sabato 11 luglio 2009

DI CHE PARLA L’ABM-VOCEM?

Comitati Civici di San Salvatore Telesino e Guardia Sanframondi contro la costruzione di un’Inceneritore a San Salvatore Telesino

DI CHE PARLA L’ABM-VOCEM?

Malgrado la mielosa descrizione dell’inceneritore da parte dell’Ing. Ardizzone per conto della ABM-Vocem, l’oggetto della Conferenza dei Servizi da discutere il 23 luglio 2009 è il seguente:

Dunque, si tratta di un INCENERITORE DI RIFIUTI.

C’eravamo impegnati a pubblicare la lettera di convocazione della C.d.S. del 23 luglio della Regione Campania. Ci scusiamo per il ritardo ma, pur avendola ricevuta il 2 luglio, solo adesso riusciamo ad inviarla a ViviTelese.

Scarica da qui le 2 lettere di convocazione e la risposta della Regione.

Dalla lettura delle 2 note si evince soprattutto che:
  • Il progetto presentato originariamente a Regione, Provincia e Comuni nel 2005 è stato definitivamente archiviato;
  • Il nuovo progetto discusso nella commissione “Ambiente” della Regione a luglio 2008 ha ricevuto il parere favorevole di V.I.A. (a proposito, ricordiamo la tragicomica cronaca di tale seduta di cui si rese protagonista uno dei componenti della commissione? Era fine luglio, dovevo andare al mare, faceva caldo, ero distratto…!!).
  • I nuovi comuni coinvolti, anche della provincia di Caserta, hanno ricevuto il nuovo progetto solo la settimana scorsa: come possono far pervenire una relazione entro il 20 luglio ?

Naturalmente, è comunque chiaro ormai a tutti che l’impatto dell’impianto ABM-Vocem riguarderà un territorio molto più vasto di quello dei 3 comuni coinvolti nella precedente fase del procedimento autorizzativo.

Nell’intervento del “Consigliere di Amministrazione” dell’ABM-Vocem, l’ing. Mauro Ardizzone, pubblicato da Vivitelese, invece, sentiamo parlare ancora una volta del finanziamento di 12.5 mln euro messi a disposizione dalla legge 488, malgrado i termini di ottenimento del finanziamento fossero scaduti a dicembre 2008, non avendo la Vocem dato inizio ai lavori (e anche sulla possibilità di concessione di tale finanziamento, vista la legge, sono sempre stati espressi dei dubbi). In effetti, pur non avendone copia, avevamo avuto modo di leggere la lettera in cui, nel novembre del 2008, l’ex assessore alle attività produttive della Regione Campania, ora euro-parlamentare, Andrea Cozzolino, su sollecitazione della Vo.Cem., scriveva al ministro Scajola affinché intercedesse per far recuperare alla Vo.Cem. stessa tale finanziamento, di fatto ormai perso. Non è che quella sollecitazione ha sortito effetti e non se ne sa nulla? E meno male che le pratiche di questa azienda dovevano essere tutte trasparenti !!!

Come facilmente avevamo previsto, la Vocem, questa volta rappresentata dall’ing. Ardizzone, ha avviato una campagna di imbonimento nei confronti dei cittadini, con la quale cercherà di convincerci che l’impianto ci porterà occupazione, guadagni, prosperità e benessere, senza nessuna conseguenza per la nostra salute. Anzi, durante il consiglio comunale di S. Salvatore Telesino dell’8 luglio e dedicato all’inceneritore, il capogruppo di minoranza ha sventolato un opuscolo che pubblicizzava una iniziativa pubblica della Vocem per “familiarizzare” con i cittadini, in cui insisteranno nel voler esaltare tutti i vantaggi del loro progetto e nel minimizzare i timori per l’impatto su salute ed ambiente.

Parleremo del consiglio comunale a San Salvatore Telesino dell’8 luglio 2009 in un’altra occasione: ora ci interessa altro.

Ci interessa capire se abboccheremo ai “Venditori di fumo” .

Sapremo lottare contro le loro false magie? Saremo capaci di lottare coerentemente contro quella che potrebbe diventare la causa di sicuri danni alla nostra salute?

La stessa Vocem dichiara nel progetto l’emissione di inquinanti di vario tipo e riconosce che potrebbero avere effetti significativi sull’ambiente, pur sostenendo che non sarebbero superati i limiti di legge di ogni inquinante.

Dimentica però le possibili conseguenze dell’azione combinata di più inquinanti, non parla di nano polveri, peraltro non filtrabili e monitorabili; non dice che le nano particelle entrano nelle cellule di tutti gli esseri viventi e …; non evidenzia che la diossina entra con immediatezza nella catena alimentare, e che ce la ritroveremmo nel nostro cibo e nelle nostre cellule (non esistono limiti ammessi di diossina, è vietata e basta, in quanto si tratta di una sostanza che si deposita nei tessuti senza mai essere smaltita).

