smaltimento dell’impianto e di tutte le apparecchiature, né dei costi ambientali per il trasporto sia del “combustibile” sia delle ceneri prodotte con la combustione, ecc.
Comitati Civici di San Salvatore e Guardia contro l'inceneritore
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