L’economia della nostra zona vogliamo che sia basata su attività imprenditoriali sicure, meglio se legate all’agricoltura, e al turismo rurale (la nostra vera vocazione), e alle sicure risorse del nostro territorio: ortaggi di qualità, vinalia, il virno, il latte, finalmente anche alla spina, l’acqua fresca e trasparente, il Rio Grassano, i puri, le Terme di Telese.

La filiera corta che noi vorremmo sviluppare è quella della vendita diretta da parte dei produttori locali, magari mediante i gruppi di acquisto solidale, basati sulla costruzione di un rapporto di fiducia, e sul recupero del rispetto della natura, dell’ambiente e delle persone.

Il fine è cambiare un sistema insostenibile di sfruttamento delle risorse, che crea inquinamento, distruzione, ingiustizia.

Un inceneritore è il simbolo dell’assurdità di un modello di sviluppo che in nome del profitto di pochi sacrifica il bene comune ed il futuro di tutti.

LORO sono bravi, hanno competenze specifiche nel loro campo, e si possono dedicare professionalmente al loro obiettivo (perseguire il massimo profitto da un a azione imprenditoriale).

NOI facciamo altro, non siamo professionisti come LORO e, potendo dedicare alla difesa del nostro territorio solo il tempo libero, siamo certamente in una posizione di svantaggio.

E anche gli amministratori e i politici locali, lo sappiamo, hanno tante altre cose a cui pensare, oltre che a questo ormai famigerato impianto di cui i cittadini non vorrebbero più sentir parlare.

Ma questo è il momento forse decisivo, e questa faccenda deve avere priorità su tutto.

D’altra parte, abbiamo potuto vedere che approfondendo le questioni sia tecniche che legali, e anche quelle economiche, che riguardano il procedimento Vocem, vengono fuori tanti punti di caduta, e si materializzano dubbi che non trovano mai una soluzione soddisfacente.

In realtà, le nostre argomentazioni “CONTRO” l’impianto sono più forti di quelle della Vocem “A FAVORE” dello stesso.

Tuttavia LORO hanno più mezzi di noi, hanno “risorse da investire”, possono pagare profumatamente fior di professionisti, possono “interloquire” direttamente con politici di ogni livello e di ogni schieramento che, spesso, li ascoltano, immaginiamo anche ammaliati dalle loro belle parole, e poi non si preoccupano di sottoporre a dovuta verifica quanto gli è stato così bene illustrato.

D’altra parte, è ciò che è successo anche qui: anche i nostri amministratori, nel 2004 furono destinatari delle “attenzioni” della Vocem che, negli incontri che ora sappiamo fin da allora furono fatti, illustrò il progetto, naturalmente, valorizzandolo al massimo.

Nel concludere questo intervento, riteniamo giusto rivolgere un appello a TUTTI, cittadini e politici. Non dobbiamo limitarci ad opporci alla Vocem e al loro brutto progetto, ma dobbiamo imparare da questa storia, dobbiamo avviare un percorso di condivisione fra cittadini, associazioni, imprese da un lato, e i politici e gli amministratori dall’altro, affinché si lavori anche, giorno per giorno, per modificare insieme i nostri comportamenti quotidiani, il modo di fare impresa, e le scelte politiche, guardando al futuro e non all’interesse immediato.

Impegniamoci davvero sulla raccolta differenziata, avviamo il passaggio dalla tassa alla tariffa premiando i comportamenti virtuosi, e penalizzando quelli contrari all’obiettivo di ridurre i rifiuti e i costi del servizio, privilegiamo l’economia e le imprese locali, concretizziamo le possibilità che ci sono per il risparmio energetico e le vere energie rinnovabili.

Sfidiamo anche la Vocem: venissero ad installare pannelli fotovoltaici e impianti di minieolico, e non un inceneritore. Risparmierebbero risorse, otterrebbero maggiori benefici, e avrebbero la nostra collaborazione.

Ma non proponiamo loro un inceneritore “ più piccolo” o di “costruirlo un po’ più in là”. Un inceneritore resta tale ovunque, prendiamoci però la responsabilità di trovare le risposte alla produzione di energia da ‘altre fonti rinnovabili’ e allo smaltimento dei rifiuti.

Intanto, se davvero vogliono realizzare un impianto a biomasse, ritirino la domanda fatta ai sensi dell’articolo 208 del D.Lgs. 152/2006 (che parla di smaltimento rifiuti, non ci stancheremo mai di ripeterlo) e la ripresentino ai sensi del D.Lgs 387/2003 (autorizzazione unica per impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, nel rispetto dell’ambiente, del paesaggio e del patrimonio storico-artistico), naturalmente non prima di averla discussa con le istituzioni interessate e con i cittadini.

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